SERMONE II
I. Primo bacio: il desiderio con
cui i padri sospiravano il Cristo. II. Secondo bacio: unico e
singolare il bacio dell’uomo Cristo Gesù. III. Terzo bacio: il
mistero di Cristo rivelato agli antichi. IV. Quarto bacio: la
presenza di Cristo rivelata nella carne. Il segno di Achaz.
I. 1. Molto spesso, pensando
all’ardente desiderio dei padri che sospiravano la presenza di Cristo nella
carne, mi compungo e mi confondo in me stesso. E ora stento a trattenere le
lacrime, tanto ho vergogna della tiepidezza e del torpore di questi miserevoli
tempi. Chi di noi prova tanto gaudio per il tempo di grazia in cui ci è dato di
vivere quanto è stato il loro desiderio acceso dalla promessa di questo dono?
Ecco, pensate un po’ quanti godranno in occasione del Natale che tra poco
celebreremo. Ma magari godessero per la natività del Salvatore! Dunque, queste
parole: Mi baci con il bacio della sua bocca (Cant 1,1)
esprimono per me l’ardente desiderio e l’affetto della pia attesa di quegli
antichi giusti. Presentivano infatti nel loro spirito tutti quelli che allora
potevano essere spirituali quanta sarebbe stata la grazia diffusa sulle sue
labbra. Per questo, esprimendo il profondo desiderio dell’anima, ognuno di essi
diceva: Mi baci con il bacio della sua bocca, bramando con
tutto il cuore di non venire escluso dal partecipare a tanta dolcezza.
2. Diceva infatti ogni perfetto:
Non mi bastano le belle parole dei Profeti... Egli piuttosto, il
più bello tra i figli dell’uomo, mi baci con il bacio della sua bocca. Non mi
interessa più Mosè: egli è divenuto per me impacciato nel parlare. Le labbra di
Isaia sono immonde, Geremia non sa parlare, perché è un bambino, e tutti i
Profeti sono senza eloquenza. Parli Colui stesso di cui essi parlano, egli mi
baci con il bacio della sua bocca. Non mi parli ormai più in essi e per essi,
perché il loro linguaggio è come acqua oscura e nube tenebrosa; ma egli stesso
mi baci con il bacio della sua bocca, egli, la cui graziosa presenza è la ammirabile
dottrina che scorre dalla sua bocca diventi in me fonte di acqua che sale alla
vita eterna. Non mi verrà infusa più abbondante grazia se Colui che il Padre
unse con l’olio di esultanza a preferenza dei suoi compagni, egli stesso si
degnerà di baciarmi con il bacio della sua bocca? La sua parola viva ed
efficace è davvero un bacio per me, non una congiunzione delle labbra, che
talora è una bugiarda espressione di pace degli animi, ma vera infusione di
gaudio, rivelazione di segreti, una certa e in qualche modo indiscreta
mescolanza del lume supremo e della mente illuminata. Aderendo infatti a Dio,
l’anima forma con lui un solo spirito. Giustamente perciò ricuso i sogni e le
visioni, non voglio figure ed enigmi, non apprezzo neppure le apparizioni degli
angeli. Perché il mio Gesù li supera di molto per la sua bellezza e il suo
splendore. Non altri dunque, sia angelo, sia domo, ma lui prego di baciarmi con
il baciò della sua bocca.
II. In verità non presumo di venire
baciato dalla bocca di lui: è questa unica felicità e singolare prerogativa
dell’umanità assunta; ma più umilmente chiedo di essere baciato con il bacio
della stia bocca, la quale cosa è comune a molti, che possono dire: Anche
noi tutti abbiamo ricevuto dalla sua pienezza (Gv 1,16).
3. Comprendete. La bocca che bacia
è, per noi, il Verbo che assume la natura umana; quella che riceve il bacio è
la carne che viene assunta; il bacio poi che risulta da chi bacia e da chi è
baciato è la persona stessa che riunisce in sé l’uno e l’altra, il Mediatore di
Dio e degli uomini, l’uomo Cristo Gesù. Per questa ragione nessuno, dei Santi
aveva la presunzione di dire: «Mi baci con la sua bocca», ma soltanto: con
il bacio della sua bocca; riservando quella prerogativa all’umanità di
Cristo a cui singolarmente e una volta per sempre la bocca del Verbo si
impresse quando le si un corporalmente tutta la pienezza della Divinità. Felice
bacio e stupenda e ammirabile degnazione in cui, non una bocca si imprime a
un’altra bocca, ma Dio si unisce all’uomo. E mentre nel bacio umano la
congiunzione delle labbra significa l’unione degli animi, qui l’unione delle
due, nature associa l’umano al divino, pacificando le cose della terra con
quelle del cielo. Egli infatti è la nostra pace che fa di entrambe una
cosa sola (Ef 2,14). A questo santo bacio,
pertanto, erano rivolti i sospiri dei santi del tempo antico, i quali
riponevano in esso la loro giocondità e la loro esultanza e presentivano essere
in lui nascosti i tesori tutti della sapienza e della scienza, e bramavano di
ricevere anch’essi dalla pienezza di lui.
4. Sento che vi piace quello che
sto dicendo; ma sentite anche un altro senso.
III. Non fu ignorato dai santi
dell’Antico Testamento che Dio, anche prima della venuta del Salvatore nutriva
a riguardo del genere umano pensieri di pace. Infatti non faceva nulla sulla
terra che non lo rivelasse ai suoi servi, i Profeti. Questa parola, tuttavia,
era cosa nascosta per molti. Poiché in quel tempo era rara la fede sulla terra,
e molto tenue la speranza, anche in parecchi di coloro che aspettavano la
redenzione di Israele. Quelli poi che prevedevano la venuta di Cristo nella
carne, la annunciavano insieme con la pace che essa avrebbe portato. Perciò
diceva uno di loro: E vi sarà pace nella nostra terra quando verrà (Mi
5,5). Anzi, annunciavano con ferma fiducia che per Lui gli uomini
avrebbero ricuperato la grazia di Dio, come era stato loro rivelato. Questo
riconobbe adempiuto ai suoi tempi il precursore del Signore, Giovanni, e ne
rese testimonianza: La grazia e la verità ci sono venute per Gesù
Cristo (Gv 1,17); e che questo sia vero lo sperimenta oggi tutto il
popolo cristiano.
5. Del resto, mentre essi
preannunciavano la pace, e tardando a venire l’autore della pace, tentennava la
fede del popolo, mancando chi redimesse e salvasse. Pertanto si lagnavano gli
uomini per il ritardo, perché colui che tante volte era stato annunziato come
Principe della pace non venisse ancora, come aveva promesso per bocca dei suoi
santi profeti d’un tempo, sospiravano il segno della promessa riconciliazione,
che è il bacio, come se agli annunziatori della pace uno qualsiasi del popolo
rispondesse: «Fino, a quando ci terrete sospesi? Da tempo predicate la pace, e
la pace non viene; promettete i beni, ed ecco i guai. Ecco, già molte volte e
in molte maniere gli angeli lo hanno annunziato ai padri, e i nostri padri lo
hanno annunziato a noi dicendo: Pace, e non c’è pace (Ger
6,14). Se Dio mi vuole persuadere del benevolo disegno della sua volontà che
tanto sovente mi ha promesso attraverso i suoi portavoce, ma non ha ancora
mostrato, mi baci con il bacio della sua bocca, e così, con
questo segno di pace mi faccia sicuro che ormai la pace c’è. Come infatti
credere alle parole? Bisogna che esse siano confermate dai fatti. Dia prove
Iddio della veridicità dei suoi profeti, se pure hanno parlato in nome suo, e
venga egli stesso dietro di loro, come spesso ha promesso, perché senza di lui
non possono fare nulla. Ha mandato il servo, ha preso il suo bastone, ma non
c’era ancora né voce, né vita. Non sorgo, non risuscito, non mi scuoto dalla
polvere, non respiro nella speranza, se non viene il profeta stesso e mi baci
col bacio della sua bocca.
6. Qui bisogna considerare che
colui che si presenta come mediatore presso Dio è il Figlio di Dio, è Dio
stesso. E che cosa è l’uomo perché si manifesti a lui, o il figlio dell’uomo
perché venga da lui considerato? Quale fiducia in me, perché io osi affidarmi a
tanta maestà? Come posso, dico, io terra e cenere, presumere che Dio abbia cura
di me? Egli, inoltre, ama suo Padre, ma di me non ha bisogno, non gli occorrono
i miei beni. Di dove dunque mi risulterà che egli non sia nei miei riguardi un
mediatore parziale? Ma se è vero, come dite, che Dio ha decretato di usare
misericordia, e nutre ancora pensieri di compiacenza per me, stabilisca il
testamento di pace, e faccia con me un patto sempiterno nel bacio della sua
bocca. Per non rendere vane le parole della sua bocca, si annichilisca, umili
se stesso, si chini e mi baci con il bacio della sua bocca. Affinché
il mediatore non sia sospetto a nessuna delle parti, come conviene, il Figlio
di Dio e Dio egli stesso si faccia uomo, si faccia figlio dell’uomo, e me ne
dia la certezza con il bacio della sua bocca. Ricevo sicuro come mediatore di
Dio il Figlio suo, che riconosco anche come mediatore mio. Ormai non mi sarà
più affatto sospetto: è infatti mio fratello e mia carne. Penso che non potrà
disprezzarmi, lui che ormai è osso delle mie ossa e carne della mia carne.
7. Così dunque l’antica inimicizia
esigeva il bacio sacrosanto, vale a dire, il mistero dell’incarnazione del
Verbo, dal momento che cominciava a venir meno la fede, stanca per la lunga e
faticosa aspettativa, e il popolo infedele, vinto dal tedio, mormorava contro
le promesse di Dio. Non è un’invenzione mia, anche voi ritrovate questo
leggendo la Scrittura. Questo significavano quelle lamentevoli voci piene di
mormorazione: Ordina, riordina, aspetta e riaspetta: un poco qui, un
poco qui (Is 28,10). Di qui quelle suppliche piene di
ansietà: ricompensa, Signore, coloro che sperano in Te, affinché i tuoi
profeti siano trovati veritieri (Eccli 36,18); e ancora: Adempi
le profezie fatte nel tuo nome (Eccli 36,17). Di qui quelle dolci e
consolanti promesse: Ecco apparirà il Signore e non
mentirà; se tarda a venire aspettalo, perché verrà e non tarderà (Ab
2,3). E ancora: Prossimo è il tempo della sua venuta; ancora: Vicino
a venire è il suo tempo e i suoi giorni non sono remoti (Is 14,1), e
nella persona del promesso: Ecco io faccio scorrere verso di voi come
un fiume la pace, e come un torrente in piena la ricchezza dei popoli (Is 66,12).
Da queste parole appare chiaramente
sia l’istanza di coloro che a nome di Dio predicevano, sia la diffidenza dei
popoli. E così la gente mormorava, e la fede tentennava e, secondo il vaticinio
di Isaia gli annunciatori della pace amaramente piangevano (Is
33,7). Perché dunque tutto il genere umano, tardando a venire Cristo, non
perisse per la disperazione, nel sospetto che l’inferma mortalità venisse
tenuta in dispregio, e diffidasse ormai della grazia della sua riconciliazione
con Dio, tante volte promessa, i santi, che erano certi dello spirito,
bramavano la certezza che doveva venire dalla presenza della carne, e per i
pusillanimi e gli increduli sollecitavano istantissimamente il segno del
ristabilimento della pace.
8. O radice di Jesse, che stai come
segno dei popoli, quanti re e profeti ti hanno voluto vedere e non ti videro!
IV. Ma felice tra tutti Simeone,
che nella sua vecchiaia vide la grande misericordia! Egli invero bramava di
vedere il segno tanto desiderato: lo vide, e ne fu pieno di gaudio; e, avendo
ricevuto il bacio di pace, fu lasciato andare in pace, profetando tuttavia
prima apertamente che Gesù era nato come segno a cui si sarebbe contraddetto...
E fu così davvero. Fu segno di contraddizione, ma da parte di coloro che odiano
la pace: poiché pace è per gli uomini di buona volontà, ai malvagi è pietra di
scandalo e di inciampo; Erode (dice il Vangelo), si turbò, e tutta Gerusalemme
insieme con lui: in realtà Egli venne tra la sua gente, ma i suoi non
lo ricevettero (Gv 1,11). Felici quei pastori che vegliavano e che
furono giudicati degni di vedere questo segno. Già allora (Gesù) si nascondeva
ai sapienti e ai prudenti, e si manifestava ai piccoli. Anche Erode volle
vederlo, ma non lo meritò, perché la sua volontà non era buona. Infatti, il
segno della pace veniva dato solo agli uomini di buona volontà; a erode,
invece, e ai suoi pari non sarà dato se non il segno del profeta Giona. E poi
l’angelo soggiunge ai pastori: Questo sarà per voi il segno (Lc
2,12), per voi umili, per voi obbedienti, per voi che non pretendete di saperla
lunga, per voi che vigilate e meditate giorno e notte nella legge del Signore,
per voi questo sarà il segno. Quale? Quello che gli angeli promettevano, quello
che i popoli cercavano, quello che i profeti avevano predetto, questo ha fatto
ora il Signore Gesù, e lo ha mostrato a voi. In questo segno ricevano la fede
gli increduli, la speranza i pusillanimi, i perfetti la sicurezza. Questo
dunque per voi il segno. Segno di che cosa? Di indulgenza, di grazia, di pace,
e di una pace che non avrà fine. Questo dunque il segno: Troverete un
bambino avvolto in fasce e posto in una mangiatoia (Lc 2,12). Ma in
quel bambino c’è Dio che riconcilia a sé il mondo. Morirà per i vostri peccati
e risorgerà per la vostra santificazione, affinché, giustificati mediante la
fede, siate in pace con Dio. Questo segno di pace era quello che il profeta
proponeva al re Achaz di chiedere al Signore Dio suo, sia al di sopra nel
cielo, sia nel profondo degli inferi. Ma l’empio re ricusò, non credendo, il
misero, che in questo segno si sarebbero associate nella pace le cose infime
alle superne, in quanto gli inferi avrebbero ricevuto anch’essi il segno di pace,
salutati nel bacio santo allorché il Signore sarebbe disceso da loro, mentre
gli spiriti superni avrebbero partecipato al medesimo, al ritorno di Cristo nel
cielo.
9. Il discorso deve finire; per
riassumere brevemente quanto abbiamo detto, appare chiaro che questo santo
bacio è stato dato necessariamente al mondo per due ragioni: per sostenere la
fede dei deboli, e soddisfare al desiderio dei perfetti; pertanto, questo bacio
altro non è che il mediatore tra Dio e gli uomini, Gesù Cristo, che con il Padre
e lo Spirito Santo vive e regna Dio per tutti i secoli dei secoli.