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mercoledì 16 novembre 2022

AMMONIZIONI

Della vera e perfetta letizia

dei Frati Minori

Quantunque i Frati Minori in ogni luogo diano buon esempio di gran santità ed edificazione, quivi però non è perfetta letizia. 

E benché il Frate Minore illumini i ciechi, distenda gli attratti, scacci i démonii, renda l'udire ai sordi, l'andare ai zoppi,il parlare ài muti, e, che è maggior cosa, risusciti un morto di quattro di; in ciò non è perfetta letizia. 

Sebbene il Frate Minore sapesse le lingue di tutte le nazioni, e tutte le scienze e le scritture, sicché sapesse profetare, e rivelare non solamentele cose future, ma ancora i segreti delle altrui coscienze; non è ivi perfetta letizia. 

Se il FrateMinore parli con lingua d'Angelo, e sappia i corsi delle stelle, e le virtù delle erbe, e siangli rivelati tutti i tesori della terra ; e se conoscesse le virtù e le proprietà degli uccelli, de' pesci, degli animali, degli uomini, delle radici, delle pietre, degli alberie delle acque; ivi non è perfetta letizia. 

E se il Frate Minore sapesse cosi solennemente predicare,che convertisse alla Fede tutti gl'infedeli; in ciò non è perfetta letizia.  

Ma quando arriveremo a S. Maria degli Angeli cosi bagnati per la pioggia,e agghiacciai;i dal freddo , imbrattati ancora di fango e atìitti dalla fame , e picchieremo alla porta del luogo; e il portinaio verrà adirato, dicendo: Ghi siete voi? E noi risponderemo: Siamo due de' vostri Frati. E quegli al contrario dicesse: Anzi siete due ribaldi, che andate girando pel móndo, rubando le limosine de' poveri; - e non ci aprisse, ma ci facesse stare alla neve e all'acqua, allegrezza nel patir volentieri obbrobri! e dolori par amor di Dio, col freddo e colla fame insino a notte: 

allora senói pazientemente tollereremo tante ripulse ed ingiurie senza turbarcene e mormorarne; e penseremo umilmente e con carità, che quél portinaio ci conosce davvero, è che Dio il muove a parlare contro di noi: scrivi, che qui è perfetta letizia.

E se noi continueremo a picchiare, e quél "portinaio esca fuori contro di noi come importuni, ed asprissimamente ci schiaffeggi, dicendo : Partitevi di qua, poltroni vilissimi, e andate all'ospedale: che chi siete voi? qui. nulla affatto mangerete. -E se noi sopporteremo pazientemente queste cose, e ingiuriati perdoneremo con amore e di  tuttocuore; scrivi, che quivi è perfetta letizia.


E se noi angustiati da ogni parte, stimolando la fame, affliggendo il freddo, avvicinandosi dì più la notte, picchieremo, grideremo, e col pianto faremo istanza, che ci apra; e quegli andatone incollera dirà :' Costoro sono uomini sfacciatissimi e protervi; gli acquieterò io. Ed uscendo fuori con un nodoso bastone e prendendoci pel cappùccio ci getterà a terrà sopra il fango e la neve, e così fieramente ci batterà col predetto bastone, da ricoprirci tutti  di  piaghe; se tanti mali trattamenti, se tante ingiurie e percosse sopportiamo con allegrézza, pensando che dobbiamo tollerare e soffrire le pene di Cristo benedetto; scrivi, e nota con diligenza, che qui è perfetta letizia: ed ascolta la conclusione. 

Fra tutti i doni dello Spirito Santo,che Cristo ha concèsso e concederà a' suoi servi, il principale è di vincere se stesso, e di sostenere volentieri gli obbrobrii per Iddio e per amor di Dio. Perocché in tutte le cose ammirabili sopraddette noi non possiamo gloriarci; perchè non sono nostre, ma di Dio. Infatti  « che hai tu, che non lo abbi, ricevuto? E se lo hai ricevuto , perchè tene gìorii, come se non l'avessi ricevuto? » 1 Cor. 4, 7

Ma nella croce della tribolazione e dell' afflizione ci pssiamo .gloriare , perocchè questo è nostro. E perciò disse l'Apostolo : <Lungi, da me il gloriarmi di altro, che della croce del nostro Signore> Galat. VI, 11



AMDG et DVM

lunedì 5 ottobre 2020

Quelle cose che sono perfetta letizia

 


CAPITOLO VIII

Come andando per cammino santo Francesco e frate Leone, gli spuose quelle cose che sono perfetta letizia.

1836. 

Venendo una volta santo Francesco da Perugia a santa Maria degli Angioli con frate

Lione a tempo di verno, e 'l freddo grandissimo fortemente il crucciava, chiamò frate Lione

il quale andava innanzi, e disse così: « Frate Lione, avvegnadiochè li frati Minori in ogni

terra dieno grande esempio di santità e di buona edificazione, nientedimeno scrivi e nota

diligentemente che non è quivi perfetta letizia ». 


E andando più oltre santo Francesco, il

chiamò la seconda volta: « O frate Lione, benchè il frate Minore allumini li ciechi e distenda

gli attratti, iscacci le dimonia, renda l' udire alli sordi e l' andare alli zoppi, il parlare alli

mutoli e, ch'è maggiore cosa, risusciti li morti di quattro dì; iscrivi che non è in ciò perfetta

letizia ». 


E andando un poco, santo Francesco grida forte: « O frate Lione, se 'l frate Minore

sapesse tutte le lingue e tutte le scienze e tutte le scritture, sì che sapesse profetare e rivelare,

non solamente le cose future, ma eziandio li segreti delle coscienze e delli uomini; iscrivi che non è in ciò perfetta letizia ». 


Andando un poco più oltre, santo Francesco chiamava ancora forte: « O frate Lione, pecorella di Dio, benchè il frate Minore parli con lingua d'Agnolo e

sappia i corsi delle istelle e le virtù delle erbe, e fussongli rivelati tutti li tesori della terra, e

conoscesse le virtù degli uccelli e de' pesci e di tutti gli animali e delle pietre e delle acque;

iscrivi che non è in ciò perfetta letizia ». 


E andando ancora un pezzo, santo Francesco

chiamò forte: « O frate Lione, benchè 'l frate Minore sapesse sì bene predicare, che

convertisse tutti gl' infedeli alla fede di Cristo; iscrivi che non è ivi perfetta letizia ».


           E durando questo modo di parlare bene di due miglia, frate Lione con grande

ammirazione il domandò e disse: « Padre, io ti priego dalla parte di Dio che tu mi dica dove

è perfetta letizia ». 

E santo Francesco si gli rispuose: « Quando noi saremo a santa Maria

degli Agnoli, così bagnati per la piova e agghiacciati per lo freddo e infangati di loto e afflitti 

di fame, e picchieremo la porta dello luogo, e 'l portinaio verrà adirato e dirà: Chi siete voi?

e noi diremo: Noi siamo due de' vostri frati; e colui dirà: Voi non dite vero, anzi siete due

ribaldi ch' andate ingannando il mondo e rubando le limosine de' poveri; andate via; e non

ci aprirà, e faracci stare di fuori alla neve e all' acqua, col freddo e colla fame infino alla

notte; allora se noi tanta ingiuria e tanta crudeltà e tanti commiati sosterremo pazientemente

sanza turbarcene e sanza mormorare di lui, e penseremo umilemente che quello portinaio

veramente ci conosca, che Iddio il fa parlare contra a noi; o frate Lione, iscrivi che qui è

perfetta letizia. 


E se anzi perseverassimo picchiando, ed egli uscirà fuori turbato, e come

gaglioffi importuni ci caccerà con villanie e con gotate dicendo: Partitevi quinci, ladroncelli

vilissimi, andate allo spedale, chè qui non mangerete voi, nè albergherete; se noi questo

sosterremo pazientemente e con allegrezza e con buono amore; o frate Lione, iscrivi che

quivi è perfetta letizia. 


E se noi pur costretti dalla fame e dal freddo e dalla notte più

picchieremo e chiameremo e pregheremo per l' amore di Dio con grande pianto che ci apra

e mettaci pure dentro, e quelli più scandolezzato dirà: Costoro sono gaglioffi importuni, io li

pagherò bene come son degni; e uscirà fuori con uno bastone nocchieruto, e piglieracci per

lo cappuccio e gitteracci in terra e involgeracci nella neve e batteracci a nodo a nodo con

quello bastone: se noi tutte queste cose sosterremo pazientemente e con allegrezza,

pensando le pene di Cristo benedetto, le quali dobbiamo sostenere per suo amore; o frate

Lione, iscrivi che qui e in questo è perfetta letizia. 


E però odi la conclusione, frate Lione. Sopra tutte le grazie e doni dello Spirito Santo, le quali Cristo concede agli amici suoi, si è di vincere se medesimo e volentieri per lo amore di Cristo sostenere pene, ingiurie e obbrobri e disagi; imperò che in tutti gli altri doni di Dio noi non ci possiamo gloriare, però che non sono nostri, ma di Dio, onde dice l'Apostolo: Che hai tu, che tu non abbi da Dio? e se tu l' hai avuto da lui, perchè te ne glorii, come se tu l' avessi da te? Ma nella croce della tribolazione e dell'afflizione ci possiamo gloriare, però che dice l'Apostolo: Io non mi voglio gloriare se non nella croce del nostro Signore Gesù Cristo >>.

 A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen. 

https://www.assisiofm.it/uploads/221-Fioretti%20di%20san%20Francesco.pdf


AMDG et DVM

sabato 22 settembre 2018

La perfetta letizia

…dai grandi testi della Chiesa: «I fioretti di S. Francesco d’Assisi»

Risultati immagini per immagini della perfetta letizia dei fioretti di san francesco


Era una giornata d’inverno molto fredda. Pioveva e soffiava un vento gelido. San Francesco e
frate Leone venivano a piedi da Perugia a Santa Maria degli Angeli. Ad un tratto san
Francesco si fermò, chiamò frate Leone, che si trovava qualche passo più avanti, e gli disse:
«O frate Leone, anche se i frati minori dessero in ogni terra grande esempio di santità, scrivi e
tieni bene a mente che non sarebbe in questo la perfetta letizia».

Proseguirono la strada e, dopo un poco, per la seconda volta san Francesco chiamò frate
Leone: «O frate Leone, se anche i frati minori potessero ridare la vista ai ciechi, l’udito ai
sordi e la parola ai muti, guarire gli storpi e gli zoppi, e, cosa maggiore di tutte, risuscitare un
morto da quattro giorni, scrivi che non sarebbe in ciò la perfetta letizia».

Ripreso il cammino, ancora san Francesco si fermò e gridò forte: «O frate Leone, se il frate
minore conoscesse tutte le lingue del mondo e possedesse tutta la scienza tanto da saper fare
profezie e rivelare i segreti delle coscienze e degli animi, scrivi che nemmeno in ciò sarebbe
la perfetta letizia.

Andato un poco più oltre, san Francesco chiamò ancora con forza frate Leone: «O frate
Leone, pecorella di Dio, per quanto il frate minore parli in una lingua angelica e conosca il
corso delle stelle e le proprietà delle erbe e tutti i tesori della terra e tutti gli uccelli, i pesci e
gli altri animali e gli alberi, le pietre, le radici, le acque, tuttavia scrivi che neppure in questo
sarebbe la perfetta letizia.»

Fecero ancora un po’ di strada e san Francesco, di nuovo fermatosi, continuò: «O frate Leone,
anche se i frati minori sapessero predicare così bene da convertire tutti gli infedeli alla fede di
Cristo, scrivi che neppure qui sarebbe perfetta letizia».

E siccome questo modo di parlare durava da ben due miglia, frate Leone, meravigliato da
queste parole, chiese allora a Francesco: «Padre, io ti prego in nome di Dio: dimmi dove è
perfetta letizia». 

San Francesco gli rispose: «Quando noi arriveremo al nostro convento di
Santa Maria degli Angeli, e, bagnati di pioggia, gelati per il freddo, infangati e pieni di fame,
busseremo alla porta e il portinaio, verrà adirato a chiederci “Chi siete voi?”, e diremo “Noi
siamo due vostri confratelli!”, ma questi ci risponderà “Voi mentite, anzi siete dei briganti,
che andate per il mondo a ingannare e rubare le elemosine dei poveri”, cosicché non ci farà
entrare e ci costringerà a stare fuori per tutto il giorno e la notte sotto la pioggia e la neve, ma
noi sopporteremo con pazienza e senza protestare e arrabbiarci la sua crudeltà, presumendo
che non ci abbia riconosciuti, scrivi che qui è perfetta letizia. 

Risultati immagini per immagini della perfetta letizia dei fioretti di san francesco

E se riproveremo più volte a
chiedere al guardiano di aprirci la porte e costui dapprima ci caccerà con parolacce e ceffoni,
e poi alla nostra insistenza risponderà picchiandoci duramente, e noi riusciremo a sopportare
tutto questo pensando alle pene subite dal Cristo Signore, scrivi che qui è perfetta letizia. 

E
ora, frate Leone, ascolta la conclusione: il dono più grande che Cristo può concederci è di
vincere noi stessi e saper sopportare per amor suo disagi, dolori, insulti. Solo di questa nostra
capacità ci possiamo gloriare, perché tutto il resto appartiene a Dio.»

Estratti in italiano contemporaneo da un testo della prima metà del 1300


AVE MARIA PURISSIMA!

domenica 5 marzo 2017

Perfetta letizia!

*
GESU’ disse:
“Beati voi, quando sarete odiati e perseguitati; 
non resterà 
alcun luogo, 
dove sarete stati perseguitati”
Tommaso (68)

AMDG et BVM

domenica 25 novembre 2012

...scrivi che qui è perfetta letizia.


LA PERFETTA LETIZIA
(dai Fioretti di San Francesco)

Venendo una volta santo Francesco da Perugia a Santa Maria degli Angeli con frate Leone

a tempo di verno, e il freddo grandissimo fortemente il cruciava, chiamò frate Leone il
quale andava un poco innanzi, e disse così: "Frate Leone, avvegna dio ch’e frati minori in
ogni terra dieno grande esempio di santità e buona edificazione, nondimeno scrivi, e nota
diligentemente, che non è ivi perfetta letizia".

E andando più oltre, santo Francesco il chiamò la seconda volta: "O frate Leone, benché ‘l

frate minore illumini i ciechi, distenda gli attratti, cacci i demoni, renda l’udire a’ sordi,
l’andare a’ zoppi, il parlare a’ mutoli e (maggior cosa è) risusciti il morto di quattro dì,
scrivi che non è in ciò perfetta letizia".

E andando un poco, santo Francesco grida forte: "O frate Leone, se ‘l frate minore sapesse

tutte le lingue e tutte le scienzie e tutte le scritture, sì ch’e sapesse profetare e rivelare non
solamente le cose future, ma eziandio i segreti delle coscienzie e degli animi, scrivi che non
è in ciò perfetta letizia".

Andando un poco più oltre, santo Francesco ancora chiamò forte: "O frate Leone, pecorella

di Dio, benché ‘l frate minore parli con lingua d’angeli e sappi i corsi delle stelle e le virtù
dell’erbe e fossongli rivelati tutti i tesori della terra e cognoscesse le nature degli uccelli e
de’ pesci e di tutti gli animali e degli uomini e degli arbori e delle pietre e delle radici e
dell’acque, scrivi che non ci è perfetta letizia".

E andando anche un pezzo, santo Francesco chiama forte: "O frate Leone, benché ‘l frate

minore sapesse sì bene predicare, che convertisse tutti gl’infedeli alla fede di Cristo, scrivi
che non è ivi perfetta letizia".

E durando questo modo di parlare bene due miglia, frate Leone con grande ammirazione il

domandò, e disse: "Padre, io ti prego dalla parte di Dio, che tu mi dica ove è
perfetta letizia". E santo Francesco gli rispuose. "Quando noi giugneremo a Santa Maria
degli Angeli, così bagnati per la piova e agghiacciati per lo freddo e infangati di loto e
afflitti di fame, e picchieremo la porta del luogo, e '1 portinaio verrà adirato e dirà: "Chi
siete voi?" e noi diremo: "Noi siamo due de' vostri frati" e colui dirà: "Voi non dite vero:
anzi siete due ribaldi, che andate ingannando il mondo e rubando le limosine de' poveri;
andate via", e non ci aprirà, e faracci stare di fuori alla neve e all'acqua, col freddo e colla
fame, infino alla notte; allora, se noi tante ingiurie e tanta crudeltà e tanti
commiati sosterremo pazientemente sanza turbazione e sanza
mormorazione, e penseremo umilemente e caritativamente che quel
portinaio veracemente ci cognosca e che Iddio il faccia parlare contra noi, o
frate Leone, scrivi che ivi è perfetta letizia.

E se noi perseverremo picchiando, ed egli uscirà fuori turbato, e come gaglioffi importuni

ci caccerà con villanie e con gotate, dicendo: "Partitevi quinci, ladroncelli vilissimi, andate
allo spedale, ché qui non mangerete voi, ne albergherete"; se noi questo sosterremo
pazientemente e con allegrezza e con buono amore o frate Leone, scrivi che
qui è perfetta letizia.




Cor Mariae amantissimum
ora pro nobis.