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martedì 25 agosto 2015

Dillo a te stessa: ai piedi di Maria ho ritrovato la vita. - Beata Maria di Gesù Crocifisso: La sua vita

Beata Maria di Gesù Crocifisso: La sua vita



Maria Baouardy nasce il 5 gennaio 1846, a Ibillin, piccolo villaggio della Galilea. A dodici anni è martirizzata da un musulmano, ma salvata e guarita della Vergine Maria. Riceve grazie mistiche straordinarie.

Nel mese di giugno 1867 entra nel Carmelo di Pau.
È tra le fondatrici del Carmelo di Mangalore in India nel 1870.
Fonda il Carmelo di Betlemme nel 1875 e partecipa alla costruzione di quello di Nazareth.

Galilea: L'infanzia

Maria Baouardy nasce il 5 gennaio 1846, a Ibillin, piccolo villaggio della Galilea, a metà strada tra Nazareth e Haifa, in una famiglia di rito greco-cattolico. I suoi genitori ebbero dodici figli che morirono in tenera età. Nel loro profondo dolore e con la fiducia in Dio, decisero allora di fare un pellegrinaggio a Betlemme per pregare davanti alla Grotta e domandare la grazia di un figlio. Nacque Maria. E l’anno seguente nacque Boulos (Paolo).

Maria non ha ancora 3 anni quando in pochi giorni muoiono il padre, che la affida a San Giuseppe, e pure la madre. Suo fratello Boulos (Paolo) è adottato da una zia e Maria invece da uno zio, economicamente agiato. Dei suoi anni infantili in Galilea, Maria conserverà lo stupore per la bellezza della Creazione, la luce, i paesaggi in cui tutto le parla di Dio, e il sentimento molto forte che “tutto passa”.

Del periodo infantile è da ricordare un episodio destinato a incidere sulla sua vita.
Mentre gioca con due uccellini, decide di far loro un bagno. Essi non resistono e muoiono tra le sue mani. Triste per l’accaduto, Maria, ispirata, dice a Gesù: “Vedi, è così che tutto passa; ma se vuoi donarmi il tuo cuore, io sarò con te per sempre”.
A 8 anni riceve la prima comunione. Poco dopo suo zio si trasferisce ad Alessandria d’Egitto con tutta la famiglia.



In Egitto: Alessandria e il martirio

Maria ha 12 anni quando viene a sapere che suo zio vuole maritarla. Decisa di donarsi interamente al Signore, rifiuta. Tentativi di persuasione, minacce, umiliazioni e cattivi trattamenti non servono a farle cambiare idea. Tre mesi dopo va a trovare un vecchio servo della famiglia per inviare una lettera al fratello rimasto in Galilea, per chiedergli aiuto. Ascoltando il racconto delle sue sofferenze, il servitore, musulmano, la esorta ad abbandonare il cristianesimo per abbracciare l’Islam. Maria rifiuta. Inviperito, l’uomo sguaina la scimitarra e le taglia la gola, poi l'abbandona in una stradina tutta buia. È l’8 settembre. Ma non era ancora venuta la sua ora. Maria si risveglia in una grotta, con accanto una giovane donna con le sembianze di una religiosa. Per quattro settimane, la donna la cura, la nutre e la istruisce. Quando Maria è guarita, la giovane sconosciuta la conduce in una chiesa e scompare. Maria, più avanti nel tempo, riconoscerà in lei la Vergine Maria.

Da quel giorno, Maria passa di città in città (Alessandria, Gerusalemme, Beirut, Marsiglia…) come domestica, dando la preferenza nelle sue scelte alle famiglie povere, aiutandole e lasciandole quando si sente troppo onorata. Diventa, in una dimensione del tutto particolare, testimone di quel “mondo invisibile”, nel quale crediamo pur senza vederlo, e che Maria ha sperimentato in una misura rilevante.

A Marsiglia: Le Suore di San Giuseppe

Nel 1865 è a Marsiglia. Viene messa in contatto con le Suore di San Giuseppe dell'Apparizione. Ha 19 anni, ma non ne dimostra più di 12 o 13. Parla male il francese ed è di salute cagionevole, ma viene accolta nel noviziato. La possibilità di donarsi al Signore le procura una grande gioia. Sempre disponibile ad accollarsi i lavori più faticosi, passa la maggior parte del suo tempo in lavanderia o in cucina.

Vive fenomeni mistici molto particolari. Due giorni alla settimana, infatti, rivive la Passione di Gesù. Riceve le stigmate, che nella sua semplicità considera una malattia. Cominciano a manifestarsi in lei grazie straordinarie di vario genere. Alcune suore ne sono sconcertate e al termine dei due anni di noviziato, non viene accettata nella congregazione. È in quel momento che una serie di circostanze, la orientano verso il Carmelo di Pau.



Il Carmelo di Pau

Nel giugno 1867 entra nel Carmelo di Pau, dove troverà sempre amore e comprensione in mezzo a tutte le prove che dovrà superare. Per il momento, eccola di nuovo in noviziato, con il nome di Suor Maria di Gesù Crocifisso. Insiste per essere suora conversa, poiché si trova più a suo agio nel servizio degli altri e perché fa fatica a leggere nella recita dell’Ufficio divino.

La sua semplicità e la sua generosità conquistano i cuori.
Le parole che pronuncia dopo essere stata in estasi, sono il frutto della sua vita: Dove c’è la carità, lì c’è anche Dio. Se vi preoccupate di fare del bene ai fratelli, Dio si preoccuperà di voi. Se scavate una fossa per il vostro fratello, finirete per cadervi; come se fosse destinata a voi. Ma, se preparate un cielo per il vostro fratello, sarà destinato a voi….

Dono della profezia, estasi o attacchi del demonio, tutto le serve, con la grazia di Dio, a sentirsi una nullità di fronte al Signore. Lei stessa si definisce “il piccolo nulla”, ed esprime così ciò che sente nel profondo del suo essere. È questo che le permette di penetrare nell’insondabile profondità della misericordia divina in cui trova la sua gioia, le sue delizie, la sua vita…

“L’umiltà è felice di essere un niente, non si attacca a niente, non si stanca mai di niente. È contenta, felice, ovunque felice, soddisfatta di tutto….Beati i piccoli!”.

L’umiltà è la fonte del suo abbandono sia alla grazie più straordinarie che agli avvenimenti umani più sconcertanti.

La fondazione del Carmelo di Mangalore in India. 

Dopo tre anni, nel 1870, parte con un piccolo gruppo di suore per andare a fondare il primo monastero di carmelitane in India, a Mangalore. Il viaggio si trasforma in un’avventura e tre suore muoiono prima di arrivare alla meta. A sostegno delle sopravvissute, vengono mandate altre suore e alla fine del 1870 la vita claustrale può iniziare. Le esperienze straordinarie di Maria continuano, ma, come sempre, non le impediscono di affrontare i lavori più pesanti e le difficoltà inevitabili per una nuova fondazione. Durante le sue estasi, a volte viene vista con un volto luminoso in cucina e altrove. 
A volte partecipa in spirito a quanto succede nella Chiesa, per esempio alle persecuzioni in atto in Cina. A volte sembra che satana prenda possesso di lei, almeno esteriormente, trascinandola in lotte e terribili tormenti. Intorno a lei incominciano a nascere incomprensioni che mettono in dubbio l’autenticità di ciò che sperimenta. Riesce a emettere i voti al termine del noviziato il 21 novembre 1871, ma le crescenti tensioni, alla fine inducono i superiori a rinviarla al Carmelo di Pau.



Ritorno a Pau. 

A Pau Maria riprende la vita semplice di conversa circondata dall’affetto delle consorelle e il suo cuore si dilata. 
Nel corso di certe estasi lei, che è praticamente illetterata, improvvisa nello slancio della sua riconoscenza verso Dio, dei componimenti poetici di grande bellezza, ricchi di freschezza e di un fascino tipicamente orientale, in cui la creazione intera canta il suo Creatore. 

In alcuni momenti, attirata com'è dallo slancio della sua anima verso il Signore, è possibile vederla sulla cima di un albero che non sosterrebbe nemmeno un uccellino… Tutti dormono. E si dimentica Dio, colmo di bontà, grande e degno di lode. Nessuno pensa a Lui!...La natura lo loda; il cielo, le stelle, gli alberi, le erbe, tutto lo loda; e l’uomo, che gode dei suoi benefici, che dovrebbe cantarli, dorme!...Su, andiamo, andiamo a svegliare l’universo!

Molti la cercano per chiederle conforto, consigli, preghiere e, dopo averla incontrata, ripartono illuminati e fortificati.

La fondazione del Carmelo di Betlemme. 

Poco dopo il suo ritorno da Mangalore, incomincia a parlare della fondazione di un Carmelo a Betlemme. Gli ostacoli sono numerosi, ma vengono rimossi progressivamente, e a volte oltre le attese. Da Roma arriva l’autorizzazione e il 20 agosto 1875 un piccolo gruppo di carmelitane s’imbarca per la nuova avventura. È il Signore stesso che guida Maria nella scelta del luogo e della costruzione. Siccome è l’unica che parla l’arabo, è impegnata nella sorveglianza dei lavori, “immersa nella sabbia e nella calce”. La comunità può prendere possesso della nuova costruzione dal 21 novembre 1876, anche se l’opera non è ancora completata. 

Maria si occupa anche della fondazione di un Carmelo a Nazareth, e vi si reca nell’agosto del 1878 per l’acquisto di un terreno. È nel corso di questo viaggio che scopre il luogo di Emmaus e lo fa acquistare da Berthe Dartiguax per il Carmelo. Tornata a Betlemme, riprende il suo impegno di sorveglianza dei lavori in mezzo a un caldo soffocante. Mentre porta da bere agli operai, cade da una scala e si rompe un braccio. La cancrena si sviluppa rapidamente e nel giro di pochi giorni Maria muore, il 26 agosto 1878, a 32 anni.
È stata beatificata il 13 novembre 1983 dal papa Giovanni Paolo II.

Beata Maria di Gesù Crocifisso: 
Il suo messaggio

Maria ci apre gli occhi sul mondo invisibile che ci è così vicino e che è tutto misericordia. 
Ci insegna a impegnare tutta la nostra vita su ciò che non passa, su ciò che conta veramente, su Dio solo. 
La lotta contro le forze del male è tutt’altro che conclusa al giorno d’oggi. 
Maria B., che è considerata da alcuni la “patrona della pace” per la Terra Santa, ci incoraggia a lasciarci trasfigurare dal Signore per divenire, a nostra volta, artigiani della trasfigurazione del mondo per mezzo della grazia di Dio. Testimone di un mondo già trasfigurato, ci rimanda al primo giorno della Creazione, quando il Cielo e la terra non erano ancora separati, c’era solo la luce.

Maria è stata attirata in modo speciale dallo Spirito Santo, lo Spirito che planava sulle acque, all’inizio della Creazione. È Lui che Maria ci lascia in eredità perché quando lo Spirito prende posto nel nostro “io” egoista, trasfigura ogni cosa e crea “nuovi cieli e nuova terra” (Isaia 65, 17).

Rivolgetevi allo Spirito Santo che tutto ispira.

L’io è la causa della rovina del mondo. Quelli che si perdono nel proprio io, hanno la tristezza e l’angoscia nel cuore. Non si può avere Dio e anche il mondo… Chi si libera del proprio io, ha tutte le virtù e la pace e la gioia
Ma con una sola “goccia” dello Spirito Santo, tutto diventa possibile: Sorgente di pace, luce, vieni a illuminarmi; sono ignorante, vieni a istruirmi…I discepoli erano molto ignoranti, erano con Gesù e non lo capivano….Quando hanno ricevuto un raggio di luce, i discepoli sono spariti; non erano più quelli di prima; la loro forza è stata rinnovata… Spirito Santo, mi abbandono a te.


<< Spirito Santo, ispirami; Amore di Dio, consumami; nel vero cammino, guidami; Maria, madre mia, custodiscimi; con Gesù, benedicimi; da ogni male, da ogni illusione, da ogni pericolo, preservami. >>


Beata Maria di Gesù Crocifisso: 
Pregare con Mariam

Il Diletto

O mio Amore, dove sei? Chi ha visto il mio Diletto? lo l'ho cercato e non l'ho trovato. O mio Amato, io corro, mi affretto, gemo e non ti trovo da nessuna parte. Gesù, mio Amore, io non posso vivere senza di te. Dove sei, mio Diletto? Chi ha visto il mio Gesù? Chi ha trovato il mio fedelissimo amico? Tu lo sai, mio Amore, la terra intera per me non conta nulla senza di te. Tutta l'acqua del mare non basterebbe ad estinguere la sete del mio cuore. Chi ha consolato il mio cuore? Solo tu, Diletto del mio cuore. Chi ha placato la mia nostalgia? Solo tu, mio Amore.
Basta Gesù, o morirò di dolore e di estasi!

Ai piedi di Maria.

Ai piedi di Maria, della mia Madre cara, ho ritrovato la vita. Voi tutti che soffrite, venite a Maria. Ai piedi di Maria ho ritrovato la vita. O tu che vivi in questo monastero, Maria conta i tuoi passi, i tuoi sudori. Dillo a te stessa: ai piedi di Maria ho ritrovato la vita.


DIVINA PASTORA

domenica 27 aprile 2014

I Santi sono così!


Il giorno della festa di santa Teresa, suor Maria di Gesù Crocifisso poté seguire tutti gli esercizi della comunità. Domandò di confessarsi prima della Messa, perché aveva bisogno del permesso del confessore su un punto. «II sacerdote, disse a que­sto proposito alla sua Maestra, rappresenta Dio, è Lui che io ascolterò: parola del sacerdote, parola di Dio per me. Se il sacerdote mi dice che posso raccontarglielo, lo farò. Nel sacerdote, io non vedo che Dio; non cerco la scienza del sacerdote, ma la virtù di Dio in lui».


Avendo il confessore permesso alla novizia di riferire tutto alla sua Maestra, andò subito a trovarla e le parlò così: 

«Ho visto che avevo tre montagne da supera­re: la prima, un po' nera, l'ho scalata con fatica. Giunta alla cima ho visto uscire dalla montagna un uccello bianco, che mi ha detto: Io amerò colui che ama mio Pa­dre; sarà il mio prediletto. La seconda montagna era tutta nera; ho potuto scalarla con grandissime difficoltà. Una volta sulla cima, ho visto uscire dalla montagna un grazioso agnellino tutto bianco, dagli occhi molto dolci; avrei messo questo agnel­lino nel mio cuore. Egli mi ha detto: Io domando per colui che ama mio Padre il nome del Suo amatissimo Figlio e il nome della madre dell'Amato Bene. 

La terza montagna, sebbene più scoscesa, non era così nera come le prime due; dietro la cima, vedevo degli alberi in fiore. Raggiungendo la cima, ho sentito il profumo dei fiori, che mi ha dato speranza e gioia. Dal centro della montagna è uscito un uc­cello più bianco e più bello del primo e perfino dell'agnello. Mi ha detto: vado a dire al Padre, dona ciò che l'Agnello Ti ha domandato per colui che Ti ama, il no­me del Tuo amatissimo Figlio e il nome della madre dell'Amato Bene: Maria di Ge­sù Crocifisso. Ho compreso che si trattava di me; ciò mi ha dato buone speranze ma temo che non sia altro che il demonio, per farmi cadere nell'orgoglio. Ed ho detto: Va, Satana, non sono che una povera peccatrice, e tuttavia spero, la misericordia di Dio è grande. Io non sono niente per me stessa, nient'altro che peccato; ma Dio in me può fare contro di te, Satana, grandi cose».

martedì 24 settembre 2013

BEATA Maria di Gesù Crocifisso Il cadavere ob­bedì a quell'ordine e la suora fu seppellita.



Mentre si terminava l'ultimo piano del monastero delle Carmelitane e che si costruiva nel giardino una lavanderia, ecc., la Madre Priora mi faceva entrare nel cantiere per sorve­gliare gli operai. C'era la piccola suora che serviva da interprete, perché essa sola sapeva parlare l'arabo. Di tanto in tanto, mi parlava di Gesù, del suo desiderio di andare presto da­ lui e, più volte, mi ripeté queste parole: «Padre, sento che Gesù mi chiama, andrò ben pre­sto a vederlo». 
Un giorno, come annoiato, gli dissi: Bah! Siete sempre la stessa; continua­mente mi dite che state per lasciarci, e il momento non arriva mai; affrettatevi, non vi restano che tre mesi. Sapevo che aveva annunciato in un'estasi che non sarebbe rimasta a Betlemme più di tre anni. Poco tempo dopo questa conversazione, portando due contenito­ri di acqua, uno in ogni mano, per fare bere gli operai, la suorina cade, salendo una scala provvisoria. La si trasporta nell'infermeria, si chiama il medico il quale constata che il braccio sinistro è rotto. Malgrado tutte le numerose cure delle buone suore e del medico, la cancrena si sviluppa rapidamente, e suor Maria di Gesù Crocifisso muore con la più per­fetta rassegnazione alla volontà di Dio. Alcune ore prima che morisse, andai a vederla nel­l'infermeria e le domandai ciò che pensasse della nostra possibile residenza a Betlemme. In quel momento si sollecitava dalla Santa Sede l'autorizzazione a fondare questa residen­za per il servizio spirituale al Carmelo. La piccola suora mi rispose in questi precisi termi­ni: «Ciò è fatto in Cielo, e per conseguenza, si farà sulla terra». Effettivamente, alcuni me­si dopo, la vigilia di Capodanno, secondo la mia abitudine, andai a porgere gli auguri di buon anno a Mons. Patriarca Bracco. Quando ebbi finito, mi disse: Ed io, ora vi annuncio che Bétharram è autorizzato da Roma a stabilire una residenza a Betlemme.
Ecco ciò che dichiaro e garantisco essere pura verità, e semplicemente redatta. Prospero Chirou prete del S.C. Dopo la morte di suor Maria di Gesù Crocifisso, parecchie carmelitane, sia a Be­tlemme, sia a Pau, hanno sentito dei profumi di una soavità tutta celeste, in parec­chi posti del loro monastero. Questo ci fa ricordare che, durante la sua vita, questi stessi deliziosi profumi emanavano a diverse riprese dal corpo della suora.

Le Dame di Nazareth a Chef-Amar, che possedevano un pezzo di tela intinta nel suo sangue, ci hanno scritto per attestare che emana un soave profumo.
Suo fratello Paolo, che lei non aveva potuto più rivedere dalla sua infanzia, ven­ne a suonare al Carmelo di Betlemme poco tempo dopo la sua morte. Ci parlò del­la sua prima infanzia; ci raccontò come lei era stata raccolta da uno zio paterno e la sua sparizione all'età di circa tredici anni.
Ci disse che aveva ricevuto la lettera di lei fatta scrivere in quel periodo, per in­vitarlo a venire a vederla, ma che non avendola trovata nella sua famiglia, ad Ales­sandria, egli aveva creduto, come tutti i suoi parenti, che li avesse ingannati.

Paolo Baouardy morì nel marzo 1890. Il sacerdote cattolico che lo ha assistito durante la sua morte, attestò a Don Sisha, allora curato latino di San Giovanni d'Acri, il quale l'ha affidato ad una lettera, che possiede il Carmelo di Betlemme, che tre giorni dopo il suo trapasso, sua sorella Maria di Gesù Crocifisso gli era ap­parsa e lo aveva avvertito che, fra tre giorni, egli non sarebbe più stato in questo mondo; il che si era verificato. 1 Greci cattolici che lo hanno assistito durante la sua agonia hanno raccontato tante volte ai suoi figli, Giorgio e Maria," che era me­ravigliato che non vedessero sua sorella, come lui. La camera era tutta profumata da odore di incenso; quella brava gente cercò in tutti gli angoli da dove potesse ve­nire questo profumo; essi non trovarono niente.
Ed è proprio questo profumo o quello di violetta che emana ancora qualche vol­ta, la biancheria delle sue stimmate.

*

Per completare questo capitolo, riferiremo ancora alcune guarigioni attribuite al­la Serva di Dio e che lasciamo all'Autorità competente di apprezzare.
Il medico che la curò durante la sua ultima malattia, ha assicurato che egli era stato guarito da un male orribile al piede, con la sola applicazione di un panno che aveva inzuppato lui stesso nel suo sangue.

La religiosa del Buon Pastore che l'aveva vista sotto forma di una colomba, ci scrisse che suo cognato era stato immediatamente guarito da un male alla mano che i medici dovevano amputare per evitare la cancrena, mediante l'applicazione di un panno intinto nel sangue di suor Maria di Gesù Crocifisso. Questo panno emanava un soave profumo.

Una giovane madre, dopo essere stata tutto un giorno in un incombente perico­lo, fu liberata non appena le si ebbe posato sopra un oggetto che era servito a suor Maria di Gesù Crocifisso (Pau, 1880).


Una religiosa, affetta da malattia di cuore e da vomiti continui, che l'avevano ri­dotta in uno stato di estrema debolezza, non riceveva alcun sollievo da tutte le cu­re del medico. Cominciò una novena per ottenere la sua guarigione per interces­sione di suor Maria di Gesù Crocifisso; fin dall' indomani, si produsse un sensibile miglioramento. Appese alla sua maglietta un sacchettino contenente dei capelli del­la suora, e, da quel momento, il vomito finì completamente. Da allora, malgrado le sue deboli forze, non ha mai cessato di assolvere il suo compito, e può perfino fa­re lezione senza alcun disturbo, cosa che non era stata capace di fare da parecchi anni. (San Maurizio, Yonne, 1881).


La signora P.., di Bayonne, scriveva, il 22 luglio 1881, alla Priora del Carmelo di Pau: "Che Dio sia esaltato nei suoi santi e sante! La santa figlia del Carmelo che ho avuto la gioia di conoscere e che invoco con fede e fiducia, ha avuto pietà di me e mi ha restituito la salute. Oh! quanto è potente, questa così buona suor Maria di Gesù Crocifisso! Sono penetrata della più viva riconoscenza, non ho parole per di­re tutto quello che provo per lei... Ben lo dico ad alta voce e vorrei renderlo pubblico ovunque; è lei che mi ha guarito, che mi ha restituito la salute che avevo per­duto da quattordici anni; oggi vivo come tutti... Ho la ferma fiducia che terminerà ciò che ho così ben cominciato, e che questa salute, che mi ha fatto recuperare, non servirà che per lavorare efficacemente".

Una giovane signora, pericolosamente ammalata, ebbe l'ispirazione di poggiare al suo collo un rosario che aveva avuto da suor Maria di Gesù Crocifisso; il perico­lo scomparve e le fu restituita la salute per la felicità dei suoi figli. (Marsiglia, 1882).


Prima della sua partenza per Betlemme, suor Maria di Gesù Crocifisso aveva detto a suor Agnese del Carmelo di Pau che il buon Dio avrebbe reso a sua sorella la sig.ra S... ciò che aveva fatto per la fondazione. Questa signora, aveva offerto pa­recchi doni per la sagrestia e la comunità. Alcuni anni più tardi, suo marito si am­malò; non era praticante, e allorché fu in pericolo, non gli si poteva parlare degli ultimi sacramenti. Un giorno, si sveglia come da un sonno e domanda un sacerdo­te. Da quel momento, pregava, era ammirevole per rassegnazione e pazienza in mezzo ad atroci sofferenze. Il Padre Berdoulet, prete del Sacro Cuore di Bétharram, che l'assisteva, gli mostrò un giorno la fotografia di suor Maria di Gesù Crocifisso che aveva già lasciato questa terra e che il malato non aveva mai visto. Appena la vide la prese e la baciò più volte dicendo: È lei che mi ha convertito, è proprio lei quella che mi ha convertito. Ed era fuori di sé per la gioia e la felicità. Fin dai pri­mi giorni di questa malattia, che suor Agnese ignorava, suor Maria di Gesù Croci­fisso la mise a conoscenza durante il suo sonno, dicendole che suo cognato stava per morire. Questa notizia le fu ben presto confermata dalla lettera di sua sorella.


I fatti seguenti avvennero perfino mentre suor Maria di Gesù Crocifisso era viva. Prima della sua partenza per l'India, nel mese di agosto 1870, una guarigione ebbe luogo in Inghilterra per sua intercessione. Il giovane sacerdote inglese che ne fu l'oggetto, aveva conosciuto la novizia a Pau. La sua straordinaria devozione ver­so il sacramento dell'Eucarestia e il suo grande amore di Dio stabilì tra la suora e lui una specie di parentela spirituale, utile a tutti e due. Nel luglio 1870, questo sa­cerdote cadde così gravemente ammalato a Londra, che i medici disperarono di po­terlo salvare. Egli fece gli ultimi saluti alla sua famiglia e ricevette gli ultimi sa­cramenti. A questo punto, arrivava dalla Francia una lettera, dettata da suor Maria di Gesù Crocifisso e contenente uno dei panni applicati sulla piaga sanguinante del suo costato. La novizia avendo appreso per vie soprannaturali lo stato del malato, gli scriveva che la volontà di Dio si opponeva a che egli morisse in quel momento, perché doveva ancora compiere una grande opera per la gloria dell'Altissimo. Il malato applicò il panno sul suo petto e si ritrovò subito guarito.


Una suora di San Giuseppe dell'Apparizione, molto conosciuta per la sua carità, ha attestato per iscritto il fatto seguente, che citiamo in seguito alla sua testimo­nianza.

Questa religiosa era stata mandata dai suoi Superiori nell'isola di Cipro nel gen­naio 1874. La sua salute era deplorevole e il suo stato non fece che aggravarsi, al­cuni mesi dopo, in seguito ad una forte febbre che ricompariva ogni quindici giorni seguita da vomiti di sangue. 1 medici consultati dichiararono che la suora era ti­sica e che aveva poco tempo da vivere. Questo triste stato si prolungò fino al 1876. In autunno il male peggiorò in modo tale che i medici prescrissero alla suora il ri­poso più assoluto e perfino di evitare qualsiasi movimento. La sua Superiora, ve­dendola come in agonia, mise più volte uno specchio davanti alla sua bocca per as­sicurarsi se respirava ancora. Le era stato detto di fare il sacrificio della sua vita ed aveva ricevuto il santo viatico: pronta al terribile passaggio, attendeva il suo ultimo momento con tranquillità. Ora, accadde che una notte, verso le undici di sera, vide suor Maria di Gesù Crocifisso, innalzata dal suolo ad una grande altezza, rapita da Dio, con le braccia in croce, di fronte a lei, in mezzo ad una luce che illuminava la camera come in pieno giorno. Aveva il suo abito di religiosa.
Quanto a me, dice suor N..., io non l'avevo mai vista e sapevo che era lei e sapevo che par­lava con il buon Dio, e non dormivo affatto. La chiamo col suo nome e mi risponde. Le dissi: Maria, domandate al buon Dio (sapevo che Egli era presente, ma non so come) se sto per mo­rire. Lei parlò a Nostro Signore; in quanto a me non vidi che lei e non sentii che lei. Dopo al­cuni secondi, mi disse: «No, non morrete giovane, avete da fare un gran bene!». Poi, gli dissi: Domandategli se persevererò nella mia santa vocazione fino alla morte. Mi rispose come la prima volta, dopo alcuni secondi: «con la grazia». Infine, mi rispose su tutto quanto ho do­mandato per la mia anima, poi disparve, e ciò che mi ha annunciato mi è realmente accaduto.
A partire da quel momento mi sono ristabilita. L'anno dopo, fui in grado di sopportare il viaggio e sono partita da Cipro per Giaffa. Ed ecco che le Carmelitane di Betlemme passava­no per Giaffa per andare a Nazareth. Quale non fu la mia felicità nel riconoscere Maria, ma ta­le e quale l'avevo vista a Cipro. Il buon Dio me ne è testimonio, perché è proprio per lui che scrivo tutto questo. Siamo state così contente di vederci, soprattutto io! Lei andò a Nazareth; al suo ritomo, mi disse: «Andate a Nazareth, voialtri, prima di noi». Poi aggiunse: «San Giu­seppe ama molto il vostro ordine». Mi disse ancora: «Tu non mi vedrai più». Mi disse del po­co tempo che le restava di vivere, mi annunciò la sua morte e il mese in cui doveva morire. Mi disse anche: «Dopo la mia morte, ti si manderà un ricordo». Effettivamente, un mese dopo la sua morte, la madre N... del Bambino Gesù mi scrisse una parolina e mi mandò una immagi­ne del Bambino Gesù. Suor Maria aveva talmente baciato i suoi piedi che vi si vedeva l'im­pronta delle sue labbra.

Ecco davanti a Dio ed unicamente per la sua più grande gloria, e come se lo dicessi al momento della mia morte, tutto quello che è avvenuto.
Gerusalemme, 30 ottobre 1895
Suor N..., religiosa di San Giuseppe dell'Apparizione 

Farà inoltre piacere leggere la seguente lettera di Mons. Valerga, nipote del pri­mo Patriarca di Gerusalemme.
Dopo molte esitazioni e resistenze causate dal fatto che mio zio, il Patriarca Valerga, era contrario alla entrata delle Carmelitane in Palestina, mi decisi infine a visitare queste reli­giose. Avevo appena oltrepassato la soglia' che fui accolto proprio da suor Maria di Gesù Crocifisso, che esclamò quasi scherzosamente: «Oh! ecco colui che non voleva venire a ve­dere le Carmelitane, ecco colui che non mi voleva vedere!». Aggiunse qualche altra parola che non ricordo e disse che andava ad avvertire la Superiora.
Costei venne e dopo una breve conversazione con lei, osservò: «Ma voi volete vedere senza dubbio suor Maria di Gesù Crocifisso?». Precisamente, lo desidero e persino ve lo domando. Ebbi allora con suor Maria di Gesù Crocifisso uno scambio di spiegazioni ri­guardo alle difficoltà che mio zio il Patriarca aveva fatto circa l'ingresso in Palestina delle Carmelitane di Pau.


Portai in seguito la conversazione nel campo dei pensieri intimi. Su tutto mi rispose be­ne, salvo su un punto, riguardo al quale mi disse che non poteva soddisfarmi subito, ma sol­tanto poco dopo. Si trattava di un sogno che, in quei giorni, mi aveva turbato, e in seguito al quale mi era parso che mia madre fosse passata all'altra vita. Poco dopo, mi venne pre­sentata la Comunità. Tutte le suore erano davanti a me e in mezzo ad esse, suor Maria di Gesù Crocifisso. Tutto a un tratto, lei guarda il cielo con occhi radiosi e qualche cosa di ce­leste nella fisionomia che era assolutamente nuovo per me e che mi causava una impres­sione della quale non sapevo rendermi conto: «Ti darò subito, mi disse, la risposta su ciò che mi hai chiesto»; era riguardo a mia madre e ad alcune altre cose segrete. Mi rassicurò ben presto: «Non credere ai sogni, mi disse, tua madre è ben viva». Ed effettivamente mia madre visse ancora parecchi anni, essendo morta nel 1890. Mi raccomandai poi alle sue preghiere ed lei mi sollecitò di ricordarmi di lei nelle mie, dicendo che dovevo ben farlo, poiché sarei stato io a doverla seppellire fra poco tempo. Non diedi, in quel momento, gran­de importanza a questa affermazione, ma ecco come essa si realizzò.


Bisogna dire che la vigilia della morte della suora, Monsignore era ritornato a Bethjal­lah, dopo aver amministrato gli ultimi sacramenti alla moribonda, e mi trovavo io stesso in questa località con molti altri sacerdoti del Patriarcato. La notizia della sua morte ci ar­rivò l'indomani. La sera di quel giorno, non era stato ancora deciso chi avrebbe fatto il ser­vizio funebre, la mattina seguente. Don Belloni passò questo onore al curato di Betlem­me: costui addusse a pretesto delle occupazioni. Don Emilio, Don Teofilo, Don G. Marta, non so per quali motivi, rifiutarono di fare la cerimonia. Alla fine, mi venne a cercare nel­la mia camera, ove ero già coricato e mi si impose piuttosto che pregarmi, di cantare la messa.
Feci dunque il servizio funebre e fu solamente allorquando, secondo il rituale Carmeli­tano, gettai un pugno di terra sulla bara della suora, che mi ricordai della profezia: «Sarai tu a seppellirmi»: ne fui talmente emozionato che non potei finire l'orazione. 1 partecipan­ti se ne accorsero.
La vigilia della morte della suora, un messo, recante una lettera di Don Belloni, si pre­sentò a Mons. Bracco, allora a Gerusalemme. Fu durante il pranzo, una domenica. La let­tera annunciava che suor Maria di Gesù Crocifisso era molto grave e desiderava vedere il Patriarca.
Finito il pasto, Monsignore partì; io lo accompagnai con un giannizzero. Alla porta del convento ci attendevano Don Belloni, il Padre curato di Betlemme e il Padre Guido. Il Pa­triarca si recò presso la malata e, avendola vista, concluse che era necessario amministarle senza ritardo il Santo Viatico.

Don Belloni passò questo onore al Padre Curato, e questi al Padre Guido. Non volendo nessuno dei tre assolvere a questo compito, si concluse che, essendo presente il primo Par­roco della diocesi, bisognava lasciare a lui quest'onore e questo dovere. Lo si pregò. Mon­signore accettò.

Fatto ciò, siccome il male peggiorava, si decise di dare l'Estrema Unzione all'ammala-
ta. Stessa discussione e stessa conclusione come per il Viatico; anche questa volta, Monsi­gnore accettò. Non si decideva a lasciare il capezzale della malata, e fu solamente a notte inoltrata che riprendemmo il cammino di Bethjallah.
Arrivati vicino alla tomba di Rachele, siccome camminavo ad una breve distanza da Mons. Bracco, lo vidi tutt'a un tratto fermarsi e battersi la fronte come preso da qualche co­sa di grave; poi esclamò: Ecco una profezia realizzata! Che avviene? gli dissi avvicinan­domi. Si è che la malata mi aveva profetizzato che le avrei dato il Viatico e l'Estrema Un­zione, e in effetti, le ho appena amministrato questi sacramenti.
L'indomani, ci si venne ad annunziare la morte di suor Maria di Gesù Crocifisso. Noto espressamente che Mons. Patriarca era molto riservato su tutte queste cose e che ha potuto essere il confidente di altre cose ancora delle quali non sono a conoscenza.

Ho sentito raccontare che in un giardino (a Pau o a Mangalore, non saprei dirlo), suor Maria di Gesù Crocifisso ebbe il cuore trafitto come lo si racconta di santa Teresa. Effetti­vamente, alcune ore dopo la sua morte, un certo Carpani, che faceva la professione di me­dico, venne a fare 1'espianto del cuore. Il cuore prelevato, lo si mise su un piatto, perché tutti potessero esaminarlo. Ero-presente con Don Belloni, Don Emilio, Don Teofilo, Don Giovanni Maria Marta, Don Riccardo Branca. Potemmo tutti constatare che il cuore porta­va la cicatrice di una ferita che si sarebbe detta prodotta da una lunga punta di ferro... Il cuore posto così su un piatto passava di mano in mano, di modo che tutti i sacerdoti pre­senti e le stesse religiose, poterono constatare questo fatto meraviglioso.
Potemmo constatare anche che, ai piedi e alle mani, la suora portava le cicatrici delle piaghe, simili a buchi. Su questo argomento, Don Belloni, confessore di suor Maria di Ge­sù Crocifisso, mi assicurò che, lei viva, quando si metteva in controluce una sua mano, si sarebbe detto che la carne ne era trapassata al posto delle stimmate.
Potemmo tutti inoltre constatare la traccia visibile di una larga ferita ricevuta al collo. Suor Cipriana (suora di San Giuseppe dell'Apparizione) mi ha raccontato che suor Maria di Gesù Crocifisso, trovandosi ad Alessandria, era stata colpita al collo dall'arma tagliente di un miserabile che la gettò in un fosso, ove sarebbe morta se la Santa Vergine non l'a­vesse salvata da questo pericolo.
Pochi giorni dopo la sepoltura, ho sentito raccontare che, essendo terminata l'operazio­ne di Carpani per 1'espianto del cuore, il cadavere aveva steso le braccia a forma di croce ed era rimasta in questa posizione fino a quando venne il momento di metterlo nella bara. La Madre Priora ordinò a questo punto al cadavere di piegare le braccia... Il cadavere ob­bedì a quell'ordine e la suora fu seppellita. 

domenica 30 giugno 2013

Era qua­si notte. ... Era il 7 settembre 1858.



Dopo tre mesi di questa umiliante vita, il desiderio di rivedere suo fratello la spinse a scrivergli, affinché venisse a trovarla. Fece scrivere la lettera e la portò ad un Turco, antico domestico dello zio, il quale abitava poco lontano dalla casa e do­veva recarsi nel paese di Paolo. Conoscendo bene la madre e la moglie di que­st'uomo, Maria non temette di andare a trovarlo da sola. 

Dopo avere consegnato la sua lettera, la fanciulla avrebbe voluto andarsene; ma quelle persone la invitarono subito a condividere la loro cena, ed ella accettò solo per fare loro piacere. Era qua­si notte. Naturalmente, si parlò della situazione ingiusta e crudele che Maria subi­va a causa dello zio. Il Turco biasimò questa condotta con forza e con un fervore indomabile passò presto a biasimare anche la religione cristiana. 

"Maria, - le disse con calore - perché restare fedele ad una religione che ispira simili sentimenti? Ab­braccia la nostra". «Mai, - gridò Maria con un'energia sovrumana; - io sono figlia del­la Chiesa cattolica, apostolica e romana, e spero, con la grazia di Dio, di perseve­rare fino alla morte nella mia religione che è la sola vera». Il Turco ferito nel suo fanatismo e divorato dalla rabbia, con un calcio rovesciò Maria a terra, e impu­gnando la sua scimitarra, le tagliò la gola. Aiutato dalla madre e dalla moglie, il bar­baro avvolse la ragazza nel suo grande velo, e portatala fuori, la gettò, favorito dal­le tenebre, in un luogo abbandonato. Era il 7 settembre 1858.




Mentre questo crimine si consumava sul corpo di Maria, la sua anima fu rapita: «Mi sembrava, raccontava, di essere in Cielo: vedevo la santa Vergine, gli angeli e i santi che mi accoglievano con una grande bontà; vedevo anche i miei genitori in mezzo a loro. Contemplavo il trono fulgido della Santa Trinità, e Gesù Cristo no­stro Signore nella sua umanità. Non vi erano né sole, né lampade, eppure tutto bril­lava di un chiarore indescrivibile. Gioivo di tutto quello che vedevo, quando, ad un tratto, qualcuno venne da me per dirmi: Tu sei vergine, è vero, ma il tuo libro non è ancora finito. 

Aveva appena finito di parlare, che la visione scomparve, e io rin­venni. Mi trovai, trasportata senza sapere né come né grazie a chi, in una piccola grotta solitaria. 

Coricata su un povero letto, vidi accanto a me una religiosa, che aveva avuto la carità di cucirmi la ferita del collo. Non l'ho mai vista né mangiare né dormire. Sempre accanto al mio capezzale, in silenzio mi curava con il più gran­de affetto. Era vestita di un bell'abito ceruleo, trasparente e come cangiante; il ve­lo era dello stesso colore. Ho visto da allora molti vestiti religiosi diversi, ma nes­suno che assomigliasse al suo. 

Quanto tempo trascorsi in quel luogo? non saprei dirlo con precisione; credo di esservi rimasta circa un mese. Non mangiai nulla du­rante quel periodo, a rari intervalli, la religiosa si limitava a inumidirmi le labbra con una spugna candida come la neve. Mi faceva dormire quasi continuamente.


giovedì 11 aprile 2013

«Santa Vergine, Madre mia, mi get­to ai tuoi piedi; ho molto peccato, ma ti cerco, Madre amata. Cerco anche Gesù; ma tu ti nascondi, come pure Gesù. O Madre mia, abbi pietà di questo piccolo nulla!



L'indomani una celeste apparizione venne a visitarla sotto la forma di Madre Elia. Ecco come lo si seppe.

Vedendo entrare la suora infermiera nella sua cella, la novizia disse tutta con­tenta «Madre Elia è uscita or ora»; e, mostrandole un lavoro ad ago, aggiunse «Ma­dre Elia ha fatto questo cucito per insegnarmi a lavorare bene». L'infermiera si af­frettò ad informare Madre Elia di ciò che aveva appreso; questa si recò dalla novizia per conoscere la verità sul fatto, visto che lei non aveva visitato suor Maria quel giorno. La pregò, senza altro preambolo, di ripeterle ciò che aveva detto. La mala­ta, sorpresa, credette che la sua maestra l'interrogasse così per provarla; le rispose ingenuamente che non se ne ricordava più. Ebbene, riprese Madre Elia, facciamo una preghiera al tuo angelo custode, affinché ti ottenga di ricordartelo. 

Finita la preghiera, la novizia le disse: «Quando è venuta questa mattina, le ho comunicato le mie impressioni sulla comunione. Ma perché ridirle adesso?» Per farti praticare l'obbedienza, rispose Madre Elia. «Ebbene, riprese subito suor Maria, avevo visto, dopo la comunione, una bambina come me, vestita come me e che mi rassomiglia­va perfettamente; era solo molto più piccola di me. Gesù la teneva nelle sue brac­cia, sembrava la amasse molto. Ero gelosa di questa bambina e ho detto a Gesù: questa piccola è felice, tu l'ami tanto! Sì, io l'amo, mi ha risposto Gesù, vedi come la tengo nelle mie braccia, ma lei non lo sa. Ed io ho detto a Gesù: ma ella è nelle tue braccia! Ah! se fossi al suo posto, ti assicuro che lo sentirei e quanto sarei feli­ce. O piccola, prega per me che non sono che peccato. Tu sei pura, ed io non sono che letame. Questa piccola non mi vedeva. Non guardava che Gesù, e anche Gesù la guardava sempre. La sua vista mi diede tuttavia un po' di speranza. Osai dire a Gesù: o Gesù, tu sei venuto per i peccatori. Io non sarò mai come questa piccola ma infine voglio sperare. Le ho detto tutto ciò questa mattina, Madre mia, e lei ha pianto perché mi ama; anch'io sentivo che lei mi ama; era più amabile di adesso. Usciva da "lei" un profumo che arrecava la grazia nella mia anima. Perché non pos­so sentire, in questo momento, questa stessa grazia? Mi ha detto piangendo: abbi fiducia, bambina mia; la Vergine santa ti ama, è con te; ti guarda, ma tu non la ve­di; sii molto obbediente. Mi ha dato speranza, conto sulla misericordia di Dio così buono, così amabile! Chi è come Dio?».


La notte, diceva con una voce commovente: «Santa Vergine, Madre mia, mi get­to ai tuoi piedi; ho molto peccato, ma ti cerco, Madre amata. Cerco anche Gesù; ma tu ti nascondi, come pure Gesù. O Madre mia, abbi pietà di questo piccolo nulla! O Gesù, perdonami; non voglio più offenderti, abbi pietà di questa povera orfana! Tu non sei venuto per niente sulla terra, non sei venuto per i giusti; sei venuto per salvare i peccatori! lo non ho più Gesù; sono un piccolo nulla abbandonato. Dio mio, Dio mio, misericordia! Tu sei infinitamente buono, spero in te!».


Sit nomen Domini benedictum!

sabato 12 maggio 2012

3 giorni di buio."VERRANNO TRE GIORNI DI CONTINUE TENEBRE..." B. Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy), Maria Giulia Jahenny, Beata Elisabetta Canori Mora.


B. MARIA DI GESÙ CROCIFISSO
Mariam Baouardy

"...Durante l’oscurità che durerà tre giorni, la gente che si è data alle vie del male perirà, così che solo un quarto del genere umano sopravviverà..."

*


 "Verranno tre giorni di continue tenebre. Durante tali tenebre spaventose, solo le candele di cera benedetta faranno lume. Una candela durerà per tre giorni; però nelle case degli empi non arderanno. Durante questi tre giorni i demoni appariranno in forma abominevole e faranno risuonare l'aria di spaventevoli bestemmie. Raggi e scintille penetreranno nelle dimore degli uomini, però non vinceranno la luce delle candele benedette che non saranno spente né da venti né da tormente o terremoti. Una nube rossa come il sangue attraverserà il cielo; il rombo del tuono farà tremare la Terra. Il mare riverserà le sue onde spumose sulla Terra. La Terra si muterà in un immenso cimitero. I cadaveri degli empi come dei giusti copriranno il suolo. La carestia che seguirà sarà grande; tutta la vegetazione della Terra sarà distrutta, come pure saranno distrutti i tre quarti del genere umano. La crisi verrà per tutti repentina, i castighi saranno universali e si succederanno uno dopo l’altro senza interruzione."
XIX-XX secolo, messaggio di Gesù a Maria Giulia Jahenny, Blain in Francia [a, d, j, l]

"Io verrò sul mondo peccatore con un terribile rombo di tuono, in una fredda notte d'inverno. Un caldissimo vento del Sud precederà questa tempesta e pesanti chicchi di grandine scaveranno la terra. Da una massa di nuvole rosso-fuoco lampi devastatori saetteranno, incendiando e riducendo tutto in cenere. L'aria si riempirà di gas tossici e di esalazioni letali che, a cicloni, sradicheranno le opere dell'audacia e della follia e della volontà di potenza della Città della notte...Quando in una fredda notte d'inverno, il tuono romberà...allora chiudete molto in fretta porte e finestre...I vostri occhi non devono profanare il terribile avvenimento con sguardi curiosi...riunitevi in preghiera dinanzi al Crocifisso, ponetevi sotto la protezione di Mia Madre Santissima. Non lasciatevi prendere da alcun dubbio riguardo alla vostra salvezza...Accendete le candele benedette, recitate il Rosario. Perseverate tre giorni e due notti...Io, vostro Dio, avrò purificato tutto... Magnifico sarà il Mio regno di pace..."
XIX-XX secolo, messaggio di Gesù a Maria Giulia Jahenny, Blain in Francia [a2]

"I tre giorni di tenebre saranno di giovedì, venerdì e sabato...tre giorni meno una notte..."
XIX-XX secolo, messaggio a Maria Giulia Jahenny, Blain in Francia [m]

"Durante questi tre giorni di oscurità terrificante, non deve essere aperta nessuna finestra, perché nessuno riuscirà a vedere la terra e il colore terribile che essa avrà in quei giorni di punizione, senza che muoia immediatamente..."
XIX-XX secolo, messaggio a Maria Giulia Jahenny, Blain in Francia [m]

"Il cielo sarà in fiamme, la terra si spaccherà...Durante questi tre giorni di oscurità lasciate accese le candele benedette dappertutto, nessuna altra luce risplenderà..."
XIX-XX secolo, messaggio a Maria Giulia Jahenny, Blain in Francia [m]

"Nessuno fuori dalla sua abitazione...sopravviverà. La terra tremerà come al giudizio e la paura sarà grande..."
8 dicembre 1882, messaggio a Maria Giulia Jahenny, Blain in Francia [m]

"...Tutto tremerà tranne il mobile sul quale brucia la candela benedetta. Questo non tremerà. Vi riunirete tutti con il crocifisso e con la Mia immagine benedetta. Questo è ciò che terrà lontano questo terrore."
XIX-XX secolo, messaggio della Madonna a Maria Giulia Jahenny, Blain in Francia [m]

"Tre quarti della popolazione del globo sparirà. Metà della popolazione della Francia verrà distrutta."
XIX-XX secolo, messaggio a Maria Giulia Jahenny, Blain in Francia [m]

*


"Il cielo si ammantò di nera caligine, scoppiando i fulmini più tremendi, dove incenerivano, dove bruciavano; la terra, non meno che il cielo, era sconvolta. I terremoti più orribili, le voragini più rovinose facevano le ultime stragi sopra la terra. In questa guisa furono separati i buoni cattolici dai falsi cristiani. 

Molti di quelli che negavano Dio lo confessavano e lo riconoscevano per quel Dio che egli è. Tutti lo stimavano, lo adoravano, lo amavano. Tutti osservavano la sua santa legge. Tutti i religiosi e religiose si sistemavano nella vera osservanza delle loro regole. Il clero secolare era l’edificazione della santa Chiesa. Nelle religioni fiorivano uomini di molta santità e dottrina, e di vita molto austera. Tutto il mondo era in pace."
XIX secolo, visione della Beata Elisabetta Canori Mora [g]

"...tutto il mondo sarà in rivolta e si uccideranno gli uni con gli altri, si trucideranno tra loro senza pietà. ...la mano vendicatrice di Dio sarà sopra questi infelici, e con la sua onnipotenza punirà il loro orgoglio e la loro temerarietà e sfacciata baldanza, si servirà Dio della potestà delle tenebre per sterminare questi settari, uomini iniqui e scellerati, che pretendono di atterrare, di sradicare dalle sue profonde radici, di buttar giù dai suoi più profondi fondamenti la nostra santa madre Chiesa cattolica.

...con un solo cenno della sua destra mano onnipotente punirà questi iniqui, permettendo alla potestà delle tenebre di sortire dall’inferno, e queste grandi legioni di demoni scorreranno tutto il mondo, e per mezzo di grandi rovine eseguiranno gli ordini della divina giustizia, a cui questi maligni spiriti sono soggetti, sicché né più né meno di quanto lo permetterà Dio potranno danneggiare gli uomini e le loro sostanze, le loro famiglie, i loro poderi, villaggi, città, case e palazzi, e ogni altra cosa che sussisterà sopra la terra...

Permetterà Dio che siano castigati questi uomini iniqui dalla crudeltà dei fieri demoni... mi fu mostrato l’orrido carcere infernale. Vedevo aprirsi dal profondo cupo della terra una tenebrosa e spaventevole caverna, piena di fuoco, dove vedevo sortire tanti demoni, i quali, presa chi una figura e chi un’altra, chi da bestia, chi umana, venivano tutti ad infestare il mondo e fare dappertutto stragi e rovine.

...[i veri e buoni cristiani] in loro favore avranno il valevole patrocinio dei gloriosi santi apostoli san Pietro e san Paolo. Questi vigileranno alla loro cura e custodia, acciò quei maligni spiriti non possano nuocere né la loro roba né le loro persone; ma questi buoni cristiani saranno preservati ed immuni dalle spietate rovine che faranno questi maligni spiriti, con il permesso di Dio e non altrimenti, mentre questo immenso Dio è l’assoluto padrone del cielo e della terra e dell’inferno, la cui tenebrosa potestà non può farci alcun danno senza il suo sommo permesso, senza la sua volontà.

...puniti gli empi con morte crudele, demoliti questi indegni luoghi, vidi ad un tratto rasserenare il cielo, ...si vide sulla terra apparire un bello splendore, che annunziava la riconciliazione di Dio con gli uomini; dai santi angeli fu condotto il piccolo gregge di Gesù Cristo avanti al trono del gran principe san Pietro. Questo gregge era quel suddetto gregge di buoni cristiani, ... fu riordinata tutta la Chiesa secondo i veri dettami del santo Evangelo, ...tutto era ordinato all’amore di Dio e del prossimo."

DIOS SIEMPRE SABE LO QUE HACE
Ave Maria!