domenica 18 febbraio 2018

Febbraio, con S. Faustina


FEBBRAIO
La chiamata
1. Fino a quando? — A diciott'anni chiesi insistentemente ai genitori il permesso di ritirarmi in un convento. Ne ebbi un categorico rifiuto. Allora mi diedi alle vanità della vita, anche se l'anima non trovava in esse soddisfazione alcuna. Fu la grazia del Signore ad avere il sopravvento su di me. Una volta mi ero recata a ballare in compagnia di mia sorella. Al momento d'iniziare la danza, scorsi d'un tratto accanto a me Gesù flagellato, nudo e coperto di ferite. Si volse a me e mi disse: «Per quanto ancora ti sopporterò? Fino a quando continuerai a deludermi?». La musichetta allegra allora tacque al mio orecchio e più non vidi la compagnia in cui mi trovavo. Poco dopo, scivolai via senza che nessuno si accorgesse. Entrai nella cattedrale. Cominciava ad imbrunire e vi si trovavano pochissime persone. Mi prostrai a terra con le braccia in croce. All'istante udii queste parole: «Parti immediatamente per Varsavia, lì entrerai in convento!».

2. In convento. — Gesù mio, d'ora in poi lavorerò a diffondere l'onore e la gloria del tuo nome, lottando fino al giorno in cui dirai: Adesso basta! O giornate grigie di lavoro, per me voi non siete affatto tanto grigie, perché ogni momento mi reca nuove grazie e mi dà la possibilità di fare il bene.

3. Adorare la misericordia. — Gesù, che ti sei degnato d'unire il mio cuore pieno di miseria al tuo cuore che trabocca di misericordia, è proprio attraverso questo tuo stesso cuore che io adoro Dio e lo chiamo «Padre nostro». O Dio, ricco di misericordia, diffondi questa tua misericordia su tutto il mondo che hai creato e il culto verso questo tuo divino attributo salga come una lode perenne fino a te. Dio eterno, ardentemente desidero adorare la tua misericordia, che è il massimo di tutti i tuoi attributi. Vedo la mia incapacità e non pretendo di uguagliare gli abitatori del tuo paradiso, ma anch'io quaggiù ho ricevuto da te un modo di dare all'infinita tua misericordia quel culto che le devo e che, grazie ad essa, mi eleva fino a te.
Il culto della divina misericordia
4. L'immagine. — Una sera, trovandomi nella mia cella, vidi il Signore Gesù in abito bianco. Teneva una mano alzata come se benedicesse, mentre con l'altra toccava sul petto la sua veste. Dalla veste leggermente aperta, uscivano due grandi raggi: uno era rosso, l'altro chiaro. In silenzio, tenevo gli occhi fissi sul Signore. Ero presa dal timore, ma al tempo stesso m'invadeva una gioia indescrivibile. Passò un istante. Gesù parlò:
«Dipingi un'immagine sul modello di come tu mi vedi. Scrivici sotto: Gesù, confido in te! Desidero che questo quadro venga venerato dapprima nella vostra cappella, e poi nel mondo intero. Prometto che l'anima, la quale venererà quest'immagine, non perirà. Le prometto la vittoria sui nemici fin da questa terra, ma specialmente nell'ora della morte. Io la difenderò come mia gloria».

5. Con il pennello e coi colori. — Riferii la visione avuta al confessore. Mi rispose: «Tutto questo riguarda la tua anima. Dipingi l'immagine di Dio dentro di te». Però, mentre abbandonavo il confessionale, udii la voce che già conoscevo:
«La mia immagine si trova già dentro di te. Desidero si stabilisca una festa consacrata alla mia misericordia e che il quadro, dipinto con il pennello e i colori, venga solennemente benedetto. La festa della mia misericordia cadrà nella domenica che segue la Pasqua. Desidero che i sacerdoti annuncino la mia misericordia verso le anime cadute nel peccato. Non abbia paura il peccatore di avvicinarsi a me. Le fiamme della misericordia mi divorano e voglio riversarle sugli uomini».

6. Il segno. — Quando spiegai ai superiori ciò che Dio mi aveva chiesto, risposero che Gesù doveva farsi riconoscere con qualche segno. Allorché domandai a Gesù un segno come prova che testimoniasse che quelle richieste venivano da lui, udii interiormente questa voce: «Chiarirò tutto ai tuoi superiori mediante le grazie che accorderò attraverso quest'immagine». Più tardi, avendo tentato di fuggire tali ispirazioni, Gesù mi disse che nel giorno del giudizio mi avrebbe chiesto conto di un gran numero di anime.

7. Un ordine preciso. — Oppressa dalle difficoltà createmi contro dal fatto che Gesù mi parlava ed esigeva l'esecuzione di un'immagine, risolsi di domandare al confessore che mi esonerasse dal seguire ispirazioni di tal genere e, al tempo stesso, dal dovere di dipingere quel quadro. Dopo avermi ascoltato, il confessore mi rispose: «Non la esonero da nulla. Sorella, non le è lecito sottrarsi a queste ispirazioni!». Avevo sperato di sbarazzarmi d'ogni cosa, ed ecco che ora avevo un ordine preciso. Rimasi abbattuta. Scongiurai Gesù stesso di trasferire tutte queste grazie a qualcun altro, perché io non sapevo come fare e avrei finito per sprecarle. Mi rispose: «Con la tua miseria porto a termine l'opera della mia misericordia!». Devo riconoscere che le decisioni di Dio sono diverse da ogni nostra aspettativa.

8. Raggi sul mondo. — Rientravo dal giardino con le alunne per la cena, dieci minuti prima delle sei. Ed ecco Gesù, sopra la cappella, in quello stesso aspetto con cui vuole venir dipinto sull'immagine. I due raggi provenienti dal suo petto coprivano la cappella con la vicina infermeria. Di lì a poco, osservai come i due raggi s'aprissero per cingere tutta la città. Poi, lentamente si diffusero sempre più lontano e coprirono il mondo con la loro luce. La visione durò pochi minuti e poi scomparve.

9. Per Gesù si può tutto sopportare. — La sera della visione di Gesù sopra la cappella e sopra il mondo, una delle ragazze mi camminava accanto piuttosto discosta dalle altre. Anch'essa vide quegli stessi raggi, ma non poté scorgere Gesù. Dopo la cena, la fanciulla mi confidò d'esser rimasta talmente impressionata da quei raggi, che non le riusciva più di trovar pace per la gran voglia di parlarne a tutti. Si rallegrò il mio cuore per il fatto che Gesù si faceva conoscere di propria iniziativa anche se, a cagione di quel fatto, sarei andata incontro ad altri dispiaceri. Per Gesù, si può tutto sopportare.

10. Chi potrà dipingerti? — Wilno 1934. Mi recai per l'ultima volta dal pittore che aveva appena terminato di riprodurre coi colori sulla tela l'immagine voluta di Gesù. Vedendo che non era bella come io l'avevo vista nell'apparizione, ne rimasi tutta contristata. Non feci sapere a nessuno la mia pena. All'uscita della casa del pittore la superiora, che mi aveva accompagnato, si trattenne in città per vari affari. Tornai a casa da sola e mi recai in cappella. Mi misi a piangere. Dissi al Signore: «Chi potrà dipingerti altrettanto bello quanto sei?». Di colpo, udii questa risposta: «Non è la bellezza del colore o la bravura del pennello, ma la grazia che io vi infondo a dare valore a questo quadro».

11. Il recipiente. — Era passato qualche tempo. Gesù mi disse: «Lo sguardo che vi rivolgo dall'immagine è quello stesso con cui io vi guardavo dalla croce. Con quest'immagine, offro all'umanità il recipiente mediante il quale possa attingere grazie alla sorgente della mia misericordia. Il recipiente è esattamente questo quadro con la sua scritta: Gesù, confido in te!».

12. Ostra Brama (Wilno) — Gesù mi disse: «Desidero che la mia immagine venga esposta pubblicamente nella domenica che viene dopo Pasqua».
Per un caso inaspettato, fu esattamente la prima domenica dopo Pasqua che l'immagine ricevette per la prima volta un culto pubblico. Fu issata, infatti, davanti ad un'alta finestra del santuario dell'Ostra Brama a Wilno. Collocata così, era visibile a distanza. Fu in occasione della chiusura del millenario della redenzione. Direi che l'opera della redenzione venga richiamata in qualche modo da quest'opera della misericordia ora richiesta dal Signore.

13. Strumenti di misericordia. — Oggi la madre superiora mi mostrò l'opuscolo dov'era riprodotta l'immagine del Salvatore misericordioso con stampate le coroncine, le litanie e la novena. Chiesi alla madre di lasciarmi il libretto per poterlo scorrere. Mentre lo stavo sfogliando, Gesù mi disse: «Molte anime già vengono attirate al mio amore mediante quell'immagine e la mia misericordia si serve delle parole del libretto per agire su di loro».

14. Visione. — Mi trovai rapita in spirito con lo sguardo nel futuro. Ed ecco, davanti a me, l'immagine del Salvatore misericordioso. Vidi l'immagine come se fosse viva. Attorno ad essa stavano appesi numerosi ex-voto. Scorgevo, al tempo stesso una folla immensa di gente che vi conveniva e potei notare come molti, tra la folla, traboccavano di gioia.

Sangue e acqua
15. Due raggi. — Il mio confessore mi comandò di domandare a Gesù il significato dei due raggi che si vedono uscire dal suo petto nel quadro raffigurante la divina misericordia. Gesù rispose:
«I due raggi raffigurano il sangue e l'acqua. Il raggio chiaro è l'acqua che giustifica le anime. Il raggio rosso è il sangue che delle anime è la vita. Questi raggi scaturirono entrambi dall'intimo della mia misericordia quando, sulla croce, il mio cuore venne spalancato dalla lancia. Essi difendono le anime dallo sdegno del Padre mio. Beato colui che in essi cercherà riparo, perché Dio non lo colpirà con la giustizia».

16. O sangue e acqua. — Gesù mi disse: «Desidero che tu conosca l'intensità della mia misericordia, di cui arde verso le anime il mio cuore. Quando, per qualche peccatore, reciterai con fede e contrizione la preghiera che sto per insegnarti, a quel peccatore darò la grazia della conversione. Ecco la breve preghiera che ti chiedo:
O sangue e acqua, che scaturisti dal cuore di Gesù come sorgente di misericordia per noi, confido in te!».

17. I raggi dal cuore. — Tenevo gli occhi sulla figura del Sacro Cuore. All'improvviso, ne vidi uscire quegli stessi raggi che sono dipinti sull'immagine del Redentore misericordioso a indicare il sangue e l'acqua. Compresi quanto sia grande e ardente la misericordia del Signore. Gesù mi parlò con inesprimibile dolcezza: «Bambina mia, insisti con i sacerdoti su questa mia inscrutabile misericordia. Le fiamme divampano in me e intendo riversarle sulle anime, ma queste spesso si rifiutano d'affidarsi alla mia misericordia».

18. I raggi dell'Ostia. — Il Santissimo Sacramento era solennemente esposto sull'altare. All'improvviso, dall'Ostia vidi uscire due raggi uguali a quelli che si trovavano dipinti sull'immagine. Suore e allieve stavano inginocchiate in adorazione. I due raggi si riflettevano su ciascuna, ma non su tutte in modo uguale: sopra alcune, essi si delineavano appena. Domandai a Gesù che si degnasse di riscaldare con la sua misericordia le anime tiepide, fredde e indifferenti. Sotto l'azione di quei raggi, so che cuori anche di ghiaccio si possono infiammare e possono sgretolarsi come polvere anche se fossero di sasso.

19. I raggi del crocifisso. — Venerdì Santo. Sono le tre del pomeriggio e ascolto dalla bocca di Gesù queste parole: «Desidero che l'immagine della mia misericordia riceva un culto universale». D'un tratto, vidi Gesù in croce: dal suo petto uscivano i medesimi due raggi che si trovavano sul quadro.

20. I tesori delle grazie. — Rividi Gesù issato sulla croce. Dalla ferita del suo cuore, uscivano unitamente allo splendore dei due raggi, cascate di perle preziose e di diamanti. Molte anime raccoglievano quei doni. Le più vicine a lui ne raccoglievano in sovrabbondanza non solo per se stesse, ma anche per gli altri. Gesù mi disse: «Questi sono i tesori delle grazie che riverso sulle anime. Non tutte ne sanno approfittare in ugual modo. Figlia mia, riproduci la mia misericordia nel tuo cuore, affinché tu che l'annunci a tutto il mondo ne arda tu stessa per prima. È la tua missione conquistarmi delle anime con la preghiera e con il sacrificio, convincendole a fidarsi totalmente della mia misericordia».

21. Raggi nei cuori. — Mi trovavo all'Ostra Brama per le solennità nel corso delle quali fu esposto il quadro del Salvatore misericordioso. Era il venerdì che precede l'ottava di Pasqua e stavo ascoltando una predica del professor Sopocko, il mio confessore. La predica trattava della misericordia di Dio; come Gesù da tanto tempo aveva continuato a domandarmi. Allorché il predicatore comiciò a parlare dell'infinita misericordia del Signore, l'immagine dall'alto prese vita e sembrò che i due raggi rosso e chiaro penetrassero nei cuori di ciascuno dei presenti. Non avvenne però in misura uguale: in coloro che l'accoglievano con maggior conoscenza e convinzione, la luce assumeva un aspetto più splendente. Grande gioia inondò l'anima mia nel vedere come il Signore effondesse la sua grazia.

22. Fasciata di luce. — Una volta, mentre le tenebre avvolgevano il mio spirito, mi sentii come sommersa in agonia. Non durò molto. Improvvisamente, vidi Gesù. Partivano dal suo petto due raggi che io ben conoscevo. Mi fasciarono compleatamente nella loro luce. In quell'istante le tenebre scomparvero e, con esse, cessò ogni mio tormento. Disse il Signore: «L'esperienza che hai fatto rappresenta quello che sei da sola e per te stessa. È unicamente in virtù della mia misericordia che partecipi alla promessa della vita eterna e a tutti i doni che liberamente ti concedo». A queste parole, ebbi la vera conoscenza di me stessa. Gesù mi dava una lezione di umiltà profonda e, in pari tempo, mi rivolgeva l'invito a un'assoluta fiducia in lui.

23. La sorgente aperta dalla lancia. — «Figlia mia, la tua miseria non ostacola la mia misericordia. Scrivi che quanto più grande è la miseria di un'anima, tanto più grande è il suo diritto alla mia misericordia. Esorta tutti a confidare in essa, perché io bramo di salvare tutti. La sorgente della misericordia è stata aperta dalla lancia e non si chiuderà più per nessuno. Fa' conoscere al mondo la mia misericordia».

24. Un agonizzante e la divina misericordia. — Un giorno, vidi il Signore accanto a me. Mi disse: «Figlia mia, vieni a salvare un peccatore moribondo». Di colpo, scorsi l'agonizzante che lottava in una sofferenza atroce. Di fronte alla miseria di quell'anima, il suo angelo custode sembrava incapace di difenderla. Demoni in folla si assiepavano all'intorno. Mentre recitavo per lui la coroncina che Gesù mi ha insegnato, vidi il Salvatore in quell'aspetto che ha sull'immagine della sua misericordia. I due raggi che gli partono dal petto avvolsero l'infermo e le potenze del male fuggirono impaurite. Il moribondo rese in pace l'ultimo respiro.

25. Uno sguardo sul futuro. — Oggi vidi la gloria di Dio diffondersi nel mondo attraverso l'immagine della sua misericordia. Molti ne ricevevano grazie, anche se poi non tutti le gridavano ai quattro venti. Per quanto le vicissitudini di quell'immagine non saranno sempre uguali, Dio ne ricaverà la propria gloria e gli sforzi di tutte le persone ostili finiranno per essere annientati. Malgrado ostilità diaboliche, la misericordia di Dio trionferà sul mondo e avrà adorazione e culto da parte delle anime.
Promesse
26. Figlia mia, scrivi. — Il Signore mi disse: «Figlia mia, scrivi. Tutte le anime che adoreranno la mia misericordia e ne diffonderanno il culto, esortando gli altri alla fiducia in essa, non avranno paura nell'ora della morte; la mia misericordia sarà la loro difesa in quell'estrema lotta. Per le anime che avranno paura, scrivi: Quando l'anima vedrà la gravità dei suoi peccati ed ai suoi occhi si svelerà tutto l'abisso della miseria in cui è caduta, non disperi, ma si getti con fiducia tra le braccia della mia misericordia come un bambino farebbe con la madre perché sa ch'essa lo ama. Tali anime hanno un diritto di priorità sopra il mio cuore. Fa sapere che nessuna, dopo aver invocato la mia misericordia, fu delusa. La mia predilezione va alle anime che s'affidano alla mia bontà senza por limiti».

27. Non aver paura! — Signore, desidero che la tua misericordia venga glorificata da ogni anima. Felice quella che l'invocherà, perché potrà sperimentare ciò che tante volte mi hai promesso: tu la difenderai come tua gloria. Chi sarà in grado di smentire Dio? Chiunque tu sia glorifica il Signore, affidandoti alla sua misericordia per l'intera tua vita e soprattutto nell'ora della morte. Chiunque tu sia non aver paura! Quanto più grande è il tuo peccato, tanto maggiore è il tuo diritto a ricorrere alla misericordia del Signore. Tu sei una bontà incomprensibile, Gesù, desidero esaltare la tua misericordia in nome anche di innumerevoli altre anime. Questo è il compito che tu mi hai affidato.

28. Il segno della tua misericordia. — La misericordia del Signore è già glorificata dai suoi santi in paradiso. Essi hanno sperimentato su di loro questa misericordia stessa che è infinita. Ciò che i santi stanno facendo ora in cielo, io comincio ad attuarlo sulla terra. Esalterò Dio nella sua misericordia, e cercherò che altre anime la conoscano e l'adorino. Insegnami, Gesù, a far scoprire tutta la tua misericordia ed il tuo amore a chiunque si rivolga a me. Gesù mia guida, insegnami a fare in modo che tutte le mie preghiere e le mie opere portino il segno della tua misericordia.

29. La prova inconfutabile dell'amore che mi porti. — Parla Gesù: «Figlia mia, se mi servo di te per chiedere agli uomini il culto della mia misericordia, da parte tua devi essere la prima a riporre in essa ogni fiducia. Da te voglio opere di misericordia che derivino dall'amore che mi porti. Sempre e dovunque devi essere misericordiosa senza mai tentare di esimerti, presentare scuse o giustificazioni. Attua la tua misericordia nell'agire per gli altri, nel parlare con loro, nel rivolgerti con la preghiera a Dio in loro favore. La tua misericordia verso il prossimo è la prova inconfutabile dell'amore che mi porti. È in questo modo che l'anima glorifica la mia misericordia e le tributa il culto che io domando».

AMDG et DVM

Nessun commento:

Posta un commento