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venerdì 1 gennaio 2016

GESU' PREFERI' MORIRE PER TE CHE VIVERE SENZA DI TE

AVE MARIA, gratia plena, Dominus Tecum...

Gesù Cristo ha preferito morire per noi 
che vivere senza di noi
AUGURI!
ANNO DOMINI 2016

«Guardate oggi la sofferenza come benedizione, come passaggio necessario per la vostra Salvezza e conversione!» (23.2.1997)


< Vieni, Spirito Santo, vieni
per mezzo della potente intercessione
del Cuore Immacolato di Maria ,
tua amatissima Sposa >
LAUDETUR   JESUS  CHRISTUS!
LAUDETUR  CUM  MARIA!
SEMPER  LAUDENTUR!
AMDG et BVM

giovedì 22 marzo 2012

D'improvviso mi apparve un angelo, simile a un uomo bellissimo, ma non di carne, che mi disse: «Ti saluto, piena di grazia...».

Beato Angelico Annunciazione - Firenze, Museo di San Marco.jpg


La Vergine Maria parla di sé a sua figlia Brigida

«Io sono la Regina del cielo, la Madre di Dio... 

Da quando, all'inizio dell'infanzia, conobbi il Signore, fui sempre attenta e timorosa per la mia salvezza e la mia obbedienza a lui. Quando seppi che Dio era il mio creatore e il giudice di tutte le mie azioni, l'amai intimamente; in ogni momento temetti di offenderlo con le mie parole e le mie azioni. 

Poi, quando seppi che aveva dato la legge e i suoi comandamenti al popolo, e che con essi aveva compiuto molte meraviglie, decisi risolutamente nella mia anima di non amare altri che lui; e le cose del mondo mi davano grande amarezza. 

Quando, venni a conoscenza anche del fatto che Dio avrebbe riscattato il mondo e sarebbe nato da una Vergine, mi sentii commossa e animata da così tanto amore nei suoi confronti, che pensavo solo a lui e non desideravo altri che lui. 
Mi allontanai il più possibile dai discorsi di tutti i giorni, e dalla presenza di genitori e amici; diedi ai poveri tutto ciò che avevo, e tenni per me solo un abito semplice e poche cose per vivere. Non mi piaceva nulla che non fosse Dio. 

Nel mio cuore nutrivo il desiderio incessante di vivere fino al giorno della sua nascita, per meritare di essere la serva della Madre di Dio, sebbene non mi ritenessi degna di ciò. Dentro di me feci voto di rimanere vergine, se ciò era gradito a Dio, e di non possedere nient'altro al mondo. 
Ora, se la volontà di Dio fosse stata diversa, avrei desiderato che fosse fatta la sua volontà, non la mia, perché temevo che egli non potesse e non volesse niente che fosse utile per me; per questo, dunque, mi rimisi alla sua volontà. Poiché si avvicinava il tempo della presentazione delle vergini al Tempio, secondo la legge, che i miei genitori rispettavano, venni presentata con le altre fanciulle; dentro di me pensavo che nulla fosse impossibile a Dio; e poiché egli sapeva che non desideravo né volevo altri che lui, poteva conservarmi nella verginità, se ciò gli era gradito; diversamente, che fosse fatta la sua volontà. 


Dopo avere udito al Tempio ogni disposizione ed essere tornata a casa, bruciavo ancora di più dell'amore di Dio, ed ogni giorno ero accesa da un nuovo fuoco e da nuovi desideri di lui. Per questo mi allontanai più del consueto da tutti, rimanendo sola giorno e notte, con il grande timore che la mia bocca dicesse e che le mie orecchie udissero qualcosa contrario all'amore di Dio, o che i miei occhi vedessero qualcosa di delizioso. 
Temevo, inoltre, che il mio silenzio mi impedisse di esprimere quello che invece dovevo dire, ed ebbi cura di non fare quest'errore; essendo così turbata nel mio cuore e riponendo ogni mia speranza in Dio, d'un tratto mi ricordai di pensare all'immensa potenza divina, al modo in cui gli angeli e tutto il creato lo servono, e a quanto la sua gloria sia ineffabile e infinita. 
Filippino Lippi - annunciazione.jpg
In estasi, vidi tre meraviglie: un astro, ma non come quello che splende in cielo; una luce, ma non come quella che brilla nel mondo; e sentii un profumo, ma non come quello delle erbe o di qualche sostanza aromatica, bensì soavissimo e ineffabile, un profumo di cui fui colma; ed ebbi un fremito di grande gioia. 

A quel punto, udii una voce profonda, ma non era una voce umana; e, dopo averla sentita, ebbi il timore che fosse stata un'illusione. D'improvviso mi apparve un angelo, simile a un uomo bellissimo, ma non di carne, che mi disse: «Ti saluto, piena di grazia...». Dopo averne udito le parole, cercai di capirne il significato, o il motivo per cui mi avesse salutato in questo modo, poiché ero persuasa di essere indegna di una cosa simile e di qualsiasi bene mi venisse offerto, ma non ignorai il fatto che nulla era impossibile a Dio, e che egli poteva fare di me ciò che desiderava. 

Allora l'angelo mi disse per la seconda volta: «Colui che nascerà da te è santo, e si chiamerà Figlio di Dio (cfr. Lc 2); e sarà fatta la sua volontà». Io non credevo di esserne degna, e non chiesi all'angelo perché o quando si sarebbe compiuto tale mistero; tuttavia mi informai sul modo in cui sarebbe avvenuto, poiché ero indegna di essere la Madre del Signore, e non conoscevo uomo; come ebbi pronunciato queste parole, l'angelo mi rispose che nulla era impossibile a Dio, e che ogni suo desiderio si sarebbe realizzato. 

Dopo aver udito l'angelo, provai un immenso desiderio di essere la Madre di Dio, e mi sentii ricolma di un grande amore; la mia anima parlava con uno smisurato amore incomparabile. Per questo pronunciai le parole: 'Sia fatta in me la tua volontà'. A queste parole, il Figlio di Dio fu immediatamente concepito nel mio seno; la mia anima avvertì una gioia ineffabile e tutte le membra del mio corpo ebbero un sussulto. 

Lo custodivo in me e lo portavo senza dolore, senza pesantezza, senza disagio; mi umiliavo in ogni cosa, sapendo che colui che portavo in me era onnipotente. 

Quando lo diedi alla luce, lo partorii senza dolore e senza peccato, così come l'avevo concepito, ma con una tale gioia nello spirito e nel corpo che i miei piedi quasi non toccavano la terra. E così come era entrato in tutte le mie membra con la gioia universale della mia anima, allo stesso modo ne uscì senza ledere la mia verginità, mentre le mie membra e la mia anima trasalivano di gioia ineffabile. 

Considerando e ammirando la sua bellezza, la mia anima era colma di gioia, poiché sapevo che ero indegna di un simile Figlio. Quando guardavo le sue mani e i suoi piedi nel punto in cui sarebbero stati conficcati i chiodi, poiché avevo sentito che, secondo i profeti, sarebbe stato crocifisso, i miei occhi si scioglievano in lacrime, e la tristezza mi straziava il cuore. E quando mio Figlio mi vedeva così sconsolata e lacrimosa, si rattristava tantissimo. Ma quando pensavo alla potenza divina, mi consolavo di nuovo, poiché sapevo che Dio voleva ciò e che era opportuno che le profezie si avverassero; allora conformavo la mia volontà alla sua; così il mio dolore si fondeva sempre con la gioia». 
Rivelazioni di s. Brigida, Libro 1, 9

LAUDETUR   JESUS  CHRISTUS!
LAUDETUR  CUM  MARIA!
SEMPER  LAUDENTUR!

lunedì 19 marzo 2012

SANTA BRIGIDA SEMPRE ATTUALE




«Ascoltate voi cui è data per grazia divina la capacità di udire le cose dello spirito. 

Se un vescovo si prefigge di seguire la via stretta e perfetta lungo cui passano poche persone, per prima cosa deponga il peso gravoso che lo circonda ed opprime, ossia la cupidigia delle cose temporali, ricorrendo al mondo solo per lo stretto necessario, conformemente all'umile tenore di vita che si confà ad un vescovo. 

Il buon Matteo fece lo stesso, lui che, chiamato da Dio, non esitò ad abbandonare il carico gravoso del mondo, trovando così un peso leggero. 

Un vescovo, inoltre, deve essere cinto, conformemente alla sacra Scrittura che dice: 'Tobia, pronto per partire, trovò un angelo in piedi e cinto dalla testa ai piedi'. Cosa significava quell'angelo se non il fatto che ogni vescovo deve indossare la cintura della giustizia e dell'amore divino, ed essere pronto a percorrere le strade lungo cui camminò Colui che disse: 'Io sono il Buon Pastore che dà la propria vita per le sue pecore'? 

Egli, inoltre, deve essere pronto a dire la verità nuda e cruda attraverso le sue parole. 

Deve essere deciso a custodire con le proprie opere l'equità e la giustizia, in se stesso come negli altri, senza abbandonare mai la giustizia né per le minacce, né per gli obbrobri, né per la falsa amicizia, né per il vano timore. Perciò il vescovo che sarà cinto in questo modo vedrà Tobia, ossia gli uomini giusti, venire a lui, seguire la sua strada e imitare la sua vita. 

In terzo luogo, deve mangiare e bere dell'acqua prima di mettersi in cammino, come si legge a proposito di Elia, che al suo risveglio trovò al suo capezzale un po' di pane e di acqua. Cos'è, dunque, il pane che venne dato al Profeta se non il bene corporale e spirituale che gli veniva somministrato? Nel deserto, infatti, gli veniva preparato del pane materiale come esempio, benché Dio potesse sostentarlo nella carne e senza pane, ciò affinché l'uomo capisse che era gradito alla Divinità impiegare i beni con sobrietà e temperanza per la consolazione della carne. 

Anche l'infusione spirituale veniva ispirata al Profeta, poiché Elia camminò quaranta giorni grazie alla forza di questo pane; infatti se non gli fosse stata ispirata l'intima unzione della grazia, egli sarebbe certamente venuto meno per la lunga fatica, perché la sua complessione era debole; tuttavia egli fu rinvigorito in modo da affrontare un cammino così impegnativo. 

Dunque, poiché l'uomo vive della Parola di Dio, avvertiamo il vescovo di prendere un boccone di pane, ossia di amare Dio sopra ogni cosa. Egli troverà questo pane al suo capezzale; in altre parole, la ragione gli dirà che bisogna amare Dio sopra ogni cosa, sia per la creazione e la redenzione sia per la sua lunga pazienza e la sua bontà. Lo preghiamo anche di bere un po' d'acqua, ossia di considerare intimamente le amarezze della Passione di Gesù Cristo; infatti chi può meditare degnamente le angosce patite dall'umanità di Cristo, quando questi chiedeva che il calice fosse allontanato da lui e quando le sue gocce di sangue bagnavano la terra? 
Il vescovo, dunque, beva quest'acqua di grazia e mangi il pane d'amore; in questo modo sarà riconfortato per seguire la strada di Gesù. Quindi, dopo aver intrapreso la via della salvezza, se il vescovo desidera andare oltre lungo questo cammino, la mattina gli sarà molto utile rendere grazie a Dio con tutto il cuore, considerare con attenzione ogni propria azione e chiedere aiuto a Dio per compiere con grande fedeltà la sua divina volontà». Libro III; 1.

LAUDETUR JESUS CHRISTUS!
LAUDETUR CUM MARIA!
SEMPER LAUDENTUR!