Visualizzazione post con etichetta SURREXIT!. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta SURREXIT!. Mostra tutti i post

domenica 9 aprile 2023

"E' RISORTO... Non è qui"


 

VEGLIA PASQUALE NELLA NOTTE SANTA

OMELIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI

Basilica Vaticana
Sabato Santo, 15 aprile 2006

 

"Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui" (Mc 16, 6). Così il messaggero di Dio, vestito di luce, parla alle donne che cercano il corpo di Gesù nella tomba. Ma la stessa cosa dice l'evangelista in questa notte santa anche a noi: Gesù non è un personaggio del passato. Egli vive, e come vivente cammina innanzi a noi; ci chiama a seguire Lui, il vivente, e a trovare così anche noi la via della vita.

"È risorto… Non è qui". Quando Gesù per la prima volta aveva parlato ai discepoli della croce e della risurrezione, essi, scendendo dal monte della Trasfigurazione, si domandavano che cosa volesse dire "risuscitare dai morti" (Mc 9, 10). 

A Pasqua ci rallegriamo perché Cristo non è rimasto nel sepolcro, il suo corpo non ha visto la corruzione; appartiene al mondo dei viventi, non a quello dei morti; ci rallegriamo perché Egli è – come proclamiamo nel rito del Cero pasquale – l'Alfa e al contempo l'Omega, esiste quindi non soltanto ieri, ma oggi e per l'eternità (cfr Ebr 13, 8). Ma in qualche modo la risurrezione è collocata talmente al di fuori del nostro orizzonte, così al di fuori di tutte le nostre esperienze che, ritornando in noi stessi, ci troviamo a proseguire la disputa dei discepoli: 

In che cosa consiste propriamente il "risuscitare"? 

Che cosa significa per noi? 

Per il mondo e la storia nel loro insieme? 

Un teologo tedesco disse una volta con ironia che il miracolo di un cadavere rianimato – se questo era davvero avvenuto, cosa che lui però non credeva – sarebbe in fin dei conti irrilevante perché, appunto, non riguarderebbe noi. In effetti, se soltanto un qualcuno una volta fosse stato rianimato, e null'altro, in che modo questo dovrebbe riguardare noi? 

Ma la risurrezione di Cristo, appunto, è di più, è una cosa diversa. Essa è – se possiamo una volta usare il linguaggio della teoria dell'evoluzione – la più grande "mutazione", il salto assolutamente più decisivo verso una dimensione totalmente nuova, che nella lunga storia della vita e dei suoi sviluppi mai si sia avuta: un salto in un ordine completamente nuovo, che riguarda noi e concerne tutta la storia.

La disputa, avviata con i discepoli, comprenderebbe quindi le seguenti domande: 

Che cosa lì è successo? 

Che cosa significa questo per noi, per il mondo nel suo insieme e per me personalmente? 

Innanzitutto: che cosa è successo? Gesù non è più nel sepolcro. È in una vita tutta nuova. 

Ma come è potuto avvenire questo? 

Quali forze vi hanno operato? 

È decisivo che quest’uomo Gesù non fosse solo, non fosse un Io chiuso in se stesso. Egli era una cosa sola con il Dio vivente, unito a Lui talmente da formare con Lui un'unica persona. Egli si trovava, per così dire, in un abbraccio con Colui che è la vita stessa, un abbraccio non solo emotivo, ma che comprendeva e penetrava il suo essere. La sua propria vita non era sua propria soltanto, era una comunione esistenziale con Dio e un essere inserito in Dio, e per questo non poteva essergli tolta realmente. Per amore, Egli poté lasciarsi uccidere, ma proprio così ruppe la definitività della morte, perché in Lui era presente la definitività della vita. Egli era una cosa sola con la vita indistruttibile, in modo che questa attraverso la morte sbocciò nuovamente.

 Esprimiamo la stessa cosa ancora una volta partendo da un altro lato. La sua morte fu un atto di amore. Nell'Ultima Cena Egli anticipò la morte e la trasformò nel dono di sé. La sua comunione esistenziale con Dio era concretamente una comunione esistenziale con l'amore di Dio, e questo amore è la vera potenza contro la morte, è più forte della morte. 

La risurrezione fu come un'esplosione di luce, un'esplosione dell'amore che sciolse l'intreccio fino ad allora indissolubile del "muori e divieni". Essa inaugurò una nuova dimensione dell'essere, della vita, nella quale, in modo trasformato, è stata integrata anche la materia e attraverso la quale emerge un mondo nuovo.

È chiaro che questo avvenimento non è un qualche miracolo del passato il cui accadimento potrebbe essere per noi in fondo indifferente. È un salto di qualità nella storia dell'"evoluzione" e della vita in genere verso una nuova vita futura, verso un mondo nuovo che, partendo da Cristo, già penetra continuamente in questo nostro mondo, lo trasforma e lo attira a sé. 

Ma come avviene questo? Come può questo avvenimento arrivare effettivamente a me e attrarre la mia vita verso di sé e verso l'alto? La risposta, in un primo momento forse sorprendente ma del tutto reale, è: tale avvenimento viene a me mediante la fede e il Battesimo. Per questo il Battesimo fa parte della Veglia pasquale, come sottolinea anche in questa celebrazione il conferimento dei Sacramenti dell’Iniziazione cristiana ad alcuni adulti provenienti da diversi Paesi. Il Battesimo significa proprio questo, che non è in questione un evento passato, ma che un salto di qualità della storia universale viene a me afferrandomi per attrarmi. Il Battesimo è una cosa ben diversa da un atto di socializzazione ecclesiale, da un rito un po' fuori moda e complicato per accogliere le persone nella Chiesa. È anche più di una semplice lavanda, di una specie di purificazione e abbellimento dell'anima. È realmente morte e risurrezione, rinascita, trasformazione in una nuova vita.

Come possiamo comprenderlo? Penso che ciò che avviene nel Battesimo si chiarisca per noi più facilmente, se guardiamo alla parte finale della piccola autobiografia spirituale, che san Paolo ci ha donato nella sua Lettera ai Galati. Essa si conclude con le parole che contengono anche il nucleo di questa biografia: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" (Gal 2, 20). Vivo, ma non sono più io. L'io stesso, la essenziale identità dell'uomo – di quest'uomo, Paolo – è stata cambiata. Egli esiste ancora e non esiste più. Ha attraversato un "non" e si trova continuamente in questo "non": Io, ma "non" più io. Paolo con queste parole non descrive una qualche esperienza mistica, che forse poteva essergli stata donata e che, semmai, potrebbe interessare noi dal punto di vista storico. No, questa frase è l'espressione di ciò che è avvenuto nel Battesimo. Il mio proprio io mi viene tolto e viene inserito in un nuovo soggetto più grande. Allora il mio io c'è di nuovo, ma appunto trasformato, dissodato, aperto mediante l'inserimento nell'altro, nel quale acquista il suo nuovo spazio di esistenza. 

Paolo ci spiega la stessa cosa ancora una volta sotto un altro aspetto quando, nel terzo capitolo della Lettera ai Galati, parla della "promessa" dicendo che essa è stata data al singolare – a uno solo: a Cristo. Egli solo porta in sé tutta la "promessa". Ma che cosa succede allora con noi? Voi siete diventati uno in Cristo, risponde Paolo (Gal 3, 28). Non una cosa sola, ma uno, un unico, un unico soggetto nuovo. Questa liberazione del nostro io dal suo isolamento, questo trovarsi in un nuovo soggetto è un trovarsi nella vastità di Dio e un essere trascinati in una vita che è uscita già ora dal contesto del "muori e divieni". 

La grande esplosione della risurrezione ci ha afferrati nel Battesimo per attrarci. Così siamo associati ad una nuova dimensione della vita nella quale, in mezzo alle tribolazioni del nostro tempo, siamo già in qualche modo introdotti. Vivere la propria vita come un continuo entrare in questo spazio aperto: è questo il significato dell'essere battezzato, dell'essere cristiano. È questa la gioia della Veglia pasquale. La risurrezione non è passata, la risurrezione ci ha raggiunti ed afferrati. Ad essa, cioè al Signore risorto, ci aggrappiamo e sappiamo che Lui ci tiene saldamente anche quando le nostre mani si indeboliscono. Ci aggrappiamo alla sua mano, e così teniamo le mani anche gli uni degli altri, diventiamo un unico soggetto, non soltanto una cosa sola. Io, ma non più io: è questa la formula dell'esistenza cristiana fondata nel Battesimo, la formula della risurrezione dentro al tempo. Io, ma non più io: se viviamo in questo modo, trasformiamo il mondo. È la formula di contrasto con tutte le ideologie della violenza e il programma che s'oppone alla corruzione ed all'aspirazione al potere e al possesso.

"Io vivo e voi vivrete", dice Gesù nel Vangelo di Giovanni (14, 19) ai suoi discepoli, cioè a noi. Noi vivremo mediante la comunione esistenziale con Lui, mediante l'essere inseriti in Lui che è la vita stessa. 

La vita eterna, l'immortalità beata non l'abbiamo da noi stessi e non l'abbiamo in noi stessi, ma invece mediante una relazione – mediante la comunione esistenziale con Colui che è la Verità e l'Amore e quindi è eterno, è Dio stesso. 

La semplice indistruttibilità dell'anima da sola non potrebbe dare un senso a una vita eterna, non potrebbe renderla una vita vera. 

La vita ci viene dall'essere amati da Colui che è la Vita; ci viene dal vivere-con e dall'amare-con Lui. Io, ma non più io: è questa la via della croce, la via che "incrocia" un'esistenza rinchiusa solamente nell'io, aprendo proprio così la strada alla gioia vera e duratura.

Così possiamo, pieni di gioia, insieme con la Chiesa cantare nell'Exsultet: "Esulti il coro degli angeli… Gioisca la terra". La risurrezione è un avvenimento cosmico, che comprende cielo e terra e li associa l'uno all'altra. E ancora con l'Exsultet possiamo proclamare: "Cristo, tuo figlio… risuscitato dai morti, fa risplendere negli uomini la sua luce serena e regna nei secoli dei secoli". Amen!

© Copyright 2006 - Libreria Editrice Vaticana 

AMDG et DVM

domenica 4 aprile 2021

La risurrezione è un avvenimento cosmico, che comprende cielo e terra e li associa l’uno all’altra.


SANTI AUGURI 

(sia pure in una Pasqua di silenzio e di tenebre)

Le più belle frasi di Pasqua di papa Benedetto XVI

  • A Pasqua ci rallegriamo perché Cristo non è rimasto nel sepolcro, il suo corpo non ha visto la corruzione; appartiene al mondo dei viventi, non a quello dei morti; ci rallegriamo perché Egli è – come proclamiamo nel rito del Cero pasquale – l’Alfa e al contempo l’Omega, esiste quindi non soltanto ieri, ma oggi e per l’eternità.

  • La resurrezione è – se possiamo una volta usare il linguaggio della teoria dell’evoluzione – la più grande “mutazione”, il salto assolutamente più decisivo verso una dimensione totalmente nuova, che nella lunga storia della vita e dei suoi sviluppi mai si sia avuta: un salto in un ordine completamente nuovo, che riguarda noi e concerne tutta la storia.

  • La risurrezione è un avvenimento cosmico, che comprende cielo e terra e li associa l’uno all’altra.

  • È questo il giubilo della Veglia Pasquale: noi siamo liberi. Mediante la risurrezione di Gesù l’amore si è rivelato più forte della morte, più forte del male.

  • Sì, Signore, fa che diventiamo persone pasquali, uomini e donne della luce, ricolmi del fuoco del tuo amore. Amen.

  • L’annuncio della Pasqua si espanda nel mondo con il gioioso canto dell’Alleluia. Cantiamolo con le labbra, cantiamolo soprattutto con il cuore e con la vita, con uno stile di vita “azzimo”, cioè semplice, umile, e fecondo di azioni buone.

  • Sì, l’erba medicinale contro la morte esiste. Cristo è l’albero della vita reso nuovamente accessibile. Se ci atteniamo a Lui, allora siamo nella vita.

  • Colui che era morto viveva di una vita, che non era più minacciata da alcuna morte. Si era inaugurata una nuova forma di vita, una nuova dimensione della creazione.

  • Pasqua è la festa della nuova creazione. Gesù è risorto e non muore più. Ha sfondato la porta verso una nuova vita che non conosce più né malattia né morte. Ha assunto l’uomo in Dio stesso.

  • Il Signore risorto faccia sentire ovunque la sua forza di vita, di pace e di libertà. A tutti oggi sono rivolte le parole con le quali nel mattino di Pasqua l’angelo rassicurò i cuori intimoriti delle donne: “Non abbiate paura! … Non è qui. E’ risuscitato” (Mt 28,5-6).

  • Gesù è risorto e ci dona la pace; è Egli stesso la pace.

  • Si celebra oggi il grande mistero, fondamento della fede e della speranza cristiana: Gesù di Nazaret, il Crocifisso, è risuscitato dai morti il terzo giorno, secondo le Scritture.

  • Sono risorto, sono sempre con te. Alleluia!”. Cari fratelli e sorelle, Gesù crocifisso e risorto ci ripete oggi quest’annuncio di gioia: è l’annuncio pasquale. Accogliamolo con intimo stupore e gratitudine!

  • Dall’alba di Pasqua una nuova primavera di speranza investe il mondo; da quel giorno la nostra risurrezione è già cominciata, perché la Pasqua non segna semplicemente un momento della storia, ma l’avvio di una nuova condizione: Gesù è risorto non perché la sua memoria resti viva nel cuore dei suoi discepoli, bensì perché Egli stesso viva in noi e in Lui possiamo già gustare la gioia della vita eterna.

  • La Pasqua non opera alcuna magia. Come al di là del Mar Rosso gli ebrei trovarono il deserto, così la Chiesa, dopo la Risurrezione, trova sempre la storia con le sue gioie e le sue speranze, i suoi dolori e le sue angosce.

  • Come i raggi del sole, a primavera, fanno spuntare e schiudere le gemme sui rami degli alberi, così l’irradiazione che promana dalla Risurrezione di Cristo dà forza e significato ad ogni speranza umana, ad ogni attesa, desiderio, progetto.

  • La speranza, in questo mondo, non può non fare i conti con la durezza del male. Non è soltanto il muro della morte a ostacolarla, ma più ancora sono le punte acuminate dell’invidia e dell’orgoglio, della menzogna e della violenza. Gesù è passato attraverso questo intreccio mortale, per aprirci il passaggio verso il Regno della vita.


mercoledì 22 febbraio 2017

SURREXIT - 3 Prove


GESU' E' VERAMENTE RESUSCITATO, CI SONO LE PROVE
Fede e scienza sono amiche: ad esempio la teoria del Big Bang è compatibile con l'esistenza di Dio (altrimenti chi l'avrebbe fatto scoppiare? e chi avrebbe creato ciò che è scoppiato?)
di A. S.

Ogni anno a Pasqua si celebra la resurrezione di Cristo. Ma nessuno s'interroga sulla verità della notizia: Gesù è davvero risorto? O è il più clamoroso falso della storia?

Molti cristiani credono che sia risorto, ma non sanno dare le ragioni di questa fede e gli agnostici o atei non vi credono in modo egualmente irrazionale. Senza ragioni.

Sanno dire solo: è impossibile. Ma è proprio così? Un vero scettico dovrebbe andare fino in fondo e dubitare pure del proprio scetticismo.

Il più importante filosofo dell'ateismo del XX secolo, Anthony Flew, che negli ultimi anni della sua vita, studiando la fisica di Einstein e la biologia (il Dna), ha rinnegato la sua opera precedente ed è arrivato alla certezza razionale dell'esistenza di Dio, ha dato la risposta più logica: "Non si possono limitare le possibilità dell'onnipotenza".

Un altro filosofo e matematico, Blaise Pascal, diceva: "Con che ragione vengono a dirci che non si può risuscitare? Che cos'è più difficile: nascere o risuscitare? E' più difficile che ciò che non è mai stato sia o che ciò che è stato sia ancora? E' più difficile essere o ritornare a essere? L'abitudine ci fa sembrare facile l'essere; la mancanza di abitudine ci fa sembrare impossibile il ritornare a essere. Che modo ingenuo, popolare di giudicare!".
In effetti noi non riflettiamo mai sul "miracolo" del venire all'esistenza. Ma su scala cosmica è ancora più sconvolgente il venire all'esistenza dal nulla dell'universo intero.

BIG BANG, TEORIA PERFETTAMENTE COMPATIBILE CON L'ESISTENZA DI DIO

Gli scienziati oggi confermano la Bibbia. In effetti le cose sono andate così: il Big Bang è un evento inspiegabile, un improvviso scoppio di energia infinita che dal nulla ha dato origine al tempo e allo spazio.

Un celebre scienziato come Paul Davies, non particolarmente incline alla religiosità, scrive: "Oggi molti astronomi e cosmologi sostengono la teoria secondo cui c'è effettivamente stata una creazione databile a circa diciotto miliardi di anni fa, quando l'universo fisico sorse all'improvviso con l'inimmaginabile esplosione volgarmente detta 'big bang' (…). L'ipotesi fondamentale - che, cioè, si sia data una creazione - è dal punto di vista scientifico del tutto accettabile. Essa infatti nasce da un vastissimo insieme di dati scientifici accomunati dalla legge fisica più universale a noi nota, la seconda legge della termodinamica".
E sempre a proposito del Big Bang (che rientra nella categoria scientifica della "singolarità") ha aggiunto: "Una singolarità è quanto di più prossimo a una entità sovrannaturale che la scienza ha saputo scoprire".

Chi ha creato dal nulla tutto l'universo e la vita stessa, può ben riprendersi la vita dopo che - fattosi uomo per amore - è stato ucciso. Non vi pare?
Si deve dunque riconoscere la possibilità razionale che Gesù Cristo sia veramente la rivelazione di Dio, cioè Dio fatto uomo, e che sia risorto in quel 9 aprile dell'anno 30 a Gerusalemme. Tutto questo è ragionevole. Ed è verificabile.

LA SINDONE 
La Sindone rappresenta l'umile e doloroso segno fisico di quell'avvenimento unico verificatosi in quel sepolcro. Essa infatti - ci dice la medicina legale - ha sicuramente avvolto il corpo morto del crocifisso, ma per meno di 40 ore (in quanto non ci sono tracce di decomposizione) e quel corpo si è sottratto alla legatura del lenzuolo - dopo un giorno a mezzo - senza alcun movimento (come dimostrano i coaguli di sangue intatti), come passandovi attraverso.
Un'altra prova dell'evento soprannaturale poi è il formarsi stesso dell'immagine in modo inspiegabile, anche perché non è avvenuto per contatto, ma per lo sprigionarsi di un'energia sconosciuta che ha bruciato la parte superficiale del lino lasciando un'immagine tridimensionale.
Quella sua resurrezione rappresenta - per la teologia cristiana - l'inizio di una "nuova creazione", di cieli nuovi e terra nuova (come il Big bang ha dato inizio alla creazione del cosmo).
Infatti il corpo risorto di Gesù, pur essendo lo stesso corpo di carne, ha caratteristiche fisiche divinizzate, sottratte ai limiti di tempo e di spazio. E' un "corpo glorioso".

UNA STORIA UNICA
La vicenda terrena di Gesù era stata già un evento eccezionale perché ha realizzato perfettamente circa 300 profezie messianiche contenute nell'Antico testamento e risalenti a secoli prima.
La questione delle profezie mostra che egli era l'Atteso, il Desiderato. Ma è anche un fatto unico nella storia che indica la sua assoluta signoria sul tempo.


Lui del resto manifestò poteri divini durante la sua vita terrena attraverso miracoli, segno di un potere sulla natura che nessun uomo possiede.


I suoi miracoli sono storicamente testimoniati non solo dai testi cristiani, ma anche dal Talmud babilonese (Sanhedrin 43a), per di più in una pagina polemica con i cristiani. 
E traspaiono dalla decisione dell'imperatore Tiberio di sottoporre al Senato di Roma - nell'anno 35 dC - il riconoscimento della religione cristiana e quindi di Gesù come "dio".


Del resto c'è una pagina celebre di Giuseppe Flavio, lo storico ebreo-romano che scrisse attorno al 93 dC le "Antichità giudaiche", dove si parla di Gesù come "uomo sapiente, se pure lo si deve definire uomo". Gesù "compiva opere straordinarie" (cioè miracoli) e "attrasse molti a sé". Giuseppe Flavio afferma: "Egli era il Cristo". Fu crocifisso, ma "non smisero di amarlo" ed "Egli apparve loro il terzo giorno di nuovo in vita, secondo che i profeti avevano predetto di lui".


Erroneamente nei tempi moderni si era sospettato che questo passo fosse un'interpolazione. Nel mio libro "La guerra contro Gesù" ripercorro le tappe degli ultimi studi che invece ne definiscono l'autenticità.
E va ricordato che Giuseppe Flavio era nato a Gerusalemme nell'anno 37 dC da una famiglia sacerdotale, quindi disponeva di testimonianze dirette.

VIENI E VEDI

D'altra parte la prova che gli apostoli e gli altri suoi amici portavano per dimostrare che Gesù era risorto, quindi è vivo, era molto semplice: egli continuava - attraverso di loro, che erano peccatori - a operare gli stessi prodigi straordinari che aveva compiuto durante la sua vita pubblica.
Fin dall'inizio infatti gli "Atti degli apostoli" riferiscono di questi miracoli che Pietro e gli altri cristiani attribuivano non a proprie capacità, ma a Gesù presente fra loro.

San Tommaso d'Aquino insegna che per capire se un uomo è vivo occorre vedere se si comporta da vivo, cioè se agisce e interviene sulla realtà. Ed è esattamente questo che hanno annunciato i cristiani: "vieni e vedi".

Il modo principale per "incontrarlo" è entrare nella comunità cristiana e sperimentare la potenza di Cristo che cambia l'esistenza e rende più uomini, più forti, rende la vita più vera e feconda. I volti dei santi fanno trasparire la sua bellezza. E le esperienze dei mistici spalancano l'eternità nel tempo.

Ma i miracoli continuano a verificarsi perché egli continua a compierli da duemila anni. Basta studiare i faldoni della commissione medica della "Congregazione per le cause dei santi" per trovarne un enorme repertorio.

Come ha scoperto - da atea - la dottoressa canadese Jacalyn Duffin che ne ha dato conto in una memorabile intervista alla Bbc e in un articolo intitolato "Can a scientist believe in miracles?".
Fra questi miracoli - nel corso di duemila anni - sono stati contati circa 400 miracoli di resurrezione ottenuti dalla preghiera e dall'intercessione dei santi. Ovviamente questo tornare alla vita di persone morte è cosa diversa dalla resurrezione gloriosa di Gesù, che vivremo tutti alla fine dei tempi. Ma è una prova di quella sua resurrezione. Prova che Egli è vivo e opera.

Nei miei libri "Tornati dall'aldilà" e "Avventurieri dell'eterno" ho riferito delle resurrezioni avvenute pure oggi, grazie - per esempio - all'intercessione di padre Pio e Natuzza Evolo.

Ma c'è anche la resurrezione di un bambino avvenuta nel settembre 2010 per intercessione del vescovo americano Fulton Sheen (1895-1979).
C'è una sola conclusione da trarre: Egli è vivo. Ed è, misteriosamente, qui, fra noi.


Ipotesi sulla Resurrezione di Gesù, il fatto più inatteso della Storia


Tre è il numero perfetto, e Vittorio Messori completa la sua trilogia sul Cristo, iniziata con il fortunatissimo Ipotesi su Gesù, proseguita con Patì sotto Ponzio Pilato.
Esce adesso Dicono che è risorto - Un’indagine sul Sepolcro vuoto, (sinceramente non mi garba affatto il titolo scelto) in cui quello che è forse uno dei più brillanti apologeti dei nostri tempi cerca di dare ragione di uno dei più grandi misteri degli ultimi due millenni di storia dell’Occidente.
La parte più interessante del libro, al di là dello stile sempre caustico, specialmente quando e non sono poche le occasioni Messori regola qualche conto con studiosi, esegeti e teologi cristiani di convinzioni diverse dalle sue, ci è parsa quella in cui si mettono in evidenza le «novità» storiche dell’evento Resurrezione, e soprattutto del modo in cui è stato presentato. 
 «L’ultima cosa che un ebreo si attendeva dal Messia era che dovesse patire, morire e poi risuscitare – cita Messori -. L’ultima cosa che ci si aspettava per i tempi messianici erano una croce e un sepolcro vuoto in mezzo alla storia».
Così come è interessante la sottolineatura delle testimonianze: che sembrano fatte apposta per non essere credute. Le prime a incontrare il Risorto sono delle donne; e le donne nella società ebraica del tempo non potevano portare testimonianza in tribunale, figuriamoci su un evento così straordinario. 
Poi la concordia discorsiva di tutti coloro che hanno incontrato, secondo i Vangeli, gli Atti degli Apostoli e San Paolo, il Cristo dopo la Pasqua. Ogni giornalista sa per esperienza quanto sia difficile ottenere testimonianze concordi su un fatto da persone che vi hanno assistito.
Messori ospita – ed  è questo il centro focale del libro - l’opinione ben fondata e la ricerca di don Antonio Persili, parroco a Tivoli e studioso di greco. 
In base a una giusta interpretazione di uno dei verbi usati dall' evangelista san Giovanni relativo al lino-sindone che avvolgeva il corpo di Gesù, don Persili giunge a concludere che il sudario che avvolgeva il capo di Gesù restò come «inamidato» per effetto della Resurrezione, e di conseguenza questo vide san Giovanni, «e credette». 

E' un argomento fondamentale che prova la risurrezione di Cristo. Peccato che le altre traduzioni del testo giovanneo ascoltate per oltre 50 anni sono... a dir poco oscure.  
Ma  ricordiamoci poi che quelle "menzogne" sulla testimonianza delle guardie, costruite a tavolino dai capi ebrei, danno la splendida testimonianza della verità della Risurrezione di Cristo. Quei capi, che dopo la morte di Cristo ben vigilarono e controllarono ogni movimento intorno al santo sepolcro, tenevano ben memorizzato le parole del Maestro di Nazareth che preannunziavano il suo ritorno per il terzo giorno. 
E ora dopo 2000 anni i figli di quegli stessi ebrei Lo riattendono ma solo perché vogliono rovinare la festa al maggior numero dei Suoi discepoli. 

Vieni Signore Gesù!
AMDG et BVM

domenica 21 agosto 2016

Mel Gibson quiere regresar a las escrituras para rodar la resurrección de Cristo: SURREXIT! ALLELUJA!




SURREXIT! ALLELUJA!


El director de la que fue la película independiente más taquillera de la historia contará la historia de la resurrección

Ya filmó la pasión y muerte de Jesucristo, con una cinta cruda y rodada en arameo, y ahora, una década después, Mel Gibson quiere regresar a las escrituras para rodar la resurrección de Cristo.
Lo ha confirmado Randall Wallace en declaraciones a «The Hollywood Reporter», el guionista nominado a un Oscar por «Braveheart», que se encargará del guion de esta nueva película bíblica. Wallace asegura que ya está escribiendo la historia de la resurrección de Cristo, y que el proyecto no podía mantenerse en secreto por más tiempo.
Tanto Wallace como Gibson, asegura el guionista, se están tomando muy en serio esta secuela de la película independiente más taquillera de la historia. Esta cinta sobre la persecución y crucifixión de Jesucristo consiguió recaudar más de 611 millones de dólares en todo el mundo, contando con un presupuesto de 30 millones de dólares.
Desde que se estrenara en 2004, los rumores sobre la posible secuela de «La pasión de Cristo» sonaban en Hollywood. Pero Mel Gibson se centró en otros proyectos. Estos rumores se intensificaron cuando el actor y cineasta acudió como invitado sorpresa a la graduación de la Universidad de Liberty (Virgina, Estados Unidos) el mes pasado.
En el evento, Gibson presentó un adelanto de su nueva película, «Hacksaw Ridge», pero también aprovecharon para preguntarle sobre una posible secuela de La pasión de Cristo. El cineasta mostró su interés en realizarla, pero no dio detalles acerca de su participación en ella.

La comunidad evangélica

Según Wallace, la comunidad cristiana influyó en la decisión final de Gibson de realizar otra película. «La comunidad evangélica considera 'La pasión de Cristo' la mayor película realizada fuera de Hollywood, y continúan diciéndonos que creen que la secuela será aún mayor», declara el guionista.
Todavía no se conoce el estudio que se encargará de realizar este ambicioso proyecto, ni el presupuesto con el que contará la producción, ya que el guion se encuentra en la primera fase de desarrollo. No obstante, Wallace asegura que hay muchos inversores interesados en el proyecto. «Es pronto para hablar de dinero. Es un tema grande y sagrado», indica.
Ya en marzo de este año Sony estrenó Resucitado, que narra también la historia de resurrección de Jesucristo. Con un presupuesto de 20 millones de dólares, la película solo consiguió recaudar 46 millones de dólares en todo el mundo