domenica 25 febbraio 2018

Spunti contemplativi ...per affrettare la Nostra trasfigurazione


Quarto mistero luminoso: la trasfigurazione di Cristo

Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa delle dieci Ave Maria:

 

1. In un’alba serena di marzo Gesù con gli apostoli e i discepoli raggiungono il monte Tabor. Appena giunti, il Signore, sceglie Pietro, Giovanni e Giacomo di Zebedeo per salire sulla vetta e manda a predicare tutti gli altri nella zona. 

2. In un momento di sosta Pietro chiede col fiato grosso dove si va? E perché si deve raggiungere la vetta del monte. Gesù risponde: “Vado ad unirmi col Padre mio e vi ho voluti con Me perché vi amo. Su lesti! Agli appuntamenti di Dio si va sempre veloci”.

3. Arrivati quasi sulla vetta il Signore si mette in disparte a pregare nella stessa posa del Getsemani, mentre i tre apostoli per la stanchezza si addormentano nella frescura della vegetazione.

4. Ad un certo momento un evento inedito sveglia i tre apostoli. Li scuote una luminosità così viva che annulla quella del sole e dilaga e penetra fin sotto il verde dei cespugli e alberi sotto cui si sono messi. Aprono gli occhi stupiti e vedono Gesù trasfigurato. Egli è ora tale e quale come lo vedo nelle visioni del Paradiso. Naturalmente senza le piaghe e senza il vessillo della Croce. Ma la maestà del Volto e del Corpo è uguale, uguale ne è la luminosità, e uguale la veste che da un rosso cupo si è mutata nel diamantifero e perlifero tessuto immateriale che lo veste in Cielo. Il suo Viso è un sole dalla luce siderale ma intensissima, nel quale raggiano gli occhi di zaffiro. Sembra più alto ancora, come la sua glorificazione ne avesse aumentata la statura. Non saprei dire se la luminosità, che rende persino fosforescente il pianoro, provenga tutta da Lui o se alla sua propria si mesca quella che ha concentrata sul suo Signore tutta la luce che è nell’Universo e nei Cieli. So che è qualcosa di indescrivibile”.

5. Gli apostoli chiamano Gesù con una certa paura perché è talmente trasfigurato che non sembra sia il loro Maestro. Il Signore non risponde perché in quel momento è rapito da una visione che lo sublima. La luce aumenta ancora per due fiamme che scendono dal cielo e si collocano ai lati di Gesù. Quando sono stabilite sul pianoro, il loro velo si apre e ne appaiono due maestosi e luminosi personaggi. L’uno più anziano, dallo sguardo acuto e severo e da una lunga barba bipartita. Dalla sua fronte partono corni di luce che me lo indicano per Mosé. L’altro è più giovane, scarno, barbuto e peloso, su per giù come il Battista, al quale direi assomiglia per statura, magrezza, conformazione e severità. Mentre la luce di Mosè è candida come è quella di Gesù, specie nei raggi della fronte, quella che emana Elia è solare, di fiamma viva. I due Profeti prendono una posa di riverenza davanti al loro Dio Incarnato.

6. I tre apostoli cadono in ginocchio tremanti col volto fra le mani. Vorrebbero vedere, ma hanno paura. Finalmente Pietro parla: “Maestro, Maestro. Odimi”. Gesù gira lo sguardo con un sorriso verso il suo Pietro che si rinfranca e dice: “E’ bello lo stare qui con Te, Mosè e Elia. Se vuoi facciamo tre tende per Te, per Mosè e per Elia, e noi stiamo qui a servirvi…”. Gesù lo guarda ancora e sorride più vivamente.

7. Gli apostoli non osano dire altro. Intimoriti, tacciono. Sembrano un poco ebbri come chi è sbalordito. Ma quando un velo che non è nebbia, che non è nuvola, che non è raggio, avvolge e separa i Tre gloriosi dietro uno schermo ancor più lucido di quello che già li circondava, e li nasconde alla vista dei tre, una Voce potente e armonica vibra ed empie di sé lo spazio, i tre cadono col volto contro l’erba. <<Questo è il mio Figliuolo diletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo>>.

8. Gesù ritorna nella forma consueta e Pietro gli domanda: <<Come faremo a viverti accanto ora che abbiamo visto la tua Gloria? Come faremo a vivere fra gli uomini, e noi, uomini peccatori, ora che abbiamo udito la Voce di Dio?>>. Gesù risponde: <<Dovrete vivermi accanto e vedere la mia gloria sino alla fine. Siatene degni perché il tempo è vicino. Ubbidite al Padre mio e vostro. Torniamo ora fra gli uomini perché sono venuto per stare fra essi e per portare essi a Dio”. 

9. Gesù comanda ai tre apostoli: <<Siate santi per il ricordo di quest’ora, forti, fedeli. Avrete parte alla mia più completa gloria. Ma non parlate ora di questo che avete visto, ad alcuno. Neppure ai compagni. Quando il Figlio dell’uomo sarà risuscitato dai morti e tornato nella gloria del Padre, allora parlerete. Perché allora occorrerà credere per avere parte nel mio Regno>>.

10. I motivi profondi della trasfigurazione di Gesù sono questi: 1) A stornare le astuzie di Satana e le insidie dei futuri, e non ignoti a Dio Padre, nemici del Verbo Incarnato, Dio avvolse di aspetti comuni a tutti i nati da donna il Cristo non solo sinché fu “il fanciullo e il figlio del falegname” ma anche quando fu il Maestro. Soltanto la sapienza e il miracolo lo distinguevano dagli altri. Ma Israele, sebbene in minor misura, conosceva altri maestri (profeti) e operatori di miracoli. 2) Ciò doveva servire a provare anche la fede dei suoi eletti: gli apostoli e discepoli. Essi dovevano credere senza vedere cose straordinarie e divine. 3) Però, a confermare i tre, dopo che l’annuncio della morte futura di croce li aveva turbati, Egli ora si svela in tutta la gloria della sua Natura divina. Dopo di ciò il dubbio che la predetta morte di croce aveva insinuato nei suoi più prossimi seguaci, non poteva più sussistere. Essi avevano visto Dio. Dio nell’Uomo che sarebbe stato crocifisso. Era la manifestazione delle due Nature ipostaticamente unite. Manifestazione innegabile che non poteva lasciare dubbi. E al Figlio-Dio che si manifesta tale si unisce il Padre-Dio con le sue parole e il Cielo rappresentato da Mosè ed Elia.

 


1 Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria


INTRODUZIONE AL ROSARIO MISTICO CORONA DEL ROSARIO ...

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AMDG et DVM

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