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lunedì 5 novembre 2012

Le sette Ore dell’Ufficio della Beata Vergine


46 – Le sette Ore dell’Ufficio della Beata Vergine



Una volta, dopo aver trascorso buona parte della notte ricordando con amore e dolore la Passione del Signore si sentì molto spossata e, non avendo ancora recitato il Mattutino, disse al Signore: «Ah, mio Dio, Tu vedi che la mia umana fragilità non permette di fare ora a meno di un po’ di riposo. Dimmi dunque quale ossequio potrei prestare alla tua beatissima Madre in compenso delle Ore canoniche che avrei dovuto recitare in sua lode». «Lodami all’Ora di Mattutino – rispose il Signore –  in unione con il mio stesso dolcissimo Cuore per l’intemerata verginità di Colei che vergine mi concepì, vergine mi diede alla luce e vergine rimase dopo il parto. Lodami per l’innocenza con cui ha imitato me, l’innocenza stessa, che, nell’ora appunto che corrisponde a Mattutino mi son lascito arrestare per la redenzione del mondo, per essere poi legato, schiaffeggiato, colpito senza pietà, colmato di oltraggi e di obbrobri».

Ora, mentre in tal modo lodava il Signore, vide che Egli presentava il suo Cuore divino sotto forma di un aureo calice alla sua Vergine Madre. La Vergine bevve a larghi sorsi questa bevanda più dolce del miele e sembrò esserne come inebriata e penetrata di soavità fin nell’intimo dell’anima. Essa disse allora alla Vergine Madre: «Ti lodo e ti saluto, o Madre beatissima, degnissimo sacrario dello Spirito Santo, attraverso al dolcissimo Cuore di Cristo, Figlio di Dio Padre e Figlio tuo amantissimo. Aiutaci, ti prego, in tutti i nostri bisogni, e soccorrici nell’ora della morte. Così sia.». 

Comprese allora che se uno loda il Signore nel modo indicato, aggiungendo anche il verso suddetto per glorificare la beata Vergine, è come se presentasse ogni volta alla Madre di Dio il Cuore del suo amantissimo Figlio per inebriarla di questo calice divino. La Vergine Regina accetterebbe volentieri questa offerta e la ricompenserebbe con tutta la liberalità della sua materna tenerezza.

Il Signore aggiunse: «Lodami all’Ora di Prima in unione al mio Cuore dolcissimo per la tranquilla umiltà con la quale la Vergine immacolata si disponeva a ricevermi come Figlio, anticipando l’umiltà che mostrai per la redenzione del genere umano quando, Io, giudice dei vivi e dei morti, ho degnato comparire davanti a d un pagano per essere da lui giudicato».

«Lodami all’Ora di terza per quel desiderio ardente col quale essa attrasse nel suo seno dal seno del Padre il Figlio di Dio; essa anticipò così l’ardente desiderio che Io ebbi della salvezza del mondo, quando, colpito da durissimi flagelli, coronato di spine, mi son degnato, all’ora di Terza di portare con dolcezza e pazienza sulle mie spalle stanche e insanguinate una croce ignominiosa».

«Lodami all’Ora di Sesta per la sicurissima speranza con la quale la Vergine celeste desiderava la mia gloria con perfetta buona volontà e intenzione purissima: essa anticipò così quello che Io feci sospeso sull’albero della croce, quando desiderai con tutte le forze la salvezza del genere umano in mezzo alle amarezze e alle angosce della morte. Quest’ardente desiderio mi fece gridare: Sitio; avevo infatti sete della salvezza degli uomini, tanto che, se fosse stato necessario, avrei sopportato supplizi ancor più aspri per la redenzione dell’uomo».

«A Nona, lodami per l’ardentissimo, reciproco amore che unì il mio Cuore a quello della Vergine Immacolata; per quell’amore che unì inseparabilmente l’eccellenza della Divinità alla debolezza umana nel seno di questa Vergine che agonizzò con me, Vita dei viventi, quando all’Ora di Nona morii sulla croce amarissima per la redenzione del genere umano».

«A Vespro, lodami per l’indefettibile fedeltà con cui la Beata Vergine, sola, rimase fino alla mia morte immobile ai piedi della croce, mentre gli Apostoli fuggivano e tutti gli altri disperavano,. Essa imitò così la fedeltà con cui dopo la mia morte e deposizione dalla croce andai a cercare l’uomo fin nel fondo degli inferi, per strapparlo con l’onnipotenza della mia misericordia al Limbo e trasportarlo nel gaudio del Paradiso».

«All’Ora di Compieta, lodami per la ammirabile perseveranza con cui la Madre mia dolcissima ha perseverato con fermezza nel bene e nella virtù sino alla fine della sua vita. Essa imitò così la perfezione con la quale Io compii l’opera della redenzione umana, giacché dopo aver ottenuto con la mia amarissima morte il vostro riscatto, ho tuttavia ancora voluto che il mio corpo incorruttibile fosse sepolto secondo il costume consueto, per mostrare che non c’è umiliazione che Io non abbia voluto accettare per la salvezza dell’uomo».

DELL'AURORA TU SORGI PIU' BELLA