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martedì 25 gennaio 2022

Dopo i precursori dell’Anticristo verrà l’Anticristo stesso.




 

25 gennaio 1944

   Dice Gesù:
   «Daniele è colui che ha la medesima nota di Giovanni, e Giovanni è colui che raccoglie e amplifica la nota iniziale di Daniele. Ecco perché, piccolo Giovanni, a te piace tanto.
   Come pesce in limpida peschiera, tu sei felice quando ti muovi nell’atmosfera del tuo Cristo, il quale avrà il suo supremo trionfo nell’ora in cui Satana, il suo figlio e i suoi cortigiani, saranno per sempre resi impotenti. E in Daniele vi è quest’atmosfera. Se Isaia è il pre-evangelista che parla del mio avvento[97] nel mondo per la salute del mondo, Daniele è il pre-apostolo, il pre-Giovanni che annuncia le glorie del mio eterno trionfo di Re della Gerusalemme imperitura.
   Ora vedi come nelle quattro bestie descritte da Daniele siano anticipati i segni dei ministri diabolici dell’Apocalisse. I commentatori si sono affannati a dare un significato storico-umano a quei quattro mostri. Ma occorre spingere lo sguardo molto più avanti, e molto più in alto. Sollevatevi, quando meditate i libri santi, dalla Terra, staccatevi dal momento presente, spingete lo sguardo nel futuro e nel soprannaturale. Lì è la chiave del mistero.
   Le quattro bestie: i quattro errori che precederanno la fine. I quattro errori che saranno quattro orrori per l’umanità e che partoriranno l’Orrore finale.
   L’uomo era un semidio per la Grazia e per la Fede. Come aquila e come leone sapeva affrontare e vincere i pericoli del senso e sollevare se stesso a spaziare nel clima di Dio, là dove l’anima si congiunge in nozze soprannaturali col suo Signore in continui e rapidi congiungimenti di ardori, da cui scende sulla Terra ogni volta rinnovellata nella forza, nella gioia, nella carità che effonde sui fratelli e poi slancia nuovamente, ancor più impetuosamente, verso Dio, poiché ogni congiungimento è aumento di perfezione che si compie quando il congiungimento diviene eterno nel mio Paradiso.
   L’ateismo strappò all’uomo le sue ali d’aquila e il suo cuore da semidio e lo fece animale camminante sul fango e portante sul fango, verso il fango, il suo pesante cuore tutto carne e sangue. Un pondo pesante più del piombo porta l’uomo nel suo “io” privo delle spirituali penne dello spirito, un pondo che lo curva, lo stende, lo sprofonda nel fango.
   L’uomo era un semidio per la Carità vivente in lui. Amando Dio e la sua Legge, che è legge di Carità, egli possedeva Dio, e con Dio la Pace, che è un principale attributo di Dio, e con la pace tanto bene universale e singolo.
   L’uomo respinse la Legge di Dio per assumere molte altre dottrine. Ma nessuna era ed è da Dio e perciò in nessuna è Carità vera. Onde l’uomo, che aveva abbracciato l’ateismo divenendo da aquila e leone semplice uomo, per un sortilegio infernale partorì se stesso divenuto orso, feroce divoratore dei suoi simili.
   Ma orrore chiama orrore. Per scala ascendente. Sempre più grande l’orrore perché nei maledetti connubi con Satana l’uomo, che il Cristo aveva riportato alla sua natura di semidio, genera mostri sempre più mostri. E sono i figli del suo errare che si vende a Satana per averne terrestre aiuto.
   Dall’uomo semidio venne l’uomo, dall’uomo l’orso, dall’orso il nuovo mostro feroce e falso come il leopardo, dotato da Satana di ali multiple per essere più veloce nel nuocere. Vi ho detto[98] che Satana è lo scimmiottatore di Dio. Anche esso dunque volle dare alla “sua” creatura, ormai sua creatura, all’umanità senza Fede e senza Dio, dare delle ali. Non di aquila, [ma] di vampiro perché fosse incubo dell’umanità stessa e fosse rapido nel suo correre ad abbattersi sulle parti di sé, vittime di sé, per suggerne il sangue.
   Io, mistico pellicano, mi sono aperto il cuore per darvi il mio sangue. Satana fa dell’uomo, al quale Io ho dato il mio sangue, il vampiro che sugge parti di se stesso e si dà morte con tormento.
   Non pare una leggenda di incubo? È invece la vostra realtà. Non è un mostro mitico. Siete voi che con fame diabolica divorate parte di voi stessi, svenandovi, mutilandovi per poi generare le nuove parti mentre divorate le già formate, con una continuità che ha in sé qualcosa di maniaco, ma di un maniaco diabolico.
   La potenza voluta, spinta, imposta sino al delitto, è la terza bestia. Dato che è potenza umana, ossia vendutasi a Satana pur di esser sempre più potente, contro ogni legge divina e morale, essa genera il suo mostro che ha nome Rivoluzione e che, come è della sua natura, porta nelle protuberanze della sua mostruosità tutti i più biechi orrori delle rivoluzioni, naufragio sociale del Bene e della Fede. Onestà, rispetto, moralità, religione, libertà, bontà, muoiono quando questo mostro alita su una nazione il suo fiato d’inferno, e come pestifera emanazione esso si spande oltre i confini contagiando di sé popoli e popoli, sinché contagerà il mondo intero preparando sui brandelli delle vittime, da lei uccise e sbranate, sulle rovine delle nazioni ridotte a macerie, la culla per il mostro finale: l’Anticristo.
   Ve l’ho detto[99] che esso sarà il figlio della lussuria dell’uomo, nato dal connubio della stessa con la Bestia. Ve l’ho detto. Non muto nel mio dire. Ciò che dico è vero. Lo conosco senza bisogno di leggerlo, lo ricordo senza bisogno di rileggerlo. È scritto nella mia mente di Dio davanti alla quale scorrono incessantemente, e l’uno sopra l’altro, senza che l’uno impedisca la visione dell’altro, tutti gli eventi dell’uomo nel tempo.
   Esso Anticristo, perfezione dell’Orrore come Io fui perfezione della Perfezione, con le sue infinite armi, simboleggiate nelle dieci corna, nelle mascelle dentate di ferro, nei piedi feroci e infine nel piccolo corno, simbolo dell’estremo livore di cui Satana doterà il suo figlio per intossicare l’umanità mentre con la bocca di menzogna la sedurrà facendosi adorare per dio, tormenterà a dismisura coloro che, piccolo gregge fedele, mi resteranno seguaci. D’ora in ora il piccolo corno crescerà per nuocere, crescerà l’intelligenza satanica per far dire alla bocca le più turbatrici menzogne, crescerà in potenza come Io crescevo in sapienza e grazia, armato di occhi per leggere il pensiero degli uomini santi e ucciderli per esso pensiero.
   Oh! i miei santi dell’ultimo tempo! Se eroico fu il vivere dei primi fra le persecuzioni del paganesimo, tre volte, sette volte, sette volte sette volte eroico sarà il vivere dei miei ultimi santi. Solo i nutriti con la midolla della Fede potranno aver cuor di leone per affrontare quei tormenti e occhi e penne d’aquila per affissare Me-Sole e volare a Me-Verità, mentre le tenebre li soverchieranno da ogni parte e la Menzogna cercherà persuaderli ad adorarla e credere in essa.


   Dopo i precursori dell’Anticristo verrà l’Anticristo stesso. Il periodo anticristiano, simboleggiato dalla Bestia armata di dieci corna – i dieci servi, che si credono re, di Satana, dei quali tre (nota bene) saranno strappati e gettati nel nulla, ossia nel baratro dove non è Dio e perciò dove è il Nulla, l’opposto di Dio che è Tutto – culminerà nella nascita e crescita, fino alla sua potenza massima, dell’undecimo corno, ragione della caduta di tre precursori, e sede del vero Anticristo, il quale bestemmierà Dio come nessun figlio d’uomo mai fece, calpesterà i santi di Dio e torturerà la Chiesa del Cristo; crederà, poiché è figlio [del connubio] della superbia demoniaca con la lussuria umana, “di poter fare grandi cose, di mutare i tempi e le leggi” e per tre anni e mezzo sarà l’Orrore regnante sul mondo.
   Poi il Padre dirà: “Basta” davanti al gran coro che, per il “rumore delle grandi parole” dei santi, si farà in Cielo; e la Bestia malvagia sarà uccisa e gettata nel pozzo d’abisso e con essa tutte le bestie minori per rimanervi con Satana, loro generatore, per l’eternità.
   Io sarò chiamato allora dal Padre per “giudicare i vivi ed i morti” secondo [quanto] è detto nel Simbolo della Fede. E i “vivi”, coloro che hanno serbato vita in loro per aver serbato viva la Grazia e la Fede, erediteranno “il regno, la potenza e la magnificenza di Dio”. I morti dello spirito avranno la Morte eterna secondo che la loro volontà ha scelto di avere.
   E non vi sarà più Terra e più uomo carnale. Ma solo vi saranno “figli di Dio”, creature affrancate da ogni dolore, e non vi sarà più peccato, e non vi saranno più tenebre, e non vi sarà più timore. Ma solo gioia, gioia, gioia immensa, eterna, inconcepibile agli uomini. Gioia di vedere Dio, di possederlo, di comprenderne il pensiero e l’amore.
   Venite, o uomini, alla Fonte della vita. Io ve ne apro la sorgente. Attingetene, fortificatevi in lei per essere intrepidi nelle prove e per giungere ad immergervi completamente in essa, in Me, sorgente di beatitudine, nel bel Paradiso che il Padre mio ha creato per voi e nel quale il triplice Amore del Dio Uno e la Purezza della Madre “nostra” vi attendono, e con essi coloro che per esser stati fedeli hanno già conseguito la Vita.»


   Dice poi Gesù a me­:
   «Quando Io ti vedo così attenta alle mie lezioni, mi sembri una scolara diligente e affezionata del suo maestro che per essa è lo “scibile” intiero. Quando invece da te scopri delle parti nuove, fai delle osservazioni (e questo nelle visioni), mi fai pensare ad un bambino buono che il suo padre tiene per la manina conducendolo davanti a ciò che vuole che il bambino veda per crescere nell’intelligenza, ma che nel contempo non interviene, per dare al suo piccolo la gioia di scoprire qualche cosa di nuovo e di sentirsi crescere nel concetto di sé.
   Per fare questo, tu devi essere sempre sgombra di sollecitudini umane. Sempre più sgombra. Devi essere sempre più sicura per camminare disinvolta per i sentieri della contemplazione e sempre più tranquilla e fiduciosa in Me che ti tengo per mano.
   Un papà non se ne fa accorgere, ma con mille arti amorose fa tanto finché la sua creatura vede quella data cosa che egli vuole che il bambino veda. Oh! Io sono il più amoroso dei padri e il più paziente dei maestri per i miei piccoli, e quando posso tenerne uno per mano, docile e attento, Io sono felice. Felice d’esser Maestro e Padre.
   È tanto difficile che le mie creature mi mettano con fiducia la mano nella mia mano per essere condotte, istruite da Me, e per dirmi: “Ti amo sopra tutte le cose e con tutta me stessa!”. A quelle poche che sono così tutte “mie”, senza riserve, Io apro i tesori delle rivelazioni e delle contemplazioni e mi do senza riserva.
   Però, Maria, siccome vi eleggo al ruolo di divulgatrici della mia Divinità, nelle sue diverse manifestazioni, presso coloro che hanno bisogno d’esser risvegliati e condotti ad intravvedere Dio, ricorda di essere scrupolosa al sommo nel ripetere quanto vedi. Anche una inezia ha un valore e non è tua, ma mia. Perciò non ti è lecito trattenerla. Sarebbe disonesto ed egoista. Ricordati che sei la cisterna[100] dell’acqua divina, alla quale essa acqua si versa perché tutti ne vengano ad attingere.
   Per i dettati sei giunta alla fedeltà più fedele. Nelle contemplazioni osservi molto, ma nella fretta di scrivere, e per le tue speciali condizioni di salute e di ambiente, ti avviene di omettere qualche particolare. Non lo devi fare. Mettili in calce, ma ségnali tutti. Non è un rimprovero, è un dolce consiglio del tuo Maestro.
   Giorni or sono mi hai detto: “Che gli uomini ti amino un poco di più, attraverso a me, giustifica e ripaga tutta la mia fatica e la mia vita; fosse anche un solo uomo che torna a Te per mezzo della tua ‘violetta nascosta’,[101] essa sarebbe felice”.
   Più sarai attenta ed esatta e più sarà numeroso il numero di coloro che vengono a Me, e più grande la tua felicità spirituale presente e la tua felicità eterna futura.
   Va’ in pace. Il tuo Signore è con te.»
   [Segue, in data 25 e 26 gennaio, il capitolo 36 dell’opera L’EVANGELO]


http://www.valtortamaria.com/operaminore/quaderno/2/manoscritto/14/25-gennaio-1944


AVE MARIA PURISSIMA!


venerdì 23 aprile 2021

Lezioni del Card. G.Biffi

 

Nel corso degli Esercizi spirituali quaresimali a Papa Benedetto XVI e alla Curia Romana, martedì 27 febbraio 2007, il Cardinale Giacomo Biffi ha riflettuto su “L’ammonimento profetico di Vladimir Sergeevič Solov’ëv”, riprendendo alcune suoi interventi, del 2000 e del 1991. Facendo riferimento in particolare all’opera del filosofo russo “I tre dialoghi e il racconto dell’anticristo”, l’Arcivescovo emerito di Bologna ha ricordato che “l’anticristo si presenta come pacifista, ecologista ed ecumenista. Convocherà un Concilio ecumenico e cercherà il consenso di tutte le confessioni cristiane concedendo qualcosa ad ognuno. Le masse lo seguiranno, tranne dei piccoli gruppetti di cattolici, ortodossi e protestanti”. Il Cardinale Biffi ha spiegato che “l’insegnamento lasciatoci dal grande filosofo e teologo russo è che il Cristianesimo non può essere ridotto ad un insieme di valori. Al centro dell’essere cristiani c’è infatti l’incontro personale con Gesù Cristo”. “Verranno giorni in cui nella cristianità si tenterà di risolvere il fatto salvifico in una mera serie di valori”, ha scritto nella sua ultima opera nell’anno 1900 il filosofo e teologo russo Solov’ëv, che con grande acume aveva profetizzato le tragedie del XX secolo.
Nel racconto breve dell’Anticristo Solov’ëv scrive, che “incalzati dall’anticristo, quel piccolo gruppetto di cattolici, ortodossi e protestanti risponderanno all’anticristo: ‘Tu ci dai tutto, tranne ciò che ci interessa, Gesù Cristo’”. Per il Cardinale Biffi questo racconto è un ammonimento. “Oggi, infatti, corriamo il rischio di avere un Cristianesimo che mette tra parentesi Gesù con la sua Croce e Risurrezione”.
L’Arcivescovo emerito di Bologna ha spiegato che se i cristiani si “limitassero a parlare di valori condivisibili saremmo ben più accettabili nelle trasmissioni televisive come nei salotti. Ma così avremmo rinunciato a Gesù, alla realtà sconvolgente della Risurrezione”. Per lui è questo il “pericolo che i cristiani corrono nei nostri tempi”, perché “il Figlio di Dio, non è traducibile in una serie di buoni progetti omologabili con la mentalità mondana dominante”. “Tuttavia – ha precisato – tutto ciò non significa una condanna dei valori, che tuttavia vanno sottoposti ad un attento discernimento. Ci sono, infatti, valori assoluti come il bene, il vero, il bello. Chi li percepisce e li ama, ama anche Cristo, anche se non lo sa, perché Lui è la verità, la bellezza, la giustizia”. Quindi ha precisato che “ci sono valori relativi come la solidarietà, l’amore per la pace e il rispetto per la natura. Se questi si assolutizzano, sradicandosi o perfino contrapponendosi all’annuncio del fatto salvifico, allora questi valori diventano istigazioni all’idolatria e ostacoli sulla strada della Salvezza”.
In conclusione, il Cardinale Biffi ha affermato che “se il cristiano per aprirsi al mondo e dialogare con tutti, stempera il fatto salvifico, preclude la sua connessione personale con Gesù e si ritrova dalla parte dell’anticristo”.

Sull’anticristo e sul romanzo di Solov’ëv, il Cardinale Biffi aveva già svolto una dettagliata relazione il 4 marzo 2000, in una conferenza organizzata dal centro Culturale E. Manfredini e dalla Fondazione Russia Cristiana. Il testo del suo intervento è stato poi riportato per intero nel libro “Pinocchio, Peppone, l’Anticristo e altre divagazioni” (Cantagalli 2005, 256 pagine), in cui il Cardinale Biffi ha raccolto alcuni suoi scritti non strettamente teologici.

Un porporato ambrosiano, dai tratti gentili e schietti, pungente nelle battute ma anche autoironico. “lo fu addirittura quando gli venne amputata la gamba, pochi mesi prima della morte, nel luglio del 2015” – secondo nitidi ricordi del domenicano e teologo di formazione tomista Padre Giuseppe Barzaghi – ma anche un uomo che si considerava “il più intransigente ma anche il più aperto nelle questioni di fede e con tono divertito si riteneva il più grande Pinocchiologo vivente”.

Nel suo intervento del 2000, il Cardinale Biffi ha riproposto “I tre dialoghi e il racconto dell’Anticristo” di Solov’ëv all’attenzione di tutti. Perché – scrive – “Solov’ëv preannunziò con antiveggente lucidità la grande crisi che ha colpito il cristianesimo negli ultimi decenni del Novecento”. Nella figura dell’Anticristo descritto da Solov’ëv, infatti, Biffi ravvisa “l’emblema della religiosità confusa ed ambigua del tempo che oggi stiamo vivendo”. Vede delineati e criticati il “cristianesimo dei valori”, l’enfatizzazione delle “aperture”, l’ossessione del “dialogo” a qualunque prezzo, “dove pare che resti poco della persona unica e inconfrontabile del Figlio di Dio crocifisso per noi, risorto, oggi vivo. È la situazione che Don Divo Barsotti ha denunciato con una frase tremenda e tremendamente vera, quando ha detto che ai nostri giorni nel mondo cattolico Gesù Cristo troppo spesso è solo una scusa per parlare d’altro”.

Nel racconto di Solov’ëv, l’Anticristo viene prima eletto Presidente degli Stati Uniti d’Europa, poi è acclamato Imperatore a Roma, si impadronisce del mondo intero, e alla fine si impone anche alla vita e all’organizzazione delle Chiese. Ma non è tanto su questa vicenda che il Cardinale Biffi richiama l’attenzione, quanto sulle caratteristiche del personaggio.

Seguono alcuni passi del suo saggio – che comunque esige di essere letto per intero – in cui il Cardinale Biffi le riassume e come trae da esse una lezione per la Chiesa d’oggi: “Verranno giorni, e anzi sono già venuti…”.

«L’Anticristo era – dice Solov’ëv – “un convinto spiritualista”. Credeva nel bene e perfino in Dio. Era un asceta, uno studioso, un filantropo. Dava “altissime dimostrazioni di moderazione, di disinteresse e di attiva beneficenza”.
Nella sua prima giovinezza si era segnalato come dotto e acuto esegeta: una sua voluminosa opera di critica biblica gli aveva propiziato una laurea ad honorem da parte dell’università di Tubinga.
Ma il libro che gli aveva procurato fama e consenso universali porta il titolo: “La via aperta verso la pace e la prosperità universale”, dove “si uniscono il nobile rispetto per le tradizioni e i simboli antichi con un vasto e audace radicalismo di esigenze e direttive sociali e politiche, una sconfinata libertà di pensiero con la più profonda comprensione di tutto ciò che è mistico, l’assoluto individualismo con un’ardente dedizione al bene comune, il più elevato idealismo in fatto di principi direttivi con la precisione completa e la vitalità delle soluzioni pratiche”.
È vero che alcuni uomini di fede si domandavano perché non vi fosse nominato nemmeno una volta il nome di Cristo; ma altri ribattevano: “Dal momento che il contenuto del libro è permeato dal vero spirito cristiano, dall’amore attivo e dalla benevolenza universale, che volete di più?”. D’altronde egli “non aveva per Cristo un’ostilità di principio”. Anzi ne apprezzava la retta intenzione e l’altissimo insegnamento.
Tre cose di Gesù, però, gli riuscivano inaccettabili.
Prima di tutto le sue preoccupazioni morali. “Il Cristo – affermava – col suo moralismo ha diviso gli uomini secondo il bene e il male, mentre io li unirò coi benefici che sono ugualmente necessari ai buoni e ai cattivi”.
Poi non gli andava “la sua assoluta unicità”. Egli è uno dei tanti; o meglio – diceva – è stato il mio precursore, perché il salvatore perfetto e definitivo sono io, che ho purificato il suo messaggio da ciò che è inaccettabile all’uomo d’oggi.
Infine, e soprattutto, non poteva sopportare il fatto che Cristo sia vivo, tanto che istericamente ripeteva: “Lui non è tra i vivi e non lo sarà mai. Non è risorto, non è risorto, non è risorto. È marcito, è marcito nel sepolcro…”.
Ma dove l’esposizione di Solov’ëv si dimostra particolarmente originale e sorprendente – e merita la più approfondita riflessione – è nell’attribuzione all’Anticristo delle qualifiche di pacifista, di ecologista, di ecumenista. […]
In questa descrizione dell’Anticristo Solov’ëv ha avuto presente qualche bersaglio concreto? È innegabile che alluda soprattutto al “nuovo cristianesimo” di cui in quegli anni si faceva efficace banditore Lev Tolstoj. […]
Nel suo “Vangelo” Tolstoj riduce tutto il cristianesimo alle cinque regole di comportamento che egli desume dal Discorso della Montagna:
1. Non solo non devi uccidere, ma non devi neanche adirarti contro il tuo fratello.
2. Non devi cedere alla sensualità, al punto che non devi desiderare neanche la tua propria moglie.
3. Non devi mai vincolarti con giuramento.
4. Non devi resistere al male, ma devi applicare fino in fondo e in ogni caso il principio della non-violenza.
5. Ama, aiuta, servi il tuo nemico.
Questi precetti, secondo Tolstoj, vengono bensì da Cristo, ma per essere validi non hanno affatto bisogno dell’esistenza attuale del Figlio del Dio vivente. […]


Certo Solov’ëv non identifica materialmente il grande romanziere con la figura dell’Anticristo. Ma ha intuito con straordinaria chiaroveggenza che proprio il tolstojsmo sarebbe diventato lungo il secolo XX il veicolo dello svuotamento sostanziale del messaggio evangelico, sotto la formale esaltazione di un’etica e di un amore per l’umanità che si presentano come “valori” cristiani. […]
Verranno giorni, ci dice Solov’ëv – e anzi sono già venuti, diciamo noi – quando nella cristianità si tenderà a dissolvere il fatto salvifico, che non può essere accolto se non nell’atto difficile, coraggioso, concreto e razionale della fede, in una serie di “valori” facilmente smerciabili sui mercati mondani.
Da questo pericolo – ci avvisa il più grande dei filosofi russi – noi dobbiamo guardarci. Anche se un cristianesimo tolstojano ci rendesse infinitamente più accettabili nei salotti, nelle aggregazioni sociali e politiche, nelle trasmissioni televisive, non possiamo e non dobbiamo rinunciare al cristianesimo di Gesù Cristo, il cristianesimo che ha al suo centro lo scandalo della croce e la realtà sconvolgente della risurrezione del Signore.
Gesù Cristo, il Figlio di Dio crocifisso e risorto, unico salvatore dell’uomo, non è traducibile in una serie di buoni progetti e di buone ispirazioni, omologabili con la mentalità mondana dominante. Gesù Cristo è una “pietra”, come egli ha detto di sé. Su questa “pietra” o si costruisce (affidandosi) o ci si va a inzuccare (contrapponendosi): “Chi cadrà su questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno, lo stritolerà” (Mt 21, 44). […]
È stato dunque, quello di Solov’ëv, un magistero profetico e al tempo stesso un magistero largamente inascoltato. Noi però vogliamo riproporlo, nella speranza che la cristianità finalmente si senta interpellata e vi presti un po’ di attenzione» (Cardinale Giacomo Biffi).

Il testo che segue è la trascrizione di una parte (7’47’’) della lezione (36’52”) “Attenti all’Anticristo” tenuta il 28 agosto 1991 dall’Arcivescovo metropolita di Bologna (dal 1984 al 2003) Cardinale Giacomo Biffi al Meeting di Rimini, che aveva per tema “Il racconto dell’Anticristo del filosofo e scrittore russo Solov’ëv”. Fu pubblicato il 13 luglio 2018 da Libertà e Persona. Questo ammonimento profetico, letto in questo nostro tempo, assume una valenza significativa di straordinaria attualità. Vale la pena di ascoltarla nella sua totalità.

«E allora, qual è l’avvenimento profetico di cui parlavamo all’inizio? Ed è per questa ragione che io ho accettato di venire a parlare qui, per questo ammonimento profetico! «Verranno giorni – dice Solov’ëv, e anzi sono già venuti, diciamo noi. Almeno dico io, non voglio coinvolgervi insomma -, verranno giorni quando nella cristianità si tenderà a risolvere il Fatto salvifico – che non può essere accolto se non nell’atto difficile, coraggioso e razionale, di fede -, in una serie di valori facilmente esitabili sui mercati mondani. Il cristianesimo ridotto a pura azione umanitaria nei vari campi dell’assistenza, della solidarietà, del filantropismo, della cultura».
Il messaggio evangelico identificato – badate che son tutte cose buone, che sono conseguenze -, ma è l’identificazione che colpisce al cuore il cristianesimo! Il messaggio evangelico identificato nell’impegno al dialogo tra i popoli e le religioni, nella ricerca del benessere e del progresso; nell’esortazione a rispettare la natura. «La Chiesa del Dio vivente, colonna e fondamento della Verità», come dice Paolo, scambiata per una organizzazione benefica, estetica, socializzatrice. Questa è l’insidia mortale che oggi va profilandosi per la famiglia dei redenti dal sangue di Cristo!


Da questo pericolo, ci avvisa il più grande dei filosofi russi, noi dobbiamo guardarci. Anche se un cristianesimo tolstojano ci renderebbe molto più accettabili nei salotti, nelle aggregazioni sociali e politiche, nelle trasmissioni televisive. Ma noi non possiamo, non dobbiamo rinunciare al cristianesimo di Gesù Cristo! Il cristianesimo che ha al suo centro lo scandalo della croce e la realtà sconvolgente della risurrezione del Signore. Gesù cristo, il Figlio di Dio crocifisso e risolto, unico Salvatore dell’uomo, non è traducibile in una serie di buoni progetti e di buone ispirazioni omologabili con la mentalità mondana dominante!
Gesù Cristo è una pietra – come Egli ha detto di sé -, e su questa Pietra, o, affidandosi, si costruisce, o ci si va a inzuccare. Sono Parole sue: parole che voi sentirete raramente citate. Ma sono contenute nel capitolo 21 di San Matteo. Chi cadrà su questa Pietra sarà sfracellato. E qualora Essa cada su qualcuno, lo stritolerà.
Qui però c’è un problema – e io vorrei, sia pure molto rapidamente e schematicamente dir qualcosa per evitare anche dei possibili equivoci -; è indubitabile che il cristianesimo sia, prima di ogni altra cosa, Avvenimento. Ma è altrettanto indubitabile che questo Avvenimento propone e sostiene dei valori irrinunciabili. Non si può, per amore di dialogo, sciogliere il Fatto cristiano in una serie di valori condivisibili dai più; ma non si può neppure disistimare i valori autentici, quasi fossero qualcosa di trascurabile. Quindi, bisogna stare attenti a non fare una polemica con i valori, che colpisca qualcosa invece di autentico, di sostanziale. Occorre dunque un discernimento.


Vorrei dare allora alcuni elementi di questo discernimento. Ci sono dei valori assoluti, o, come dicono i filosofi: trascendentali. Tali sono, per esempio, il vero, il bene e il bello. Chi li percepisce, li onora e li ama, sempre percepisce, onora, ama, Gesù Cristo, anche se non lo sa; e magari anche se si crede ateo! Perché, nell’essere profondo delle cose Cristo è la Verità, è la Giustizia, è la Bellezza!
Poi ci sono valori relativi, o categoriali. Valori, però, come il culto della solidarietà, l’amore per la pace, il rispetto per la natura, l’atteggiamento di dialogo, eccetera. Questi valori meritano un giudizio più articolato, che preservi la riflessione da ogni ambiguità. Solidarietà, natura, pace, dialogo, possono diventare nel non cristiano le occasioni concrete di un approccio iniziale e informale a Cristo e al suo mistero. Ma se, nell’attenzione dell’uomo, questi valori si assolutizzano sino a svellersi del tutto dalla loro oggettiva radice, o peggio, fino a contrapporsi – come nel caso di Tolstoj -, all’annuncio del Fatto salvifico, allora diventano istigazione all’idolatria e ostacoli sulla strada della salvezza.


Allo stesso modo, nel cristiano, questi stessi valori: solidarietà, pace, natura, dialogo, possono offrire preziosi impulsi all’inveramento di una totale e appassionata adesione a Gesù, Signore dell’universo e della storia. Questo, per esempio, è il caso di Francesco d’Assisi. Ci sono in giro troppe caricature di Francesco d’Assisi. Ma Francesco ha le idee chiarissime: per lui la realtà era Gesù Cristo! Egli è pieno di tutta questa idea: Gesù Cristo! Tutto il resto esiste, è chiaro, perché tutte le creature sono la frangia del Suo mantello! È perché sono legate, sono riflessi! È il cristocentrismo, che diventerà poi tipico della scuola teologica francescana.
Ma se il cristiano, per amore di apertura al mondo o di buon vicinato con tutti, quasi senza avvedersene, stempera sostanzialmente il Fatto salvifico nella esaltazione e nel conseguimento di questi traguardi secondari, allora egli si preclude la connessione personale col Figlio di Dio crocifisso e risorto, e consuma a poco a poco il peccato di apostasia, alla fina si ritrova dalla parte dell’Anticristo» (Cardinale Giacomo Biffi).

Il video integrale della lezione del Cardinale Giacomo Biffi del 28 agosto 1991.

L’Anticristo, una persona perbene. La lezione (inascoltata) del grande Solov’ëv spiegata da Biffi
Filantropo, pacifista, vegetariano, animalista, esegeta, ecumenista. Il Nemico descritto dal filosofo russo nel 1900 incarna la crisi del cristianesimo odierno
di Giacomo Biffi
Tempi, 10 agosto 2015

Il 31 luglio del 1900 (13 agosto secondo il calendario gregoriano) moriva Vladimir Sergeevič Solov’ëv, teologo e filosofo, da molti considerato il pensatore più importante della storia russa. Quello che segue è l’intervento pronunciato a Bologna nel centesimo anno dalla scomparsa dall’allora arcivescovo della città, da Giacomo Biffi. Il cardinale, venuto a mancare sabato 11 luglio, è stato un profondo conoscitore ed estimatore del pensiero di Solov’ëv.
Questo testo, pubblicato per la prima volta nel numero 3/2000 de La Nuova Europa, è riproposto nel numero di Tempi in edicola e fa parte della serie “Ragione Verità Amicizia”, il manifesto dei nostri vent’anni e della Fondazione Tempi.
Vladimir Sergeevic Solov’ëv è morto cento anni fa, il 31 luglio (13 agosto secondo il calendario gregoriano) dell’anno 1900. È morto sul limitare del secolo Ventesimo: un secolo del quale egli, con singolare accuratezza, aveva preannunciato le vicissitudini e i guai, un secolo che avrebbe però tragicamente contraddetto nei fatti e nelle ideologie dominanti i suoi più rilevanti e più originali insegnamenti. È stato dunque, il suo, un magistero profetico e al tempo stesso un magistero largamente inascoltato.

Un magistero profetico
Al tempo del grande filosofo russo, la mentalità più diffusa – nell’ottimismo spensierato della belle époque – prevedeva per l’umanità del secolo che stava per cominciare un avvenire sereno: sotto la guida e l’ispirazione della nuova religione del progresso e della solidarietà senza motivazioni trascendenti, i popoli avrebbero conosciuto un’epoca di prosperità, di pace, di giustizia, di sicurezza. Nel ballo Excelsior – una coreografia che negli ultimi anni del secolo XIX aveva avuto uno straordinario successo (e avrebbe poi dato il nome a una serie innumerevole di teatri, di alberghi, di cinema) – questa nuova religione aveva trovato quasi una sua liturgia.


Victor Hugo aveva profetizzato: «Questo secolo è stato grande, il prossimo secolo sarà felice». Solov’ëv invece non si lascia incantare da quel candore laicistico e anzi preannunzia con preveggente lucidità tutti i malanni che poi si sono avverati.


Già nel 1882, nel Secondo discorso sopra Dostoevskij, egli parrebbe aver presagito e anticipatamente condannato l’insipienza e l’atrocità del collettivismo tirannico che qualche decennio dopo avrebbe afflitto la Russia e l’umanità: «Il mondo – afferma – non deve essere salvato col ricorso alla forza (…). Ci si può figurare che gli uomini collaborino insieme a qualche grande compito, e che a esso riferiscano e sottomettano tutte le loro attività particolari; ma se questo compito è loro imposto, se esso rappresenta per loro qualcosa di fatale e di incombente, (…) allora, anche se tale unità abbracciasse tutta l’umanità, non sarà stata giusta l’umanità universale, ma si avrà solo un enorme “formicaio”», quel «formicaio» che in effetti sarebbe stato poi attuato dall’ideologia ottusa e impietosa di Lenin e Stalin.


Nell’ultima pubblicazione – I tre dialoghi e il racconto dell’Anticristo, opera compiuta la domenica di Pasqua del 1900 – è impressionante rilevare la chiarezza con cui Solov’ëv prevede che il secolo XX sarà «l’epoca delle ultime grandi guerre, delle discordie intestine e delle rivoluzioni». Dopo di che – egli dice – tutto sarà pronto perché perda di significato «la vecchia struttura in nazioni separate e quasi ovunque scompaiano gli ultimi resti delle antiche istituzioni monarchiche». Si arriverà così alla «Unione degli Stati Uniti d’Europa».


Soprattutto è stupefacente la perspicacia con cui descrive la grande crisi che colpirà il cristianesimo negli ultimi decenni del Novecento. Egli la raffigura nella icona dell’Anticristo, personaggio affascinante che riuscirà a influenzare e a condizionare un po’ tutti. In lui, come è qui presentato, non è difficile ravvisare l’emblema, quasi l’ipostatizzazione, della religiosità confusa e ambigua di questi nostri anni: egli – dice Solov’ëv – sarà un «convinto spiritualista», un ammirevole filantropo, un pacifista impegnato e solerte, un vegetariano osservante, un animalista determinato e attivo.


Sarà, tra l’altro, anche un esperto esegeta: la sua cultura biblica gli propizierà addirittura una laurea «honoris causa» della facoltà di Tubinga. Soprattutto, si dimostrerà un eccellente ecumenista, capace di dialogare «con parole piene di dolcezza, saggezza ed eloquenza». Nei confronti di Cristo non avrà «un’ostilità di principio»; anzi ne apprezzerà l’altissimo insegnamento. Ma non potrà sopportarne – e perciò la censurerà – la sua assoluta «unicità»; e dunque non si rassegnerà ad ammettere e a proclamare che egli sia risorto e oggi vivo.
Si delinea qui, come si vede, e viene criticato, un cristianesimo dei «valori», delle «aperture» e del «dialogo», dove pare che resti poco posto alla persona del Figlio di Dio crocifisso per noi e risorto, e all’evento salvifico. Abbiamo di che riflettere. La militanza di fede ridotta ad azione umanitaria e genericamente culturale; il messaggio evangelico identificato nel confronto irenico con tutte le filosofie e con tutte le religioni; la Chiesa di Dio scambiata per un’organizzazione di promozione sociale: siamo sicuri che Solov’ëv non abbia davvero previsto ciò che è effettivamente avvenuto, e che non sia proprio questa oggi l’insidia più pericolosa per la «nazione santa» redenta dal sangue di Cristo? È un interrogativo inquietante e non dovrebbe essere eluso.


Un magistero inascoltato
Solov’ëv ha capito come nessun altro il secolo Ventesimo, ma il secolo Ventesimo non ha capito lui. Non è che gli siano mancati i riconoscimenti. La qualifica di massimo filosofo russo non gli viene di solito contestata. Von Balthasar ritiene il suo pensiero «la più universale creazione speculativa dell’epoca moderna» e arriva perfino a collocarlo sullo stesso piano di Tommaso d’Aquino. Ma è innegabile che il secolo Ventesimo, nel suo complesso, non gli ha prestato alcuna attenzione e anzi si è puntigliosamente mosso in senso opposto a quello da lui indicato.


Sono lontanissimi dalla visione solov’ëviana della realtà gli atteggiamenti mentali oggi prevalenti, anche in molti cristiani ecclesialmente impegnati e acculturati. Tra gli altri, tanto per esemplificare: l’individualismo egoistico, che sta sempre di più segnando di sé l’evoluzione del nostro costume e delle nostre leggi; il soggettivismo morale, che induce a ritenere che sia lecito e perfino lodevole assumere in campo legislativo e politico posizioni differenziate dalla norma di comportamento alla quale personalmente ci si attiene; il pacifismo e la non-violenza, di matrice tolstoiana, confusi con gli ideali evangelici di pace e fraternità, così che poi si finisce coll’arrendersi alla prepotenza e si lasciano senza difesa i deboli e gli onesti; l’estrinsecismo teologico che, per timore di essere tacciato di integrismo, dimentica l’unità del piano di Dio, rinuncia a irradiare la verità divina in tutti i campi, abdica a ogni impegno di coerenza cristiana.
In special modo il secolo Ventesimo – nei suoi percorsi e nei suoi esiti sociali, politici, culturali – ha contraddetto clamorosamente la grande costruzione morale di Solov’ëv. Egli aveva individuato i postulati etici fondamentali in una triplice primordiale esperienza, nativamente presente in ogni uomo: vale a dire nel pudore, nella pietà verso gli altri, nel sentimento religioso. Ebbene, il Novecento – dopo una rivoluzione sessuale egoistica e senza saggezza – è approdato a traguardi di permissivismo, di ostentata volgarità e di pubblica spudoratezza, che sembra non avere paragoni adeguati nella vicenda umana.


È stato poi il secolo più oppressivo e più insanguinato della storia, privo di rispetto per la vita umana e privo di misericordia. Non possiamo certo dimenticare l’orrore dello sterminio degli ebrei, che non sarà mai esecrato abbastanza. Ma sarà bene ricordare che non è stato il solo: nessuno ricorda il genocidio degli Armeni a cavallo della Prima Guerra Mondiale; nessuno si avventura a fare il conto delle vittime sacrificate inutilmente nelle varie parti del mondo all’utopia comunista.
Quanto al sentimento religioso, durante il secolo Ventesimo in Oriente è stato per la prima volta proposto e imposto su una vasta parte di umanità l’ateismo di Stato, mentre nell’Occidente secolarizzato si è diffuso un ateismo edonistico e libertario, fino ad arrivare all’idea grottesca della «morte di Dio».


In conclusione, Solov’ëv è stato indubbiamente un profeta e un maestro; ma un maestro, per così dire, inattuale. Ed è questa, paradossalmente, la ragione della sua grandezza e della sua preziosità per il nostro tempo. Appassionato difensore dell’uomo e allergico a ogni filantropia; apostolo infaticabile della pace e avversario del pacifismo; propugnatore dell’unità tra i cristiani e critico di ogni irenismo; innamorato della natura e lontanissimo dalle odierne infatuazioni ecologiche; in una parola, amico della verità e nemico dell’ideologia. Proprio di guide come lui abbiamo oggi un estremo bisogno.
Cardinale Giacomo Biffi

domenica 26 aprile 2020

Una pequeña cata ... / Il mondo è a un bivio





sabato 4 novembre 2017

Rivelazioni varie


L'anticristo

(Rivelazioni a Maria Valtorta ed altre anime sante)

...Le guerre si susseguiranno fino all'ultima che sarà condotta dai 10 re dell'Anticristo, i quali avranno tutti un unico intento e saranno i soli a governare il mondo." "La battaglia soprannaturale è già iniziata (...) Vi battete coi vostri corpi, ma in realtà sono le anime quelle che si battono. ...Uno è l'esecutore di questa rovina. Uno che è sulla terra perché voi lo volete, ma non è di questa terra. 

Satana è che conduce i fili di questa carneficina...Questa è una delle battaglie iniziali. Il regno dell'Anticristo ha bisogno di un cemento fatto di sangue e di odio per consolidarsi."
*
 Messaggio a Maria Valtorta del 1950:
"I tempi che avanzano saranno tempi di guerra non solo materiale, ma sopratutto di guerra tra materialità e spirito. L'Anticristo cercherà di trascinare le creature razionali verso il pantano di una vita bestiale. In quel tempo di separazione aperta tra i figli di Dio e di Satana, in cui i figli di Dio avranno raggiunto una potenza di spirito sinora mai raggiunta, e quelli di Satana una potenza di male talmente vasta che nessuna mente può immaginarla quale sarà realmente, verrà la nuova evangelizzazione...che per ora ha i primi avversati risvegli. Ed essa opererà grandi miracoli di conversione e di perfezione .
E grandi conati di odio satanico, contro il Cristo e la Donna (la madonna). ...Con mezzi nuovi, sarà al giusto modo e momento operata l'estrema evangelizzazione... gli spiriti venduti a Satana e ai suoi servi, ossia i precursori dell'Anticristo ed esso stesso, avranno tenebre e fango e tormento e odio eterno..quando Colui che deve venire verrà.
Messaggio del 1943 a Maria Valtorta:
"Lucifero si sforza ad imitare iddio...Si atteggia a Cristo il demonio; e come Cristo ha apostoli e discepoli. Fra di essi sceglierà il perfetto per farne l'Anticristo. Per ora siamo al periodo preparatorio dei precursori del medesimo."
Come riconoscere l'Anticristo: "Voi lo riconoscerete perchè non porterà mai la croce simbolo di redenzione. Esso avrà dodici discepoli, userà ogni genere di prodigi per trarvi in inganno. Nelle chiese vi sarà disordine."
 "Verrà un uomo, farà gesta di beneficenza; mostrerà grande stabilità; farà del bene e tanta gente lo amerà e crederà nelle sue gesta. Ma ricordate che l'umiltà viene da Dio e chi viene da Dio non si mette in mostra. Vigilate !"
Messaggio del 1944 di Gesù a Maria Valtorta
"Riconoscerete i precursori del Cristo nel suo secondo avvento, poichè le forze dell'anticristo sono in marcia... quello che molti crederanno vittoria sull'anticristo, la pace ormai prossima, non sarà che sosta per dare tempo al nemico del Cristo di ritemprarsi, medicarsi delle ferite, riunire il suo esercito per una più crudele lotta."
*
Messaggio del 1978 a Veronica Lueken, Bayside
"666 è Lucifero, con lui altri cinque demoni, e sono sei; i terribili giorni di sofferenze fino al castigo...Non è solo un uomo...l'uomo della perdizione, l'uomo il cui nome è 666. ...Si riferisce a Lucifero nel corpo di un uomo. Secondo le scritture, lui sarà seduto nel tempio di Dio e si proclamerà Dio.. L'anticristo siederà nel tempo di Dio e si proclamerà Dio. ...Non è un uomo solo ...E' Lucifero, il diavolo incarnato che è 666!"
Gesù a Giovanna Le Royer (1798), conversa e veggente:
"Più si avvicinerà il regno dell'anticristo e la fine del mondo e più le tenebre di satana saranno diffuse sulla terra. Quando poi si abbandonerà nella chiesa la lingua delle catacombe (il latino), satana sarà prossimo a ingaggiare la sua tremenda lotta, perchè sarà questo il tempo in cui il suo diletto figliolo (l'anticristo) starà per giungere (...) I capi, ritornati numerosi e forti, con scritti porranno in dubbio alcuni dogmi e la stessa divinità di Gesù Cristo.. ...Aboliranno tutti i SS. Sacramenti. Per loro mezzo Satana farà falsi prodigi, pseudo-profeti annunzieranno imminente l'anticristo, il vero preteso Messia. Quindi verrà suscitata un'orrenda persecuzione alla Chiesa e ai suoi seguaci. Il numero dei martiri sarà allora uguale a quello dei primi secoli della Chiesa. Il Papa subirà il martirio ed il suo seggio sarà occupato dall'anticristo."
Messaggio del 1982:
"Si perderà il senso del Dio vero nella confusione di quei tempi e ciò preparerà la sua venuta. Verrà con grande potenza e tanti lo crederanno perché si farà vedere pieno di grazia...Si presenterà come l'incarnazione dello Spirito Santo ...La forma del fuoco e la fiamma sarà il suo simbolo. Il suo volto è un volto radioso, ma i suoi occhi sono ghiaccio e fermi nel tempo. Si farà vedere quasi come disceso dal cielo e porterà in sè tanta luce, ma non è luce vera. Toglierà il Pane del Padre e si farà pane egli stesso, ma pieno di serpi sarà quel pane!... 
Verrà facendo tanto scalpore e sarà tanto amato nella confusione che regnerà. Sarà di un'intelligenza unica, controllerà ogni potenza e si avventerà contro la Chiesa accusandola di essere rimasta ferma nel tempo. Vorrà portare nuove riforme, vorrà cancellare tutto il clero dicendo che il popolo ormai deve camminare da solo verso Dio, senza l'aiuto di nessuno. Ben poche volte farà il Nome di Dio, nominerà soltanto il "Grande Spirito."
Messaggio del 1943 a Maria Valtorta:
"Sarà persona molto in alto, come un astro...Cedendo alla lusinga del nemico, conoscerà la superbia dopo l'umiltà, l'ateismo dopo la fede, la lussuria dopo la castità, la fame dell'oro dopo l'evangelica povertà, la sete degli onori dopo il nascondimento. Meno pauroso il vedere piombare una stella dal firmamento che non vedere precipitare nelle spire di satana, questa creatura già eletta, la quale del suo padre di elezione copierà il peccato. Lucifero per superbia di un'ora, diverrà il maledetto e l'oscuro dopo essere stato un astro del mio esercito. A premio della sua abiura, che scrollerà i cieli sotto un brivido di orrore e farà tremare le colonne della mia Chiesa nello sgomento che susciterà il suo precipitare, otterrà l'aiuto completo di satana, il quale darà ad esso le chiavi del pozzo dell'abisso perché lo apra."
Messaggio del 22/8/1985 ad alcuni giovani Irlandesi, Grotta di Melleray:
" Se il mondo non si converte il demonio prenderà il controllo della Chiesa di Dio, da qui a dieci anni." 
Messaggio 13/7/1976 di Gesù ad un anima previlegiata:
"C'è ora nella città di Roma una cospirazione di malvagi che cerca di rimuovere il Vicario dal posto di Pietro. ...Quando a Roma avrà luogo lo sconvolgimento...sappiate che la fine della vostra era è vicina. ... Ci sarà caos a Roma: vescovi contro vescovi, cardinali contro cardinali, mentre satana sta fra loro. Il sangue scorrerà nelle strade di Roma. Il vostro Pastore, capo del gregge, fuggirà nel terrore."
*
Messaggio del 19/1/88 a Vincenzo A.
" Presto verrà a Roma e il prossimo Papa se ne scapperà per paura"
Messaggio del 27/1/88 a Vincenzo A.
"Morto il Papa , subito dopo verrà l'anticristo a Roma. Esso trascenderà le leggi della chimica e della fisica, la politica sarà rivoluzionata dalle idee di un gran personaggio che metterà tanta confusione." 
*
Messaggio dell'Arcangelo Gabriele a Margherita Sampair, 1968-1970
"La donna (1) è la chiesa mondiale che sta per essere stabilita, perché la Chiesa Cattolica è caduta e la nuova chiesa mondiale incorporerà tutte le religioni nel mondo includendo la nuova chiesa Ebraica che proviene da satana, anche i Maomettani, i Buddisti; gli empi, uomini abietti, che creano questa chiesa, prendendo il peggio di ciascuna fede e la incorporano nella nuova chiesa mondiale di satana. ...I re della terra accetteranno questa chiesa perchè essa è l'inizio del concetto dell'unico mondo, il cui governatore è satana. Il falso papa sarà il fantoccio dell'unica chiesa mondiale. Essa è chiamata una donna perchè adornerà se stessa col male e sedurrà gli uomini della terra che non sono stati segnati dal sigillo di Dio... La chiesa in quei giorni odierà Maria e cercherà di distruggerla."
(1) Vedi Apocalisse di San Giovanni, capitolo 17, 1-18
Messaggio dell'arcangelo Raffaele a Margherita Sampair. 1968-1970
"La base dell'unica chiesa mondiale è stata posta e la pietra angolare è satana. E il capo sarà un falso papa controllato dall'Anticristo!... Il falso papa deve governare l'unica chiesa mondiale agli ordini di satana. 
Il primo atto sarà di rinnegare la SS.ma Vergine Maria. Essa sarà diffamata, la Sua Verginità sarà attaccata, e sarà "dimostrato" che ebbe altri figli. Il rosario sarà chiamato un'eresia o "venerazione" di una donna. Quelli che non sono i veri figli di Maria distruggeranno i loro rosari e tutte le statue della SS.ma Vergine saranno distrutte e tutte le festività a Lei riferentesi saranno eliminate. Da quest'unica chiesa mondiale saranno soppressi tutti i santi. Cristo sarà proclamato un grande profeta e filosofo, e un uomo mortale. Questa chiesa governata da Satana ritornerà alla adorazione di Baalam. Ciò sembra incredibile, ma accadrà, perché questo è il motivo per cui Cristo chiese: "Credete che vi sarà fede sulla terra quando ritornerò?"
Messaggio dell'Arcangelo Gabriele a Margherita Sampair.
"Il più grande male è riservato per gli ultimi giorni, quando satana entrerà nel corpo di un uomo di grande potere sulla terra e renderà capace quell'uomo, con la potenza della mente di satana, di proclamare sè stesso essere Cristo...Questo grande impostore risusciterà se stesso dalla morte e farà grandi miracoli come quelli di Cristo. Quanti saranno ingannati! 

...Questo evento avverrà appena sarà costruita l'unica chiesa mondiale, perchè il falso Cristo governerà la chiesa mediante il falso papa. Quando satana inizierà il suo regno, la terra subirà un tremendo cambiamento...L'America sarà sconfitta in una settimana. La potenza di satana progetterà armi sconosciute agli uomini così devastatrici che le nazioni capitoleranno nella paura. Il tempo è vicino: Dio si è ritirato dalla terra per permettere a satana la sua ora prima che il Figlio suo conduca le schiere degli angeli alla distruzione di satana."
*
Messaggio del 19/1/88 a Vincenzo A.
"Starà con voi tre anni e mezzo, e in questi tre anni vi sarà martirio e persecuzione. Le chiese saranno chiuse, vescovi e cardinali faranno battaglia, perché ci saranno quelli che doneranno la vita per non rinnegare Gesù e ci saranno quelli che s'inchineranno alla bestia. Quelli che si sono inchinati alla bestia saranno dannati eternamente. Come voi lotterete sulla terra anche gli angeli lotteranno in cielo. Quando colui che non è si chiamerà dio, la vostra fede vi dovrà salvare."
Maràna tha: Veni, Domine Jesu!

L'orrore di tutti i tempi


L’anticristo è un ecclesiastico? 

Risponde Maria Valtorta


MARIA VALTORTA<< Grande è l’orrore di ora, diletti miei; ma quanto, quanto, quanto ha ancora da aumentare per essere l’Orrore dei Tempi ultimi! E se veramente pare che assenzio sia mescolato al pane, al vino, al sonno dell’uomo, molto, molto, molto altro assenzio deve ancora gocciare nelle vostre acque, sulle vostre tavole, sui vostri giacigli prima che abbiate raggiunto l’amarezza totale che sarà la compagnia degli ultimi giorni di questa razza creata dall’Amore, salvata dall’Amore e che si è venduta all’Odio.
Che se Caino andò ramigando sulla Terra per avere ucciso un sangue, innocente, ma sempre sangue inquinato dalla colpa d’origine, e non trovò chi lo levasse dal tormento del ricordo perché il segno di Dio era su di lui per suo castigo- e generò nell’amarezza e nell’amarezza visse e vide vivere e nell’amarezza morì – che non deve soffrire la razza dell’uomo che uccise di fatto e uccide, col desiderio, il Sangue innocentissimo che lo ha salvato?
Dunque pensate pure che questi sono i prodromi, ma non è ancora l’ora. Vi sono i precursori di colui che ho detto potersi chiamare: ‘Negazione’, ‘Male fatto carne’, ‘Orrore’, ‘Sacrilegio’, ‘Figlio di satana’, ‘Vendetta’, ‘Distruzione’, e potrei continuare a dargli nomi di chiara e paurosa indicazione. Ma egli non vi è ancora.
Sarà persona molto in alto, in alto come un astro umano che brilli in un cielo umano. Ma un astro di sfera soprannaturale, il quale, cedendo alla lusinga del Nemico, conoscerà la superbia dopo l’umiltà, l’ateismo dopo la fede, la lussuria dopo la castità, la fame dell’oro dopo l’evangelica povertà, la sete degli onori dopo il nascondimento.
Meno pauroso il vedere piombare una stella dal firmamento che non vedere precipitare nelle spire di Satana questa creatura già eletta, la quale del suo padre di elezione copierà il peccato. Lucifero, per superbia, divenne il Maledetto e l’Oscuro. L’Anticristo, per superbia di un’ora, diverrà il maledetto e l’oscuro dopo essere stato un astro del mio esercito.
A premio della sua abiura, che scrollerà i cieli sotto un brivido di orrore e farà tremare le colonne della mia Chiesa nello sgomento che susciterà il suo precipitare, otterrà l’aiuto completo di Satana, il quale darà ad esso le chiavi del pozzo dell’abisso perché lo apra. Ma lo spalanchi del tutto perché ne escano gli strumenti d’orrore che nei millenni Satana ha fabbricato per portare gli uomini alla totale disperazione, di modo che da loro stessi invochino Satana Re, e corrano al seguito dell’Anticristo, l’unico che potrà spalancare le porte d’abisso per farne uscire il Re dell’abisso, così come il Cristo ha aperto le porte dei Cieli per farne uscire la grazia e il perdono, che fanno degli uomini dei simili a Dio e re di un Regno eterno in cui il Re dei re sono Io.
Come il Padre ha dato a Me ogni potere così Satana ha dato ad esso ogni potere, e specie ogni potere di seduzione, per trascinare al suo seguito i deboli e i corrosi dalle febbri delle ambizioni come lo è esso, loro capo. Ma nella sua sfrenata ambizione troverà ancora troppo scarsi gli aiuti soprannaturali di Satana e cercherà altri aiuti nei nemici del Cristo, i quali, armati di armi sempre più micidiali, quali la loro libidine verso il Male li poteva indurre a creare per seminare disperazione nelle folle, lo aiuteranno sinchè Dio non dirà il suo “Basta” e li incenerirà col fulgore del suo aspetto.
AMDG et BVM

domenica 20 novembre 2016

San Girolamo Prete spiega il profeta Daniele

Dominica XXIV et Ultima Post Pentecosten 
V. Novembris ~ II. classis
Ad Matutinum  Rubrics 1960

Sancta Missa             Kalendarium

V. Dègnati, o padre, di benedirmi.
Benedizione. Per le parole del Vangelo siano cancellati i nostri peccati. Amen.

Lettura 3
Lettura del santo Vangelo secondo Matteo
Matt 24:15-35
In quell'occasione: Gesù disse ai suoi discepoli: Quando vedrete l'abbominazione della desolazione, già predetta dal profeta Daniele, posta nel luogo santo: chi legge intenda. Eccetera.

Omelia di san Gerolamo Prete
Libro 4, Comm. al capo 24 di Matteo
L'invito fattoci di sforzarci di comprendere, indica che la profezia non è senza mistero. Ora noi leggiamo così in Daniele. «E alla metà della settimana cesseranno il sacrificio e l'oblazione, e nel tempio ci sarà l'abominazione della desolazione, e la desolazione durerà! sino alla consumazione e sino alla fine» (Dan. 9,27). 

Di ciò parla anche l'Apostolo (dicendo) che «l'uomo d'iniquità [ossia: l'Anticristo!] è l'oppositore che s'innalza contro tutto ciò che si dice Dio e si adora; tanto da osare di assidersi nel tempio di Dio, spacciandosi per Dio» (2Thess. 2,4): ed esso verrà accompagnato dalla potenza di satana, per far perire e ridurre nell'abbandono di Dio quelli che l'avranno accolto.

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.


Te Deum
Ti lodiamo, o Dio: * ti confessiamo, o Signore.
Te, eterno Padre, * venera tutta la terra.
A te gli Angeli tutti, * a te i Cieli e tutte quante le Potestà:
A te i Cherubini e i Serafini * con incessante voce acclamano:

(chiniamo il capo) Santo, Santo, Santo * è il Signore Dio degli eserciti. 

I cieli e la terra sono pieni * della maestà della tua gloria.
Te degli Apostoli * il glorioso coro,
Te dei Profeti * il lodevole numero,
Te dei Martiri * il candido esercito esalta.
Te per tutta la terra * la santa Chiesa proclama,
Padre * d'immensa maestà;
L'adorabile tuo vero * ed unico Figlio;
E anche il Santo * Spirito Paraclito.
Tu, o Cristo, * sei il Re della gloria.
Tu, del Padre * sei l'eterno Figlio.

Chiniamo il capo:
Tu incarnandoti per salvare l'uomo, * non disdegnasti il seno di una Vergine.

Tu, spezzando il pungolo della morte, * hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu sei assiso alla destra di Dio, * nella gloria del Padre.
Noi crediamo che ritornerai * qual Giudice.

Il seguente Versetto si dice in ginocchio.
Te quindi supplichiamo, soccorri i tuoi servi, * che hai redento col prezioso tuo sangue.

Fa' che siamo annoverati coi tuoi Santi * nell'eterna gloria.
Fa' salvo il tuo popolo, o Signore, * e benedici la tua eredità.
E reggili * e innalzali fino alla vita eterna.
Ogni giorno * ti benediciamo;
Chiniamo il capo, se è la consuetudine del luogo.
E lodiamo il tuo nome nei secoli, * e nei secoli dei secoli.

Degnati, o Signore, di preservarci * in questo giorno dal peccato.
Abbi pietà di noi, o Signore, * abbi pietà di noi.
Scenda sopra di noi la tua misericordia, * come abbiamo sperato in te.
Ho sperato in te, o Signore: * non sarò confuso in eterno.


AMDG et BVM