<<La voce torna forte, imperiosa come un comando: «Guarda il tuo Re, o popolo di Dio! Conosci il suo Volto! La
Bellezza di Dio ti è davanti. La Sapienza di Dio ha preso una bocca per istruirti. Non sono più i profeti, o popolo
d’Israele, quelli che ti parlano dell’Innominabile. È Lui stesso. Lui, che conosce il Mistero che è Dio, che ti parla
di Dio. Lui, che conosce il Pensiero di Dio, che ti accosta al suo seno, o popolo ancor pargolo dopo tanti secoli, e
ti nutre col latte della Sapienza di Dio per farti adulto in Dio. Per fare questo si è incarnato in un seno. In un seno
di donna d’Israele, grande più al cospetto di Dio e degli uomini di ogni altra donna. Ella ha rapito il cuore di Dio
con uno solo dei suoi palpiti di colomba. La bellezza del suo spirito ha sedotto l’Altissimo ed Egli di Lei ha fatto
il suo trono. Maria d’Aronne peccò perché in lei era il peccato. Debora giudicò ciò che era da farsi, ma non
operò con le sue mani. Giaele fu forte, ma si sporcò di sangue. Giuditta era giusta e temeva il Signore, e Dio fu
nelle sue parole e le permise l’atto perché fosse salvato Israele, ma per amor di patria usò astuzia omicida. Ma la
Donna che lo ha generato supera queste donne, perché è l’Ancella perfetta di Dio e lo serve senza peccare. Tutta
pura, innocente e bella, è il bell’Astro di Dio, dal suo sorgere al suo tramontare. Tutta bella, splendente e pura
per essere Stella e Luna, Luce agli uomini per trovare il Signore. Non precede e non segue l’Arca santa come
Maria d’Aronne, perché Arca è Ella stessa. Sulla torbida onda della Terra, coperta dal diluvio delle colpe, Ella
scorre e salva, perché chi entra in Lei trova il Signore. Colomba senza macchia, esce e porta l’ulivo (come in:
Genesi 8, 8-12), l’ulivo di pace agli uomini, perché Ella è Uliva speciosa. Tace, e nel suo silenzio parla e opera
più di Debora, Giaele e Giuditta, e non consiglia battaglia, non incita a stragi, non sparge altro sangue che il suo
più eletto, quello col quale ha fatto il suo Figlio, Misera Madre! Madre sublime!... Temeva Giuditta il Signore,
ma di un uomo era stato il suo fiore. Questa il suo fiore inviolato ha dato all’Altissimo, e il Fuoco di Dio è sceso
nel calice del giglio soave, e un seno di donna ha contenuto e portato la Potenza, la Sapienza e l’Amore di Dio.
Gloria alla Donna! Cantate, o donne d’Israele, le lodi di Lei!».
La donna tace come fosse spossata la sua voce. Infatti non so come faccia a tenere quel timbro così forte.
Gli scribi dicono: «È pazza! È pazza! Falla tacere. Pazza o posseduta. Imponi allo spirito che la tiene che se ne
vada».
«Non posso. Non c’è che spirito di Dio, e Dio non scaccia Se stesso».
«Non lo fai perché ella loda Te e la Madre tua, a ciò solletica il tuo orgoglio».
«Scriba, rifletti a ciò che sai di Me e vedrai che Io non conosco l’orgoglio».
«Eppure solo un demonio può parlare in lei per celebrare così una donna!... La donna! E che è in Israele e per
Israele la donna? E che, se non peccato agli occhi di Dio? La sedotta e seduttrice! Se non fosse fede, si
stenterebbe a pensare un’anima nella femmina. Le è interdetto di accostarsi al Santo per la sua immondezza. E
costei dice che Dio scese in lei!...», dice un altro scriba, scandalizzato, e i suoi compari gli fanno bordone.
Gesù dice senza guardare nessuno in volto, pare che parli a Se stesso: «“La Donna schiaccerà la testa del
Serpente... La Vergine concepirà e partorirà un Figlio che sarà chiamato Emmanuele... Un germoglio spunterà
dalla radice di Jesse, un fiore verrà da questa radice e su Lui si riposerà lo Spirito del Signore”. Questa Donna.
Mia Madre. Scriba, per onore del tuo sapere, ricorda e comprendi le parole del Libro». (Genesi 3, 15; Isaia 7, 14; 11, 1-2.)
Gli scribi non sanno che rispondere. Quelle parole sono state mille volte lette da loro e dette vere. Possono ora negarlo? Tacciono.>>
525. Profezie di Sabea di Betlechi e giudizio su di lei.
Senza Mamma non puoi
stare
neppur se sogni il Cielo