GESU' E' VERAMENTE RESUSCITATO, CI SONO LE PROVE
Fede e scienza sono amiche: ad esempio la teoria del Big Bang è compatibile con l'esistenza di Dio (altrimenti chi l'avrebbe fatto scoppiare? e chi avrebbe creato ciò che è scoppiato?)
di A. S.
Ogni anno a Pasqua si celebra la resurrezione di Cristo. Ma nessuno s'interroga sulla verità della notizia: Gesù è davvero risorto? O è il più clamoroso falso della storia?
Molti cristiani credono che sia risorto, ma non sanno dare le ragioni di questa fede e gli agnostici o atei non vi credono in modo egualmente irrazionale. Senza ragioni.
Sanno dire solo: è impossibile. Ma è proprio così? Un vero scettico dovrebbe andare fino in fondo e dubitare pure del proprio scetticismo.
Il più importante filosofo dell'ateismo del XX secolo, Anthony Flew, che negli ultimi anni della sua vita, studiando la fisica di Einstein e la biologia (il Dna), ha rinnegato la sua opera precedente ed è arrivato alla certezza razionale dell'esistenza di Dio, ha dato la risposta più logica: "Non si possono limitare le possibilità dell'onnipotenza".
Un altro filosofo e matematico, Blaise Pascal, diceva: "Con che ragione vengono a dirci che non si può risuscitare? Che cos'è più difficile: nascere o risuscitare? E' più difficile che ciò che non è mai stato sia o che ciò che è stato sia ancora? E' più difficile essere o ritornare a essere? L'abitudine ci fa sembrare facile l'essere; la mancanza di abitudine ci fa sembrare impossibile il ritornare a essere. Che modo ingenuo, popolare di giudicare!".
In effetti noi non riflettiamo mai sul "miracolo" del venire all'esistenza. Ma su scala cosmica è ancora più sconvolgente il venire all'esistenza dal nulla dell'universo intero.
BIG BANG, TEORIA PERFETTAMENTE COMPATIBILE CON L'ESISTENZA DI DIO
Gli scienziati oggi confermano la Bibbia. In effetti le cose sono andate così: il Big Bang è un evento inspiegabile, un improvviso scoppio di energia infinita che dal nulla ha dato origine al tempo e allo spazio.
Un celebre scienziato come Paul Davies, non particolarmente incline alla religiosità, scrive: "Oggi molti astronomi e cosmologi sostengono la teoria secondo cui c'è effettivamente stata una creazione databile a circa diciotto miliardi di anni fa, quando l'universo fisico sorse all'improvviso con l'inimmaginabile esplosione volgarmente detta 'big bang' (…). L'ipotesi fondamentale - che, cioè, si sia data una creazione - è dal punto di vista scientifico del tutto accettabile. Essa infatti nasce da un vastissimo insieme di dati scientifici accomunati dalla legge fisica più universale a noi nota, la seconda legge della termodinamica".
E sempre a proposito del Big Bang (che rientra nella categoria scientifica della "singolarità") ha aggiunto: "Una singolarità è quanto di più prossimo a una entità sovrannaturale che la scienza ha saputo scoprire".
Chi ha creato dal nulla tutto l'universo e la vita stessa, può ben riprendersi la vita dopo che - fattosi uomo per amore - è stato ucciso. Non vi pare?
Si deve dunque riconoscere la possibilità razionale che Gesù Cristo sia veramente la rivelazione di Dio, cioè Dio fatto uomo, e che sia risorto in quel 9 aprile dell'anno 30 a Gerusalemme. Tutto questo è ragionevole. Ed è verificabile.
LA SINDONE
La Sindone rappresenta l'umile e doloroso segno fisico di quell'avvenimento unico verificatosi in quel sepolcro. Essa infatti - ci dice la medicina legale - ha sicuramente avvolto il corpo morto del crocifisso, ma per meno di 40 ore (in quanto non ci sono tracce di decomposizione) e quel corpo si è sottratto alla legatura del lenzuolo - dopo un giorno a mezzo - senza alcun movimento (come dimostrano i coaguli di sangue intatti), come passandovi attraverso.
Un'altra prova dell'evento soprannaturale poi è il formarsi stesso dell'immagine in modo inspiegabile, anche perché non è avvenuto per contatto, ma per lo sprigionarsi di un'energia sconosciuta che ha bruciato la parte superficiale del lino lasciando un'immagine tridimensionale.
Quella sua resurrezione rappresenta - per la teologia cristiana - l'inizio di una "nuova creazione", di cieli nuovi e terra nuova (come il Big bang ha dato inizio alla creazione del cosmo).
Infatti il corpo risorto di Gesù, pur essendo lo stesso corpo di carne, ha caratteristiche fisiche divinizzate, sottratte ai limiti di tempo e di spazio. E' un "corpo glorioso".
UNA STORIA UNICA
La vicenda terrena di Gesù era stata già un evento eccezionale perché ha realizzato perfettamente circa 300 profezie messianiche contenute nell'Antico testamento e risalenti a secoli prima.
La questione delle profezie mostra che egli era l'Atteso, il Desiderato. Ma è anche un fatto unico nella storia che indica la sua assoluta signoria sul tempo.
Lui del resto manifestò poteri divini durante la sua vita terrena attraverso miracoli, segno di un potere sulla natura che nessun uomo possiede.
I suoi miracoli sono storicamente testimoniati non solo dai testi cristiani, ma anche dal Talmud babilonese (Sanhedrin 43a), per di più in una pagina polemica con i cristiani.
E traspaiono dalla decisione dell'imperatore Tiberio di sottoporre al Senato di Roma - nell'anno 35 dC - il riconoscimento della religione cristiana e quindi di Gesù come "dio".
Del resto c'è una pagina celebre di Giuseppe Flavio, lo storico ebreo-romano che scrisse attorno al 93 dC le "Antichità giudaiche", dove si parla di Gesù come "uomo sapiente, se pure lo si deve definire uomo". Gesù "compiva opere straordinarie" (cioè miracoli) e "attrasse molti a sé". Giuseppe Flavio afferma: "Egli era il Cristo". Fu crocifisso, ma "non smisero di amarlo" ed "Egli apparve loro il terzo giorno di nuovo in vita, secondo che i profeti avevano predetto di lui".
Erroneamente nei tempi moderni si era sospettato che questo passo fosse un'interpolazione. Nel mio libro "La guerra contro Gesù" ripercorro le tappe degli ultimi studi che invece ne definiscono l'autenticità.
E va ricordato che Giuseppe Flavio era nato a Gerusalemme nell'anno 37 dC da una famiglia sacerdotale, quindi disponeva di testimonianze dirette.
VIENI E VEDI
D'altra parte la prova che gli apostoli e gli altri suoi amici portavano per dimostrare che Gesù era risorto, quindi è vivo, era molto semplice: egli continuava - attraverso di loro, che erano peccatori - a operare gli stessi prodigi straordinari che aveva compiuto durante la sua vita pubblica.
Fin dall'inizio infatti gli "Atti degli apostoli" riferiscono di questi miracoli che Pietro e gli altri cristiani attribuivano non a proprie capacità, ma a Gesù presente fra loro.
San Tommaso d'Aquino insegna che per capire se un uomo è vivo occorre vedere se si comporta da vivo, cioè se agisce e interviene sulla realtà. Ed è esattamente questo che hanno annunciato i cristiani: "vieni e vedi".
Il modo principale per "incontrarlo" è entrare nella comunità cristiana e sperimentare la potenza di Cristo che cambia l'esistenza e rende più uomini, più forti, rende la vita più vera e feconda. I volti dei santi fanno trasparire la sua bellezza. E le esperienze dei mistici spalancano l'eternità nel tempo.
Ma i miracoli continuano a verificarsi perché egli continua a compierli da duemila anni. Basta studiare i faldoni della commissione medica della "Congregazione per le cause dei santi" per trovarne un enorme repertorio.
Come ha scoperto - da atea - la dottoressa canadese Jacalyn Duffin che ne ha dato conto in una memorabile intervista alla Bbc e in un articolo intitolato "Can a scientist believe in miracles?".
Fra questi miracoli - nel corso di duemila anni - sono stati contati circa 400 miracoli di resurrezione ottenuti dalla preghiera e dall'intercessione dei santi. Ovviamente questo tornare alla vita di persone morte è cosa diversa dalla resurrezione gloriosa di Gesù, che vivremo tutti alla fine dei tempi. Ma è una prova di quella sua resurrezione. Prova che Egli è vivo e opera.
Nei miei libri "Tornati dall'aldilà" e "Avventurieri dell'eterno" ho riferito delle resurrezioni avvenute pure oggi, grazie - per esempio - all'intercessione di padre Pio e Natuzza Evolo.
Ma c'è anche la resurrezione di un bambino avvenuta nel settembre 2010 per intercessione del vescovo americano Fulton Sheen (1895-1979).
C'è una sola conclusione da trarre: Egli è vivo. Ed è, misteriosamente, qui, fra noi.
Ipotesi sulla Resurrezione di Gesù, il fatto più inatteso della Storia
Tre è il numero perfetto, e Vittorio Messori completa la sua trilogia sul Cristo, iniziata con il fortunatissimo Ipotesi su Gesù, proseguita con Patì sotto Ponzio Pilato.
Esce adesso Dicono che è risorto - Un’indagine sul Sepolcro vuoto, (sinceramente non mi garba affatto il titolo scelto) in cui quello che è forse uno dei più brillanti apologeti dei nostri tempi cerca di dare ragione di uno dei più grandi misteri degli ultimi due millenni di storia dell’Occidente.
La parte più interessante del libro, al di là dello stile sempre caustico, specialmente quando e non sono poche le occasioni Messori regola qualche conto con studiosi, esegeti e teologi cristiani di convinzioni diverse dalle sue, ci è parsa quella in cui si mettono in evidenza le «novità» storiche dell’evento Resurrezione, e soprattutto del modo in cui è stato presentato.
«L’ultima cosa che un ebreo si attendeva dal Messia era che dovesse patire, morire e poi risuscitare – cita Messori -. L’ultima cosa che ci si aspettava per i tempi messianici erano una croce e un sepolcro vuoto in mezzo alla storia».
Così come è interessante la sottolineatura delle testimonianze: che sembrano fatte apposta per non essere credute. Le prime a incontrare il Risorto sono delle donne; e le donne nella società ebraica del tempo non potevano portare testimonianza in tribunale, figuriamoci su un evento così straordinario.
Poi la concordia discorsiva di tutti coloro che hanno incontrato, secondo i Vangeli, gli Atti degli Apostoli e San Paolo, il Cristo dopo la Pasqua. Ogni giornalista sa per esperienza quanto sia difficile ottenere testimonianze concordi su un fatto da persone che vi hanno assistito.
Poi la concordia discorsiva di tutti coloro che hanno incontrato, secondo i Vangeli, gli Atti degli Apostoli e San Paolo, il Cristo dopo la Pasqua. Ogni giornalista sa per esperienza quanto sia difficile ottenere testimonianze concordi su un fatto da persone che vi hanno assistito.
Messori ospita – ed è questo il centro focale del libro - l’opinione ben fondata e la ricerca di don Antonio Persili, parroco a Tivoli e studioso di greco.
In base a una giusta interpretazione di uno dei verbi usati dall' evangelista san Giovanni relativo al lino-sindone che avvolgeva il corpo di Gesù, don Persili giunge a concludere che il sudario che avvolgeva il capo di Gesù restò come «inamidato» per effetto della Resurrezione, e di conseguenza questo vide san Giovanni, «e credette».
Ma ricordiamoci poi che quelle "menzogne" sulla testimonianza delle guardie, costruite a tavolino dai capi ebrei, danno la splendida testimonianza della verità della Risurrezione di Cristo. Quei capi, che dopo la morte di Cristo ben vigilarono e controllarono ogni movimento intorno al santo sepolcro, tenevano ben memorizzato le parole del Maestro di Nazareth che preannunziavano il suo ritorno per il terzo giorno.
E ora dopo 2000 anni i figli di quegli stessi ebrei Lo riattendono ma solo perché vogliono rovinare la festa al maggior numero dei Suoi discepoli.
Vieni Signore Gesù!
AMDG et BVM
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