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sabato 20 agosto 2011

Genesi Biblica - COSI' CHIARI' IL SUO "FIAT". Primo ‘giorno’. (1°)



“È una rivelazione come a Mosè”

 § 48 – È UNA RIVELAZIONE COME A MOSÈ – mi venne suggerito
dentro da una Voce di donna.
“Che cosa sono io? Un Mosè? Ah! È troppo per essere
vero. Io vaneggio!”. Non capivo che l’accostamento riguardava
la visione e non la persona.
Voltandomi dalla parte opposta, verso i fornelli:
 “Stupido, imbecille, – imprecai contro di me – cosa ti
prende? La megalomania? Tieniti nelle tue pezze! Un moscerino
di fronte a una fortezza volante...”.
Mi ricordavo i versi del Salmo 130: “Non vado in cerca di
cose grandi superiori alle mie forze”. Chiusi gli occhi, me li
strofinai ripetutamente...
“Non sono ubriaco né sonnambulo, voglio vedere se mi
passa”.
Passai la mano sulla fronte, sulla testa con energia, sulle
orecchie e il collo, tutto per distogliere quella luce che credevo
un’allucinazione, ma la luce era anche dentro di me:
la vedevo in ogni punto del mio cervello e in modo strano in
tutto il mio corpo e, quando aprii gli occhi, era più densa di
prima nella stanza, tanto che non distinguevo più, neppure
approssimativamente, i mobili e gli oggetti.
Mi vennero in mente le parole di Sofonia: “Cose troppo
difficili, chi le può capire?”; e un altro passo della Sacra
Scrittura: “Non pretendere di investigare le cose troppo alte
e difficili per te”; e mia mamma che mi ripeteva le stesse
cose: “Non metterti a studiare cose impossibili”.


“Io Sono: ti insegno a leggere e a interpretare
il Libro che tieni in mano”


§ 49 – QUESTA È UNA RIVELAZIONE, UNA VISIONE
REALISTICA DELLE COSE, RACCONTATE E NON, NEL
LIBRO CHE TIENI IN MANO. – E dopo alcuni secondi:
– IO SONO. TI INSEGNO A LEGGERE E INTERPRETARE
QUEL LIBRO. –

Seguirono altre parole che mi esortavano a sintonizzarmi,
cioè a riportarmi all’altezza dei tempi, secondo il racconto
genesiaco perché, mi spiegava la Voce:



§ 50 – È UNA RIVELAZIONE CHE NON HO FATTO
NEMMENO AI CONVENUTI NEL CONCILIO. – In quel
momento mi si presentò alla mente la fotografia dei Padri
del Concilio nella Basilica Vaticana.
– No, Signore! Non fate questo torto a tutti quei Padri...!
Là ci sono santi, dotti ed esperti che reggono le sorti de...
stavo per dire “della Chiesa”, ma mi interruppe dicendo:



§ 51 – DOVRESTI ESSERE SODDISFATTO CHE RIVELO
A TE COSE CHE NON HO RIVELATE AD ALTRI. HO
SCELTO TE. NON SONO FORSE LIBERO? –
Replicai sottovoce:
– Rinuncio volentieri alla mia soddisfazione per loro. Non
sono il tipo adatto, non godo ascendente, sono un calunniato,
perseguitato, disprezzato; non sciupate una cosa così
importante con questo povero uomo! –

Questa rivelazione non deve sostituire la Genesi
mosaica, ma integrarla e chiarirla

§ 52 Avrei potuto da quella mia posizione scostare da sotto il
tavolo la sedia più vicina alla credenza per sedermi e guardare
la scena, invece vi girai dietro e passai oltre, volgendo
il dorso alla credenza per evitare la vista della vetrina e
della scena che vi si svolgeva. Mi sentivo contrariato. Qui
feci il gesto come per gettare la Bibbia sul canapè, ma mi fu
detto dentro con fermezza:
– TIENI IL LIBRO. –
Fui sorpreso nel sentire che già lo stringevo forte.
Capii che se dovevo trattenere il Libro, questa rivelazione
non doveva sostituire quella mosaica, ma integrarla e chiarirla.



Sono cieco

§ 53 Da quel momento non vidi più nulla, neanche nello schermo.
Un senso di profonda angoscia mi prese.
– Sono cieco. Questo è un castigo per la mia presunzione.
Signore Benedetto! – esclamai – cosa mi succede? Io
mi sento ancora robusto, non può essere effetto di senilità.
Sono finito? Vi ho chiesto perdono della mia presunzione
ai piedi dell’altare poche ore fa e mi pareva che mi aveste
perdonato. Adesso, invece, mi trovo in mano ancora questo
Libro e non so perché. –

L’Invisibile Interlocutore continuò:

§ 54 – IO SONO: L’HO VOLUTO. NON REAGIRE.
ADEGUATI.

– Mi ricordai, allora, della chiamata e dell’ordine perentorio
ricevuto e vidi la mia ostinata contrarietà.
– Sì – risposi – e adesso mi castigate, accecandomi. –
Sentii delle Voci femminili che dicevano delle parole di protesta:
– NON DIRLO!... NON DIRLO!... –
Poi la solita Voce di uomo disse forte:

§ 55 – EH, GUIDO! COSA DICI? TI VOGLIO BENE; COME
POTREI FARTI DEL MALE?18 –

(18 Quando don Guido ripeteva questa frase usava
un tono di voce di immensa affettuosità
ed ogni volta si commuoveva.)

Ricordai che anche Teresa Neumann di Konnersreuth,
passata per Dont quand’ero parroco in quel paese dello
Zoldano, mi disse fra l’altro: “Il Signore le vuol bene. Se
lo ricordi quando dovrà sopportare dei dispiaceri”. Le risposi
che il Signore vuol bene a tutti. Insistette dicendo: “Il
Signore ha dei disegni di Misericordia sopra di lei”.
E concluse: “Se lo ricordi! Se lo scriva!”.

Incoraggiato insistetti:
– Oh, Signore, ascoltatemi! – E piangevo davvero. E mi
si presentò alla mente l’immagine della mia povera mamma
quando, all’età di 85 anni, la vidi piangere perché non
poteva più leggere i libri di meditazione e la ‘Famiglia
Cristiana’...
– IO SONO. SONO QUI. TI ASCOLTO – mi disse, ed era
vicinissimo.
– Fatemi questa grazia. Conservatemi la vista se sapete
che io possa fare ancora un po’ di bene in questo mondo. Vi
prometto di non curiosare più nei segreti della Bibbia. –
Non potei finire la frase perché mi interruppe di nuovo:
– NON TEMERE, RILASSATI. SEI SANO, SEI NORMALE,
POTRAI LEGGERE E SCRIVERE. –


§ 56 All’udir queste parole mi cessò il senso di angoscia e mi
sentii contento, quasi euforico. Potevo nuovamente vedere
la scena che si svolgeva sullo schermo. La luce rosea e densa
che mi avvolgeva tutto non mi permetteva però di vedere
null’altro.
Intanto mi ero curvato profondamente completando il giro
del tavolo per avvicinarmi, a passetti di mezzo piede, alla
sedia che guardava il quadro visivo e che voltava le spalle
alla porta della biblioteca.
Non riesco ancora a capire il perché di quei passetti.
Anche al buio mi sarei mosso con disinvoltura in ogni posto
della casa. Ora forse temevo di inciampare? O, come
se Egli fosse intento ad una macchina da proiezione, non
volevo interferire tra Lui e il quadro visivo? Oppure il fatto
di curvarmi quanto più possibile era dovuto al peso insolito
che mi gravava sulle spalle?
Era piuttosto la Sua Maestà che incombeva sopra di me.
M’incuteva rispetto, ma me La sentivo Amica.
Gli Apostoli e i Profeti si prostravano alla Presenza manifesta
di Dio. Io, non so perché, sono stato da principio più
refrattario.



Primo ‘giorno’. Monogenesi dello spazio:

‘In principio Dio creò’

1° giorno della Creazione. Gustavo Doré


§ 69 Dallo stesso angolo di sinistra, dove prima c’era l’Alfa e
dove erano rimasti solo i puntini, vidi uscire in un ventaglio
di luce la figura di una mano aperta, rosea e trasparente,
senza braccio, con le dita unite e distese e dalle estremità
del dito medio e anulare vidi scendere verso il buio una favilla
piccolissima, rossa, lucente come di fuoco, che si moltiplicò
fino a formare un pennacchio triangolare sempre più
lungo ed espanso.

Lungo e sopra la linea superiore del pennacchio vi erano
ancora i 4+2 puntini di luce più chiara che poi scomparvero
assorbiti dal pennacchio.

Quei sei puntini erano il simbolo dei sei ‘giorni’ della
creazione: quattro fasi in cielo e due epoche sulla Terra.

Non ricordo se alla prima favilla se ne fossero aggiunte altre
o se il pennacchio fosse l’evoluzione di quell’unica favilla;
il fatto è che, in breve, tutto il quadro visivo fu invaso
da una miriade fittissima di scintille le quali, a brevissimi
intervalli, apparivano e scomparivano come minutissime e
brulicanti lucciole, o meglio, come minutissime foglie o scaglie
di polvere-porporina di rame lasciate cadere nell’aria.
Quella nube di scintille aveva il colore del rame lucidato
con riflessi color oro.

Mi chiedevo come facessero a moltiplicarsi quella, o quelle
prime faville, dato che non c’era reazione fisica col nulla.

Era come un seme creato da Dio che nella Mano di Dio

cresceva col Suo Calore e la Sua Presenza. E quell'atto di
creazione e di conservazione continua anche adesso.



§ 70 ‘In principio’, prima di quel principio, c’era il nulla infinito,
buio, freddo, silenzioso, impenetrabile alla luce, al ca-
lore, al suono. Solo Dio esisteva, da sempre, Pensiero Puro,
inimmaginabile.

Dio nel primo ‘giorno’ aveva creato lo ‘spazio’ e il ‘tempo’,
pronti ad accogliere la creazione intera.
Mi guardai intorno. La solita luce rosea che invadeva la
stanza mi lasciava ora intravedere il profilo dei mobili. La
cornice luminosa era là: non era opera di uomo.
A voce normale dissi:
– Signore, se viene da Voi, fate che io capisca, perché sono
un povero uomo. –
Il mio sguardo tornò sul video contornato da quella impalpabile
cornice rosea.
La massa delle scintille di fuoco rosso-rame procedeva da
sinistra verso la mia destra. Una di queste mi raggiunse la
mano sul dorso lasciando il segno di quell’ustione come una
crosticina che dopo quasi dieci anni porto ancora
 ( Don Guido scrisse queste pagine nel 1981).
.
Voleva, forse, il Signore che all’indomani io non dubitassi
dell’autenticità della Sua rivelazione credendola frutto di
autosuggestione?

Quando l’ambiente delimitato dal video fu pieno e brulicante
di queste scintille color rosso-rame, vidi, sempre
proveniente da sinistra, una scintilla più grande delle altre,
dalla forma di bastoncino (come quelli che sulle stampe
rappresentano i microbi) della lunghezza di due o tre millimetri,
color giallo-oro che ‘passava’ in primo piano. Non ve
n’erano altre di simili. La ricordo bene perché era vicina, in
primo piano.
Sparirono la massa delle faville e la scintilla più grande e
si fece buio.

(Contin.)


AMDG et BVM