Qualche volta, durante l'orazione, si fanno buoni propositi: si desidera essere umiliata,
disprezzata, abbandonata; un po' più tardi, non vi si pensa più. Ebbene, agnellini,
sappiate almeno umiliarvi di questo e cercate di approfittare delle occasioni.
Satana, diceva la suora alla Priora e a Madre Elia, è geloso della vostra unione; farà di tutto
per mettervi l'una contro l'altra e per questo si servirà perfino delle suore, senza cattiva
intenzione da parte loro. Una andrà dalla Priora, l'altra da Madre Elia per riferire cose
false. Se Satana non può riuscire con questo mezzo, prenderà la forma delle suore per
ingannarvi. Maledetto Satana, trova che non è già abbastanza umiliato qui, e vuole
esserlo di più. Agnelli, se voi siete fedeli, Satana sarà in poco tempo completamente
sottomesso. Ecco ciò che vi dice san Giuseppe: Agnellini, colui che si fa
piccolo piccolo, piace a Gesù e lo trova».
Rivolgendosi al Superiore della comunità che era presente, la novizia disse: «Padre
mio, per giudicare della spiritualità che guida un prete, si deve provare la sua umiltà, la
sua ubbidienza. Se non è sottomesso, è in préda a Satana. Si deve agire lo stesso nei
riguardi di una religiosa quando si dubita della sua via. Anche se fosse negli stati più
straordinari, se le si dice che è nell'illusione ed ella non si sottomette subito al giudizio
espresso, c'è l'orgoglio e c'è Satana».
La suora parlò a lungo al Superiore in questo senso e terminò con queste notevoli
parole: «Ecco ciò che dice la santissima Vergine; ma se non si approva questa dottrina,
dirà lo stesso».
Si era al 7 settembre, anniversario del suo martirio. Ti è accaduto qualcosa, in tale
giorno? le domandò il Rev. curato di Saint-Martin. «A me no, ma al piccolo nulla era
stato tagliato il collo». Questa risposta confermò la comunità nel pensiero che uno
spirito celeste possedesse il corpo della novizia e che dettasse tutti questi preziosi
insegnamenti.
Gli si domandò a più riprese il suo nome: Io sono, disse egli, di quelli
che salgono e scendono; e una volta: Sono lo spirito di Maria; e più spesso: Sono
Maria, figlia di Maria del Prediletto. Sei Giovanni il discepolo prediletto? No, rispose
con un sorriso ineffabile. Sei un angelo? un secondo sorriso fu la sua unica risposta.
Le domande si moltiplicavano: si sarebbe voluto sapere il nome di questo spirito
misterioso. Notando questa insistenza da parte delle sue compagne, una suora gli
disse: Se sei un angelo, ti manchiamo proprio di rispetto. Gesù, quello rispose, ama i
piccoli, ama i fanciulli. Agnellini, occorre che l'umiltà sia la vostra luce, l'ubbidienza il
vostro cammino, la carità il vostro riparo.
E, alla Priora: Pastore, quando gli agnelli
non si trovano a loro agio con il confessore e tutte dicono la stessa cosa, ciò significa
che questo confessore non è l'eletto di Dio per voi. Se non vi sono che due o tre agnelli
scontenti, non bisogna tenerne conto, ma trattenere lo stesso confessore».
«Agnellini miei, non pensate che ad amare e servire l'Amato Bene, a morire a tutto,
per vivere distaccate da tutte le cose della terra: per questo avete lasciato il mondo.
Madre Teresa vi dice che non ha istituito il suo Ordine per godere, ma per soffrire.
Madre Teresa vuole gli agnelli distaccati come pietre».
Ecco i mirabili avvertimenti che la novizia, sempre in estasi, diede alle due suore
esterne, davanti alla grata del parlatorio:
«La santa Vergine vi benedice; vi raccomanda di essere sempre molto modeste, molto
raccolte: bisogna essere sempre come in ritiro.
Madre Teresa vi dice di essere molto
pazienti, sì, soprattutto molto pazienti. Sopportate tutte le contrarietà con dolcezza;
siate caritatevoli tra voi e con tutti. Siate sempre obbedienti: bisogna essere come un
cadavere, come un bastone; fate tutto senza dire niente, non una riflessione.
Se siete fedeli, andrete direttamente da Gesù. Profittate del tempo: tutto passa, tutto
passa sulla terra; il tempo è breve. Praticate la perfezione, producete dei frutti per
Gesù. Siete come i rami di un unico albero: siete due rami che passano oltre. Gesù ama
tutti i rami; guarda con più amore quelli che portano più frutti. Se siete fedeli, sarete
nel cielo più in alto degli agnelli del chiostro, perché avete più occasioni. Le suore
dell'interno pregano e fanno penitenza senza essere disturbate, mentre voi, quante
volte siete impedite di pregare, quando lo vorreste! Quando si viene a suonare, lasciate
tutto, perfino la preghiera; andate immediatamente ove siete chiamate, andatevi con
spirito interiore, con spirito di carità: quest'atto di rinuncia piacerà a Gesù più
di tutto il resto.
Bisogna soprattutto evitare che le persone di fuori si accorgano che voi
siete contrariate, dovete edificare, dare il buon esempio, perché si giudicherà l'interno
del convento attraverso gli agnelli dell'esterno. Se siete buone, raccolte, perfette, il
vostro esempio farà del bene a tutti. Siate soprattutto umili, non vi scoraggiate mai.
Vi sono delle suore esterne che hanno sempre bisogno di confessarsi. Ciò non è bene;
bisogna che vi sia una regola per tutto. È sufficiente che voi vi confessiate ogni otto
giorni. Se vi accade nell'intervallo di commettere qualche leggera colpa e per questo
fate uno sforzo a comunicarvi, fate un atto di contrizione: Gesù vi perdonerà. Padre
Elia vi raccomanda il silenzio e la carità, bisogna amarvi in Gesù e per Gesù, in Maria
e per Maria.
Dovete lavorare per gli agnelli del chiostro e quelle del chiostro devono lavorare per
voi: non siete che un'unità. Avendo cura degli agnelli dell'interno, voi siete come
Giovanni il discepolo prediletto. Quando Gesù era nella prigione presso Caifa durante
la notte, Giovanni avrebbe desiderato potervi entrare per curare il suo Maestro: non lo
poteva. Obbligato a restare fuori, si teneva il più possibile vicino alla prigione; faceva
tutto ciò che poteva per Gesù. Fate così con gli agnelli che sono dentro».
La santa Vergine era ben lungi dal dimenticare i superiori. «Siate molto unite, dice alle
due madri attraverso la suora in estasi. Siate tutt'uno come questo, diceva la novizia
alzando un dito, allora tutto andrà bene. Satana, geloso, farà allora di tutto per
disunirvi. Voi, Pastore, regolate bene il vostro tempo e ne avrete per tutto. Dirigete gli
agnelli che lo domanderanno. Dio ve li ha dati perché ne abbiate cura. Siate come una
buona madre».
Avendole la Priora detto che non aveva lumi per dirigere le anime
straordinarie, ebbe questa saggia risposta: «Non temere. Quando una suora viene a
dirti per esempio: Madre mia, durante l'orazione, ho visto la santa Vergine, ho visto
Gesù, essi mi hanno detto la tale e la tale cosa, rispondi a questa suora: Figlia mia,
profitta di ciò che hai visto e sentito, questa grazia deve portare dei frutti; attraverso i
frutti, distinguerai se è una realtà o un'illusione. Quando la suora dopo che le avete
parlato così resta contenta, di a te stessa: È Gesù certamente; ma se si ritrae triste, di: È
Satana».
La Priora pose questa domanda: Se una suora anziana mi domanda di parlare della sua
anima ad una suora più giovane o perfino ad una suora conversa, posso
permetterglielo? «No, le rispose, è una cosa molto pericolosa. Se questo fa del bene
all'una, fa del male all'altra. Tutto ciò non è per niente necessario; tutto ciò non è che
fantasia, e disordine: la Regola e i Superiori bastano per guidare. Che ognuna resti al
suo posto. Quando si agisce diversamente, lo si fa anzitutto per carità, ma Satana non
tarda a servirsene per insuperbire questa religiosa, così consultata. Guai a lei! Vegliate
perché le suore non siano affatto curiose, perché non si leghino con amicizie
particolari».
La Priora aggiunse: Devo accordare spesso delle mortificazioni straordinarie?
«Pastore, le rispose la novizia in estasi, fa attenzione su questo punto: gli agnelli sono
spesso ingannati a questo proposito; Satana li spinge a rivolgerti questa domanda per
farli in seguito cadere, se non osservano la Regola. Quando un agnello insiste per
avere questo permesso, guardati dall'accordarglielo; mortifica piuttosto il desiderio di
mortificazione: questo è bene per gli agnelli; è meglio di tutto. Che le suore osservino
la Regola, che vivano nella semplicità e nell'uniformità».
E quando una suora domanda di non comunicarsi, che devo fare? «Pastore, do-
manda la ragione; se non può dirtela, attendi il confessore. Ma se ti risponde: È per
timore, perché sono indegna, dille: Figlia mia, comunicati. Se insiste per non co-
municarsi, lasciala senza comunione, perché la sua obbedienza non è perfetta.
Pastore, abbi cura di far recitare bene il santo ufficio. Se vedeste gli angeli che cantano
con voi! Desiderate cantare come loro? Pensate che vi aiutano a lodare Dio; questo
pensiero vi incoraggerà. Che tutte le pecorelle stiano al loro posto, che tutte prestino la
loro voce».