« È necessario tornare al confessionale, come luogo nel quale celebrare
il sacramento della riconciliazione, ma anche come luogo in
cui “abitare” più spesso, perché il fedele possa trovare misericordia,
consiglio e conforto, sentirsi amato e compreso da Dio e sperimentare
la presenza della misericordia divina, accanto alla presenza reale
nell’eucaristia ».1
Con queste parole, il Santo Padre Benedetto XVI si rivolgeva ai
confessori, durante il recente Anno Sacerdotale, indicando a tutti ed
a ciascuno l’importanza e la conseguente urgenza apostolica di riscoprire
il sacramento della riconciliazione, sia come penitenti, sia come
ministri.
Accanto alla quotidiana celebrazione eucaristica, la disponibilità
all’ascolto delle confessioni sacramentali, all’accoglienza dei penitenti
e, laddove richiesto, all’accompagnamento spirituale, sono la reale
misura della carità pastorale del sacerdote e, con essa, testimoniano la
lieta e certa assunzione della propria identità, ridefinita dal sacramento
dell’ordine e mai riducibile a mera funzione.
Il sacerdote è ministro, cioè servo e insieme prudente amministratore
della divina misericordia. A lui è affidata la gravissima responsabilità
di « rimettere o ritenere i peccati » (cf. Gv 20,23); attraverso di lui, i
fedeli possono vivere, nell’oggi della Chiesa, per la forza dello Spirito,
che è Signore e dà la vita, la gioiosa esperienza del figliol prodigo, il
quale, tornato nella casa del padre per vile interesse e come schiavo,
viene accolto e ricostituito nella propria dignità filiale.
Laddove c’è un confessore disponibile, presto o tardi arriva un
penitente; e laddove persevera, persino in maniera ostinata, la disponibilità
del confessore, giungeranno molti penitenti!
e come ministri, è la misura dell’autentica fede nell’agire salvifico di
Dio, che si manifesta più efficacemente nella potenza della grazia, che
nelle umane strategie organizzative di iniziative, anche pastorali, talvolta
dimentiche dell’essenziale.
1 BENEDETTO XVI, Allocuzione ai partecipanti al XXI corso sul foro interno organizzato
dalla Penitenzieria Apostolica, 11 marzo 2010.