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sabato 3 agosto 2013

SAN MARCELLO, martire



Atti di Marcello

Tangeri 30 ottobre 298

Passione del santo e beatissimo Marcello, martire di Cristo,
che subì il martirio sotto Agricolano, tre giorni prima delle calende di Novembre


I. Durante il consolato di Fausto e Gallo, cinque giorni prima delle calende di agosto (il 28 luglio), fu introdotto Marcello, centurione astato della prima coorte. 

Il governatore Fortunato disse: “Come mai, contro il regolamento militare, ti sei spogliato del balteo e della spada e hai gettato via l’insegna del tuo grado?”.
Marcello rispose: “Già il 21 luglio, davanti alle insegne di codesta legione, quando avete celebrato il giorno festivo del vostro imperatore, ti ho risposto pubblicamente e distintamente che io sono cristiano, e che non posso prestare questo servizio, ma servire solo Gesù Cristo figlio del Dio onnipotente”.
Il governatore Fortunato disse: “Non posso ignorare la tua avventatezza, e quindi riferirò il fatto ai nostri signori Augusti e Cesari. E tu poi, sta certo, sarai introdotto davanti al tribunale del mio signore Aurelio Agricolano facente funzione di prefetto al pretorio, e ti scorterà Cecilio, ufficiale appartenente alle forze armate del governatore della provincia”.

“Manilio Fortunato saluta il suo Agricolano. Nel giorno felicissimo e in tutto il mondo beatissimo dell’autentico compleanno dei nostri signori Augusti e Cesari a un tempo, mentre celebravamo la solenne festività, o signore Aurelio Agricolano, Marcello, centurione ordinario, preso da un inspiegabile accesso di follia, si è spogliato spontaneamente del balteo e della spada, e ha creduto bene di gettare l’insegna del grado che portava proprio davanti alle insegne dei nostri signori. Ho creduto necessario riferire questo fatto alla tua potestà, e contemporaneamente far tradurre davanti a te lo stesso Marcello”.

Reliquie di San Marcello il Centurione,
South Bend, Indiana (Stati Uniti)
II. Durante il consolato di Fausto e Gallo, tre giorni prima delle calende di novembre (il 30 ottobre), a Tangeri, fu
 introdotto Marcello, centurione astato della prima coorte. Un funzionario disse: “Il governatore Fortunato ha fatto tradurre dinanzi alla tua potestà Marcello. C’è qui per la tua magnificenza anche una lettera sul suo caso; se lo ordini, ne darò lettura”.

Agricolano disse: “Se ne dia lettura”.
Data lettura della lettera, Agricolano disse: “Hai detto le cose di cui viene data lettura nel verbale del governatore?”. Marcello disse: “Sì”.
Agricolano disse: “Prestavi servizio col grado di centurione ordinario?”.
Marcello disse: “Sì”.

Agricolano disse: “Che pazzia ti ha preso, sì da farti gettare la sacra insegna e da farti parlare in questo modo?”.
Marcello disse: “Non c’è pazzia in colui che è timorato di Dio”.
Agricolano disse: “Hai detto tutte le singole cose che sono contenute nei verbali del governatore?”.
Marcello disse: “Si”.
Agricolano disse: “Hai fatto getto delle armi?”.
Marcello disse: “Sì. Infatti un cristiano, timorato di Cristo Signore, non deve prestar servizio nelle milizie di questo mondo”.
Agricolano disse: “Le azioni di Marcello sono tali, che devono essere punite in base al regolamento”. E disse così:

“Marcello, che ha contaminato il centurionato in cui militava facendo getto pubblicamente della sacra insegna del grado, e in più dinanzi al governatore ha fatto mettere a verbale parole piene di follia, è condannato alla decapitazione”.
Mentre era condotto al supplizio, il santo Marcello disse: “Dio ti ricolmi di benefici”.
Decapitato dopo aver pronunciato queste parole, Marcello ottenne la palma del martirio cui aspirava, sotto il regno di nostro Signore Gesù Cristo, che ricevette il suo martire nella pace. A lui sono onore e gloria, virtù e potestà nei secoli dei secoli. Amen.



Cfr. G. Lanata, “Processi contro cristiani negli atti dei martiri”, Torino 1989, pp. 59-63.

martedì 22 gennaio 2013

GIANNA JESSEN



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Gianna Jessen (Los Angeles, 6 aprile 1977) è una attivista statunitense. Nota per essere sopravvissuta all'aborto che avrebbe dovuto toglierle la vita, milita in movimenti pro life.
Gianna Jessen è nata a Los Angeles in una clinica per aborti legata alla associazione Planned Parenthood. La clinica aveva consigliato alla madre di Gianna, giunta alle fine del sesto mese di gravidanza, di abortire con aborto salino, una tecnica abortista usata prevalentemente dopo il terzo trimestre. Essa consiste nell'iniettare nell'utero una soluzione salina che corrode il feto e porta alla sua morte, dovuta, tra l'altro, all'alterazione delle funzioni della placenta. In seguito, a causa delle contrazioni uterine, il feto viene espulso morto entro le seguenti 24 ore.

Nel caso di Gianna, la tecnica non funzionò e la bambina nacque viva, dopo 18 ore. Gianna venne trasferita in ospedale e riuscì a sopravvivere, nonostante pesasse solo nove etti; tuttavia la carenza di ossigeno causata dall'aborto le ha procurato una paralisi cerebrale e muscolare. Nonostante la paralisi cerebrale Gianna Jessen imparò a camminare con tutore all'età di 3 anni.

La bambina fu adottata a tre anni, a venti anni, grazie alle cure mediche e alla fisioterapia, riuscì a ottenere la capacità di camminare senza tutore, seppure con notevoli difficoltà.

Nonostante la grave paralisi cerebrale, Gianna è sempre stata molto attiva nei movimenti che si oppongono all'aborto e ha raccontato la sua storia al Congresso degli Stati Uniti d'America e alla Camera dei Comuni del Regno Unito.
Nel 1999 è uscita una sua biografia, curata dall'autrice statunitense Jessica Shaver.





Domine Iesu, noverim me, noverim te,
Nec aliquid cupiam nisi te.