CAPITOLO VIII
Come andando per cammino santo Francesco e frate Leone, gli spuose quelle cose che sono perfetta letizia.
1836.
Venendo una volta santo Francesco da Perugia a santa Maria degli Angioli con frate
Lione a tempo di verno, e 'l freddo grandissimo fortemente il crucciava, chiamò frate Lione
il quale andava innanzi, e disse così: « Frate Lione, avvegnadiochè li frati Minori in ogni
terra dieno grande esempio di santità e di buona edificazione, nientedimeno scrivi e nota
diligentemente che non è quivi perfetta letizia ».
E andando più oltre santo Francesco, il
chiamò la seconda volta: « O frate Lione, benchè il frate Minore allumini li ciechi e distenda
gli attratti, iscacci le dimonia, renda l' udire alli sordi e l' andare alli zoppi, il parlare alli
mutoli e, ch'è maggiore cosa, risusciti li morti di quattro dì; iscrivi che non è in ciò perfetta
letizia ».
E andando un poco, santo Francesco grida forte: « O frate Lione, se 'l frate Minore
sapesse tutte le lingue e tutte le scienze e tutte le scritture, sì che sapesse profetare e rivelare,
non solamente le cose future, ma eziandio li segreti delle coscienze e delli uomini; iscrivi che non è in ciò perfetta letizia ».
Andando un poco più oltre, santo Francesco chiamava ancora forte: « O frate Lione, pecorella di Dio, benchè il frate Minore parli con lingua d'Agnolo e
sappia i corsi delle istelle e le virtù delle erbe, e fussongli rivelati tutti li tesori della terra, e
conoscesse le virtù degli uccelli e de' pesci e di tutti gli animali e delle pietre e delle acque;
iscrivi che non è in ciò perfetta letizia ».
E andando ancora un pezzo, santo Francesco
chiamò forte: « O frate Lione, benchè 'l frate Minore sapesse sì bene predicare, che
convertisse tutti gl' infedeli alla fede di Cristo; iscrivi che non è ivi perfetta letizia ».
E durando questo modo di parlare bene di due miglia, frate Lione con grande
ammirazione il domandò e disse: « Padre, io ti priego dalla parte di Dio che tu mi dica dove
è perfetta letizia ».
E santo Francesco si gli rispuose: « Quando noi saremo a santa Maria
degli Agnoli, così bagnati per la piova e agghiacciati per lo freddo e infangati di loto e afflitti
di fame, e picchieremo la porta dello luogo, e 'l portinaio verrà adirato e dirà: Chi siete voi?
e noi diremo: Noi siamo due de' vostri frati; e colui dirà: Voi non dite vero, anzi siete due
ribaldi ch' andate ingannando il mondo e rubando le limosine de' poveri; andate via; e non
ci aprirà, e faracci stare di fuori alla neve e all' acqua, col freddo e colla fame infino alla
notte; allora se noi tanta ingiuria e tanta crudeltà e tanti commiati sosterremo pazientemente
sanza turbarcene e sanza mormorare di lui, e penseremo umilemente che quello portinaio
veramente ci conosca, che Iddio il fa parlare contra a noi; o frate Lione, iscrivi che qui è
perfetta letizia.
E se anzi perseverassimo picchiando, ed egli uscirà fuori turbato, e come
gaglioffi importuni ci caccerà con villanie e con gotate dicendo: Partitevi quinci, ladroncelli
vilissimi, andate allo spedale, chè qui non mangerete voi, nè albergherete; se noi questo
sosterremo pazientemente e con allegrezza e con buono amore; o frate Lione, iscrivi che
quivi è perfetta letizia.
E se noi pur costretti dalla fame e dal freddo e dalla notte più
picchieremo e chiameremo e pregheremo per l' amore di Dio con grande pianto che ci apra
e mettaci pure dentro, e quelli più scandolezzato dirà: Costoro sono gaglioffi importuni, io li
pagherò bene come son degni; e uscirà fuori con uno bastone nocchieruto, e piglieracci per
lo cappuccio e gitteracci in terra e involgeracci nella neve e batteracci a nodo a nodo con
quello bastone: se noi tutte queste cose sosterremo pazientemente e con allegrezza,
pensando le pene di Cristo benedetto, le quali dobbiamo sostenere per suo amore; o frate
Lione, iscrivi che qui e in questo è perfetta letizia.
E però odi la conclusione, frate Lione. Sopra tutte le grazie e doni dello Spirito Santo, le quali Cristo concede agli amici suoi, si è di vincere se medesimo e volentieri per lo amore di Cristo sostenere pene, ingiurie e obbrobri e disagi; imperò che in tutti gli altri doni di Dio noi non ci possiamo gloriare, però che non sono nostri, ma di Dio, onde dice l'Apostolo: Che hai tu, che tu non abbi da Dio? e se tu l' hai avuto da lui, perchè te ne glorii, come se tu l' avessi da te? Ma nella croce della tribolazione e dell'afflizione ci possiamo gloriare, però che dice l'Apostolo: Io non mi voglio gloriare se non nella croce del nostro Signore Gesù Cristo >>.
A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.
https://www.assisiofm.it/uploads/221-Fioretti%20di%20san%20Francesco.pdf
AMDG et DVM
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