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venerdì 30 dicembre 2022

GESÙ SVELA LA GRANDEZZA DELLA DEVOZIONE ALLO SPIRITO SANTO ALLA PICCOLA ARABA: MARIA DI GESÙ CROCIFISSO

La Beata Maria di Gesù Crocifisso, Carmelitana Scalza, nacque in Galilea nel 1846 e morì a Betlemme il 26 agosto 1878. Fu religiosa insigne per i doni soprannaturali, ma soprattutto per l'umiltà, l'obbedienza, la devozione allo Spirito Santo e un grande amore per la Chiesa e il Papa.

Vidi dinanzi a me una colomba, e sopra di essa un calice che traboccava, come se dentro vi si trovasse una sorgente. L'acqua che traboccava si versò sulla colomba e la lavò.

Simultaneamente udii una voce che proveniva da questa ammirabile luce. 

Disse:  «Se tu vuoi cercarmi, conoscermi e seguirmi, allora invoca la luce, lo Spirito Santo, che ha illuminato i suoi discepoli e che fino ad oggi illumina tutti coloro che a Lui si rivolgono.

Te lo dico in assoluta verità: chiunque invoca lo Spirito Santo, mi cercherà e mi troverà.

La sua coscienza sarà delicata come i fiori dei campo; e se è padre o madre di famiglia, la pace sarà nel suo cuore, in questo e nell'altro mondo; non morirà nelle tenebre, ma in pace.

* Nutro un desiderio ardente e vorrei che tu lo comunicassi: ogni prete che dirà ogni mese la S. Messa dello Spirito Santo l'onorerà. E chiunque l'onorerà e prenderà parte a questa Messa sarà onorato dallo Spirito Santo e la luce e la pace dimoreranno nel profondo del suo cuore. Lo Spirito Santo verrà a guarire i malati e a risvegliare coloro che dormono.

E come segno di ciò, chiunque avrà celebrato o partecipato a questa Messa e avrà invocato lo Spirito Santo troverà questa pace nel profondo del suo cuore, prima di lasciare la chiesa. Egli non morirà nelle tenebre».

Allora dissi: «Signore, che cosa può fare una come me? Considera la situazione in cui mi trovo. Nessuno mi crederà». Egli mi rispose: «Quando sarà il momento, io farò tutto ciò che c'è da fare; tu non sarai più necessaria».” 


Mi parve di vedere Nostro Signore, in piedi, appoggiato ad un albero. Intorno a lui c'era frumento e uva, maturati dalla luce che da lui emanava. Allora udii una voce che mi disse:

*  «Le persone nel mondo e nelle comunità religiose cercano nuove forme di devozione e trascurano la vera devozione del Consolatore. Qui risiede il motivo per cui non c'è pace e non c'è luce. Non ci si preoccupa di conoscere la vera luce, là bisogna cercarla; la luce svela la verità. Anche nei seminari è trascurata. La gelosia nelle comunità religiose è il motivo dell'oscurità del mondo.

Ma chiunque - sia nel mondo sia nel chiostro - pratica la devozione dello Spirito e lo invoca, non morirà nell'errore.

Ogni prete che predicherà la devozione dello Spirito Santo, mentre ne farà l'annunzio, riceverà luce.

Soprattutto nell'intera Chiesa, deve stabilirsi l'uso che ogni prete, una volta al mese, celebri la Messa dello Spirito Santo.

E tutti coloro che vi prenderanno parte riceveranno una grazia e una luce particolarissima».

Mi è stato detto ancora che verrà un giorno in cui Satana scimmiotterà, con persone del mondo, con sacerdoti e religiosi, la forma di Nostro Signore e le sue parole. Ma chi invocherà lo Spirito Santo scoprirà l'errore.

Ho visto talmente tante cose relative allo Spirito Santo che potrei scriverne dei volumi. Ma non sarei capace di ripetere tutto ciò che mi fu mostrato. E, poi, io sono un'ignorante che non sa né leggere né scrivere. II Signore svelerà la sua voce a chi vorrà.”



CONSACRAZIONE

ALLO SPIRITO SANTO 

di SAN PIO X

<< O Spirito Santo, Spirito divino di luce e d'amore, ti consacro la mia intelligenza, il mio cuore e la mia volontà, tutto il mio essere per il tempo e per l'eternità.

Che la mia intelligenza sia sempre docile alle tue celesti ispirazioni ed all'insegnamento della santa Chiesa cattolica, di cui tu sei la guida infallibile. 

Che il mio cuore sia sempre infiammato dall'amore di Dio e del prossimo. 

Che la mia volontà sia sempre conforme alla volontà divina; e che tutta la mia vita sia una imitazione fedele della vita e delle virtù del Nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, al quale, con il Padre e con Te, siano onore e gloria per sempre. Amen. >>

*

https://www.google.com/search?q=il+piccolo+nulla+pdf&oq=IL+PICCOLO+NULLA&aqs=chrome.1.69i57j0i22i30j69i65l2.15635j0j7&sourceid=chrome&ie=UTF-8

Brani tratti dal libro «Una Stella d'Oriente», Vita e pensieri della Beata Maria di Gesù Crocifisso (Miriam Baouardy), Ed. O.C.D., Roma 1989.

AMDG et DVM

domenica 25 agosto 2019

IL PICCOLO NULLA

IL PICCOLO NULLA
Vita della Beata Maria di Gesù Crocifisso (1846-1878)

PATRIARCHATUS LATINUS - JERUSALEM
è per Noi una vera gioia presentare al pubblico la traduzione in italiano, cu-rata dalla Dott. Tina Rizzone, della "vita di Suor Maria di Gesù Crocifisso", composta da P. Estrate, s.c.j.: la biografia più completa che possediamo della nostra beata.
L'attualità del messaggio di Suor Maria è sempre più grande. Questa picco-la galilea, morta giovanissima nel Carmelo di Bethlemme, è venerata non sol-tanto in Terra Santa e nel Medio Oriente, ma in tutta la Chiesa.
Quale è il segreto della sua santità? Suor Maria ha vissuto profondamente il Vangelo e specialmente le Beatitudini del Cristo. è stata come un fiore evange-lico che è germogliato in questa terra del Vangelo. Il Papa Giovanni Paolo II ha così riassunto il messaggio di Suor Maria: "Le Beatitudini trovano in lei il lo-ro compimento. Nel vederla sembra che Gesù ci dica: beati i poveri, beati gli umili, beati coloro che cercano di servire, beati i miti, beati quelli che costrui-scono la pace. Tutta la sua vita esprime una familiarità inaudita con Dio, l'a-more fraterno degli altri e la gioia, che sono i segni evangelici per eccellenza" (Discorso ai pellegrini di Terra Santa, 14 novembre 1989).
Questo messaggio è sempre attuale. La nostra società ha bisogno di ascol-tare le Beatitudini del Signore. "Lei, dice ancora Giovanni Paolo II, che è sta-ta spesso malmenata dagli avvenimenti e dalla gente, non ha smesso di semi-nare la pace, di riavvicinare i cuori. Voleva essere la piccola sorella di tutti".
Il suo esempio è prezioso nella nostra società dilaniata e divisa che cade fa-cilmente nell'ingiustizia e nell'odio.
Lo Spirito delle Beatitudini ha dilatato il cuore della nostra piccola Suor Mariani e l'ha riempito di fiducia e di amore. Potessimo anche noi seguire le sue tracce!
+ Michel Sabbah, Patriarca
Gerusalemme, 25.12.1999

CASA GENERALIZIA CARMELITANI SCALZI CORSO D'ITALIA, 38 - 00198 ROMA

PRESENTAZIONE
Nel presentare questa biografia della beata Maria di Gesù Crocifisso (Mi-riam Baouardy) mi torna spontaneo alla memoria un aneddoto letto tempo fa, che ci permette di avvicinarci ai santi e di comprendere la loro missione nella Chiesa e nel mondo.
Si racconta che una volta una mamma, portando suo figlio piccolo a visita-re diverse chiese della città, gli disse che tutte le persone raffigurate nelle ve-trate erano santi. Questo impressionò il bambino. In seguito, quando un amico di famiglia gli chiese che cosa era un santo, il bambino rispose con semplicità: «Un santo è una cosa che trasmette luce».
Esaminando la vita dei santi ci rendiamo conto della verità di questa immagi-ne infantile: i santi brillano e abbelliscono, come la luce, il panorama del mondo. La beata Maria di Gesù Crocifisso adempie da un angolo della Terra Santa, Betlemme, luogo della nascita di Gesù, la missione di far risplendere, nella tra-sparenza della sua vita, come una vetrata multicolore, la luce di Dio. In effetti, una delle caratteristiche del suo cammino di santità fu sperimentare e testimo-niare che Dio si dà gratuitamente, come la luce del sole; lo si deve solamente lasciar penetrare nel cristallo della nostra vita affinché lo attraversi e lo illu-mini anche per gli altri. Ella giunse alla santità non per mezzo di una vita lun-ga e densa di meriti. Seppe unicamente aprirsi alla luce di Dio nella sua vita e accettare la sua volontà in un'esperienza profonda di fede, speranza e amore.
Gli insegnamenti della beata Maria di Gesù Crocifisso diventano più vivi quando ci avviciniamo alla sua vita concreta. Scopriamo che lei, come noi, nel-la sua esistenza terrena, assieme agli aspetti positivi sperimentò limitazioni e dovette districarsi, guidata dalla fede e dall'amore di Dio, in tutto ciò che co-stituisce la trama di ogni giorno.
è caratteristica nella sua vita l'esperienza della gratuità di Dio che si comu-nica ai poveri e ai semplici e rivela loro i segreti del Regno (cfr Mt 11, 25). Molte cose straordinarie appaiono nella vita della "piccola Araba", ma tutte si orientano allo stesso fine: a un'esperienza di Dio che si comunica ai piccoli e agli umili e manifesta loro i suoi segreti, dà loro la sapienza del Vangelo e li aiuta a crescere nell'amore e nel servizio del prossimo.
Ornata di grazie mistiche fin dall'infanzia, la beata Maria di Gesù Crocifis-so visse come suora conversa in continua intimità con Gesù Cristo in mezzo al-le umili occupazioni della vita quotidiana. Sperimentò, anche nelle prove più difficili, la bontà e la fedeltà di Dio che le comunicava pace e gioia in mezzo al-la sofferenza. In tal modo poté testimoniare nella sua vita ciò che aveva detto Gesù: «Prendete il mio giogo su di voi e imparate da me che sono mite e umi-le di cuore e troverete riposo per le vostre anime. Infatti il mio giogo è soave e il mio carico leggero» (Mt 11, 29-30).
All'inizio del terzo millennio la vita della "piccola Araba" può aiutarci a tornare all'essenza del Vangelo: amare il Signore con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze e il prossimo come noi stessi (cfr Mt 22, 36-40). Il suo messaggio è un messaggio di pace e di fraternità in un mondo di divisione e di odio; un messaggio di fiducia nel Signore in mezzo alle angustie e alle in-sicurezze dell'esistenza umana.
Questa nuova edizione della biografia della beata Maria di Gesù Crocifisso, scritta dal suo confessore padre Pierre Estrate, è arricchita da una documen-tazione finora inedita e da una serie di fotografie che ci situano nell'ambiente in cui ella visse. Ci aiutano inoltre a rivivere le reazioni dei cristiani di oggi in Terra Santa al momento della beatificazione della piccola Miriam, figlia di una regione che cerca vie di libertà e di pace.
Mi congratulo con i promotori e con i responsabili del Messaggero di Gesù Bambino di Praga di Arenzano per questa magnifica iniziativa che si aggiunge ad altre edizioni relative ai santi del Carmelo ottimamente preparate e illustra-te.
La "piccola Araba" benedica questo lavoro, la cui lettura aiuti quanti si av-vicinano a lei attraverso il libro a vivere lo spirito delle beatitudini, l'unico che può aiutare a trovare vie di giustizia, di pace e di riconciliazione nel mondo di oggi.
P Camilo Maccise o.c.d. Preposito Generale Roma, 1 ottobre 2000

CRONOLOGIA
Beata Maria di Gesù Crocifisso (Maria Baouardy, 1846-1878)
1846 5 gennaio. Nascita ad Ibillin, nell'alta Galilea. 15 gennaio. Battesimo e Cresima.
1849 Rimane orfana di entrambi i genitori.
1854 Si trasferisce ad Alessandria d'Egitto con lo zio paterno. Confessione e Prima Comunione.
1959 Rifiuta decisamente convenienti nozze.
è colpita gravemente al collo da un turco, perché si professa cattolica.
1859-62 Peripezie varie: a servizio presso diverse famiglie ad Alessandria, a Gerusalemme, a Beirut.
1863 A Marsiglia come serva presso la famiglia Nadjar.
1865 Entra fra le Suore di S. Giuseppe dell'Apparizione, a Marsiglia.
1867 giugno. Entra nel carmelo di Pau (diocesi di Bayonne).
27 luglio. Vestizione come corista, ma poi come conversa.
1868 24 maggio. Episodio della trasverberazione del cuore.
26 luglio - 4 settembre. Possessione diabolica.
5-8 settembre. Presenza di uno «Spirito celeste».
1870 21 agosto. Partenza per l'India.
Fine novembre. Arrivo a Mangalore (nel Malabar).
1871 giugno. Possessione diabolica.
21 novembre. Professione religiosa (la prima di una carmelitana in India!).
1872 3 agosto. Violazione (materiale) della clausura.
settembre. Rinviata a Pau.
1875 20 agosto. Partenza per la Palestina.
24 settembre. In clausura provvisoria a Betlemme.
1876 24 marzo. Posa della prima pietra del nuovo carmelo di Betlemme. Matrimonio spirituale.
21 novembre. Inaugurazione del nuovo carmelo sulla collina di David.
1878 aprile. Viaggio a Emmaus, monte Carmelo, Ibillin, Nazareth, Tabor, Betlemme.
21 agosto. Caduta nell'orto del monastero di Betlemme, con frattura del braccio e successiva, inarrestabile, cancrena.
26 agosto. Muore all'alba. Estrazione del cuore. 27 agosto. Sepoltura.
novembre. Trasporto del cuore a Pau. 1983 19 luglio. Esumazione.
13 novembre. Beatificazione.


giovedì 7 febbraio 2019

Preziosi insegnamenti

Qualche volta, durante l'orazione, si fanno buoni propositi: si desidera essere umiliata,
disprezzata, abbandonata; un po' più tardi, non vi si pensa più. Ebbene, agnellini,
sappiate almeno umiliarvi di questo e cercate di approfittare delle occasioni. 

Satana, diceva la suora alla Priora e a Madre Elia, è geloso della vostra unione; farà di tutto
per mettervi l'una contro l'altra e per questo si servirà perfino delle suore, senza cattiva
intenzione da parte loro. Una andrà dalla Priora, l'altra da Madre Elia per riferire cose
false. Se Satana non può riuscire con questo mezzo, prenderà la forma delle suore per
ingannarvi. Maledetto Satana, trova che non è già abbastanza umiliato qui, e vuole
esserlo di più. Agnelli, se voi siete fedeli, Satana sarà in poco tempo completamente
sottomesso. Ecco ciò che vi dice san Giuseppe: Agnellini, colui che si fa
piccolo piccolo, piace a Gesù e lo trova».


Rivolgendosi al Superiore della comunità che era presente, la novizia disse: «Padre
mio, per giudicare della spiritualità che guida un prete, si deve provare la sua umiltà, la
sua ubbidienza. Se non è sottomesso, è in préda a Satana. Si deve agire lo stesso nei
riguardi di una religiosa quando si dubita della sua via. Anche se fosse negli stati più
straordinari, se le si dice che è nell'illusione ed ella non si sottomette subito al giudizio
espresso, c'è l'orgoglio e c'è Satana».

La suora parlò a lungo al Superiore in questo senso e terminò con queste notevoli
parole: «Ecco ciò che dice la santissima Vergine; ma se non si approva questa dottrina,
dirà lo stesso».

Si era al 7 settembre, anniversario del suo martirio. Ti è accaduto qualcosa, in tale
giorno? le domandò il Rev. curato di Saint-Martin. «A me no, ma al piccolo nulla era
stato tagliato il collo». Questa risposta confermò la comunità nel pensiero che uno
spirito celeste possedesse il corpo della novizia e che dettasse tutti questi preziosi
insegnamenti. 
Gli si domandò a più riprese il suo nome: Io sono, disse egli, di quelli
che salgono e scendono; e una volta: Sono lo spirito di Maria; e più spesso: Sono
Maria, figlia di Maria del Prediletto. Sei Giovanni il discepolo prediletto? No, rispose
con un sorriso ineffabile. Sei un angelo? un secondo sorriso fu la sua unica risposta.

Le domande si moltiplicavano: si sarebbe voluto sapere il nome di questo spirito
misterioso. Notando questa insistenza da parte delle sue compagne, una suora gli
disse: Se sei un angelo, ti manchiamo proprio di rispetto. Gesù, quello rispose, ama i
piccoli, ama i fanciulli. Agnellini, occorre che l'umiltà sia la vostra luce, l'ubbidienza il
vostro cammino, la carità il vostro riparo. 

E, alla Priora: Pastore, quando gli agnelli
non si trovano a loro agio con il confessore e tutte dicono la stessa cosa, ciò significa
che questo confessore non è l'eletto di Dio per voi. Se non vi sono che due o tre agnelli
scontenti, non bisogna tenerne conto, ma trattenere lo stesso confessore».

«Agnellini miei, non pensate che ad amare e servire l'Amato Bene, a morire a tutto,
per vivere distaccate da tutte le cose della terra: per questo avete lasciato il mondo.
Madre Teresa vi dice che non ha istituito il suo Ordine per godere, ma per soffrire.
Madre Teresa vuole gli agnelli distaccati come pietre».

Ecco i mirabili avvertimenti che la novizia, sempre in estasi, diede alle due suore
esterne, davanti alla grata del parlatorio:

«La santa Vergine vi benedice; vi raccomanda di essere sempre molto modeste, molto
raccolte: bisogna essere sempre come in ritiro. 

Madre Teresa vi dice di essere molto
pazienti, sì, soprattutto molto pazienti. Sopportate tutte le contrarietà con dolcezza;
siate caritatevoli tra voi e con tutti. Siate sempre obbedienti: bisogna essere come un
cadavere, come un bastone; fate tutto senza dire niente, non una riflessione.

Se siete fedeli, andrete direttamente da Gesù. Profittate del tempo: tutto passa, tutto
passa sulla terra; il tempo è breve. Praticate la perfezione, producete dei frutti per
Gesù. Siete come i rami di un unico albero: siete due rami che passano oltre. Gesù ama
tutti i rami; guarda con più amore quelli che portano più frutti. Se siete fedeli, sarete
nel cielo più in alto degli agnelli del chiostro, perché avete più occasioni. Le suore
dell'interno pregano e fanno penitenza senza essere disturbate, mentre voi, quante
volte siete impedite di pregare, quando lo vorreste! Quando si viene a suonare, lasciate
tutto, perfino la preghiera; andate immediatamente ove siete chiamate, andatevi con
spirito interiore, con spirito di carità: quest'atto di rinuncia piacerà a Gesù più
di tutto il resto. 
Bisogna soprattutto evitare che le persone di fuori si accorgano che voi
siete contrariate, dovete edificare, dare il buon esempio, perché si giudicherà l'interno
del convento attraverso gli agnelli dell'esterno. Se siete buone, raccolte, perfette, il
vostro esempio farà del bene a tutti. Siate soprattutto umili, non vi scoraggiate mai.

Vi sono delle suore esterne che hanno sempre bisogno di confessarsi. Ciò non è bene;
bisogna che vi sia una regola per tutto. È sufficiente che voi vi confessiate ogni otto
giorni. Se vi accade nell'intervallo di commettere qualche leggera colpa e per questo
fate uno sforzo a comunicarvi, fate un atto di contrizione: Gesù vi perdonerà. Padre
Elia vi raccomanda il silenzio e la carità, bisogna amarvi in Gesù e per Gesù, in Maria
e per Maria.

Dovete lavorare per gli agnelli del chiostro e quelle del chiostro devono lavorare per
voi: non siete che un'unità. Avendo cura degli agnelli dell'interno, voi siete come
Giovanni il discepolo prediletto. Quando Gesù era nella prigione presso Caifa durante
la notte, Giovanni avrebbe desiderato potervi entrare per curare il suo Maestro: non lo
poteva. Obbligato a restare fuori, si teneva il più possibile vicino alla prigione; faceva
tutto ciò che poteva per Gesù. Fate così con gli agnelli che sono dentro».

La santa Vergine era ben lungi dal dimenticare i superiori. «Siate molto unite, dice alle
due madri attraverso la suora in estasi. Siate tutt'uno come questo, diceva la novizia
alzando un dito, allora tutto andrà bene. Satana, geloso, farà allora di tutto per
disunirvi. Voi, Pastore, regolate bene il vostro tempo e ne avrete per tutto. Dirigete gli
agnelli che lo domanderanno. Dio ve li ha dati perché ne abbiate cura. Siate come una
buona madre». 

Avendole la Priora detto che non aveva lumi per dirigere le anime
straordinarie, ebbe questa saggia risposta: «Non temere. Quando una suora viene a
dirti per esempio: Madre mia, durante l'orazione, ho visto la santa Vergine, ho visto
Gesù, essi mi hanno detto la tale e la tale cosa, rispondi a questa suora: Figlia mia,
profitta di ciò che hai visto e sentito, questa grazia deve portare dei frutti; attraverso i
frutti, distinguerai se è una realtà o un'illusione. Quando la suora dopo che le avete
parlato così resta contenta, di a te stessa: È Gesù certamente; ma se si ritrae triste, di: È
Satana».

La Priora pose questa domanda: Se una suora anziana mi domanda di parlare della sua
anima ad una suora più giovane o perfino ad una suora conversa, posso
permetterglielo? «No, le rispose, è una cosa molto pericolosa. Se questo fa del bene
all'una, fa del male all'altra. Tutto ciò non è per niente necessario; tutto ciò non è che
fantasia, e disordine: la Regola e i Superiori bastano per guidare. Che ognuna resti al
suo posto. Quando si agisce diversamente, lo si fa anzitutto per carità, ma Satana non
tarda a servirsene per insuperbire questa religiosa, così consultata. Guai a lei! Vegliate
perché le suore non siano affatto curiose, perché non si leghino con amicizie
particolari».

La Priora aggiunse: Devo accordare spesso delle mortificazioni straordinarie?
«Pastore, le rispose la novizia in estasi, fa attenzione su questo punto: gli agnelli sono
spesso ingannati a questo proposito; Satana li spinge a rivolgerti questa domanda per
farli in seguito cadere, se non osservano la Regola. Quando un agnello insiste per
avere questo permesso, guardati dall'accordarglielo; mortifica piuttosto il desiderio di
mortificazione: questo è bene per gli agnelli; è meglio di tutto. Che le suore osservino
la Regola, che vivano nella semplicità e nell'uniformità».

E quando una suora domanda di non comunicarsi, che devo fare? «Pastore, do-
manda la ragione; se non può dirtela, attendi il confessore. Ma se ti risponde: È per
timore, perché sono indegna, dille: Figlia mia, comunicati. Se insiste per non co-
municarsi, lasciala senza comunione, perché la sua obbedienza non è perfetta.

Pastore, abbi cura di far recitare bene il santo ufficio. Se vedeste gli angeli che cantano
con voi! Desiderate cantare come loro? Pensate che vi aiutano a lodare Dio; questo
pensiero vi incoraggerà. Che tutte le pecorelle stiano al loro posto, che tutte prestino la
loro voce».


mercoledì 30 gennaio 2019

DUE LETTERE DELLA BEATA SUOR MARIA DI GESU' CROCIFISSO - Maria Baouardy -



A Padre Lazzaro, carmelitano 
(suo confessore a Mangalore)


J.M.J.T.
Carmelo del Sacro Cuore di Pau, 7 gennaio 1873

Padre mio,
non crediate che, poiché non ho scritto, vi abbia dimenticato; no, certamente, pensate
un po' se un figlio non dice tutto a suo Padre!
Sapete, Padre mio, che colui il quale ha stabilito il legame è in mezzo a noi? Vi
ricordate quando eravamo entrambi vicino alla grata, voi al di fuori, ed io dentro?
Quando voi avete detto: Ah! Come vorrei soffrire per amore del nostro caro Maestro!
Quanti desideri allora in voi di soffrire! Ecco, che adesso, essi si compiono.
Vi ricordate anche, Padre mio, che quando Nostro Signore si mostra a qualcuno, carico
della sua Croce e coronato di spine, non è certo per gioire? Ma voi lo sapete meglio di
me; voi il perché me lo avete detto spesso.
Vi ricordate anche voi, o Padre mio, un anno e cinque mesi or sono, è stato detto: Se
fosse possibile, la terra si solleverebbe contro di voi. E se voi lo portate generosamente
per amore di Colui che vi ha creato, la vostra prova sarà abbreviata? In quanto a me, il
mio desiderio è che essa sia lunga, lo sapete, o Padre mio!

Una persona domandava a Nostro Signore: Perché la tale persona soffre? L'adorabile
Maestro ha risposto: Perché io la amo. E ai miei discepoli, quelli che ho amato di più
sulla terra, che ricompensa ho loro dato! Sono potentissimo, ma è il migliore amore
che io possa loro dare; non ho altra ricompensa per quelli che amo. Ebbene, Padre
mio, ora la fede è indebolita, la Religione e perfino le comunità più sante sono deboli,
la fede vi si è affievolita; cerchiamo di avere la fede, noi, la fede dei nostri Padri, se
essa si indebolisce dappertutto. 
Non vi meravigliate di tutto ciò che vedete e sentite
oggi, e non vi rammaricate; al contrario, scusiamo tutti. Che cosa ciò comporta? Che
tutti dicano bianco o nero, noi non siamo che ciò che noi siamo davanti a Dio. Perché
turbarci? Lasciamoci giudicare dalle creature; così il Signore non avrà cuore per
giudicarci. Cerchiamo di essere come la meretrice: quando tutti l'hanno giudicata, il
Signore non l'ha condannata. In quanto a me, tutti i giudizi delle creature non mi
hanno turbata, e nemmeno afflitta...

Ebbene, Padre mio, non giudichiamo ora gli altri come siamo stati giudicati. Siamo
giudicati e non giudici. Mi sembra, Padre mio, che il Signore permette tutto ciò che
accade perché si compia la sua parola. È stato detto che non vi avrei mai visto e che
avremmo saputo mai notizie l'uno dell'altro; ma sono le parole degli uomini e Dio ha
detto tutto il contrario.
In quanto a me, da quando vi ho lasciato o che voi mi avete lasciato, non ho avuto mai
alcun rimpianto, né il desiderio di rivedervi; non ho mai rivolto una preghiera a Dio
per sapere vostre notizie.

Quando siete venuto a dirmi che non sareste più ritornato, vi ricordate quello che vi ho
risposto: «Parti, o Padre mio; colui che vi ha dato, vi ha tolto; che il suo santo Nome
sia benedetto»? Non sono io che vi ho scelto, è il buon Dio, e il buon Dio che si è
servito di voi per farmi del bene, può servirsi di altri. Io ve lo avevo detto, credo, una
persona domandò un giorno al Maestro: Devo forse attribuire ad un servitore, che mi
ha fatto del bene, il bene che mi ha fatto?

No, ha detto il maestro; se il servitore è stato fedele, merita la ricompensa, ma non il
ringraziamento che è dovuto al maestro, il quale ha demandato il servitore. Ancora,
Padre mio, se il maestro ha un servo malato e ne manda un altro per curarlo, dopo che
il malato è guarito, a chi deve il ringraziamento e la riconoscenza? Deve il
ringraziamento e la riconoscenza al maestro che ha dato il servitore ed anche un poco
di riconoscenza a questo servitore, perché si è dato la pena di curarlo.

Padre mio, non attendete la vostra ricompensa in questo mondo, no, ma
nell'altro. Io so che voi desiderate per me la felicità e la tranquillità, quaggiù. Ebbene,
io non desidero ciò per voi sulla terra, ma solamente nel cielo.
Padre mio, so che voi soffrite e ve ne scongiuro,per amore del Sommo Bene, scusate
tutto, soffrite tutto. Se vi si spoglia alla vista di tutti, scusateli, soffritelo; e se essi sono
nel bisogno, spogliatevi per vestirli, copriteli col mantello più dolce, più tenero
possibile; fate ciò, ve ne scongiuro più di dieci volte ancora.
Perdonatemi tutto ciò che vi dico, Padre mio, beneditemi e pregate per la vostra
indegna figliuola.
Suor Maria di Gesù Crocifisso

*

J.M.J.T.
Carmelo del Sacro Cuore di Pau, 15 marzo 1873.

Padre mio,
[...] il buon Dio domanda a voi soprattutto due cose. Il Cuore di Dio desidera da voi
ardentemente l'obbedienza e la sottomissione cieca di un bambino appena nato; non
fate una riflessione, ma lasciatevi mettere là dove l'obbedienza vi metterà e siate
sicuro... verranno dei momenti in cui avrete delle tentazioni e delle umiliazioni;
sopportatele con gioia, senza mormorare, e siate sicuro che è necessario che la parola
di Dio si compia; non cade senza frutto; spesso gli uomini fanno tutto il contrario, ma
il Signore è fedele alla sua promessa. Avrete contro di voi delle gelosie; dovunque
sarete, avrete qualcuno per esercitare la vostra pazienza, la vostra
carità. Siate fedele, andate sempre avanti, siate pronto a dare sempre la vostra vita per
quelli che vi faranno soffrire; pensate, non è gran che ciò che farete per essi, in
confronto a ciò che Dio prepara per voi. 

La seconda cosa che il buon Dio vi domanda, è l'umiltà e soprattutto la prudenza.
Permettetemi di dirvelo, non siete abbastanza prudente. Oggi, più che mai, soprattutto
in questo secolo così ingannatore, è rarissimo trovare un cuore retto e sincero.

Oh! Padre mio, piangiamo tutti e due, se lo possiamo, lacrime di sangue di ri-
conoscenza verso Dio per tutto quello che egli ha fatto e tutto ciò che egli è pronto a
fare ancora per noi. Oh! quanto i nostri cuori sono piccoli per amare Gesù! 
Desideriamo continuamente e sinceramente, diciamo spesso: «Signore, vorrei un cuore
più grande del cielo, della terra e del mare, per amarvi. Muoio di compassione per non
avere amato Gesù abbastanza come lo avrei voluto»...

Ve ne scongiuro... lasciate parlare, lasciate dire tutto ciò che si vorrà. Dio è Dio, e tutto
il cielo e tutta la terra si rigireranno per scuotere un'anima che Dio guarda, non
potrebbero fare niente. Non vi dico ciò per me, no! Sono piena di confusione davanti a
Dio, non davanti alle creature, ma davanti al mio Creatore.

Mi si potrebbe dire, come si è già fatto: che io sono per il Cielo e poi che sono per
l'inferno; né l'una cosa né l'altra mi hanno rallegrato né turbato; siamo ciò che siamo
davanti a Dio. L'esilio è breve; non ho che un desiderio, Padre mio: andare a Dio il più
presto possibile e lasciare questa terra, perché temo, vedendo anime così pure, così
sapienti, che hanno fatto delle cadute spaventose; ed io che sono coperta di peccati e di
ignoranza, che ne sarà di me? Oh! domandate al Signore di tirarmi fuori da questa
terra, piuttosto che offenderlo. Oh! no, mille milioni di volte, no! lo non vorrei
offenderlo! piuttosto morire!... Scusate, Padre mio, per questa brutta lettera che vi
scrivo; perdonatemi, beneditemi, domandate senza posa a Gesù che mi
custodisca tutta per lui.

La Vostra indegna figliuola.
Suor Maria di Gesù Crocifisso


AMDG et DVM

lunedì 26 febbraio 2018

Vieni, andiamo a svegliare il Mondo

Beata Maria Baouardy ossia
Suor Maria di Gesù Crocifisso

Canti all'amato Signore

   Madre, il mondo intero dorme. E Dio, così pieno di bontà, così grande, così degno di lode, è dimenticato. Nessuno pensa a Lui. La natura Lo loda, il cielo, le stelle, gli alberi, l'erba, tutto Lo loda. Solo l'uomo, che conosce i Suoi benefici, l'uomo che dovrebbe lodarLo, dorme. Vieni, andiamo a svegliare il mondo.

AMDG et DVM

domenica 7 gennaio 2018

La Sacra Famiglia

A.D. 18 - Terzo Millennio d. C.

Il prete all’altare

Vidi un prete celebrare la Messa. Erano accese tre candele. Mi parve che su di ognuna ci fossero scritte delle lettere d’oro. Quelle della prima candela dicevano:  povertà; quelle della seconda: castità; e quelle della terza: ubbidienza.

Capii che le tre candele simboleggiavano anche la Sacra Famiglia:
la candela della povertà, S. Giuseppe;
quella della castità, Maria;
e quella dell’obbedienza, Gesù.


Compresi nel profondo del mio animo che, quando si vuole raggiungere Dio e stare dinanzi a Lui, ci si deve nascondere dietro alle tre fiamme che si trovano tra noi e Dio: solo allora si produrrà in noi ricchezza infinita, felicità infinita, e autorità illimitata.
Beata Maria di Gesù Crocifisso (1846-1878)

AMDG et DVM et SJ

venerdì 3 novembre 2017

Ricordati, ricordati, ricordati, il bene di tutta la tua vita

MIRIAM BAOUARDY 

MARIA DI GESÙ CROCIFISSO

  • Maria di Gesù Crocifisso
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Miriam Baouardy, Maria di Gesù Crocifisso, nacque a Ibillin in Galilea il 5 gennaio 1846. 





Miriam Baouardy, Maria di Gesù Crocifisso, nacque a Ibillin in Galilea il 5 gennaio 1846. 
I suoi genitori, cristiani maroniti, erano poveri e molto provati per la difficile coabitazione con le altre culture non cristiane. 
Il padre, Giorgio Baouardy, fu incarcerato dalla polizia ottomana con la falsa accusa di omicidio e recluso a san Giovanni d’Acri; poi, riconosciuta l’innocenza, poté ritornare in famiglia. Ma per l’umiliazione subita proprio nella città della sua comunità maronita, decisero di trasferirsi a Ibillin. 
Un’esperienza analoga al padre accadrà poi anche a Miriam qualche anno più tardi quando vide arrivare due uomini per arrestarla e gettarla in carcere, dove maltrattata venne accusata falsamente di furto di diamanti.
Quella di Miriam era una famiglia che soffriva per la perdita di ben dodici figli. 
La madre di lei (Mariam Cahynn), molto credente, con il papà Giorgio, decisero di andare a piedi a Betlemme (170 Km) a pregare nella basilica della natività per chiedere al buon Dio il dono dei figli. Arrivarono Miriam e Boulos! 
Più tardi il papà Giorgio si ammalò e in punto di morte affidò i due piccoli a san Giuseppe: “O grande santo, eccoti mia figlia, la santa Vergine è sua madre, degnati di vegliare su di lei, sii suo padre”. 
Un anno dopo muore anche la madre, Miriam aveva 4 anni. Il fratello Paolo fu adottato da una zia materna e andò ad abitare a Tarshisha mentre Miriam fu adottata dai Baouardy e andò ad abitare presso uno zio paterno. Miriam e Paolo, cosa davvero straziante, non si videro mai più.
Anche se gli zii non le facevano mancare nulla soffriva terribilmente la perdita dei suoi familiari. Questo vuoto affettivo la spinse a cercare il calore della sicurezza materna nella devozione alla Vergine Maria. 
Lei curava con particolare attenzione l’angolo della casa, con fiori e decorazioni, dove vi era l’icona della Vergine e digiunava ogni sabato in suo onore. 
Una cosa analoga accadde a Teresa d’Avila all’età di dodici anni (cf. Vita, 1, 7) e a Santa Teresa di Lisieux quando scelsero Maria per Madre. L’usanza orientale del tempo non prevedeva l’istruzione per le bambine, perciò Miriam non imparò mai a leggere e a scrivere, ma sviluppò la capacità di meditare gli eventi della sua vita, leggendo il libro della natura, imparando a memoria le preghiere, ascoltando i sermoni dei sacerdoti, ecc...
Cresciuta a servizio dello zio paterno a 13 anni fu promessa sposa ad un giovane che le aveva procurato la dote, ma lei, volendo per sé una vita di consacrazione, si presentò alla cerimonia senza abiti nuziali, irsuta, con la testa rasata e i capelli tagliati su un vassoio. 
Questo gesto nella cultura araba è un affronto pesante. Ciò provocò l’ira dello zio che la costrinse ai lavori di servitù, mentre il confessore non le accordò più l’assoluzione dei peccati, creando una certa confusione nel cuore di quella semplice adolescente.
Presa dal desiderio di rivedere Boulos cercò di raggiungere Nazareth. Per questo chiese aiuto ad un arabo che lavorava con lei presso lo zio. Ma nella fuga avvenne un fatto spiacevole. L’arabo mussulmano, con la famiglia cercò di islamizzarla a forza. Miriam oppose un chiaro rifiuto: “Mussulmana io? Mai!” La sua risposta incattivì l’uomo che la prese a calci con violenza. Stramazzata a terra, con una scimitarra, l’arabo le tagliò la gola, era l’8 settembre 1859. Avvolta dentro un lenzuolo il mussulmano lasciò il suo corpo di notte al margine di una strada:
Mi sono ritrovata in cielo, ho visto la santa Vergine, gli angeli, i santi accogliermi con grande bontà, e ho visto i miei genitori in loro compagnia. Vedevo il trono stupendo della santissima Trinità, Gesù Cristo nostro Signore nella sua umanità, non più sole, non più luce, ma tutto brillava di chiarore. Allora qualcuno mi disse: è vero tu sei vergine, ma il tuo libro non è ancora terminato”.2
Poi la visione sparì e lei si svegliò in una grotta distesa su un lettuccio. Vide una giovane silenziosa e bellissima, con un velo azzurro, che la curava con amore; 16 anni dopo un medico francese notò che le mancavano alcuni anelli alla trachea e che senza un miracolo non avrebbe potuto vivere. 
Al termine del periodo di cure quella giovane bellissima le preparò un buonissima minestra e rivolgendosi a Miriam che aveva fame le disse:
“È abbastanza per il momento, ricordati bene Miriam, di non fare come quelle persone che pensano di non avere mai abbastanza di qualunque cosa, dì sempre: è assai, e il buon Dio che vede tutto vi provvederà. 
Sii sempre contenta, malgrado ciò che dovrai soffrire, e Dio così buono, ti invierà tutto ciò che ti sarà necessario: ricordati, ricordati, ricordati, il bene di tutta la tua vita, non ascoltare mai la voce del demonio, diffidane, perché è molto astuto. Quando domanderai qualcosa al buon Dio non te la concederà subito, per provare la tua fiducia e vedere se lo ami lo  stesso, e poi, più tardi, te l’accorderà se sarai sempre contenta e l’amerai. 
Miriam, Miriam, non dimenticare le grazie che Dio ti ha fatto. Quando qualche sofferenza ti capiterà pensa: è il buon Dio che me lo chiede. Sii sempre piena di carità verso il prossimo, devi amarlo più di te stessa. 
Non vedrai più i tuoi parenti, e ti farai religiosa, non resterai nel primo convento dove entrerai, ma andrai in un altro dove farai professione, e tre anni dopo morirai”.3
Ancora debole la giovane bellissima la esortò a confessarsi e quando Miriam usci dalla chiesa quella bella signora non c’era più! Miriam ha soli 13 anni, non ha più nessuno, forse li realizza quando si è soli sulla terra! Non può tornare dai parenti che per la vergogna si trasferirono, non sa leggere, non sa scrivere, ha solo un filo di voce per chiedere aiuto e un po' di forza per fare lavori di fatica e di pulizia nelle famiglie e tra i poveri.
A 17 anni si trasferì a Marsiglia a servizio presso una famiglia siriana; voleva però entrare in convento. Fu inizialmente accolta presso le suore di san Giuseppe. Analfabeta, Miriam, poteva solo svolgere lavori di fatica. Ma cominciarono fenomeni estatici e dal 29 marzo 1867 ogni giovedì e il venerdì le mani, i piedi e il costato cominciarono a sanguinare motivo per il quale fu indirizzata a un monastero di vita contemplativa. Entrò nel Carmelo di Pau e fu presentata alla maestra delle novizie. Suor Veronica disse di lei: “Questa piccola araba è obbediente fino al miracolo
Fu favorita di grandi carismi dello Spirito Santo; l’umiltà e la preghiera la sostennero sempre nella dura lotta spirituale. La piccola Miriam amava i poveri per i quali andava a chiedere l’elemosina. Nel 1869 in India a Ban-galore fondò un Carmelo, là Miriam soffrì le incomprensioni del vescovo e delle consorelle e a motivo delle stigmate fu violentemente vessata da satana. 
Due anni dopo con il permesso di Pio IX fondò un Carmelo anche a Betlemme. 
Miriam aveva un particolare messaggio di Gesù sullo Spirito Santo che fece pervenire per lettera a Papa Pio IX: “Nell’intera Chiesa deve stabilirsi la devozione allo Spirito Santo e l’uso che ogni prete una volta al mese celebri la Messa dello  Spirito Santo”, ma i tempi non erano maturi. In estasi vide l’elezione di Leone XIII che fu il papa dello Spirito Santo. La piccola “Qedise” (santa) morì a soli 33 anni. 
I messaggi sullo Spirito Santo che Gesù le dava la uniscono alla B. Elena Guerra nella grazia missionaria. Giovanni Paolo II la beatificò il 13 Novembre 1983. La memoria liturgica si celebra il 26 Agosto. 
Beata Elena Guerra (+1917) e ancor prima Beata Maria di Gesù Crocifisso (+1878) furono gli strumenti che Dio suscitò per riportare nella Chiesa Cattolica il culto dovuto allo Spirito Santo.

Nocola Sozzi, O.Carm.
Note
1    Cit. in Vie merveilleuse de Soeur Marie de Jesus Crucifiè, religeuse carmelite de voile blatte, Premier sejour au Car- mel de Pau, Montpellier, imprimerle Louis Groiller, 1903, p.2; da qui in poi abbreviata in Vie merveilleuse.
2    Vie merveilleuse, p. 11.
3    Vìe merveilleuse, p. 12-13.
AMDG et BVM

venerdì 14 luglio 2017

Su ogni via trovi il miele...


Il Pastore dice: “approfittate del tempo! La vita è così breve. Fate come le api. Da ogni fiore estraggono un po’ di miele. Lo estraggono dappertutto. Anche tu dovresti sempre occuparti nell’estrarre il miele. Estrailo dalla spina, dalla rosa. La spina è sofferenza, noia, tristezza, prova. La rosa è gioia e consolazione, Su ogni via trovi il miele, ma soprattutto sulle spine”. 

B.Maria Baouardy

AMDG et BVM

domenica 16 ottobre 2016

*MIRABILE LETTERA di Suor Maria di Gesù Crocifisso

B. Maria Baouardy
A Padre Lazzaro, carmelitano 
(suo confessore a Mangalore)
J.M.J.T.

Carmelo del Sacro Cuore di Pau, 7 gennaio 1873

Padre mio,
non crediate che, poiché non ho scritto, vi abbia dimenticato; no, certamente, pensate un po' se un figlio non dice tutto a suo Padre!
Sapete, Padre mio, che colui il quale ha stabilito il legame è in mezzo a noi? Vi ricordate quando eravamo entrambi vicino alla grata, voi al di fuori, ed io dentro? Quando voi avete detto: Ah! Come vorrei soffrire per amore del nostro caro Maestro! Quanti desideri allora in voi di soffrire! Ecco, che adesso, essi si compiono.
Vi ricordate anche, Padre mio, che quando Nostro Signore si mostra a qualcuno, carico della sua Croce e coronato di spine, non è certo per gioire? Ma voi lo sapete meglio di me; voi il perché me lo avete detto spesso.
Vi ricordate anche voi, o Padre mio, un anno e cinque mesi or sono, è stato detto: Se fosse possibile, la terra si solleverebbe contro di voi. E se voi lo portate generosamente per amore di Colui che vi ha creato, la vostra prova sarà abbreviata? In quanto a me, il mio desiderio è che essa sia lunga, lo sapete, o Padre mio!
Una persona domandava a Nostro Signore: Perché la tale persona soffre? L'adorabile Maestro ha risposto: Perché io la amo. E ai miei discepoli, quelli che ho amato di più sulla terra, che ricompensa ho loro dato! Sono potentissimo, ma è il migliore amore che io possa loro dare; non ho altra ricompensa per quelli che amo. Ebbene, Padre mio, ora la fede è indebolita, la Religione e perfino le comunità più sante sono deboli, la fede vi si è affievolita; cerchiamo di avere la fede, noi, la fede dei nostri Padri, se essa si indebolisce dappertutto. Non vi meravigliate di tutto ciò che vedete e sentite oggi, e non vi rammaricate; al contrario, scusiamo tutti. Che cosa ciò comporta? Che tutti dicano bianco o nero, noi non siamo che ciò che noi siamo davanti a Dio. Perché turbarci? Lasciamoci giudicare dalle creature; così il Signore non avrà cuore per giudicarci. Cerchiamo di essere come la meretrice: quando tutti l'hanno giudicata, il Signore non l'ha condannata. In quanto a me, tutti i giudizi delle creature non mi hanno turbata, e nemmeno afflitta...

Ebbene, Padre mio, non giudichiamo ora gli altri come siamo stati giudicati. Siamo giudicati e non giudici. Mi sembra, Padre mio, che il Signore permette tutto ciò che accade perché si compia la sua parola. è stato detto che non vi avrei mai visto e che avremmo saputo mai notizie l'uno dell'altro; ma sono le parole degli uomini e Dio ha detto tutto il contrario.
In quanto a me, da quando vi ho lasciato o che voi mi avete lasciato, non ho avuto mai alcun rimpianto, né il desiderio di rivedervi; non ho mai rivolto una preghiera a Dio per sapere vostre notizie.
Quando siete venuto a dirmi che non sareste più ritornato, vi ricordate quello che vi ho risposto: «Parti, o Padre mio; colui che vi ha dato, vi ha tolto; che il suo santo Nome sia benedetto»? Non sono io che vi ho scelto, è il buon Dio, e il buon Dio che si è servito di voi per farmi del bene, può servirsi di altri. Io ve lo avevo detto, credo, una persona domandò un giorno al Maestro: Devo forse attribuire ad un servitore, che mi ha fatto del bene, il bene che mi ha fatto?

No, ha detto il maestro; se il servitore è stato fedele, merita la ricompensa, ma non il ringraziamento che è dovuto al maestro, il quale ha demandato il servitore. Ancora, Padre mio, se il maestro ha un servo malato e ne manda un altro per curarlo, dopo che il malato è guarito, a chi deve il ringraziamento e la riconoscenza? Deve il ringraziamento e la riconoscenza al maestro che ha dato il servitore ed anche un poco di riconoscenza a questo servitore, perché si è dato la pena di curarlo.

Padre mio, non attendete la vostra ricompensa in questo mondo, no, ma nell'altro. Io so che voi desiderate per me la felicità e la tranquillità, quaggiù. Ebbene, io non desidero ciò per voi sulla terra, ma solamente nel cielo.

Padre mio, so che voi soffrite e ve ne scongiuro,per amore del Sommo Bene, scusate tutto, soffrite tutto. Se vi si spoglia alla vista di tutti, scusateli, soffritelo; e se essi sono nel bisogno, spogliatevi per vestirli, copriteli col mantello più dolce, più tenero possibile; fate ciò, ve ne scongiuro più di dieci volte ancora.

Perdonatemi tutto ciò che vi dico, Padre mio, beneditemi e pregate per la vostra indegna figliuola.


Suor Maria di Gesù Crocifisso

AMDG et BVM