mercoledì 28 febbraio 2018

Olio d'oliva e olio di cocco: scrigni salutari della Natura

Olio d’oliva: proprietà ed i suoi utilizzi

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L’olio d’oliva è uno degli alimenti più apprezzati ed utilizzati della dieta mediterranea. Si tratta di un prodotto antico e di pregio che trova nell’Italia uno dei più grandi produttori di olio di oliva al mondo. È, inoltre, il condimento da preferire in assoluto sia a crudo che per cucinarlo in quanto ha un elevato valore energetico. Come dice chi lo produce, ovvero il frantoio San Martino, ogni 100 grammi, infatti, sono 899 le Kcal che il nostro corpo immagazzina.
L’olio di oliva è ricco di grassi monoinsaturi ed in particolare di acido oleico. Grazie a questa sua particolare composizione in acidi grassi, è uno dei condimenti migliori per tenere sotto controllo i livelli di colesterolo cattivo nel sangue. L’acido oleico, infatti, riduce i livelli di colesterolo-LDL senza intaccare la percentuale di  colesterolo – HDL.

Per le sue proprietà è un alimento indispensabile nell’alimentazione dei bambini e andrebbe introdotto sin dalle primissime fasi dello svezzamento, cioè già intorno ai 6 mesi. L’olio extravergine d’oliva, infatti, contribuisce alla formazione delle ossa.Questo acido grasso, pur non essendo essenziale, è quindi molto importante per il nostro benessere. Inoltre è ricco di fenoli, sostanze antiossidanti che forniscono all’organismo una protezione contro i processi infiammatori e contro l’invecchiamento cellulare. Sono, quindi, utili nella prevenzione di tantissime malattie, per esempio diabete e tumori.
Essendo, poi, molto ricco di vitamina E, è un micronutriente che preserva la salute delle ossa ed è molto utile per combattere l’osteoporosi e la decalcificazione, prevenendo le fratture ossee.

Olio d’oliva: i suoi utilizzi per la bellezza

Oltre all’utilizzo in cucina, di cui ce ne occuperemo in un altro articolo più specifico, l’olio d’oliva si può vantare di numerose proprietà cosmetiche simili all’olio di avocado e all’olio di argan. Grazie alla sua composizione, l’olio d’oliva ha spiccate proprietà antiossidanti ed è in grado di prevenire gli effetti dell’invecchiamento cutaneo come rughe, perdita di tono e di elasticità della pelle e macchie scure.
L’olio d’oliva è, inoltre, ideale per trattare le pelli secche e disidratate poiché ha una spiccata azione emolliente e contrasta la perdita d’acqua dall’epidermide, mantenendola idratata e morbida. Grazie alla sua azione lenitiva e riparatrice, l’olio d’oliva è ottimo anche per pelli screpolate o per calmare irritazioni, infiammazioni, rossori e dermatiti ed è ben tollerato anche dalle pelli più sensibili.
Inoltre è utilizzato anche per la cura delle unghie fragili come già ne abbiamo parlato sul nostro sito. Infine, tra i suoi innumerevoli utilizzi non è da dimenticare il suo uso durante la gravidanza, l’allattamento fino addirittura alla cura delle pelli dei neonati. In questi casa l’olio che si utilizza è puro, mescolato con altri oli o burri vegetali o con l’aggiunta di oli essenziali.
Insomma, l’olio di oliva è un grande prodotto di cui l’Italia è uno dei maggiori produttori al mondo. Un prodotto eccellente ed utilissimo, come abbiamo visto, in diversi ambiti, dalla cucina fino alla cura della persona.

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Olio di Cocco: che cos’è e benefici


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Il cocco è uno dei più grandi regali che Madre Natura ci abbia fatto. Praticamente ogni parte della Cocos Nocifera è utilizzabile. Conosciamo meglio l’Olio di Cocco.
Sai perché amiamo così tanto scegliere ogni giorno di avvicinarci ad un generale stato di benessere grazie ad un’alimentazione vegetale? Perché, oltre a fornirci attivi che ci fanno stare meglio, questo ci da l’occasione di conoscere il regno vegetale e tutte le sue caratteristiche più nascoste.

Il Cocco: tutti i suoi benefici 
Conoscenza e capacità di scelta vanno a braccetto in tutti gli ambiti della vita e così anche in fatto di cibo: quando scosti un po’ il pesante velo della tradizione con tutti i suoi ingredienti animali ed inizia a meravigliarti dinnanzi allo spettacolo della Natura e di tutto ciò che ti mette a disposizione, capisci che abbandonare la strada vecchia per la nuova è la cosa migliore che puoi fare!
La natura è dunque uno scrigno di tesori, che risplendono non appena ci posi sopra lo sguardo. Tra questi, il Cocco è davvero uno dei più brillanti! Devi sapere che della Cocos Nocifera non c’è un solo pezzetto che vada perduto e che non serva al tuo benessere.
Uno dei prodotti più interessanti che vengono ricavati dalla noce di cocco è senza dubbio l’Olio di Cocco Vergine. Sicuramente ne avrai sentito parlare, ma prima di approfondirne un po’ insieme le caratteristiche, ci sembra opportuno darti qualche consiglio di partenza: se vuoi davvero godere dei benefici dei suoi attivi, ricorda di controllare sempre che provenga da coltivazioni biologiche e che sia stato spremuto a freddo (come nel caso di questo Olio di Cocco Vergine Crudo Bio). Sottoporre cibi naturali a lavorazioni che contemplano temperature superiori ai 42° significa privarli dei loro attivi o di parte di essi e dunque ritrovarsi tra le mani un prodotto impoverito.
Ora che abbiamo chiarito questo aspetto, rispondiamo insieme alla domanda più attesa: perché dovresti avere l’Olio di Cocco in casa? Se fino a qualche anno fa l’attenzione cosmetica era una passione tutta al femminile, oggi anche i maschietti sono diventati più vanesi e non rinunciano a passare del tempo davanti allo specchio, investendo soprattutto nella cura di pelle e capelli.
Ebbene, entrambi i sessi dovrebbero leggere con attenzione le righe successive!
Sin dall’antichità si sono utilizzati oli naturali come protettori della pelle, amplificatori del suo ruolo di barriera primaria contro le impurità esterne e contro gli agenti atmosferici. Ora anche la scienza si è occupata del ruolo degli oli vegetali, tra cui l’Olio di Cocco confermando il suo ruolo di protettore della pelle e di antinfiammatorio. In modo particolare più acidi grassi essenziali sono presenti e meglio l’olio svolge questo ruolo.
Quello che non devi assolutamente dimenticare è che anche la scienza pone l’accento sulla necessità di preferire oli che vengano estratti a freddo: solo così verranno preservati i lipidi benefici naturalmente presenti nell’Olio di Cocco e negli altri.

Olio di Cocco e capelli: come entrano in relazione?

Ogni giorno stressiamo la nostra chioma tra lavaggi, cappelli, esposizione al sole o al contrario al freddo, gel o lacche. Li sfibriamo e loro alla fine si spezzano e magari iniziano a cadere.
Ecco un altro motivo per avere sempre a portata di mano un po’ d’Olio di Cocco: il suo effetto positivo sulle proprietà tensili dei capelli, che ti aiuta a tenere sotto controllo lo stress a cui giorno dopo giorno sono sottoposti!
Vogliamo chiudere la parentesi vanità con un ultimo aspetto? Ora che hai una pelle protetta e capelli più forti, non vuoi completare il cerchio con un fisico a prova di misure?
Ci sono evidenze scientifiche del fatto che assumere nella propria dieta Olio di Cocco Vergine, possa contribuire non solo a migliorare i livelli di colesterolo buono (HDL) ma anche a ridurre la circonferenza vita e la massa corporea.
Sia chiaro: nulla fa miracoli, neanche l’Olio di Cocco!
Per poter raggiungere un grado di benessere generale e soddisfacente è tutto l’insieme delle tue abitudini di vita che deve essere orientato verso questo obiettivo: a partire dal cibo, certo, ma passando anche per una attività fisica costante e un rispetto anche delle proprie esigenze emotive.

CAPRICCI e FAVOLE

“Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, pur di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo i propri capricci, rifiutando di dare ascolto alla verità per perdersi dietro alle favole(2 Timoteo 4,3-4)

Le discipline olistiche intendono curare la persona nella sua interezza “corpo-mente-spirito” mediante pratiche naturali o spirituali. La maggior parte di esse si basano sulle più diverse dottrine esoteriche.


Il campo delle pratiche olistiche è molto vasto. 

Ricordiamo tra le principali: omeopatia, medicina ayurvedica, agopuntura, Yoga, Reiki, piramidologia, pranoterapia, riflessologia, iridologia, cristalloterapia, Rebirthing, Zen, Shiatsu 

… Fanno parte delle pratiche olistiche anche molte discipline di provenienza orientale tra cui: il Qi Gong, i tantra, il Tai Chi Chuan, e per estensione gli “stili interni” dei vari Karate, Judo, Kung Fu, Aikido, Kyudo, ecc. Queste pratiche si basano sui principi propri delle religioni orientali (Taoismo, Scintoismo e Buddhismo), che molto spesso i praticanti ignorano o accettano senza riserve, oppure li considerano come aspetti necessari per approfondire una particolare tecnica o per comprenderne la storia.


Molte di queste discipline, siano esse tecniche di autoguarigione, rilassamento, difesa personale o maggior conoscenza di sé, hanno talvolta un obiettivo comune: far entrare l’uomo in contatto con forze occulte che le religioni orientali chiamano “energia vitale” (Chi, o Ki), “forza vitale” o “principio vitale” dell’universo.

I praticanti esperti di discipline come il Reiki, il Tai Chi Chuan e lo Yoga, spesso sono in grado di percepire in se stessi queste forze spirituali e sperimentano capacità attribuibili a un intervento occulto o medianico.

Le cose non cambiano molto nel caso di discipline occidentali molto note come la pranoterapia e l’omeopatia (che non va confusa con la fitoterapia o erboristeria, ossia la cura con le erbe medicinali).
Ricordiamo che le terapie olistiche nascono dall’idea che la malattia non va risolta mediante la ricerca scientifica, ma che bisogna intervenire sull’essere umano a livello “spirituale” per curare le disarmonie energetiche che si manifesterebbero sotto forma di malattie fisiche o di disturbi psicologici. Questo approccio non può che aprire la porta ad ogni sorta di “cura” alternativa di stampo “New Age” che sarà tanto più efficace, quanto più si avvicinerà al mondo dell’esoterismo. E’ perciò evidente che queste discipline possono condurre il praticante in pericolose strade.

L’omeopatia Hahnemanniana

La più diffusa tra le medicine alternative è sicuramente l’omeopatia che, è importante ribadire, non ha nulla a che vedere con l’erboristeria. E’ difficile trovare in Italia una casa in cui non sia entrato un flacone di gocce o pillole omeopatiche, come non esiste ormai nel nostro paese farmacia che non venda e che non proponga con insistenza crescente i prodotti omeopatici. A onor del vero è bene chiarire che molti di questi prodotti non hanno niente a che vedere con la vera “omeopatia” che descriveremo di seguito. In molti casi si tratta semplicemente di prodotti di erboristeria spacciati come “omeopatici” in quanto il termine è oggigiorno sicuramente molto più di moda e sfruttato per puri fini commerciali.

L’omeopatia fu fondata da Samuel Hahnemann (1755-1843) personaggio affiliato ad una loggia massonica, ed amico di Mesmer, uno dei maggiori oppositori della fede cristiana e ideatore dell’ipnosi e del “magnetismo animale”.

Proprio a Hanemann si deve la redazione del libro “L’Organon dell’Arte di Guarire”, il libro base per ogni trattamento omeopatico. A detta di molti l’Organon è per l’omeopatia ciò che la Bibbia è per il cristiano (cfr. H.J. Bopp, “L’omeopatia – Studio Storico, Medico, Scientifico e Spirituale”, pro manoscritto, p.4).

La sua vita fu segnata da molte disgrazie e lutti familiari per cause non naturali (due figlie furono uccise, un’altra morì in circostanze inspiegabili e l’unico figlio scomparve misteriosamente).

Hahnemann non era soddisfatto dei risultati della medicina tradizionale, perciò decise di voler trovare egli stesso la ragione delle malattie ed una loro possibile soluzione.
Egli arrivò all’ipotesi che il male era prodotto da una “potenza spirituale nemica”, e che le malattie potevano essere guarite proprio grazie a quelle sostanze, diluite, che le avevano generate. Stabilì perciò il principio della “similitudine”, che afferma che “il simile guarisce il simile”. Ma questo principio non era affatto una scoperta: in Tibet, in Cina ed in Arabia era già conosciuto da secoli.

Il rimedio omeopatico si prepara a partire dall’estratto alcolico della sostanza base (tintura madre). La terapia consiste nel curare il malato con un medicinale che produrrebbe in un essere sano gli stessi sintomi della malattia: è come se una persona che soffre di diarrea dovesse assumere dell’olio di ricino perché in condizioni normali questa sostanza provocherebbe la diarrea. Questo è il primo principio: il principio della similitudine.
Il secondo principio: la diluizione. Il principio attivo che produce la malattia deve essere diluito per avere la minore concentrazione possibile, perché una dose infima possiede delle virtù guaritrici maggiori. Questa diluizione viene indicata con la lettera D, seguita dal numero di diluizioni in 9 parti di alcool. Ad esempio una diluizione D20 equivale ad un litro di principio attivo versato nella totalità d’acqua del nostro globo terrestre.

Hahnemann stesso affermò che a partire dalla diluizione D30, non esiste più una sola molecola di principio attivo nel prodotto omeopatico. Secondo lui, la materia viene ridotta alla sua sostanza intrinseca e pura ed assume il suo potenziale spirituale.

Il terzo principio: la dinamizzazione. Alla diluizione segue la necessità di “dinamizzare” il prodotto tramite scuotimenti successivi e ben distinti: la “forza cosmica” viene così trasmessa da chi prepara il medicinale al prodotto stesso, in modo misterioso. E’ lo stesso principio su cui si basano le altre discipline esoteriche come la pranoterapia ed il Reiki, con la differenza che in questo caso il “flusso energetico” non passerebbe direttamente ad una persona ma ad una sostanza in qualità di veicolo dell’energia stessa.
La nozione di “forza cosmica”, di “potenza dinamica”, di “armonia con l’energia terrestre”, rinvia ad una visione del mondo di tipo occulto: parlano in questi termini anche la magia, lo Yoga, la radiestesia, l’antroposofia, e in generale tutto il movimento New Age. Infatti il linguaggio di Hahnemann è molto simile a quello degli yogi e dei guru orientali: questo dimostra ampiamente che l’omeopatia si basa principalmente sulle filosofie orientali.

Nell’omeopatia c’è veramente la dottrina della spiritualizzazione della materia, perché la forza guaritrice è di tipo spirituale e non chimico.

La cosa sorprendente è che Hahnemann ha affermato di aver ricevuto il suo metodo curativo grazie a rivelazioni spiritiche (cfr. Larousse du 20 siècle, ed. 1930). 



Nelle opere che ha scritto traspare inoltre una marcata avversione per Gesù Cristo e una grande stima per Confucio e la sua dottrina. Scrive infatti uno dei suoi biografi: “Egli era disgustato dall'”arcientusiasta” Gesù di Nazareth, che non aveva condotto l’illuminato sulla via diritta della saggezza, ma che voleva invece lottare con pubblicani e peccatori sul difficile sentiero dello stabilire il regno di Dio … l’uomo dei dolori, che prese l’oscurità del mondo su di sé, era in realtà un’offesa per chi ama la sapienza esoterica” (A. Fritsche, “Hahnemann – Die Idee der Homeopathie”, VI edizione, p.264).   Poi continua: “Hahnemann certamente non era cristiano, anche se era bigotto come un pietista. Il dio di Hahnemann interviene continuamente con la sua guida e con il dono del suo potere, ma dà illuminazione alla mente, non tocca il cuore … al letto dell’ammalato. Hahnemann è un medico, e non può farci niente. Ma nella sua lotta come ricercatore spirituale, nella sua ricerca per l’illuminazione egli è fortemente attratto dall’Oriente. Confucio è il suo ideale” (A. Fritsche, op. cit., p.263).
“Qui è dove puoi vedere la sapienza divina senza miti di miracoli e di superstizione; vedo come un segno importante del nostro tempo che ora Confucio sia alla nostra portata per essere letto. Presto lo abbraccerò nel regno degli spiriti felici, il benefattore dell’umanità, che ci ha mostrato la via diritta alla saggezza ed a Dio, ben 650 anni prima dell’arcientusiasta” (A. Fritsche, op. cit., p.264).

L’omeopatia ha avuto un grande successo nel mondo occidentale, dovuto alla sfiducia progressiva nei confronti della medicina tradizionale. Viene tuttavia dichiarato apertamente che essa non ha alcun effetto sulle malattie gravi; i prodotti omeopatici vengono prescritti solo per lievi affezioni.

Il prodotto omeopatico ha quasi certamente un effetto “placebo”, in cui la guarigione o l’attenuazione del male dipende dalla convinzione del malato. L’effetto sul malato è di tipo psichico e non certo chimico (questa posizione è stata ribadita pubblicamente da molti medici e studiosi).

Un cristiano deve curarsi con preparati omeopatici? Sicuramente dobbiamo andarci cauti: non possiamo classificare in modo acritico ogni metodo di guarigione come occulto, ma non dobbiamo neppure chiudere gli occhi su fatti lampanti ed allarmanti.

Se una certa pratica affonda le sue radici nella superstizione, o nell’esoterismo (anche quello di provenienza orientale), faremmo meglio ad astenercene. Abbiamo anche ragione di allontanarci immediatamente da qualsiasi medico omeopata che faccia una diagnosi tramite il pendolino o strumenti simili.

Stesso atteggiamento di cautela ci invita ad adottare la Chiesa Cattolica tramite una dichiarazione rilasciata il 20-10-2000 a Roma in occasione di un Congresso dal titolo: “Le Istituzioni Sanitarie Cattoliche in Italia – Identità e ruolo”

Il mondo ci spinge a ricercare la salute con qualsiasi mezzo: ma la Bibbia ci insegna che in ogni situazione dobbiamo ricercare innanzitutto il pensiero di Dio, la sua volontà e le sue strade canoniche quali i medici e la medicina tradizionale.

Per un’analisi scientifica sull’omeopatia vedere qui.

Fonte: www.camcris.altervista.org/olistica.html

La cristalloterapia

La dottrina su cui si basa la cristalloterapia sostiene che le pietre, i cristalli o anche le gemme contengano una carica di energia positiva capace di ristabilire il flusso energetico del corpo e della mente. La terapia consiste nell’applicare queste pietre direttamente sulle parti del corpo da curare, meglio se in corrispondenza dei chakra, cioè sui sette punti vitali-energetici che l’induismo o il tantrismo avrebbe individuato. Si potrebbe anche immergere le pietre nell’acqua che deve essere bevuta, o si può purificare l’ambiente in cui viviamo sistemando delle pietre nella nostra casa.

L’uso delle pietre per motivi terapeutici fa parte di una lunga tradizione sciamanica, magica e occultistica; più comunemente si usano le gemme come amuleti e talismani, che avrebbero il potere di allontanare la cattiva sorte e di proteggere dagli influssi negativi.

Questa terapia non è fondata su basi scientifiche, neanche sperimentali, e i successi o gli insuccessi sono dovuti solo ed esclusivamente ad un effetto placebo cioè legato all’autosuggestione.

Al di là dell’inconsistenza scientifica di questi metodi, come cristiani dobbiamo preoccuparci delle loro implicazioni superstiziose, magiche e occulte.

Fonte: www.camcris.altervista.org/olistica.html

La cromoterapia

In questa disciplina il colore viene utilizzato come fonte di guarigione; secondo i teorici di questa terapia basta guardare il rosso o una parete azzurra per ricevere una guarigione spirituale, mentale e fisica. Si innescherebbero infatti meccanismi di auto-guarigione in grado di dare risultati immediati, a volta miracolosi.

Secondo le riviste specializzate del settore ogni malattia deriverebbe da uno squilibrio energetico dell’aura (l’energia vitale che circonderebbe ogni corpo ed anche la parte spirituale, l’essenza più profonda dell’essere), che solo i terapeuti con doni particolari sono in grado di vedere, in tutti i suoi colori, dunque solo loro sono in grado di prescrivere in forma personalizzata la relativa terapia.

Non dobbiamo certamente demonizzare i colori e gli stimoli psicologici che ne derivano anche in campo pubblicitario e commerciale. Sappiamo infatti che ogni prodotto in vendita sfrutta determinate combinazioni di colore per comunicare un determinato messaggio. In tutto ciò non c’è alcun male in quanto un colore freddo (es. verde o blu) può trasmettere sensazioni diverse da un colore caldo (es. giallo o rosso). Dopotutto è normale preferire l’uno o l’altro in base ai gusti personali o a determinati canoni sociali (es. la confezione di un dentifricio colorata di blu per trasmettere una sensazione di pulizia e freschezza). Questo tipo di condizionamento, non rientra assolutamente nell’ambito della Cromoteriapia. La vera Cromoterapia è infatti legata alla superstizione, in quanto basterebbe dare uno sguardo o toccare una bottiglietta di un determinato colore per essere guariti da molteplici malattie e disturbi.

Fonte: www.camcris.altervista.org/olistica.html

I fiori di Bach

La terapia con i fiori di Bach è stata sviluppata dal Dr. Edward Bach nel 1935.

Esistono 38 rimedi preparati dai fiori di piante selvatiche, arbusti o alberi. Vengono prescritti non in base alla sofferenza fisica, ma piuttosto secondo lo stato mentale della persona sofferente, secondo il suo stato d’animo di paura, ansia, rabbia o depressione. (Vedere la sezione specifica per l’approfondimento).

Fonte: www.camcris.altervista.org/olistica.html

Medicina ayurvedica

E’ una medicina molto alla moda in questo momento. Arriva dall’India e pretende di donare vitalità, salute e bellezza grazie alla capacità di ricreare armonia nel corpo e nella mente. Ayurveda è una parola composta da ayur (vita) e veda (scienza o conoscenza). Il medico ayurvedico è una specie di guru che si propone di curare l’uomo nel corpo, nella mente e nello spirito.

È una medicina pagana e politeista: si tratta di credere che nel corpo umano ci sono cinque grandi elementi: etere, aria, fuoco, terra, acqua, che originano tre movimenti del corpo, governati da tre dèi indiani: Vada, Pitta e Kapha.

Fonte: www.camcris.altervista.org/olistica.html

La pranoterapia

Particolare forma di terapia basata sul supposto trasferimento di prana (nelle antiche religioni indiane, “energia vitale dell’universo”), da un individuo sano ad uno malato.

La New Age afferma che l’energia vitale dell’universo, o energia cosmica, non è altro che Dio o altri spiriti. Vedere la sezione specifica per l’approfondimento.

Fonte: www.camcris.altervista.org/olistica.html

Lo sciamanesimo

Lo sciamanesimo si rifà alle “religioni della natura”. Secondo questa visione del mondo “originaria”, il mondo minerale, vegetale, animale ed umano, il mondo sottile degli spiriti e delle divinità esistono uno dentro l’altro e uno per l’altro. Lo “sciamano” è una persona che intraprende un viaggio nel mondo degli spiriti aiutato dall’ingestione di particolari sostanze psicotropiche, o da specifici rituali. Durante le sedute di guarigione, alla persona da guarire vengono date delle lettere e dei suoni, delle immagini o delle erbe, scelte a seconda dei sintomi o dei problemi dichiarati, o percepiti da colui che opera il rituale di guarigione. Più la persona si sente vicina alle forze spirituali, e più cresce la fiducia, l’ottimismo, la volontà di stare bene.

Si tratta di vere e proprie sedute spiritiche in cui si possono verificare stati di trance e possessione demoniaca.

Fonte: www.camcris.altervista.org/olistica.html

La Biodanza

Il sistema Biodanza è nato in Cile negli anni 60 ad opera dello psicologo ed antropologo Rolando Toro.

Secondo le parole del suo fondatore si tratta di: “Un sistema di integrazione e di sviluppo umano che si basa su “vivencias” indotte attraverso la musica, il movimento e gli esercizi di comunicazione all’interno di un gruppo”. Tutte le attività e gli esercizi si svolgono in gruppo e sono finalizzati a stimolare le potenzialità individuali nell’ambito dell’affettività, della vitalità, della sessualità, della creatività e della trascendenza. Tutto ciò porta a facilitare la comunicazione con le altre persone, elevando la qualità affettiva dell’esistenza”.

Il prefisso “bio” esprime l’idea che al centro dell’universo non vi sia l’uomo ma la vita. Infatti esistono, per il sistema Biodanza due tipi di percezione: quella biocentrica e quella antropocentrica. È proposta ai bambini e agli adolescenti nelle scuole, agli adulti e alle donne in gravidanza ed anche per riabilitare gli anziani e i malati sia fisici che mentali.

Colpisce per il suo carattere apparentemente salutare ma, oltre al ripetersi di termini puramente new age quali “energia”, sono presenti nozioni di stampo pagano e panteistico completamente in disaccordo con la dottrina cristiana. Le presunte implicazioni sessuali nelle varie fasi del corso (si parla di “orgasmo”, “consapevolezza dell’identità sessuale”, “fusione erotica”, ecc.) sembrano proprio condurre nella direzione della “magia sessuale” tipica degli ambienti occultistici ed esoterici. Agli alti livelli del corso vengono inoltre descritti stati di trance (fenomeni tipici dello spiritismo e della possessione). Sono anche offerti corsi di approfondimento i cui nomi dovrebbero già di per sé mettere in guardia il cristiano: “Danzare i Ching”, “Ritorno di Dioniso”, “Sondaggio allo sconosciuto (neosciamanismo, presentimento dell’angelo)”, “Biodanza e il cerchio degli Archetipi – gli arcani dei tarocchi”, ecc.

Fonte: www.camcris.altervista.org/olistica.html

Lo Shiatsu

Con il termine Shiatsu (in giapponese shi=dita, atsu=pressione) si indica una forma di terapia manuale che fu creata da T. Namikoshi: si pratica la tecnica del massaggio tradizionale giapponese, abbinandole a tecniche di terapia manuale occidentali come le mobilizzazioni articolari, lo stretching, ecc. La maggior parte dei punti in cui si agisce con il massaggio corrisponde ai meridiani dell’agopuntura cinese. Lo scopo del trattamento Shiatsu è quello di “liberare” i meridiani, cioè i canali dove scorrerebbe l’energia vitale e permettere un migliore scorrimento della stessa.

La malattia, infatti, nello Shiatsu è vista come uno squilibrio energetico, dovuto ad una “occlusione” del meridiano di scorrimento, con conseguente danno agli organi.

Lo Shiatsu ha diverse vie, tra cui lo Zen Shiatsu e lo Iokai Shiatsu.

Nei termini di approccio della medicina orientale, bisogna tenere conto che lo Shiatsu non riguarda solo i sintomi e il trattamento, ma include l’aspetto spirituale, ossia considera che la malattia deriva dall’attitudine interiore profonda dell’individuo, e la vita profonda corrisponde allo spirito.

Per questo un terapista Shiatsu ha affermato che: “la relazione clinica difficilmente potrà esprimere fino in fondo l’atmosfera di solidarietà, di intimità, di reciproca conoscenza e di consapevolezza che si sviluppa tra terapista e paziente e che rende spesso magica l’esperienza dello Shiatsu per entrambi”.
Fonte: www.camcris.altervista.org/olistica.html

Altre discipline olistiche, esoteriche o non convenzionali

L’elenco che segue non va inteso come una sorta di “lista nera” di cose da non fare, in quanto non tutte le discipline possono essere messe sullo stesso piano. Mentre alcune sono obiettivamente pericolose (si parla di energie spirituali, fluidi guaritori, vibrazioni, ecc.), altre vanno comunque valutate attentamente per non incorrere in raggiri psicologici o superstiziosi. Ve ne sono alcune che sono semplicemente dannose perché potrebbero allontanare il praticante dal ricorso alla medicina convenzionale.
– Acupressione (o Agopressione)
– Agopuntura
– Ai-Chi (Aquatic Tai Chi)
– Analisi Reichiana
– Anelli magnetici Alex Chiu
– Antroposofia (Medicina antroposofica)
– Arica (Metodo)
– Arnold Mindell (Metodo)
– Aromaterapia
– Arti Marziali (elementi filosofico/spirituali)
– Aston Patterning / Aston Paradigm
– Aura Vitale (diagnosi tramite)
– Aura-Soma
– Auricoloterapia
– Autoipnosi
– Ayurveda
– Bates (Metodo)
– Biodanza
– Bioenergetica
– Biofonia
– Biopranoterapia
– Biotransenergetica
– Bodywork
– Bowen (Terapia)
– Breathwork
– Breviterapia
– Calligaris (Metodo)
– Cerchio di guarigione
– Channeling
– Chavutti Thirumal
– Chinesiologia applicata
– Chirometria diagnostica
– Chirtest
– Chopra
– Ci Kung (Chi Kung o Qi Gong o Wudang Chikung)
– Cinque Tibetani
– Cohen (Metodo)
– Coppettazione
– Coreoterapia
– Cosmomedicina
– Costellazioni Familiari Sistemiche (Psicogenealogia Transgenerazionale)
– Counseling Rogersiano
– Cranio sacrale
– Cristalloterapia o Gemmoterapia
– Cromopuntura o Colorpuntura (Metodo Mandel)
– Cromoterapia
– Danzaterapia
– Dendroterapia
– Diagnosi cinese della lingua
– Dieta Chenot
– Digitopressione Jin Shin Do
– Dinamica Mentale (Silva Mind Control)
– Do in
– Dorn (Metodo)
– Dream Yoga
– Ecoterapia
– Elettroagopuntura di Voll (Organometria funzionale)
– Elettromagnetoterapia
– Ensenanza
– Equilibrio dinamico (Teoria del)
– Euritmia terapeutica
– Eutonia
– Exultation of flowers
– Feldenkrais (Metodo)
– Feng Shui
– Fiori di Bach o Floriterapia
– Fisiognomica
– Fitoterapia cromatica
– Floriterapia o Fiori di Bach
– Fonocromoterapia
– Fonoterapia
– Fux (Metodo)
– Geobiologia
– Geoterapia
– Gestalt
– Grounding
– Guarigione psichica
– Guarigione quantica (metodo quantico)
– Hakomi
– Hellerwork
– Hemi-Sync (Hemispheric Syncronization)
– Ipnosi
– Iridologia
– Isoterapia
– Japanase Reiki
– Jost (Metodo)
– Karuna Reiki
– Katsugen undo (Movimento Rigeneratore)
– Kiatsu Do
– Kinesiologia
– Kinesiterapia
– Ki-Sung
– Kuatsu
– Kundalini Yoga
– Laban Bartenieff (Metodo)
– Lakhovsky (Terapia)
– Lavaggio energetico
– Litoterapia
– Lu jong
– Macrobiotica
– Maditazione Dinamica
– Magnetoterapia
– Mandala
– Mandel (Metodo)
– Massaggio Ayurvedico (Abyangam)
– Massaggio Breuss
– Massaggio di polarità
– Massaggio Hara
– Massaggio Kahuna
– Massaggio Kembiki
– Massaggio Metamorfico
– Massaggio Rebalancing
– Massaggio Ritmico
– Massaggio Shantala
– Massaggio Sonoro
– Massaggio Thailandese
– MBCT (Mindfulness-Based Cognitive Therapy)
– Medicina non convenzionale (in tutte le sue varianti)
– Meditazione Bioenergetica
– Meditazione con le pietre
– Meditazione corporea in movimento
– Meditazione Devavani
– Meditazione di consapevolezza
– Meditazione Gourishankar
– Meditazione Kundalini
– Meditazione Mandala
– Meditazione Nadabrahma
– Meditazione Nataraj
– Meditazione No dimensions
– Meditazione Trascendentale
– Meditazione Wesak
– Meditazione Whirling
– Meditazione Zen
– Mentastica o Metodo Trager
– Mesmerismo
– Metatronic Healing
– Metodo Bert Hellinger (Costellazioni-Familiari-Sistemiche o Psicogenealogia Transgenerazionale)
– Metodo Fitzgerald
– Micromassaggio cinese
– Monopatogenetica
– Moraterapia
– Morfopsicologia
– Moxibustione
– Mudra
– Musicoterapia
– Naprapat
– Naturopatia
– Neuralterapia
– Nuova Medicina Germanica
– Olodonzia
– Omega healing
– Omeopatia
– On Zon Su (Riflessologia plantare)
– Organoterapia
– Orgonoterapia
– Ortho-Bionomy
– Osho Rebalancing
– Pentacologia terapeutica
– Piramidologia terapeutica
– Programmazione Neuro Linguistica (PNL)
– Pranayama
– Pranic Healing
– Pranoterapia
– Psicobiofisica
– Psicocibernetica
– Psicodinamica
– Psicoenergetica
– Psicogenealogia Transgenerazionale (Costellazioni-Familiari-Sistemiche)
– Psicologia transpersonale
– Psicoperistalsi
– Psicosintesi
– Qi Gong Mi Zong
– Qi Gong
– Radiestesia
– Radionica
– Rebalancing o Osho Rebalancing
– Rebirthing
– Reconnective Healing o Reconnection
– Reiki
– Respirazione Olotropica
– Riflessologia (Massaggio Zonale)
– Riflessoterapia
– Rolfing
– Sat Terapia
– Sciamanesimo
– Seitai
– Shen (Terapia)
– Shiatsu
– Shodo
– Silva Mind Contol
– Silvoterapia
– Simonton (Metodo)
– Somatografia
– Spagyria
– Stone Therapy
– Sufrologia
– Tai Chi Chuan o Taiji Quan
– Tai Chi
– Tantra Healing
– Tantrismo
– Tantsu
– Tao Yoga
– Tecnica di respirazione C & Esm
– Tecnica Metamorfica
– Teleterapia
– Terapia con le pietre
– Terapia del Soffio
– Terapia Idrofrequenziale
– Theta Healing
– Tocco quantico (Quantum touch)
– Tocco terapeutico
– Tomasetti (Metodo)
– Touch for Health
– Trager (Metodo)
– Training autogeno
– Trance Dance
– Tribe Massage
– Tui Na
– Urinoterapia
– Varutha Kriya
– Vega Test
– Vegetoterapia di Reich
– Visualizzazione guidata
– Vita Florum
– Vivation
– Watsu
– Willems (Metodo)
– Yi Pai
– Yoga (in tutte le sue varianti)
– Zen (in tutte le sue varianti)
– Zen Past Lives
– Zero Balancing
– Zilgrei (Metodo)
Nell’elenco non sono state incluse tutte le discipline che vanno ben oltre la semplice promessa di guarigione, tra cui le varie filosofie e pseudo-religioni delle quali si parla nelle altre sezioni del sito.

Anche la Chiesa ha classificato ufficialmente la questione delle medicine alternative come un terreno su cui è necessario muoversi con molta cautela come indicato nel numero 2117 del “Catechismo della Chiesa Cattolica”.

AMDG et DVM

L'OMEOPATIA non è compatibile con la Fede Cattolica. Avvertenza: è pericolosa per lo spirito


Dalla Cei (Conferenza Episcopale Italiana) un monito sui possibili rischi di terapie alternative ispirate a filosofie non compatibili con la Fede Cattolica

Avvertenze: pericolose per lo spirito
L'Omeopatia, la pranoterapia, la riflessologia, l'ipnosi, l'ESP (percezione extrasensoriale), l'agopuntura, il reiki e le tecniche orientali di meditazione (il bio feed back, il training autogeno, lo zen, lo yoga, l'aikido, il tai-chi-chuan, lo shiatzu, i corsi di "Dinamica mentale di base", etc.)

Don Gabriele Amorth, Sacerdote Esorcista Fondatore dell'Associazione Internazionale degli Esorcisti: Se hai praticato o se stai praticando anche solo una di queste tecniche sopra elencate ecco forse spiegata l'origine di tutti i tuoi problemi.

OMEOPATIA:

L’Omeopatia fu fondata da Samuel Hahnemann (1755-1843) personaggio affiliato ad una loggia massonica ed amico di Mesmer, uno dei maggiori oppositori della fede cristiana. Hahnemann ha affermato egli stesso di aver ricevuto il suo metodo curativo grazie a rivelazioni spiritiche (cfr. Larousse du 20 siècle, ed. 1930). La sua vita fu segnata da molte disgrazie e lutti familiari per cause non naturali (due figlie furono uccise, un’altra morì in circostanze inspiegabili e l’unico figlio scomparve misteriosamente.


Nelle opere che ha scritto traspare inoltre una marcata  avversione per Gesù.  Egli   era        disgustato da Gesù di Nazareth che voleva stabilire il Regno di Dio.
            (A. Fritsche, "Hahnemann - Die Idee der Homeopathie", VI edizione, p.264)

Ma cosa sono in realtà l'omeopatia e l'agopuntura? Il mondo medico è diviso sulla loro efficacia e chi le applica afferma di occuparsi di tecniche terapeutiche e non di concezioni religiose

di Massimiliano Laviola

La medicina alternativa forse sarà utile e non dannosa per il corpo ma potrebbe essere dannosa per lo spirito dei cattolici. 
E' questo in sintesi il messaggio che arriva dalla Cei -documento Ufficiale del 20/10/2000-, la Conferenza Episcopale Italiana, che in un documento dell'Ufficio Nazionale per la Pastorale della Sanità mette in guardia dai possibili rischi per la salute, ma anche per il coinvolgimento di queste terapie con filosofie orientali "non compatibili con la fede cattolica e qualche volta persino accompagnate da pratiche occultistiche"
Il documento, parlando di medicina non convenzionale, si riferisce a "tutte quelle prassi mediche non fondate su riscontri di anatomia, fisiologia, patologia e terapia". I Vescovi mettono all'indice "erboristeria, agopuntura, omeopatia, reflessologia, pranoterapia, iridologia, reiki e shiatzu" che possono rappresentare un rischio per i pazienti che abbandonano le terapie tradizionali, ma di comprovata efficacia. 
C'è anche un richiamo alle istituzioni sanitarie cattoliche (ospedali, cliniche specialistiche), alle quali è consigliata "rigorosa" prudenza prima di inserire queste terapie in quelle eseguite all'interno delle strutture sanitarie. "Occorre chiedersi - recita il documento - se il ricorso più frequente alla medicina non convenzionale non sia per caso l'effetto di una non adeguata applicazione della medicina allopatica" cioè quella tradizionale. 

L'intervento della Chiesa arriva, forse non a caso, in un momento in cui le cure alternative sono in forte ascesa e iniziano ad essere introdotte anche negli ospedali pubblici. 

Fonte:  

martedì 27 febbraio 2018

E' DECRETO DI DIO CHE IL CUORE IMMACOLATO DI MARIA TRIONFERA', E CHE LA SANTA CHIESA RICONOSCA CHE MARIA E' DIVINA e Così Sia. (cfr M. a C. 24.5.'06)

AVE MARIA PURISSIMA!
Immagine di "Maria Mediatrice", molto cara a Marta Robin che ideò un laicato
cattolico tutto orientato verso una forma di vita comunitaria "nuova", 
movimento religioso conosciuto col nome: i Focolari di Carità,
 adatti alla diffusione del Regno in un mondo ateo e senza speranza.

Il sottoindicato link è la traduzione italiana della biografia di Marta Robin, 
La gioia della croce scritta da Raymond Peyret.



http://www.preghiereagesuemaria.it/santiebeati/marta%20robin.htm



AMDG et DVM

IO SON VENUTO A RIPARARE LA CHIESA E NON A DISTRUGGERLA

DIRECTORIO FRANCISCANO
J. Joergensen:
San Francisco de Asís

SAN FRANCISCO DE ASÍS
SU VIDA Y SU OBRA
por Juan Joergensen
Traducción del
R. P. Antonio Pavez, O.F.M.
Editorial Difusión
Buenos Aires, 1945, segunda edición

T. de Wyzewa y F. Gamissans, o.f.m., Johannes Joergensen, historiador y poeta de San Francisco.
Libro primero
EL RESTAURADOR DE IGLESIAS
I. El joven convaleciente
II. Infancia y juventud
III. La prisión de Perusa
IV. La visión de Espoleto
V. El beso al leproso
VI. El crucifijo de San Damián
VII. Francisco renuncia a su padre
Libro segundo
EL EVANGELISTA
I. Los primeros discípulos
II. El derecho de predicar
III. Rivo-Torto
IV. La Porciúncula y los nuevos discípulos
V. Santa Clara
Libro tercero
EL CANTOR DE DIOS
I. Sermón a los pájaros
II. Las misiones de Italia
III. La indulgencia de la Porciúncula
IV. Los capítulos de Pentecostés
V. El Cardenal Hugolino
VI. Las misiones extranjeras
VII. La cruzada de San Francisco
VIII. Los primeros disgustos. Capítulo de las Esteras
IX. Las Admoniciones y las Reglas
X. La lucha por la Pobreza
XI. La Tercera Orden
XII. La Regla de 1223
XIII. El Pesebre de Greccio
Libro cuarto
EL SOLITARIO
I. Las cartas de Francisco
II. El ejemplo cristiano
III. Las lecciones cristianas
IV. El gran milagro
V. La bendición a Fray León y el adiós al Alverna
VI. El Cántico del Sol
VII. El Testamento y la muerte
VIII. Las lágrimas de Fray Jacoba

      


AMDG et DVM 

ASSURDE PROPOSTE in questa chiesa peccatrice

... ... ...
Anche una assurda proposta che arriva dalla diocesi di San Miniato va purtroppo presa sul serio se da Roma si propone come modello il vescovo che dà il via libera all'educatore gay e civilunito, mentre si tiene in punizione un sacerdote che ha avuto il solo torto di difendere la famiglia e ricordare l'insegnamento di san Paolo sull'omosessualità.
Prima pagina del giornale di San Miniato
Prendendo atto che separazioni e divorzi riguardano un numero sempre crescente di persone che pure frequentano la chiesa, «non si potrebbe pensare all’esistenza di una nuova “vocazione” allo stato di “separato”? (…) La croce, come redime e sublima l’amore umano fino a portarlo alla dignità di segno sacramentale dell’Amore del Padre, non può dare dignità e valore redentivo all’amore ferito, tradito, ucciso?».

A questa proposta, scaturita da una riflessione – dice lui – sulla Amoris Laetitia, è arrivato un anziano prete della diocesi di San Miniato, don Angiolo Falchi, che ha pensato bene di ricordare i suoi 50 anni di sacerdozio con questa bella trovata. «Lo stato di separato/a e divorziato/a considerato una vera e propria nuova vocazione nella Chiesa, da curare con tanto amore e dedizione come si fa con le altre vocazioni»: ve l’immaginate la prossima Giornata di preghiera per le vocazioni chiedere a Dio che mandi più separati e divorziati “santi” per testimoniare il Vangelo? In altri tempi ce la saremmo cavata con un sorriso e un invito a togliere il fiasco al reverendo. 
Ma oggi uscite di questo genere vanno purtroppo prese molto sul serio. Non solo perché nel caso specifico si tratta dell’editoriale dell’ultimo numero del settimanale della diocesi di San Miniato (La Domenica, allegato a Toscana Oggi), quindi si può pensare che quanto meno non dispiaccia al suo vescovo. Ma soprattutto perché teorizzazioni di questo genere sono ormai all’ordine del giorno, e a promuoverle sono anche ambienti autorevoli vicini a Santa Marta.

Ieri, ad esempio, il sito para-vaticano Il Sismografo pubblicava un editoriale dal titolo “Discernimento e vita pastorale del popolo di Dio”. Una lunga disquisizione - che vi risparmiamo -per poi arrivare a proporre come modello di discernimento il vescovo di Gorizia, monsignor Radaelli, per la nota vicenda del paesino di Staranzano. Come si ricorderà un capo scout che ha un ruolo di educatore in parrocchia è omosessuale “praticante” e tutti lo sanno da tempo: il parroco aveva segnalato diverse volte la questione al vescovo, che non ha mai risposto. Poi con l’approvazione della legge Cirinnà, ecco che il capo scout decide di convolare a unione civile con il suo compagno: cerimonia in municipio a cui partecipa anche il vice-parroco, assistente dell’Agesci e grande sostenitore della nuova unione. Il parroco a questo punto scrive pubblicamente che è il caso almeno che il capo scout si ritiri dal ruolo di educatore. Silenzio del vescovo. Nel frattempo, come testimonia una nostra lettrice scandalizzata, grande festa per la nuova coppia civilunita e comunione alla prima messa. Passano ancora diversi giorni e finalmente il vescovo decide di farsi vivo con una «illuminante, pacata e riflessiva lettera» in cui sostiene che «di fronte a simili vicende il discernimento comunitario deve prevalere senza cedere alle tentazioni del giudizio o della superficialità». Parroco smentito, la sua richiesta respinta con perdite. Applausi dal Sismografo, che seguono quelli già tributati da Avvenire.
È la nuova Chiesa, che pensa così di attuare il Concilio Vaticano II. Stesso ragionamento del vescovo di Biella a proposito del parroco che ha pensato bene di far parlare in chiesa Emma Bonino. Magari non sarà stata la cosa più opportuna, ha ragionato il vescovo, ma non va bene intervenire di forza, invocando delle regole. 
“Discernimento” è la parolina magica che mette a posto tutto. Discernimento è ciò che chiede la Amoris Laetitia e i vescovi pensano di ubbidire non giudicando più nulla. Il bene e il male svaniscono; un’azione, uno stato di vita è un male, ma qualche volta anche un bene. In ogni caso bisogna parlarne, dialogare senza rifugiarsi in regole già scritte (come se le regole cui si fa riferimento non fossero in realtà Parola di Dio), far maturare convinzioni. 
Peccato che questa sia una caricatura del discernimento, concetto la cui paternità viene fatta risalire a Sant’Ignazio di Loyola. Come ricordava tempo fa su queste colonne il gesuita padre Enrico Cattaneo, per Sant’Ignazio il discernimento è solo fra due beni possibili, non certo fra un bene e un male: «Per Ignazio – scriveva padre Cattaneo -  il discernimento va fatto su cose “indifferenti o buone in sé”, cioè “in tutto quello che è permesso al nostro libero arbitrio e non gli è proibito”. Così non ha senso fare discernimento sui dieci comandamenti. Non posso fare discernimento se mi conviene o no abortire, se mi conviene o no intraprendere una nuova relazione coniugale, se mi conviene o no assecondare un impulso omosessuale, e via dicendo. Discernimento è invece vedere se devo seguire la vita religiosa oppure la via del matrimonio, se devo (anzi “dobbiamo” in questo caso) avere uno, due, tre o più figli; se devo condividere maggiormente le mie risorse economiche, se devo regolarmi nel cibo, nei divertimenti, ecc., facendo però in modo che l’amore che mi nuove e mi fa scegliere tale cosa “discenda dall’alto, dall’amore di Dio”, “mirando unicamente al fine per cui sono stato creato, cioè per la lode di Dio nostro Signore e per la salvezza dell’anima mia”. Solo così le mie scelte saranno “pure, limpide” e non “disordinate e oblique”».
Quel concetto di discernimento che oggi va di moda è dunque falso, un alibi per fare ognuno quel che vuole. Eppure da Roma nessuno interviene per chiarire, anzi Avvenire e Osservatore Romano fanno a gara a chi spinge di più nella direzione della menzogna e della dottrina fai da te.

E ad essere puniti sono i preti e i vescovi che non si rassegnano, che pongono domande, che restano fedeli al Catechismo. Sono troppo rigidi, i preti oggi «devono essere flessibili», ci spiegava ieri Avvenire. Si può facilmente capire come andrà a finire a Staranzano, come la misericordia si abbatterà sul parroco che non si rassegna a un educatore orgogliosamente gay e civilunito.

Abbiamo già visto come è finita con don Massimiliano Pusceddu, a Cagliari: in una omelia aveva difeso e invitato a difendere la famiglia secondo il disegno creatore di Dio, aveva citato un passo di san Paolo molto duro nei confronti degli omosessuali. Era stato sospeso seduta stante da tutti gli incarichi diocesani: è passato più di un anno e don Massimiliano è ancora nella stessa situazione, senza parrocchia e senza poter tenere incontri pubblici. Chissà perché, su chi è fedele alla tradizione della Chiesa non c’è alcun problema a intervenire con il pugno di ferro. Invece il capo scout militante gay e il vice parroco che benedice le unioni civili sono al loro posto, difesi dall’establishment ecclesiastico. Così anche la “vocazione al divorzio”, da idiozia quale è si trasforma in una proposta seria. E magari tra un po’ di tempo la vedremo spuntare sui giornali di regime.

DMDG et DVM

L'eutanasia è una grave violazione della Legge di Dio (Giovanni Paolo II)

CASO ALFIE: GIUDICE INGLESE UTILIZZA NELLA SENTENZA PASSI DI UNA LETTERA DI PF A MONS. PAGLIA

Il giudice Hayden, che ha accolto la richiesta dell’ospedale di staccare il respiratore al piccolo Alfie (qui un video del bambino), per lasciarlo morire poiché affetto da rarissima malattia, nella sua sentenza (qui), al punto 52 ha ripreso un passo della lettera (qui) che PF scrisse a mons. Vincenzo Papa,  presidente della Pontificia Accademia per la Vita, il 7 novembre scorso, a margine di un convegno internazionale, il Meeting Regionale Europeo della “WORLD MEDICAL ASSOCIATION”,  che si tenne in Vaticano proprio sul fine vita il 16 e 17 novembre 2017. Di questo ci informa Michael Hichborn, in un articolo pubblicato ieri su LifeSitesNews (qui).
Il giudice ha riconosciuto la fede cattolica dei genitori di Alfie, e a tal proposito ha detto che “è importante che queste credenze siano considerate nell’ampia gamma di fattori rilevanti” in relazione agli “interessi superiori” di Alfie.
Per questo il giudice Hayden ha consentito che nella documentazione del procedimento fosse inserito anche il passo riportato dal sig. Mylonas (che rappresenta la posizione dell’ospedale) che fa riferimento alla lettera del Papa a mons. Paglia. Il giudice la riporta perché, a suo parere, “La posizione della Chiesa cattolica romana è talvolta rappresentata in modo imprecisa nei casi relativi a queste difficili questioni etiche”. Ed è a questo punto che il giudice riporta un lungo passaggio della lettera, del quale riporto la parte saliente ai nostri fini:
“Occorre quindi un supplemento di saggezza, perché oggi è più insidiosa la tentazione di insistere con trattamenti che producono potenti effetti sul corpo, ma talora non giovano al bene integrale della persona.
Il Papa Pio XII, in un memorabile discorso rivolto 60 anni fa ad anestesisti e rianimatori, affermò che non c’è obbligo di impiegare sempre tutti i mezzi terapeutici potenzialmente disponibili e che, in casi ben determinati, è lecito astenersene (cfr Acta Apostolicae Sedis XLIX [1957],1027-1033). È dunque moralmente lecito rinunciare all’applicazione di mezzi terapeutici, o sospenderli, quando il loro impiego non corrisponde a quel criterio etico e umanistico che verrà in seguito definito “proporzionalità delle cure” (cfr Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione sull’eutanasia, 5 maggio 1980, IV: Acta Apostolicae Sedis LXXII [1980], 542-552). L’aspetto peculiare di tale criterio è che prende in considerazione «il risultato che ci si può aspettare, tenuto conto delle condizioni dell’ammalato e delle sue forze fisiche e morali» (ibid.). Consente quindi di giungere a una decisione che si qualifica moralmente come rinuncia all’“accanimento terapeutico”.
È una scelta che assume responsabilmente il limite della condizione umana mortale, nel momento in cui prende atto di non poterlo più contrastare. «Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire», come specifica il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 2278). Questa differenza di prospettiva restituisce umanità all’accompagnamento del morire, senza aprire giustificazioni alla soppressione del vivere. Vediamo bene, infatti, che non attivare mezzi sproporzionati o sospenderne l’uso, equivale a evitare l’accanimento terapeutico, cioè compiere un’azione che ha un significato etico completamente diverso dall’eutanasia, che rimane sempre illecita, in quanto si propone di interrompere la vita, procurando la morte.
Certo, quando ci immergiamo nella concretezza delle congiunture drammatiche e nella pratica clinica, i fattori che entrano in gioco sono spesso difficili da valutare. Per stabilire se un intervento medico clinicamente appropriato sia effettivamente proporzionato non è sufficiente applicare in modo meccanico una regola generale. Occorre un attento discernimento, che consideri l’oggetto morale, le circostanze e le intenzioni dei soggetti coinvolti. La dimensione personale e relazionale della vita – e del morire stesso, che è pur sempre un momento estremo del vivere – deve avere, nella cura e nell’accompagnamento del malato, uno spazio adeguato alla dignità dell’essere umano”. (grassetto aggiunto, ndr)
Il giudice, nelle sue conclusione, tra l’altro, afferma: “Il  supporto continuo della ventilazione, in circostanze che sono convinto sia inutile, ora compromette la dignità futura di Alfie e non rispetta la sua autonomia. Sono soddisfatto del fatto che il supporto ventilatorio continuo non sia più nell’interesse di Alfie”. (grassetto aggiunto, ndr)
A questo punto, per meglio definire il concetto di eutanasia, il giornalista Michael Hichborn riprende un passo, il n. 65 (qui) della enciclica del 1995, Evanelium Vitae, di Giovanni Paolo II:
“Per eutanasia in senso vero e proprio si deve intendere un’azione o un’omissione che di natura sua e nelle intenzioni procura la morte, allo scopo di eliminare ogni dolore. «L’eutanasia si situa, dunque, al livello delle intenzioni e dei metodi usati».
Da essa va distinta la decisione di rinunciare al cosiddetto «accanimento terapeutico», ossia a certi interventi medici non più adeguati alla reale situazione del malato, perché ormai sproporzionati ai risultati che si potrebbero sperare o anche perché troppo gravosi per lui e per la sua famiglia. In queste situazioni, quando la morte si preannuncia imminente e inevitabile, si può in coscienza «rinunciare a trattamenti che procurerebbero soltanto un prolungamento precario e penoso della vita, senza tuttavia interrompere le cure normali dovute all’ammalato in simili casi».” (grassetto aggiunto, ndr)
E’ per questo che il papa santo Giovanni Paolo II, sempre allo stesso n.65 della enciclica Evangelium Vitae, scrive: “Fatte queste distinzioni, in conformità con il Magistero dei miei Predecessori e in comunione con i Vescovi della Chiesa cattolica, confermo che l’eutanasia è una grave violazione della Legge di Dio, in quanto uccisione deliberata moralmente inaccettabile di una persona umanaTale dottrina è fondata sulla legge naturale e sulla Parola di Dio scritta, è trasmessa dalla Tradizione della Chiesa ed insegnata dal Magistero ordinario e universale” (grassetto aggiunto, ndr).
Michael Hichborn, riferisce poi che, nel 2004, Papa Giovanni Paolo II, rivolgendosi a un gruppo di medici riunitisi a Roma, disse:
“Vorrei sottolineare in particolare come la somministrazione di acqua e cibo, anche se fornita con mezzi artificiali, rappresenti sempre un mezzo naturale per preservare la vita, non un atto medico. Il suo uso, inoltre, dovrebbe essere considerato, in linea di principio, ordinario e proporzionato, e come tale moralmente obbligatorio, nella misura in cui e fino a quando non si dimostri che esso ha raggiunto la sua giusta finalitàche nel caso di specie consiste nel fornire nutrimento al paziente e nell’alleviare la sua sofferenza. (enfasi aggiunta)
E’ di tutta evidenza come il supporto ventilatorio non possa essere considerato più invasivo della somministrazione di acqua e cibo quando fornita con mezzi artificiali. Infatti, il Dr.Paul Byrne, ex presidente dell’Associazione Medica Cattolica e co-inventore dei primi ventilatori neonatali,  interpellato a tal proposito da LifeSiteNews, ha affermato:
“Un ventilatore muove l’aria nella trachea e nei vie aere più grandi. Supporta la respirazione solo in una persona vivente. (…) La respirazione avviene solo quando la vita è presente”.  Il Dr. Byrne ha aggiunto: “Il ventilatore per la respirazione è analogo ad un tubo di alimentazione. Questi tubi sono di supporto alla vita solo in una persona vivente. Togliere il ventilatore da Alfie significherebbe infliggere la morte”. (grassetto aggiunto, ndr)
Infine, Michael Hichborn riprende un passo del Catechismo della Chiesa Cattolica, quello riportato al n. 2235“Nessuno può comandare o istituire ciò che è contrario alla dignità delle persone e alla legge naturale”.
I genitori  di Alfie, Tom Evans e Kate Jones, entrambi ventenni, hanno tentato in tutti i modi di prolungare la vita del proprio piccolo proponendo di sottoporlo a un trattamento presso l’ospedale Bambino Gesù di Roma. Questa proposta, però, è stata respinta. Inoltre, il ventilatore non è una apparecchiatura particolarmente complicata o onerosa da potersi permettere. Per questo, i genitori di Alfie hanno ricevuto tutto il sostegno finanziario che consentirebbe loro di portare a casa il piccolo Alfie assistito da un ventilatore e da una cura medica adeguata.  Eppure, il giudice Hayden, anche in questo caso, ha deciso che al piccolo Alfie debba essere soppressa la ventilazione.
Ritroviamo nuovamente nel caso di Alfie gli stessi connotati della situazione del piccolo Charlie, il quale fu lasciato morire mediante il distacco del ventilatore contro la volontà dei genitori. Stessa infanzia negata, stessa nazione ( il Regno Unito), stesso sistema ospedaliero, stessa “giustizia”, stessa motivazione:  “nel suo miglior interesse”.
AMDG et DVM