Quarto mistero luminoso: la trasfigurazione di Cristo
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
1. In un’alba serena di marzo Gesù con gli apostoli e i
discepoli raggiungono il monte Tabor. Appena giunti, il Signore, sceglie
Pietro, Giovanni e Giacomo di Zebedeo per salire sulla vetta e manda a
predicare tutti gli altri nella zona.
2. In un momento di sosta Pietro chiede col fiato grosso
dove si va? E perché si deve raggiungere la vetta del monte. Gesù risponde:
“Vado ad unirmi col Padre mio e vi ho voluti con Me perché vi amo. Su lesti!
Agli appuntamenti di Dio si va sempre veloci”.
3. Arrivati quasi sulla vetta il Signore si mette in
disparte a pregare nella stessa posa del Getsemani, mentre i tre apostoli per
la stanchezza si addormentano nella frescura della vegetazione.
4. Ad un certo momento un evento inedito sveglia i tre
apostoli. Li scuote una luminosità così viva che annulla quella del sole e dilaga
e penetra fin sotto il verde dei cespugli e alberi sotto cui si sono messi.
Aprono gli occhi stupiti e vedono Gesù trasfigurato. Egli è ora tale e quale
come lo vedo nelle visioni del Paradiso. Naturalmente senza le piaghe e senza
il vessillo della Croce. Ma la maestà del Volto e del Corpo è uguale, uguale ne
è la luminosità, e uguale la veste che da un rosso cupo si è mutata nel
diamantifero e perlifero tessuto immateriale che lo veste in Cielo. Il suo Viso
è un sole dalla luce siderale ma intensissima, nel quale raggiano gli occhi di
zaffiro. Sembra più alto ancora, come la sua glorificazione ne avesse aumentata
la statura. Non saprei dire se la luminosità, che rende persino fosforescente
il pianoro, provenga tutta da Lui o se alla sua propria si mesca quella che ha
concentrata sul suo Signore tutta la luce che è nell’Universo e nei Cieli. So
che è qualcosa di indescrivibile”.
5. Gli apostoli chiamano Gesù con una certa paura perché è
talmente trasfigurato che non sembra sia il loro Maestro. Il Signore non
risponde perché in quel momento è rapito da una visione che lo sublima. La luce
aumenta ancora per due fiamme che scendono dal cielo e si collocano ai lati di
Gesù. Quando sono stabilite sul pianoro, il loro velo si apre e ne appaiono due
maestosi e luminosi personaggi. L’uno più anziano, dallo sguardo acuto e severo
e da una lunga barba bipartita. Dalla sua fronte partono corni di luce che me
lo indicano per Mosé. L’altro è più giovane, scarno, barbuto e peloso, su per
giù come il Battista, al quale direi assomiglia per statura, magrezza,
conformazione e severità. Mentre la luce di Mosè è candida come è quella di
Gesù, specie nei raggi della fronte, quella che emana Elia è solare, di fiamma
viva. I due Profeti prendono una posa di riverenza davanti al loro Dio
Incarnato.
6. I tre apostoli cadono in ginocchio tremanti col volto fra
le mani. Vorrebbero vedere, ma hanno paura. Finalmente Pietro parla: “Maestro,
Maestro. Odimi”. Gesù gira lo sguardo con un sorriso verso il suo Pietro che si
rinfranca e dice: “E’ bello lo stare qui con Te, Mosè e Elia. Se vuoi facciamo
tre tende per Te, per Mosè e per Elia, e noi stiamo qui a servirvi…”. Gesù lo
guarda ancora e sorride più vivamente.
7. Gli apostoli non osano dire altro. Intimoriti, tacciono.
Sembrano un poco ebbri come chi è sbalordito. Ma quando un velo che non è
nebbia, che non è nuvola, che non è raggio, avvolge e separa i Tre gloriosi
dietro uno schermo ancor più lucido di quello che già li circondava, e li
nasconde alla vista dei tre, una Voce potente e armonica vibra ed empie di sé
lo spazio, i tre cadono col volto contro l’erba. <<Questo è il mio
Figliuolo diletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo>>.
8. Gesù ritorna nella forma consueta e Pietro gli domanda:
<<Come faremo a viverti accanto ora che abbiamo visto la tua Gloria? Come
faremo a vivere fra gli uomini, e noi, uomini peccatori, ora che abbiamo udito
la Voce di Dio?>>. Gesù risponde: <<Dovrete vivermi accanto e
vedere la mia gloria sino alla fine. Siatene degni perché il tempo è vicino.
Ubbidite al Padre mio e vostro. Torniamo ora fra gli uomini perché sono venuto
per stare fra essi e per portare essi a Dio”.
9. Gesù comanda ai tre apostoli: <<Siate santi per il
ricordo di quest’ora, forti, fedeli. Avrete parte alla mia più completa gloria.
Ma non parlate ora di questo che avete visto, ad alcuno. Neppure ai compagni.
Quando il Figlio dell’uomo sarà risuscitato dai morti e tornato nella gloria
del Padre, allora parlerete. Perché allora occorrerà credere per avere parte
nel mio Regno>>.
10. I motivi profondi della trasfigurazione di Gesù sono
questi: 1) A stornare le astuzie di Satana e le insidie dei futuri, e non
ignoti a Dio Padre, nemici del Verbo Incarnato, Dio avvolse di aspetti comuni a
tutti i nati da donna il Cristo non solo sinché fu “il fanciullo e il figlio
del falegname” ma anche quando fu il Maestro. Soltanto la sapienza e il
miracolo lo distinguevano dagli altri. Ma Israele, sebbene in minor misura,
conosceva altri maestri (profeti) e operatori di miracoli. 2) Ciò doveva
servire a provare anche la fede dei suoi eletti: gli apostoli e discepoli. Essi
dovevano credere senza vedere cose straordinarie e divine. 3) Però, a
confermare i tre, dopo che l’annuncio della morte futura di croce li aveva
turbati, Egli ora si svela in tutta la gloria della sua Natura divina. Dopo di
ciò il dubbio che la predetta morte di croce aveva insinuato nei suoi più
prossimi seguaci, non poteva più sussistere. Essi avevano visto Dio. Dio
nell’Uomo che sarebbe stato crocifisso. Era la manifestazione delle due Nature
ipostaticamente unite. Manifestazione innegabile che non poteva lasciare dubbi.
E al Figlio-Dio che si manifesta tale si unisce il Padre-Dio con le sue parole
e il Cielo rappresentato da Mosè ed Elia.
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Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria
INTRODUZIONE AL ROSARIO MISTICO CORONA DEL ROSARIO ...
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AMDG et DVM
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