«Ascoltate voi cui è data per grazia divina la capacità di udire le cose
dello spirito.
Se un vescovo si prefigge di seguire la via stretta e perfetta
lungo cui passano poche persone, per prima cosa deponga il peso gravoso che lo
circonda ed opprime, ossia la cupidigia delle cose temporali, ricorrendo al
mondo solo per lo stretto necessario, conformemente all'umile tenore di vita che
si confà ad un vescovo.
Il buon Matteo fece lo stesso, lui che, chiamato da Dio,
non esitò ad abbandonare il carico gravoso del mondo, trovando così un peso
leggero.
Un vescovo, inoltre, deve essere cinto, conformemente alla sacra
Scrittura che dice: 'Tobia, pronto per partire, trovò un angelo in piedi e cinto
dalla testa ai piedi'. Cosa significava quell'angelo se non il fatto che ogni
vescovo deve indossare la cintura della giustizia e dell'amore divino, ed essere
pronto a percorrere le strade lungo cui camminò Colui che disse: 'Io sono il
Buon Pastore che dà la propria vita per le sue pecore'?
Egli, inoltre, deve
essere pronto a dire la verità nuda e cruda attraverso le sue parole.
Deve
essere deciso a custodire con le proprie opere l'equità e la giustizia, in se
stesso come negli altri, senza abbandonare mai la giustizia né per le minacce,
né per gli obbrobri, né per la falsa amicizia, né per il vano timore. Perciò il
vescovo che sarà cinto in questo modo vedrà Tobia, ossia gli uomini giusti,
venire a lui, seguire la sua strada e imitare la sua vita.
In terzo luogo, deve
mangiare e bere dell'acqua prima di mettersi in cammino, come si legge a
proposito di Elia, che al suo risveglio trovò al suo capezzale un po' di pane e
di acqua. Cos'è, dunque, il pane che venne dato al Profeta se non il bene
corporale e spirituale che gli veniva somministrato? Nel deserto, infatti, gli
veniva preparato del pane materiale come esempio, benché Dio potesse sostentarlo
nella carne e senza pane, ciò affinché l'uomo capisse che era gradito alla
Divinità impiegare i beni con sobrietà e temperanza per la consolazione della
carne.
Anche l'infusione spirituale veniva ispirata al Profeta, poiché Elia
camminò quaranta giorni grazie alla forza di questo pane; infatti se non gli
fosse stata ispirata l'intima unzione della grazia, egli sarebbe certamente
venuto meno per la lunga fatica, perché la sua complessione era debole; tuttavia
egli fu rinvigorito in modo da affrontare un cammino così impegnativo.
Dunque,
poiché l'uomo vive della Parola di Dio, avvertiamo il vescovo di prendere un
boccone di pane, ossia di amare Dio sopra ogni cosa. Egli troverà questo pane al
suo capezzale; in altre parole, la ragione gli dirà che bisogna amare Dio sopra
ogni cosa, sia per la creazione e la redenzione sia per la sua lunga pazienza e
la sua bontà. Lo preghiamo anche di bere un po' d'acqua, ossia di considerare
intimamente le amarezze della Passione di Gesù Cristo; infatti chi può meditare
degnamente le angosce patite dall'umanità di Cristo, quando questi chiedeva che
il calice fosse allontanato da lui e quando le sue gocce di sangue bagnavano la
terra?
Il vescovo, dunque, beva quest'acqua di grazia e mangi il pane d'amore;
in questo modo sarà riconfortato per seguire la strada di Gesù. Quindi, dopo
aver intrapreso la via della salvezza, se il vescovo desidera andare oltre lungo
questo cammino, la mattina gli sarà molto utile rendere grazie a Dio con tutto
il cuore, considerare con attenzione ogni propria azione e chiedere aiuto a Dio
per compiere con grande fedeltà la sua divina volontà». Libro III; 1.