L'araldo del gran re. Omelia di Joseph Ratzinger i...: Il 12° volume dell'Opera Omnia di Joseph Ratzinger "Annunciatori della Parola e Servitori della vostra gioia" L'araldo...
"Dignare me laudare Te Virgo sacrata. Da mihi virtutem contra hostes tuos". "Corda Iésu et Marìae Sacratìssima: Nos benedìcant et custòdiant".
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venerdì 30 settembre 2022
Il Blog di Raffaella. Riflessioni e commenti fra gli Amici di Benedetto XVI: L'araldo del gran re. Omelia di Joseph Ratzinger i...
Il Blog di Raffaella. Riflessioni e commenti fra gli Amici di Benedetto XVI:
lunedì 19 novembre 2012
ECCE AGNUS DEI, REX NOSTER IN AETERNUM
ASSALITO DAI BRIGANTI,
É GETTATO NELLA NEVE,
FRANCESCO POI SI APPLICA A SERVIRE I LEBBROSI
346 16. Vestito di cenci, colui che un tempo si adornava di abiti purpurei, se ne va per una
selva, cantando le lodi di Dio in francese Ad un tratto, alcuni manigoldi si precipitano
su di lui, domandandogli brutalmente chi sia. L'uomo di Dio risponde impavido e sicuro:
«Sono l'araldo del gran Re; vi interessa questo?». Quelli lo percuotono e lo gettano in una
fossa piena di neve, dicendo: «Stattene lì, zotico araldo di Dio!». Ma egli, guardandosi
attorno e scossasi di dosso la neve, appena i briganti sono spariti balza fuori dalla fossa e,
tutto giulivo, riprende a cantare a gran voce, riempiendo il bosco con le lodi al Creatore di
347 Finalmente arriva ad un monastero, dove rimane parecchi giorni a far da sguattero
di cucina. Per vestirsi ha un semplice camiciotto e chiede per cibarsi almeno un po' di
brodo; ma non trovando pietà e neppure qualche vecchio abito, riparte, non per sdegno,
ma per necessità, e si porta nella città di Gubbio. Qui da un vecchio amico riceve in dono
una povera tonaca. Qualche tempo dopo, divulgandosi ovunque la fama di Francesco, il
priore di quel monastero, pentitosi del trattamento usatogli, venne a chiedergli perdono,
in nome del Signore, per sé e i suoi confratelli.
348 I7. Poi, come vero amante della umiltà perfetta, il Santo si reca tra i lebbrosi e vive
con essi, per servirli in ogni necessità per amor di Dio. Lava i loro corpi in decomposizione
e ne cura le piaghe virulente, come egli stesso dice nel suo Testamento: «Quando era
ancora nei peccati, mi pareva troppo amaro vedere i lebbrosi, e il Signore mi condusse tra
loro e con essi usai misericordia». La vista dei lebbrosi infatti, come egli attesta, gli era
prima così insopportabile, che non appena scorgeva a due miglia di distanza i loro
ricoveri, si turava il naso con le mani. Ma ecco quanto avvenne: nel tempo in cui aveva già
cominciato, per grazia e virtù dell'Altissimo, ad avere pensieri santi e salutari, mentre
viveva ancora nel mondo, un giorno gli si parò innanzi un lebbroso: fece violenza a se
stesso, gli si avvicinò e lo baciò Da quel momento decise di disprezzarsi sempre più,
finché per la misericordia del Redentore ottenne piena vittoria.
349 Quand'era ancora nel mondo e viveva vita mondana, egli si occupava dei poveri,
li soccorreva generosamente nella loro indigenza e aveva affetto di compassione per tutti gli afflitti. Una volta, che aveva respinto malamente, contro la sua abitudine, poiché era molto
cortese, un povero che gli aveva chiesto l'elemosina, pentitosi subito, ritenne vergognosa
villania non esaudire le preghiere fatte in nome di un Re così grande. Prese allora la
risoluzione di non negar mai ad alcuno, per quanto era in suo potere, qualunque cosa gli
fosse domandata in nome di Dio. E fu fedele a questo proposito, fino a donare tutto se
stesso, mettendo in pratica anche prima di predicarlo il consiglio evangelico: Dà a chi ti
domanda qualcosa e non voltar le spalle a chi ti chiede un prestito (Mt 5,42).
AVE MARIA PURISSIMA!
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