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lunedì 1 febbraio 2021

«Ricordati che non sarai grande per le contemplazioni e le rivelazioni, ma per il tuo sacrificio. ...

 Novena per impetrare Grazie da Maria Valtorta e avvicinare il riconoscimento della sua Santità: VII° giorno

Maria Valtorta

 (Caserta, 14 marzo 1897 – Viareggio, 12 ottobre 1961)

   Cari amici e amiche nella comune fede per il Nostro Unico e Superno Signore Gesù Cristo, in occasione del prossimo anniversario della nascita di Maria Valtorta, la Penna fedele di Dio da cui gli scritti di questo sito web dedicato, ci è gradito condividere la Novena per la sua auspicata prossima canonizzazione e per impetrare le Grazie di cui abbiamo bisogno.
In questa occasione, vorremmo unire la voce corale in preghiera per le 4 persone disperse nella mia terra, sul monte Velino, di cui Valeria conosciuta e stimata personalmente come socialmente; le ricerche sono in corso, e noi vogliamo sperare saldamente con la certezza che la nostra fede permette, che presto faranno ritorno tra i loro cari, grati a Dio, alla Mamma Celeste, alla Santa, e alla vostra carità di prossimo cristiana; il corpo e lo spirito, sempre e comunque, sotto il Manto Santissimo della Vergine Madre Celeste. 
Grazie anticipatamente per la vostra partecipazione: Dio compensi con incremento di Bene.

Buona lettura e proseguimento in augurio di Bene e Pace che solo sono in Dio Uno e Trino.

   Dai 'Quaderni', 26 dicembre 1943

   Dice Gesù:

   «Ricordati che non sarai grande per le contemplazioni e le rivelazioni, ma per il tuo sacrificio. 
   
Le prime te le concede iddio non per tuo merito ma per sua infinita bontà. Il secondo è fiore del tuo spirito ed è quello che ha merito agli occhi miei. Aumentalo senza considerazioni umane sino al limite delle tue forze fisiche e spirituali. Più ti alzerai e più ti rapirò in alto.

   
E non temere. E non ti affliggere se l’interno traspare. Anche vedere un rapito in Dio è santificazione per i fratelli. Tu di tuo non mettervi nulla. Non inquinare mai questa polla di vita mistica con elementi umani. E lasciami fare anche in questo.

   Non ti dico di più. Bèati in mia Madre

   2 agosto 1944

   «...Mio piccolo Giovanni, vieni sempre a Me passando per Maria. È il segreto dei santi. E la Porta chiusa, che non si aprì né s'aprirà mai per violenza umana, la Porta santa per cui solo Dio può passare, si apre al tocco di amore di un figlio di Dio. Si apre benigna. Quanto più umile e semplice è quello spirito che a Lei si volge, e tanto più Ella si apre e vi accoglie. Vi accoglie per insegnarvi la Sapienza e l'Amore tenendovi fra le sue braccia di Madre.
    Vai, Giovanni, alla tua Maestra che ti ama..
 

NOVENA PER IMPETRARE GRAZIE DA MARIA VALTORTA E AVVICINARE IL RICONOSCIMENTO DELLA SUA SANTITÀ

   La Novena può essere recitata in qualunque momento dell'anno, a seconda dei bisogni e lo slancio partecipativo alla causa di santificazione di Maria Valtorta; consta di una parte fissa, che conclude ciascun giorno, e di una tratta dai Quaderni e commentata.

   Dopo la Novena segue la recita di:
il Credo, 3 Pater, 3 Ave, 3 Gloria 
meglio ancora per chi possa:
Il Credo, 7 Pater, 7 Ave, 7 Gloria
   Il Rosario, naturalmente, come preghiera 'principe', può pure essere utilizzato
in sostituzione e come scelta d'elezione.

   'Benedetti coloro che accetteranno il dono con semplicità di cuore e fede. In essi si accenderà quel fuoco che il Padre (Migliorini) oggi auspicava. Il mondo non muterà nella sua ferocia. E’ troppo corrotto. Ma essi ne saranno consolati e sentiranno crescere in loro la sete di Dio che è fomite di santità.' Quaderni 22.2.44
 

   Settimo giorno:

   Quaderni 09.01.1946

   'L‘amore sta alla perfezione che si vuole raggiungere come il soffio sulla brace: la riaccende, ne dilata il calore, la fa tutta attiva e splendida. La perfezione che si voglia raggiungere solo per avere pace e gloria, ossia per un egoismo spirituale, è come brace spenta; è nera, fredda, inutile. La perfezione con poco amore è come un mucchio di brace nera con un solo puntolino acceso: un carboncino... Langue, sonnecchia, rischia di morire. Ma se il nostro amore - e sia amore puro, tutto per dare gloria a Dio - su essa alita, ecco che allora tutta la perfezione si accende, e l‘anima nostra purifica, e la fa bella, la fa pronta e servizievole come perfetta ancella alla divina Volontà, e degna, poi, d‘ardere davanti al trono dove splende l‘Agnello. Le azioni dei santi - e santi sono i perfetti operatori della divina Volontà - splendono insieme alle loro orazioni nei turiboli celesti. Tanto più aumenta l‘amore per amore, tanto più aumenta la perfezione. Ama totalmente e sarai completamente perfetta nella misura che da te vuole la Ss. Trinità.'

   L'anima che vuole raggiungere la perfezione dell'Amore, deve superare il primo livello- l'inferiore- che è soffocato nello slancio verso le Celesti altezze, da un egoismo spirituale in cui predomina la ricerca di una pace interiore sufficiente-giusta aspirazione, purché non finalizzata a sé stessa- e la gloria: questa soprattutto viene elargita quasi sempre postuma alle anime in Grazia, per Misericordia Superna di preservazione dal pur minimo rigurgito di orgoglio o superbia, che farebbero immediatamente cessare i favori divini per le anime elette.
L'amore vero, puro, invece cerca e si studia con ogni mezzo di diffondere e far risaltare la Gloria di Dio, purificando in tal modo l'anima stessa, rendendola servizievole, ardente di zelo, pronta, santamente audace e celestialmente mite ed umile, in un rapporto di proporzione diretta tra questo sforzo e il ritorno di Grazia al cospetto della Perfezione.
Arda anche in noi questo santo anelito, il più santo tra le aspirazioni dei figli di Dio. Amen

Il Signore ci ha affidati al Cuore della Corredentrice e Consolazione eterna nostra e dei nostri fratelli: un Cuore di Mamma che più dolce, sapiente, potente, misericordioso e comprensivo, non avremmo potuto chiedere e nemmeno immaginare. Ella è la 'Secondogenita' di Dio, come ama definirla Gesù con le Parole affidate a Maria Valtorta, e la sua Grazia al cospetto dell'Eterno supera la pur più ispirata intelligenza umana; un Suo Sorriso fa sobbalzare i cieli di Gioia, e Suo Figlio nostro Signore, è ben felice di esaudirla per strapparne uno ancora e confermarLe la preferenza eterna. Abbiamo ben motivo allora di fidare pienamente e attendere fiduciosi la sensibile realizzazione delle nostre suppliche, rimettendo i nostri affanni nella Mani della Mamma Celeste.

Maria Valtorta, come accoglieste con santo e generoso slancio l'invito del Signore di seguirLo con cuore di pura ed umile Violetta, fino a farvi anima generosamente vittima, e nell'ubbidienza totale alla Divina Volontà foste resa degna di essere portavoce mondiale delle nuove 'Parole di Vita Eterna', così ora fatevi vicaria delle nostre suppliche rendendole efficaci per ottenere la Grazia che imploriamo. La Santa Madre Chiesa di Roma riconosca presto nel 'Piccolo Giovanni' una 'Voce' diretta del Signore per la salute spirituale e complessiva dei nostri fratelli:
'Sappi che Io adeguo le manifestazioni all’ambiente e allo scopo per i quali Io le ho suscitate. Tu hai avuto missione di essere voce mondiale. Devi cantare l’inno della Misericordia e dell’Amore, della Sapienza e della Perfezione, per tutte le orecchie e per tutti i cuori, per tutte le intelligenze e per tutte le anime.' Quaderni 18.12. 1943

Pubblicato il 01/02/2021

Ave Maria, Madre di Gesù, io mi affido aTe!

giovedì 12 marzo 2015

L'orazione è un sacrificio spirituale


Ostia spirituale

    <<L'orazione è un sacrificio spirituale, che ha cancellato gli antichi sacrifici. «Che m'importa», dice, «dei vostri sacrifici senza numero? Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di giovenchi; il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco. Chi richiede da voi queste cose?» (cfr. Is 1, 11).

    Quello che richiede il Signore, l'insegna il vangelo: «Verrà l'ora», dice, «in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità. Dio infatti è Spirito» (Gv 4, 23) e perciò tali adoratori egli cerca.
       Noi siamo i veri adoratori e i veri sacerdoti che, pregando in spirito, in spirito offriamo il sacrificio della preghiera, ostia a Dio appropriata e gradita, ostia che egli richiese e si provvide.

    Questa vittima, dedicata con tutto il cuore, nutrita dalla fede, custodita dalla verità, integra per innocenza, monda per castità, coronata dalla carità, dobbiamo accompagnare all'altare di Dio con il decoro delle opere buone tra salmi e inni, ed essa ci impetrerà tutto da Dio.
    Che cosa infatti negherà Dio alla preghiera che procede dallo spirito e dalla verità, egli che così l'ha voluta? Quante prove della sua efficacia leggiamo, sentiamo e crediamo!

    L'antica preghiera liberava dal fuoco, dalle fiere e dalla fame, eppure non aveva ricevuto la forma da Cristo.
    Quanto è più ampio il campo d'azione dell'orazione cristiana! La preghiera cristiana non chiamerà magari l'angelo della rugiada in mezzo al fuoco, non chiuderà le fauci ai leoni, non porterà il pranzo del contadino all'affamato, non darà il dono di immunizzarsi dal dolore, ma certo dà la virtù della sopportazione ferma e paziente a chi soffre, potenzia le capacità dell'anima con la fede nella ricompensa, mostra il valore grande del dolore accettato nel nome di Dio.

    Si sente raccontare che in antico la preghiera infliggeva colpi, sbaragliava eserciti nemici, impediva il beneficio della pioggia ai nemici. Ora invece si sa che la preghiera allontana ogni ira della giustizia divina, è sollecita dei nemici, supplica per i persecutori. Ha potuto strappare le acque al cielo, e impetrare anche il fuoco. Solo la preghiera vince Dio. Ma Cristo non volle che fosse causa di male e le conferì ogni potere di bene.

    Perciò il suo unico compito è richiamare le anime dei defunti dallo stesso cammino della morte, sostenere i deboli, curare i malati, liberare gli indemoniati, aprire le porte del carcere, sciogliere le catene degli innocenti. Essa lava i peccati, respinge le tentazioni, spegne le persecuzioni, conforta i pusillanimi, incoraggia i generosi, guida i pellegrini, calma le tempeste, arresta i malfattori, sostenta i poveri, ammorbidisce il cuore dei ricchi, rialza i caduti, sostiene i deboli, sorregge i forti.

    Pregano anche gli angeli, prega ogni creatura. Gli animali domestici e feroci pregano e piegano le ginocchia e, uscendo dalle stalle o dalle tane, guardano il cielo non a fauci chiuse, ma facendo vibrare l'aria di grida nel modo che a loro è proprio. Anche gli uccelli quando si destano, si levano verso il cielo, e al posto delle mani aprono le ali in forma di croce e cinguettano qualcosa che può sembrare una preghiera.
    Ma c'è un fatto che dimostra più di ogni altro il dovere dell'orazione. Ecco, questo: che il Signore stesso ha pregato.
    A lui sia onore e potenza nei secoli dei secoli. Amen.>>

Dal trattato «L'orazione» di Tertulliano, sacerdote (Cap. 28-29; CCL 1, 273-274)


RESPONSORIO         Cfr. Gv 4, 23-24
R. I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; * così il Signore vuol essere adorato.
V. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità,
R. così il Padre vuol essere adorato.

ORAZIONE

    Dio grande e misericordioso, quanto più si avvicina la festa della nostra redenzione, tanto più cresca in noi il fervore per celebrare santamente la Pasqua del tuo Figlio. Egli è Dio, e vive e regna. 


Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.



Quam bonum, et quam jucundum, Maria,
Dilìgere nomen tuum!
Quanto è buono e quanto è soave, o Maria,
Amare il tuo nome!

lunedì 25 agosto 2014

Luce



"Se ci accorgiamo che un nostro fratello o una nostra sorella hanno smarrito la giusta strada, abbiamo il dovere di pregare per loro, così come abbiamo il dovere di pregare per i sacerdoti, i vescovi, i cardinali, le suore e per il Santo Padre. Christina precisa che quella di Nostra Signora non è solo una richiesta, è un nostro preciso dovere". (La veggente Christina Gallagher)

"Molti si preoccupano quando pregando la loro mente viene distratta da altri pensieri, per esempio qualcosa che è successo quel giorno. Questo è normale, ma è ben diverso da quando il diavolo cerca costantemente di allontanarci dalla preghiera. Se stiamo pregando il Rosario possiamo avere in questo caso molte difficoltà. Rabbia e fastidio possono nascere in famiglia fra chi vuole pregare il Rosario e chi no. Tutto ciò dipende dal diavolo che cerca di fermarci.
Tutte queste tentazioni del Maligno possono essere sconfitte dai sacramenti, dalla preghiera del cuore, dal digiuno, dai sacrifici e dall’amore. Tutte queste sono cose che Satana non sopporta". (La veggente Christina Gallagher)

"Dobbiamo accettare e non negare l’esistenza di Satana. Se neghiamo l’esistenza di Satana neghiamo anche il peccato. Se neghiamo il peccato neghiamo Cristo e il Suo Sacrificio di Redenzione sul Calvario, un sacrificio offerto per la nostra salvezza". (La veggente Christina Gallagher)

"Il valore della meditazione dei Misteri è la chiave del grande potere contenuto nel Rosario". (La veggente Christina Gallagher)

In un messaggio a Christina, la Madonna, parlando della recita del Rosario fatta col cuore, ha detto: "Offrite ogni Ave Maria come una bellissima rosa bianca o come un prezioso gioiello e il Padre Nostro come una rosa rossa molto delicata o un gioiello speciale, coi quali ricoprirmi. Ma dovete sapere che non potete avere gioielli preziosi che non brillano o bellissime rose che sono solo buone per essere gettate via. Figlia Mia se non pregate il Rosario col cuore, con amore e gioia, le rose e i gioielli che offrite per ricoprirmi saranno persi per sempre. Pregate il Rosario con amore e con gioia ed esso durerà per tutta l’eternità. Ti prego, figlia Mia, non deludermi. Fai che sia un indumento che risplende, …prega il Mio bellissimo Rosario". (22 maggio 1988, messaggio della Madonna a Christina Gallagher)

"...Il Santo Rosario, quando pregato col cuore, può sconfiggere il Maligno". (Da un messaggio della Madonna a Christina Gallagher)

mercoledì 11 giugno 2014

Tornare al Sacrificio per salvare il Sacramento * (tornare al corretto rito della Messa, alla Messa della Tradizione).



Tornare al Sacrificio
per salvare il Sacramento


Editoriale di Radicati nella fede, foglio di collegamento della chiesa di Vocogno e della cappella dell’Ospedale di Domodossola (dove si celebra la S. Messa tradizionale)
anno VII - GIUGNO 2014 n. 6

- impaginazione e neretti sono nostri -



Giugno è il mese del Corpus Domini. È il mese della grande festa dedicata tutta a Gesù eucaristico. Anche noi, come tutte le parrocchie, ci apprestiamo a celebrarla Domenica 22 Giugno, visto che in Italia il Giovedì della solennità non è più giorno festivo. Lo faremo soprattutto con la processione solenne dopo la Messa cantata, portando per le vie del paese l'Ostia Santa.

Dovrebbe essere questa la processione più importante dell’anno, perché in essa non si porta una statua venerata della Beata Vergine Maria o di un santo, non si porta una reliquia, ma Gesù stesso, vivo e vero nel SS. Sacramento; vivo e vero con il suo Corpo Sangue Anima e Divinità. Questa processione dovrebbe essere solennissima, colma di adorazione e di sacro rispetto per il Signore che passa.

Sicuramente molti sentiranno affiorare delle decise e malinconiche considerazioni: ormai nei nostri paesi non è più così, non si riesce a fare più il Corpus Domini di una volta; un tempo sì che tutte le strade erano addobbate, le pareti del percorso tutte coperte dai drappi più belli; e vi ricordate poi gli altari delle soste? Si faceva a gara per farli uno più bello dell’altro! E la gente come si inginocchiava...!

Sì, non è più così. Oggi, se va bene, quella del Corpus Domini è la processione del piccolo resto dei credenti che adorano ancora la SS. Eucarestia. Per la processione della Madonna forse c'è da sperare in qualche cristiano in più, ma per il Corpus Domini...!
Sono tutte considerazioni realiste, ma sbaglieremmo se ci fermassimo lamentosamente solo ad esse, senza andare più a fondo.

Perché si è perso lo spirito di adorazione? Perché l’animo di tantissimi battezzati non riconosce più il Signore che passa nell’Ostia Santa?

Molti tra i “conservatori” diranno che tutto è stato causato da alcuni fattori: dallo spostamento dei tabernacoli nelle chiese, che dagli altari sono stati relegati in qualche altro angolo; dal non fare più la genuflessione; dal ricevere la comunione in piedi e sulla mano; dalla riduzione se non scomparsa del digiuno eucaristico, ecc...
Tutto vero, ma non siamo ancora alla causa più profonda, quella vera.

Tutto ha inizio da una disastrosa riforma del rito della Messa, seguita al Concilio Vaticano II.

Con la scusa di tradurre nella lingua parlata la Messa, nel 1969 questa fu cambiata radicalmente, praticamente rifatta, epurata da tutti gli espliciti riferimenti al Sacrificio Propiziatorio, e questo per piacere ai Protestanti.
Di fatto la Messa si trasformava sempre più in una Santa Cena, fatta, praticamente, solo perché preti e fedeli si cibino alle “due mense”, della Parola e del Corpo di Cristo; in una parola, la Messa fatta per fare la Comunione.
Scomparve così nel vissuto del popolo cristiano il fatto centrale e determinante: il Sacrificio di Cristo in Croce. Per questo Gesù ha istituito l’Eucarestia, perché sia perpetuata la Sua offerta sulla Croce, quella offerta che sola cancella i peccati e placa la giustizia divina. Ogni giorno, nelle chiese del mondo, è necessario che sia offerto il Sacrificio di Cristo, perché il mondo si salvi dall’abisso.

Ma cosa c’entra tutto questo con la presenza di Gesù nell’Ostia, con l’adorazione, con il Corpus Domini? Semplice, se la Messa non è più intesa come l’oblazione di Cristo sull’altare della Croce, ma solo come pasto sacro, è messa in pericolo anche la presenza stessa di Cristo nell’Eucarestia.

Un grande autore scriveva:


Ci sono due grandi realtà nella Messa, che sono il sacrificio e il sacramento. Queste due grandi realtà si realizzano nello stesso istante, nel momento in cui il prete pronuncia le parole della consacrazione del pane del vino. Quando ha terminato le parole della consacrazione del prezioso sangue, il sacrificio di Nostro Signore è realizzato e Nostro Signore è in quel momento pure presente, il sacramento di Nostro Signore è anch’esso lì. (...) Questa separazione mistica delle specie del pane e del vino realizza il sacrificio della Messa. Dunque, queste due realtà sono realizzate dalle parole della consacrazione. Non si può separarle. Ed è ciò che hanno fatto i protestanti; hanno voluto solamente il sacramento senza il sacrificio. Non hanno né uno né l‘altro, né il sacramento né il sacrificio. E questo è il pericolo delle Messe nuove. Non si parla più del sacrificio; sembra che si prescinda dal sacrificio. Non si parla più che dell’Eucarestia, si fa una «Eucarestia», come se non vi fosse che un pasto. Si rischia bene di non avervi più né l'uno né l’altro. È molto pericoloso. Nella misura che il sacrificio scompare il sacramento scompare anch’esso, perché ciò che è stato presentato nel sacramento, è la vittima. Se non c’è più il sacrificio, non c’è più vittima.


“Se non c’è più il Sacrificio, non c’è più la Vittima”: parole pesanti ma logicissime, secondo fede. Senza inoltrarci in delicatissime considerazioni sacramentarie, possiamo tranquillamente dire che almeno nel vissuto dei cristiani si è proprio provocato questo: l’offuscamento del carattere sacrificale della Messa ha fatto perdere la coscienza della presenza sostanziale di Cristo nel Sacramento.

A MESSA ANTICA corrisponde la sottolineatura e del Sacrificio propiziatorio e della presenza sostanziale di Cristo nell’Ostia Santa.

A MESSA NUOVA corrisponde la sottolineatura del banchetto eucaristico, della santa comunione e... guarda caso... la quasi scomparsa dello spirito di adorazione.

Non è proprio un caso: se non c’è più il Sacrificio, non c’è nemmeno più la Vittima, non c’è Gesù presente.

Ecco perché è sbagliato arginare il disastro liturgico con qualche semplice lavoro di “maquillage”, magari riportando i segni esterni dell’adorazione - incenso, candele, balaustre e inginocchiatoi... grandi adorazioni anche notturne... - senza preoccuparsi di tornare al corretto rito della Messa, alla Messa della Tradizione.

Sbaglia chi si ferma ai segni esterni, giocando con un sentimento vago della Tradizione, facendo leva sulla sola estetica che inganna. La questione è tornare alla chiarezza, tutta cattolica, del Sacrificio Propiziatorio espresso nella Messa, quella giusta.

Il tornare alla Messa giusta sanerà anche la processione del Corpus Domini, e sanerà prima ancora la vita dei cristiani, chiamati a partecipare al Sacrificio di Cristo con tutte le fibre del proprio essere.

martedì 27 maggio 2014

439- Aurea impara a fare la volontà di Dio: «Allora… benedicimi e sia fatta la volontà del Signore… >>


439. 
Maria Ss. riferisce sulla missione compiuta a Tiberiade. 

È molto stanca la Vergine quando rimette piede nella sua casetta. Ma è molto felice. E cerca subito del suo 
Gesù che ancora lavora, alle ultime luci del giorno che muore, intorno alla porta del forno che sta rimettendo 
a posto. Le ha aperto Simone il quale, dopo il saluto, si ritira prudente nello stanzone-laboratorio. Tommaso 
non lo vedo. Forse è fuori casa. 
Gesù posa i suoi attrezzi, appena vede la Madre, e va a Lei pulendosi le mani unte (sta rendendo scorrevoli i 
gangheri e i chiavistelli con dell’olio) nel suo grembiule da lavoro. Il loro reciproco sorriso pare far luminoso 
l’orto in cui decresce la luce. 
«La pace a te, Mamma ». 
«La pace a Te, Figlio ». 
«Come sei stanca! Non hai riposato… ». 
«Da un alba a un tramonto in casa di Giuseppe. Ma senza questi grandi calori sarei ripartita subito per venirti 
a dire che Aurea è tua ». 
«Sì?! ». il viso di Gesù si ringiovanisce persino nella sorpresa gioiosa. Sembra un volto poco più che 
ventenne, e nella gioia, perdendo quella gravità che generalmente è sul suo volto e nei suoi atti, viene ad 
assomigliare ancor più alla madre, sempre così serenamente fanciulla nelle movenze e nell’aspetto. 
«Sì, Gesù. E senza alcuna fatica ho ottenuto questo. La dama aderì subito. Si è commossa riconoscendo che lei, e con lei le sue amiche, sono troppo corrotte per educare una creatura a Dio. Un riconoscimento così umile, così schietto, vero! Non è facile trovare chi, senza esserne forzato, riconosca di essere difettoso ». 
«Sì, non è facile. Molti in Israele non lo sanno fare. Sono delle anime sepolte sotto una crosta di lordura. Ma 
quando la lordura cadrà… ». 
«Avverrà, Figlio? ». 
«Ne sono sicuro. Tendono istintivamente al Bene. Finiranno con l’aderirvi. Che ti ha detto? ». 
«Oh! poche parole… Ci siamo subito intese. Ma sarà bene avere subito Aurea. Le voglio dire io questa cosa, se Tu vuoi, però, Figlio mio ». 
«Sì, Mamma. Manderemo Simone », e chiama forte lo Zelote che viene subito. 
«Simone, và da Simone d’Alfeo e dì che mia Madre è tornata, poi vieni con la fanciulla e con Toma, che 
certo è là per finire quel lavoretto di cui lo ha pregato Salome ». 
Simone si inchina e va subito. 
«Racconta, Mamma… Il tuo viaggio… il tuo colloquio… Povera Mamma, come sei stanca per causa mia! ». 
«Oh! no, Gesù! Nessuna stanchezza quando Tu sei felice… », e Maria racconta il suo viaggio e le paure di 
Maria d’Alfeo, la sosta in casa del barcaiolo, l’incontro con Valeria, terminando: «Ho preferito vederla a 
quell’ora, posto che il Cielo lo permetteva. Più libera lei, più libera io, e Maria Cleofe consolata più presto, 
perché di essere due donne sole per Tiberiade aveva un terrore che soltanto l’amore per Te, il pensiero di 
servirti, poteva vincere… », e Maria sorride ricordando le ansie della cognata… 


E sorride Gesù dicendo: «Poveretta! È la vera donna d’Israele, l’antica donna, riservata, tutta casa, la donna 

forte secondo i Proverbi. (La donna, lodata in Proverbi 31, 10-31, è “forte” nella traduzione letterale della 
volgata, “perfetta” in quella della neo-volgata). Ma nella nuova Religione la donna non sarà soltanto forte 
nella casa… Molte saranno quelle che supereranno Giuditta e Giaele, essendo eroiche in sé, con eroismo da 
madri di Maccabei… E lo sarà anche Maria nostra. Ma per ora… è ancora così… Hai visto Giovanna? ». 
Maria non sorride più. Forse teme un’altra domanda su Giuda. E risponde svelta: «Non ho voluto imporre 
nuove ansie a Maria. Ci siamo chiuse in casa fino a metà fra nona e sera, riposando, e poi siamo partite… Ho pensato che presto la vedremo, sul lago… ». 
«Hai fatto bene. Mi hai dato la prova del sentimento delle romane verso di Me. Se Giovanna fosse 
intervenuta si sarebbe potuto pensare che cedevano all’amica. Ora attenderemo sino a sabato e, se Mirta non viene, andremo noi con Aurea ». 
«Figlio, io vorrei rimanere… ». 
«Sei stanca molto, lo vedo ». 
«No, non per questo… Penso che Giuda potrebbe venire qui… Come è bene che a Cafarnao sia sempre chi lo attende per accoglierlo da amico, anche qui è bene che ci sia chi lo accoglie con amore ». 
«Grazie, Mamma. Tu sola capisci cosa ancora lo può salvare… ». 
Sospirano tutti e due sul discepolo che dà dolore… 


Rientrano Simone e Tommaso con Aurea, che corre verso Maria. Gesù la lascia con la Madre, andando in 

casa con gli apostoli. 
«Tu hai molto pregato, figlia, e il buon Dio ti ha ascoltata… », inizia Maria. 
Ma la fanciulla la interrompe con un grido di gioia: «Resto con te! », e le getta le braccia al collo baciandola. 
Maria ricambia il bacio e, sempre tenendola fra le braccia, dice: «Quando uno fa un grande favore bisogna 
ricambiare, non è vero? ». 
«Oh! sì! E io ricambierò con tanto amore ». 
«Sì, figlia. Ma sopra di me è Dio. È Lui che ti ha fatto questo grande favore, questa grazia senza misura di 
accoglierti fra i membri del suo popolo, di farti discepola del Maestro Salvatore. Io non sono stata che lo 
strumento della grazia, ma la grazia Egli, l’Altissimo, te l’ha concessa. Che darai dunque all’Altissimo per 
dirgli che lo ringrazi? ». 
«Ma… non so… Dimmelo tu, o Madre… ». 
«Amore, questo è certo. Ma l’amore, per essere veramente tale, deve essere unito al sacrificio, perché se una cosa costa ha più valore, non è vero? ». 
«Sì, Madre ». 
«Ecco, allora io direi che tu, con la stessa gioia con cui hai gridato: “Resto con te!”, dovresti gridare: “Sì o 
Signore” quando io, povera serva, ti dirò la volontà del Signore su te ». 
«Dimmela, Madre », dice Aurea facendosi però seria in volto. 
«La volontà di Dio ti affida a due buone madri, a Noemi e a Mirta… ». 
La fanciulla ha grossi lacrimosi che lucono negli occhi chiari, ed essi rotolano poi sul visetto rosato. 
«Sono buone. Sono care a Gesù e a me. Ad una Gesù ha salvato il figlio, (Vedi Vol 4 Cap 248), all’altra io 
glielo ho allattato. (Vedi Vol 6 Cap 365). E che siano buone, lo hai visto… ». 
«Sì… ma io speravo stare con te… ». 
«Figlia, non tutto si può avere! Vedi che io pure non sto col mio Gesù. Ve lo dono, e sto lontana, tanto 
lontana da Lui, mentre Egli va girando per la Palestina a predicare, guarire e salvare le fanciulle… ». 
«È vero… ». 
«Se io lo volessi per me sola, tu non saresti stata salvata… Se io lo volessi per me sola, le vostre anime non 
verrebbero salvate. Pensa quanto è grande il mio sacrificio. Vi do un Figlio perché sia immolato per le vostre anime. Del resto, io e te saremo sempre unite, perché le discepole stanno e staranno sempre unite intorno a Cristo, formando una grande famiglia unita dall’amore per Lui ». 
«È vero. E poi… verrò ancora qui, non è vero? E ci vedremo ancora? ». 
«Certamente. Finché Dio lo vorrà ». 
«E tu pregherai sempre per me… ». 
«E io pregherò sempre per te ». 
«E quando saremo insieme mi istruirai ancora? ». 
«Si, figlia… ». 
«Ah! io volevo divenire come te! Lo potrò mai? Sapere, per essere buona… ». 
«Noemi è madre di un sinagogo e discepolo del Signore. Mirta di un figlio che ha meritato la grazia del 
miracolo ed è discepolo buono. E le due donne sono buone e sapienti, oltre che tanto piene d’amore ». 
«Me lo assicuri? ». 
«Sì, figlia ». 
«Allora… benedicimi e sia fatta la volontà del Signore… come dice l’orazione di Gesù. L’ho tanto detta… È giusto che ora faccia ciò che ho detto, per ottenere di non andare più dai romani… ». 
«Sei una buona fanciulla. E Dio sempre più ti aiuterà. Vieni, andiamo a dire a Gesù che la più giovane 
discepola sa fare la volontà di Dio… », e tenendola per mano Maria rientra con la fanciulla nella casa. 

AVE MARIA!

venerdì 13 dicembre 2013

La Madonna ci insegna a comunicare con i giovani



Messaggio della Vergine Maria riguardo al comunicare con i giovani

(Dopo una apparizione privata in cui Ella è apparsa alla veggente per più di 30 minuti)
Vengo in nome di Gesù Cristo. Io sono la Madre di Dio, la tua amata Madre Regina di tutti gli Angeli.
Figlia mia, sei stata appena messa alla prova per il lavoro che fai per il Mio Figlio diletto, come conseguenza sei diventata più forte. Ora sai cosa deve essere fatto in modo che il maggior numero possibile di giovani capisca chi è Mio Figlio.
Egli, il Mio Figlio Preziosissimo, Salvatore del mondo, farà qualsiasi cosa per salvare tutti coloro che camminano sulla terra nell’ignoranza della Sua Misericordia.
A quei figli che ostinatamente si rifiutano di ascoltare deve essere detta la Verità, e molto presto. Per favore, dite ai giovani di tutto il mondo che Gesù cammina con loro ogni secondo della giornata. Si preoccupa così tanto per loro. Essi non hanno idea della profondità del Suo amore. Egli vuole stringerli nel Suo Sacro Cuore, in modo che possano godere la Nuova Era di Pace sulla terra. Se solo rispondessero.
Bambina Mia, è così difficile per le persone capire la verità dell’esistenza di Dio Padre. Convincerli della verità del sacrificio del Suo Figlio Diletto è molto difficile. Questo, bambina Mia, deve essere il tuo obiettivo.
Và in pace e Amore.
La tua cara Madre
Regina degli Angeli

sabato 5 ottobre 2013

Desidero celebrare la tua gloria.




OTTOBRE
con Santa Faustina
Meditazioni

1. La misericordia creatrice. — O mio Dio, tutto ciò ch'è in me ti adori, mio creatore e mio Signore! Poiché tu sei la felicità in te stesso e non hai bisogno di noi per essere felice, fu la tua misericordia a chiamare all'esistenza le creature, comunicando ad esse qualche cosa dell'intima tua vita, che fa di te un Dio solo in tre Persone. Desidero glorificare la tua misericordia con ogni palpito del mio cuore, parlando della tua pura bontà alle anime e incoraggiandole ad aver fiducia in essa.

2. La misericordia redentrice. — Signore, tu ci doni la tua grazia unicamente perché sei misericordioso. Allorché l'uomo non seppe superare la sua prova, avresti potuto rigettarlo. Tuttavia ti commosse la naturale debolezza di questo composto d'anima e di corpo che noi siamo e promettesti di riparare di persona la perdita della nostra felicità. Dobbiamo unicamente all'abisso della tua misericordia, se non siamo puniti come meritiamo. Che la tua misericordia, Signore, sia adorata! Perfino gli angeli stupiscono per la magnanimità con cui la eserciti in favore degli uomini!

3. La misericordia che s'incarna. — Solo la tua misericordia, Signore, ch'è divina, può rimettere le colpe e, al tempo stesso, arricchire con la grazia la creatura perdonata. La misericordia ti spinse a scendere personalmente fra di noi. Ma, dove discenderai, Signore? Forse nel tempio di Salomone? O preferisci che ti venga edificato un nuovo tempio per poter manifestarti in esso? Ma, o Signore, che tempio prepararti, se la terra intera altro non è che «lo sgabello dei tuoi piedi»? Il tuo tempio sarà il grembo di una madre senza macchia: «Il Verbo di Dio si fece carne e pose la sua tenda fra di noi». Il Verbo di Dio in questo modo è l'incarnazione della sua stessa misericordia! Nessuno ora, Signore, ha motivo di temere nell'avvicinarsi a te. Sei Padre del tuo unigenito Figliolo e, grazie a lui, sei anche il Padre nostro. Sia gloria alla tua misericordia, la quale ti ha condotto fra di noi!

4. La misericordia nei santi Sacramenti. — Da quando, partendo anche come uomo verso il cielo, ci lasciasti te stesso nel Sacramento dell'altare, non vi è miseria che possa esaurire la tua misericordia. Qui si trova il tempio della tua pura bontà, qui l'umanità coglie il rimedio della propria debolezza. Tu, dopo essere spirato sulla croce, ci donasti la tua vita eterna nei santi Sacramenti aprendone nel tuo fianco squarciato la sorgente. Qui si rivela la tua misericordia onnipotente, di qui scorrono per noi tutte le grazie.

(5 ottobre : Festa liturgica di santa FAUSTINA Kowalska)
Facciamo nostro il suo desiderio ardente:

5. Desidero celebrare la tua gloria. — O Dio, che tanto generosamente dispensi la tua misericordia, quanto devi amare questa nostra umanità, in favore della quale prodighi te stesso senza posa! O mio Creatore e mio Signore, scorgo dovunque le tracce della tua onnipotenza e l'impronta della tua misericordia senza fine con cui circondi ogni creatura. Mio Creatore e Salvatore, desidero celebrare la tua gloria in nome di tutto ciò che tu hai creato. Voglio chiamare l'universo intero ad adorare la tua misericordia!

Dagli esercizi spirituali a Jòsefow
6. Preghiera. — Gesù, mio maestro, aiutami a entrare con il massimo fervore in questo periodo di deserto. Il tuo Spirito, o Dio, mi conduca alla profonda conoscenza di te e di me stessa, perché ti amerò nella misura della conoscenza che ho di te e disprezzerò me stessa nella misura della conoscenza cne ho di me. Mi abbandono, Signore, alla tua azione: la tua volontà si compia in me completamente.

7. Come ad un banchetto. — «Figlia mia, ti condurrò in questo ritiro come ad un banchetto. Accanto al mio cuore misericordioso, mediterai le grazie che ti ho fatto e avrai a compagna una profonda pace. Desidero che il tuo sguardo fissi di continuo la mia volontà e, ciò facendo, mi darai la gioia più grande. Non intraprenderai alcuna riforma di te stessa, perché già hai messo a mia disposizione la tua vita. Nessun sacrificio vale quanto questo». 

8. Irradiare la divinità. — O Dio, espongo il mio cuore all'azione della tua grazia, come un cristallo ai raggi del sole e ti prego di illuminare questo mio cuore con la tua immagine per quanto ciò è possibile in una semplice creatura. Ti prego anche di irradiare la tua divinità per mezzo mio, tu che dimori dentro di me.
Gesù mi fece sapere che devo pregare particolarmente per le suore, raccolte in ritiro assieme a me. Mentre pregavo, conobbi la lotta che stavano sostenendo certe anime e raddoppiai le preghiere.

9. Il cammino dell'anima. — So a che scopo sono stata creata. So che Dio è il mio fine ultimo. Nessuna creatura può sostituire il mio Creatore nel cammino della mia anima. In tutte le mie attività miro a lui solo.
Gesù, tu spesso ti degnasti di gettare in me i fondamenti della perfezione cristiana, e devo riconoscere che la mia cooperazione fu ben piccola al confronto. Nell'uso che ora faccio delle cose create, mi aiutasti tu o Signore. Il mio cuore è debole; la mia forza viene da te soltanto.

10. Ho cercato dei modelli. — Voglio vivere e morire come i santi, con gli occhi fissi su di te, o Gesù. Ho cercato dei modelli intorno a me senza trovarne uno che servisse a guidare la mia azione. Il mio progresso nella santità, in questo modo, ritardava. Dal momento in cui cominciai a fissare il mio sguardo su di te, o Cristo, che sei il mio modello, so con certezza che otterrò il successo malgrado la mia miseria, ho fiducia nella tua misericordia e tu saprai trarre una santa anche da me. Mi mancano le capacità, ma non la buona volontà. A dispetto di tutte le sconfitte, voglio lottare come hanno lottato i santi e voglio agire a loro somiglianza.

11. La lotta non avvilisce. — Gesù mio, malgrado le tue grazie e pur nobilitandosi, le mie tendenze naturali non scompaiono mai completamente. La mia vigilanza dev'essere continua. Devo combattere contro innumerevoli mancanze, sapendo in ogni caso che la lotta non avvilisce mai nessuno, mentre invece mi avviliscono la pigrizia e la paura. Quando si è di salute cagionevole, bisogna sopportare molte cose, perché chi è ammalato e non sta a letto non viene considerato infermo. Per vari motivi quindi si presentano le occasioni di sacrificarsi e, talvolta, si tratta di sacrifici molto grandi. Capisco però che, quando Dio esige un sacrificio, non è avaro del suo aiuto, ma lo dona in abbondanza. Gesù mio, ti domando che il mio sacrificio arda silenziosamente ma con assoluta pienezza d'amore davanti a te per implorare la tua misericordia a vantaggio delle anime.

12. Una vita nuova. — Il mio cuore si rinnova e incomincia una nuova vita fino da quaggiù, una vita d'amore di Dio. Non dimentico che sono la debolezza in persona, ma non dubito nemmeno per un istante che Dio m'aiuti mediante la sua grazia. Con un occhio guardo l'abisso della mia miseria e con l'altro l'abisso della divina misericordia. O Dio misericordioso, che mi permetti di vivere ancora, dammi la forza di cominciare una vita nuova, quella dello spirito, sulla quale la morte non ha potere.

13. Interrogherò l'amore. — Gesù, mio perfettissimo modello, avanzerò nella vita con gli occhi fissi su di te, seguendo le tue orme, sottomettendo la natura alla grazia in base alla tua volontà e in misura della luce che mi illumina, confidando unicamente nel tuo aiuto. Ogni volta che ho dei dubbi sulla condotta da tenere, interrogherò sempre l'amore ed esso mi darà il miglior consiglio. Mi rispose Gesù: «Fra le occasioni che la mia provvidenza ti manderà, stai bene attenta a non perderne nessuna. Quando però non riuscirai a coglierle, non turbarti, ma umiliati davanti a me e immergiti con tutta la tua fiducia nella mia misericordia. In questo modo, acquisterai di più di quanto avrai perduto, perché a un'anima umile i miei doni scendono con abbondanza ben maggiore di quanto essa medesima si aspetti».

14. Per mezzo mio. — O amore eterno, accendi dentro di me una luce nuova, una vita d'amore e di misericordia, sostienimi con la tua grazia, affinché io risponda degnamente alla tua chiamata e tu compia nelle anime, per mezzo mio, quello che tu stesso hai stabilito.

15. Trasformare il grigiore nella santità. — Sento di essere completamente satura di Dio. È con lui che percorro la vita quotidiana, grigia, penosa e faticosa. Confido in colui che, stando nel mio cuore, è occupato a trasformare ogni grigiore nella mia personale santità. Durante questi esercizi spirituali la mia anima matura nel profondo silenzio, accanto al tuo cuore misericordioso, o mio Gesù. Ai puri raggi del tuo amore, la mia anima mutò la propria asprezza, diventando un frutto dolce e ben maturo.

16. Frutti di misericordia. — Esco da questo ritiro trasformata. Grazie all'amore di Dio, la mia anima incomincia una vita nuova con serietà e con forza d'anima. Anche se esteriormente la mia esistenza non mostrerà dei cambiamenti, così che nessuno ci baderà, il puro amore guiderà ogni mia azione, producendo anche al di fuori frutti di misericordia.

17. Essere di vantaggio alla tua Chiesa. — Adesso sì, io posso essere completamente di vantaggio, o Signore, alla tua Chiesa. Lò sarò mediante una santità individuale, che a tutta la Chiesa trasmetterà la propria vita, dal momento che in Gesù formiamo tutti insieme un «corpo» solo. Ecco perché lavoro tutti i giorni, affinché il terreno del mio cuore produca in abbondanza buoni frutti. Anche se ciò non venisse mai scorto da occhio umano sulla terra, tuttavia un giorno apparirà che molte anime si sono nutrite e si nutriranno dei miei frutti.

18. Ringraziamento. — Questi bei giorni di permanenza da sola a solo con Gesù giungono al termine. Gesù mio, tu sai che fino dai primissimi miei anni desideravo di amarti con un amore così grande come non ti ha amato ancora mai nessuno. Oggi vorrei gridare al mondo intero: «Amate Dio, perché egli è buono, perché grande è la sua misericordia!». Il mio essere diventa così una fiamma di riconoscenza e di ringraziamento. I benefici di Dio, quasi fuoco ardente, mi ardono nell'anima, mentre le sofferenze e i dispiaceri funzionano da legna sopra il fuoco e lo alimentano; senza una simile legna si sarebbe spento. Perciò chiamo il cielo intero e tutta la terra a unirsi al mio ringraziamento.

19. Fedele a Dio. — Vedo don Michael Sopocko concentrare la sua mente nel lavoro per la causa del culto alla divina misericordia. Lo vedo esporre i desideri divini ai dignitari della Chiesa di Dio a consolazione delle anime. Sebbene per ora egli sia pieno d'amarezze, quasi la sua fatica non meritasse nessun altro premio, verrà un giorno in cui le cose cambieranno. Vedo la gioia, che Dio gli farà pregustare in piccola parte fin da questa terra. Mai avevo incontrato una fedeltà a Dio simile a quella, per la quale quest'anima si distingue.

20. Missione inarrestabile. — O Gesù mio, per quanto provi in me una grande spinta a lavorare per le anime, devo tuttavia ubbidire ai sacerdoti. Da sola, con la mia precipitosità potrei finire col guastar la tua opera. Gesù, tu mi riveli i tuoi segreti e vuoi che li trasmetta alle altre anime. Tra breve, s'aprirà per me la possibilità di entrare in azione. Nell'istante in cui il mio annientamento sembrerà totale, comincerà la mia missione inarrestabile. Gesù mi disse: «Conosci l'onnipotenza della grazia divina, e ciò ti basti!».

Dai tre giorni di ritiro a Pradnik
21. Introduzione. — Scrivo sotto la direzione di Gesù Maestro. Egli stesso mi comandò di fare questo ritiro e stabilì i giorni in cui dovevo svolgerlo. Fu Gesù a guidarmi personalmente in queste riflessioni.

22. 1º giorno: Tema della meditazione. — Figlia mia, prendi come tema di meditazione: chi è colui al quale il tuo cuore sta tanto intimamente unito?... Prima che io creassi il mondo ti amai di quell'amore che il tuo cuore oggi sperimenta e che mai non muterà per l'avvenire. Medita la vita divina che scorre nella Chiesa per la salvezza e la santificazione delle anime (cf. i due raggi dell'immagine!). Rifletti se da questi tesori di grazia e da queste manifestazioni del mio amore hai saputo cogliere i frutti che aspettavo.

23. 1º giorno. Lettura del Vangelo. — Oggi, leggi il 15º capitolo del Vangelo di San Giovanni. Desidero che tu lo legga molto lentamente.

24. 1º giorno. «Voglio istruirti sopra il combattimento spirituale». — Non confidare mai in te stessa, ma abbandonati alla mia piena volontà. Metti l'amor proprio all'ultimo posto, affinché non corrompa le tue azioni. Lascia che ciascuno agisca secondo i propri gusti. Dal canto tuo comportati secondo i miei desideri. Se avrai patito qualche dispiacere, fa' tutto il bene che puoi alla persona che te lo causò. E se verrai rimproverata, resta in silenzio. Non scoraggiarti mai, perché sarebbe verso di me un ingratitudine. Non esaminare con curiosità le vie per cui ti sto guidando. Quando ti senti stanca e l'avvilimento batte alla tua porta, fuggi via da te stessa e vieni a rifugiarti nel mio cuore. Non ritirarti dalla lotta: molte volte basta anche solo del coraggio per vincere le tentazioni in modo che non osino più assalirti in seguito. Lotta sempre con la convinzione che io sono con te. Non lasciarti guidare dai tuoi sentimenti, perché non sempre hai forze per padroneggiarli; tutto il merito sta nella tua volontà. Vedi che io non t'inganno con promesse di consolazione; al contrario, ti voglio preparare alla lotta. Ricorda che ti trovi in un'arena, dove dai spettacolo di te alla terra e al cielo.

25. 2º giorno. Tema della meditazione. — Medita oggi la mia passione dolorosa, contemplandola come se avvenisse proprio ora e fosse esclusivamente per te.

26. 2º giorno. Lettura del Vangelo. — Oggi, leggi il 19º capitolo del Vangelo di San Giovanni; ma leggilo senza superficialità, leggilo soprattutto con il cuore!

27. 2º giorno. «Voglio istruirti sul modo di salvare le anime con la preghiera e con il sacrificio». — Con la preghiera e con la sofferenza tu salverai più anime di quante non ne riesca a salvare un missionario che si preoccupi soltanto di catechizzare e predicare. Ma desidero vedere in te un sacrificio pieno d'amor vivo, perché soltanto l'amore ha potere su di me. Affinché il tuo sacrificio mi sia gradito, voglio trovare in esso purezza d'intenzione e umiltà. Ti dirò in che cosa consista questo olocausto della tua vita quotidiana per premunirti contro le illusioni, che facilmente vi si potrebbero insinuare. Accetterai tutte le sofferenze con amore, ma senza impressionarti se il tuo cuore ne sentirà naturalmente ripugnanza ed avversione. Tutta la forza di questo sacrificio viene dalla volontà, così che quegli stessi sentimenti di contrarietà, anziché impoverire ai miei occhi il sacrificio, ne aumentano il valore. Non tirarti indietro! La mia grazia mai non ti abbandona.

28. 3º giorno. Tema della meditazione. — Ecco il soggetto di questa tua meditazione: il tuo amore per il prossimo è governato dal mio amore? Preghi per i tuoi nemici? Desideri il bene di coloro che ti rattristano e t'offendono? Ricorda sempre che qualsiasi cosa buona tu fai ad una persona, la considero come fatta a me! Risponde suor Faustina: «Tu sai quali sforzi mi costò giunger a questo; se tu stesso non avessi acceso quell'amore dentro di me, io non sarei stata in grado di perseverare».

29. 3º giorno. Lettura del Vangelo. — Come lettura del Vangelo, prendi oggi il capitolo 21º del Vangelo di San Giovanni. Vivilo con il cuore, più che con la mente.

30. 3º giorno. «Impara che il mio cuore è la misericordia stessa». — Io sono la misericordia. Da questo oceano di misericordia, si diffondono sul mondo grazie senza numero. Nessuno viene a me, senza ripartirne confortato. Nella mia misericordia scompare ogni miseria (raggio bianco), e ogni grazia di redenzione e di santità (raggio rosso) scaturisce da questa sorgente. Figlia mia, desidero che la mia misericordia dimori nel tuo cuore e, attraverso di esso, si riversi sugli altri. Fa' in modo che chiunque t'avvicina impari da te a confidare nella mia misericordia, perché è soprattutto la fiducia che bramo trovare nelle anime. Prega più che puoi per i morenti; implora per essi una fiducia illimitata nella misericordia che perdona, poiché è di una simile fiducia che maggiormente hanno bisogno ed è proprio quella che hanno meno! Sappi che ci furono anime le quali, nel supremo istante, trovarono salvezza unicamente per la tua preghiera. Tu, che conosci l'infinito abisso della mia misericordia, approfittane per te e per gli infelici peccatori. Cadranno nel nulla cielo e terra, prima che la mia misericordia non stringa a sé quelli che in me confidano!

31. Conclusione. — Parla Maria: «Bambina mia, Dio vuole che io sia madre per te in modo speciale. Tu sei per me la figlia che io prescelsi a riprodurre in sé queste tre virtù che mi sono le più care: l'umiltà, la purezza d'intenzione, l'amore per Dio. Sappi che adesso è il tempo della misericordia. Annuncia alle anime questo infinito dono: se tu non parli, dovrai rispondere d'un grande numero di anime!».