Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco
1,12-15.
Subito dopo lo Spirito lo sospinse nel deserto e
vi rimase quaranta giorni, tentato da satana; stava con le fiere e gli angeli lo
servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando
il vangelo di Dio e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino;
convertitevi e credete al vangelo».
Traduzione
liturgica della Bibbia
Corrispondenza nell' "Evangelo come mi è
stato rivelato"
di Maria Valtorta:
Volume 1 Capitolo 46 pagina
287.
Vedo la solitudine petrosa già vista alla mia
sinistra nella visione del battesimo di Gesù al Giordano. Però devo essere molto
addentrata in essa perché non vedo affatto il bel fiume lento e azzurro, né la
vena di verde che lo costeggia alle sue due rive, come alimentata da
quell’arteria d’acqua. Qui, solo solitudine, pietroni, terra talmente arsa da
essere ridotta a polvere giallastra, che ogni tanto il vento solleva con piccoli
vortici, che paion fiato di bocca febbrile tanto sono asciutti e caldi. E
tormentosi per la polvere che penetra con essi nelle narici e nelle fauci. Moto
rari, qualche piccolo cespuglio spinoso, non si sa come resistente in quella
desolazione. Sembrano ciuffetti di superstiti capelli sulla testa di un calvo.
Sopra, un cielo spietatamente azzurro; sotto, il suolo arido; intorno, massi e
silenzio. Ecco quanto vedo come natura.
Addossato ad un enorme pietrone, che per la sua
forma sembra una ‘C’ che fa un embrione di grotta e seduto su un sasso
trascinato in quell’incavo, sta Gesù. Si ripara così dal sole cocente. E
l’interno ammonitore mi avverte che quel sasso, su cui ora siede, è anche il suo
inginocchiatoio e il suo guanciale quando prende le brevi ore di riposo, avvolto
nel suo mantello, al lume delle stelle e all’aria fredda della notte. Infatti là
presso è la sacca che gli ho visto prendere prima di partire da Nazareth. Tutto
il suo avere. E dal come si piega floscia, comprendo che è vuota del poco cibo
che vi aveva messo Maria.
Gesù è magro e pallido. Sta seduto con i gomiti
appoggiati ai ginocchi e gli avambracci sporti in avanti, con le mani unite ed
intrecciate nelle dita. Medita. Ogni tanto soleva lo sguardo e lo gira attorno e
guarda il sole alto, quasi a perpendicolo, nel cielo azzurro. Ogni tanto, e
specie dopo aver girato lo sguardo attorno e averlo alzato verso la luce solare,
chiude gli occhi e si appoggia al masso che gli fa da riparo, come preso da
vertigine.
Vedo apparire il brutto ceffo di Satana. Non che
si presenti nella forma con cui noi ce lo raffiguriamo, con corna, coda,
ecc.ecc. Pare un beduino avvolto nel suo vestito e nel suo mantellone che pare
un domino da maschera. Sul capo il turbante, le cui falde bianche scendono a far
riparo sulle spalle e lungo i lati del viso. Di modo che di questo appare un
breve triangolo molto bruno, dalle labbra sottili e sinuose, degli occhi
nerissimi e incavati, pieni di bagliori magnetici. Due pupille che ti leggono in
fondo al cuore, ma nella quali non leggi nulla, o una sola parola: mistero.
L’opposto dell’occhio di Gesù, tanto magnetico fascinatore anch’esso, che ti
legge in cuore, ma nel quale leggi anche che nel suo cuore è amore e bontà per
te. L’occhio di Gesù è una carezza all’anima. Questo è come un doppio pugnale
che ti perfora e brucia.
Si avvicina a Gesù: "Sei solo?"
Gesù lo guarda e non risponde.
"Come sei capitato qui? Ti sei sperduto?"
Gesù lo guarda da capo e tace.
"Se avessi dell’acqua nella borraccia te la darei.
Ma ne sono senza anch’io. M’è morto il cavallo e mi dirigo a piedi al guado. Là
berrò e troverò chi mi dà un pane. So la via. vieni con me. Ti guiderò."
Gesù non alza più neppure gli occhi.
"Non rispondi? Sai che se resti qui, muori? Già si
leva il vento. Sarà bufera. Vieni".
Gesù stringe le mani in muta preghiera.
"Ah! sei proprio Tu, dunque? E’ tanto che ti
cerco! Ed ora è tanto che ti osservo. Dal momento che sei stato battezzato.
Chiami l’Eterno? E’ lontano. Ora sei sulla terra e in mezzo agli uomini. E negli
uomini regno io. Pure mi fai pietà e ti voglio soccorrere, perché sei buono e
sei venuto a sacrificarti per nulla. Gli uomini ti odieranno per la tua bontà.
Non capiscono che oro e cibo, e senso. Sacrificio, dolore, ubbidienza, sono
parole morte per loro più di questa polvere. Solo il serpe può nascondersi qui
attendendo di mordere e lo sciacallo di sbranare. Vieni via. Non merita soffrire
per loro. Li conosco più di Te."
Satana si è seduto di fronte a Gesù e lo fruga col
suo sguardo tremendo, e sorride con la sua bocca di serpe. Gesù tace sempre e
prega mentalmente.
"Tu diffidi di me. Fai male. Io sono la sapienza
della terra. Ti poso essere maestro per insegnarti a trionfare. Vedi:
l’importante è trionfare. Poi, quando ci si è imposti e si è affascinato il
mondo, allora lo si conduce dove si vuole noi. Ma prima bisogna essere come
piace a loro. Come loro. Sedurli facendo loro credere che li ammiriamo e li
seguiamo nel loro pensiero.
Sei giovane e bello. Comincia dalla donna. E’
sempre da essa che si deve incominciare. Io ho sbagliato inducendo la donna alla
disubbidienza. Dovevo consigliarla per altro modo. Ne avrei fatto uno strumento
migliore e avrei vinto Dio. Ho avuto fretta. Ma Tu! Io t’insegno perché c’è
stato un giorno che ho guardato a Te con giubilo angelico e un resto di
quell’amore è rimasto, ma Tu ascoltami, ed usa della mia esperienza. Fatti una
compagna. Dove non riuscirai Tu, essa riuscirà. Sei il nuovo Adamo, devi avere
la tua Eva.
E poi, come puoi comprendere e guarire le malattie
del senso se non sai cosa sono? Non sai che è lì il nocciolo da cui nasce la
pianta della cupidità e della prepotenza? Perché l’uomo vuole regnare? Perché
vuole essere ricco, potente? Per possedere la donna. Questa è come l’allodola.
Ha bisogno del luccichio per essere attirata. L’oro e la potenza sono le due
facce dello specchio che attirano le donne e le cause del male nel mondo.
Guarda: dietro a mille delitti dai volti diversi, ce ne sono novecento almeno
che hanno radice nella fame del possesso della donna o nella volontà di una
donna, arsa da un desiderio che l’uomo non soddisfa ancora o non soddisfa più.
Vai dalla donna se vuoi sapere cosa è la vita. E solo dopo saprai curare e
guarire i morbi dell’umanità.
E’ bella, sai, la donna! Non c’è nulla di più
bello nel mondo. L’uomo ha il pensiero e la forza. Ma la donna! Il suo pensiero
è un profumo, il suo contatto è carezza di fiori, la sua grazia è come vino che
scende, la sua debolezza come matassa di seta o ricciolo di bambino nelle mani
di un uomo, la sua carezza è forza che si rovescia sulla nostra e la accende. Si
annulla il dolore, la fatica, il cruccio, quando si posa presso una donna, ed
essa è fra le nostre braccia come un fascio di fiori.
Ma che stolto che sono! Tu hai fame e ti parlo
della donna. La tua vigoria è esausta. Per questo, questa fragranza della terra,
questo fiore del creato, questo frutto che dà e suscita amore, ti pare senza
valore. Ma guarda queste pietre. Come sono tonde e levigate, dorate sotto al
sole che scende. Non sembrano pani? Tu, Figlio di Dio, non hai che dire:
"Voglio", perché esse divengano pane fragrante come quello che ora le massaie
levano dal forno per la cena dei loro familiari. E queste acacie così aride, se
Tu vuoi, non possono empirsi di dolci pomi, di datteri di miele? Satollati, o
Figlio di Dio. Tu sei il Padrone della terra. Essa si inchina per mettere ai
tuoi piedi se stessa e sfamare la tua fame.
Lo vedi che impallidisci e vacilli solo a sentir
nominare il pane? Povero Gesù! Sei tanto debole da non potere più neppure
comandare al miracolo? Vuoi che lo faccia io per Te? Non ti sono a paro. Ma
qualcosa posso. Starò privo per un anno della mia forza, la radunerò tutta, ma
ti voglio servire perché Tu sei buono ed io sempre mi ricordo che sei il mio
Dio, anche se ora ho demeritato di chiamarti tale. Aiutami con le tue preghiere
perché io possa..."
"Taci. ‘Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni
parola che viene da Dio’."
Il demonio ha un sussulto di rabbia. Digrigna i
denti e stringe i pugni. Ma si contiene e volge il digrigno in sorriso.
"Comprendo. Tu sei sopra le necessità della terra
e hai ribrezzo a servirti di me. L’ho meritato. Ma vieni , allora, e vedi cosa è
nella casa di Dio. Vedi come anche i sacerdoti non ricusano di venire a
transazioni fra lo spirito e la carne. Perché infine sono uomini e non angeli.
Compi un miracolo spirituale. Io ti porto sul pinnacolo del Tempio e Tu
trasfigurati in bellezza lassù, e poi chiama le coorti di angeli e di' che
facciano delle loro ali intrecciate pedana al tuo piede e ti calino così nel
cortile principale. Che ti vedano e si ricordino che Dio è. Ogni tanto è
necessario manifestarsi, perché l’uomo ha una memoria tanto labile, specie in
ciò che è spirituale. Sai come gli angeli saranno beati di far riparo al tuo
piede e scala a Te che scendi!"
" ‘Non tentare il Signore Iddio tuo’ è
detto".
"Comprendi che anche la tua apparizione non
muterebbe le cose e il Tempio continuerebbe ad essere mercato e corruzione. La
tua divina sapienza lo sa che i cuori dei ministri del Tempio sono un nido di
vipere, che si sbranano e sbranano pur di predominare. Non sono domati che dalla
potenza umana.
E allora vieni. Adorami, Io ti darò la terra.
Alessandro, Ciro, Cesare, tutti i più grandi dominatori passati o viventi,
saranno simili a capi di meschine carovane rispetto a Te che avrai tutti i regni
della terra sotto il tuo scettro. E coi regni tutte le ricchezze, tutte le
bellezze della terra, e donne, e cavalli, e armati e templi. Potrai alzare
dovunque il tuo Segno, quando sarai Re dei re e Signore del mondo. Allora sarai
ubbidito e venerato dal popolo e dal sacerdozio. Tutte le caste ti onoreranno e
ti serviranno, perché sarai il Potente, l’Unico, il Signore.
Adorami un attimo solo! Levami questa sete che ho
di essere adorato! E’ quella che mi ha perduto. Ma è rimasta in me e mi brucia.
Le vampe dell’inferno sono fresca aria del mattino rispetto a questo ardore che
mi brucia l’interno. E’ il mio inferno questa sete. Un attimo, un attimo solo, o
Cristo. tu che sei buono! Un attimo di gioia all’eterno Tormentato! Fammi
sentire cosa voglia dire essere dio e mi avrai devoto, ubbidiente come servo per
tutta la vita, per tutte le tue imprese. Un attimo! Un solo attimo, e non ti
tormenterò più!".
E Satana si butta in ginocchio supplicando.
Gesù si è alzato, invece. Divenuto più magro in
questi giorni di digiuno, sembra ancora più alto. Il suo volto è terribile di
severità e potenza. I suoi occhi sono due zaffiri che bruciano. La sua voce è un
tuono che si ripercuote contro l’incavo del masso e si sparge sulla sassaia e la
piana desolata quando dice: "Va' via, Satana! E’ scritto ‘Adorerai il Signore
Dio tuo e servirai Lui solo’!".
Satana con un urlo di strazio dannato e di odio
indescrivibile scatta in piedi, tremendo a vedersi nella sua furente, fumante
persona. E poi scompare con un nuovo urlo di maledizione.
Gesù si siede stanco, appoggiando indietro il capo
contro il masso. Pare esausto. Suda. Ma esseri angelici vengono ad alitare con
le loro ali nell’afa dello speco, purificandola e rinfrescandola. Gesù apre gli
occhi e sorride. Io non lo vedo mangiare. Direi che Egli si nutre dell’aroma del
Paradiso e ne esce rinvigorito.
Il sole scompare a ponente. Egli prende la vuota
bisaccia e, accompagnato dagli angeli che fanno una mite luce, sospesi sul suo
capo mentre la notte cala rapidissima, si avvia verso est, meglio verso
nord-est. Ha ripreso la sua espressione abituale, il passo sicuro. Solo resta, a
ricordo del lungo digiuno, un aspetto più ascetico nel volto magro e pallido e
negli occhi rapiti in una gioia non di questa terra.
Dice Gesù:
"Ieri eri senza la tua forza, che è la mia
volontà, ed eri perciò un essere semivivo. Ho fatto riposare le tue membra e ti
ho fatto fare l’unico digiuno che ti pesi: quello della mia parola. Povera
Maria! Hai fatto il Mercoledì delle Ceneri. In tutto sentivi il sapor della
cenere, poiché eri senza il tuo Maestro. Non mi facevo sentire. Ma c’ero.
Questa mattina, poiché l’ansia è reciproca, ti ho
mormorato nel tuo dormiveglia: "Agnus Dei qui tollis peccata mundi, dona nobis
pacem" e te l’ho fatto ripetere molte volte e tante te le ho ripetute. Hai
creduto che parlassi su questo. No. Prima c’era il punto che ti ho mostrato e
che ti commenterò. Poi questa sera ti illustrerò quest’altro.
Satana, lo hai visto, si presenta sempre con veste
benevola. Con aspetto comune. Se le anime sono attente, e soprattutto in
spirituale contatto con Dio, avvertono quell’avviso che le rende guardinghe e
pronte a combattere le insidie demoniache. Ma se le anime sono disattente al
divino, separate da una carnalità che soverchia e assorda, non aiutate dalla
preghiera che congiunge a Dio e riversa la sua forza come da canale nel cuore
dell’uomo, allora difficilmente esse si avvedono del tranello nascosto sotto
l’apparenza innocua e vi cadono. Liberarsene è, poi, molto difficile.
Le due vie più comuni prese da Satana per giungere
alle anime sono il senso e la gola. Comincia sempre dalla materia. Smantellata e
asservita questa, dà l’attacco alla parte superiore. Prima il morale: il
pensiero con le sue superbie e cupidigie; poi lo spirito, levandogli non solo
l’amore -quello non esiste già più quando l’uomo ha sostituito l’amore divino
con altri amori umani- ma anche il timore di Dio. E’ allora che l’uomo si
abbandona in anima e corpo a Satana, pur di arrivare a godere ciò che vuole,
godere sempre di più.
Come Io mi sia comportato, lo hai visto. Silenzio
e orazione. Silenzio. Perché se Satana fa la sua opera di seduttore e ci viene
intorno, lo si deve subire senza stolte impazienze e vili paure. Ma reagire con
la sostenutezza alla sua presenza, e con la preghiera alla sua seduzione.
E’ inutile discutere con Satana. Vincerebbe lui,
perché è forte nella sua dialettica. Non c’è che Dio che lo vinca. E allora
ricorrere a Dio, che parli per noi, attraverso a noi. Mostrare a Satana quel
Nome e quel Segno, non tanto scritti su una carta o incisi su un legno, quanto
scritti e incisi nel cuore. Il mio Nome, il mio Segno.
Ribattere a Satana
unicamente quando insinua che egli è come Dio, usando la parola di Dio. Egli non
la sopporta.
Poi, dopo la lotta, viene la vittoria, e gli
angeli servono e difendono il vincitore dall’odio di Satana. Lo ristorano con le
rugiade celesti, con la Grazia che riversano a piene mani nel cuore del figlio
fedele, con la benedizione che accarezza lo spirito.
Occorre avere volontà di vincere Satana e fede in
Dio e nel suo aiuto. Fede nella potenza della preghiera e nella bontà del
Signore. Allora Satana non può fare del male.
Va’ in pace. Questa sera ti letificherò col
resto".
Estratto di
"l'Evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta ©Centro Editoriale
Valtortianohttp://www.mariavaltorta.com/
LAUDETUR JESUS CHRISTUS!
LAUDETUR CUM MARIA!
SEMPER LAUDENTUR!