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venerdì 12 luglio 2019

Con seguridad vamos a encontrarnos con Mamá

Así es como un escritor húngaro explica la existencia de Dios…




En el vientre de una mamá había dos bebés…

Uno preguntó al otro: «¿Tú crees en la vida después del parto?»
El otro respondió: «Claro que sí. Tiene que haber algo después del parto. Tal vez estamos aquí para prepararnos para lo que vendrá más tarde»
«Tonterías», dice el primero. “No hay vida después del parto. ¿Qué clase de vida sería esta? "
Si haces lo que a Dios le Agrada...
El segundo dice: «No lo sé, pero habrá más luz que la hay aquí. Tal vez podremos caminar con nuestras propias piernas y comer con nuestras bocas. Tal vez tendremos otros sentidos, que no podemos entender ahora.»
El primero contestó: «Eso es un absurdo. Caminar es imposible. ¿¡Y comer con la boca!? ¡Ridículo! El cordón umbilical nos nutre y nos da todo lo demás que necesitamos. El cordón umbilical es demasiado corto. La vida después del parto es imposible.»
La Paciencia, la Fe y la Esperanza...
El segundo insistió: «Bueno, yo pienso que hay algo y tal vez sea diferente de lo que hay aquí. Tal vez ya no necesitemos de este tubo físico. >>
El primero contestó: «Tonterías, además, de haber realmente vida después del parto, entonces ¿por qué nadie jamás regreso de allá? El parto es el fin de la vida y en el pos parto no hay nada más allá de lo oscuro, silencio y olvido. Él no nos llevará a ningún lugar. >>
Señor dame las Fuerzas...
<<Bueno, yo no lo sé», dice el segundo «pero con seguridad vamos a encontrarnos con Mamá y ella nos cuidará. >>
El primero respondió: «¿Mamá?, ¿tú realmente crees en Mamá? Eso es ridículo. Si Mamá existe, entonces, ¿dónde está ella ahora?»
El segundo dice: «Ella está alrededor nuestro. Estamos cercados por ella. De ella, nosotros somos. Es en ella que vivimos. Sin Ella, este mundo no sería y no podría existir. [cf.Hechos de los Ap. 17,28]»
Que Dios te de la Fuerza que necesitas Hoy...
Dice el primero: «Bueno, yo no puedo verla, entonces, es lógico que ella no existe.»
El segundo le responde a eso: «A veces, cuando tú estás en silencio, si te concentras y realmente escuchas, tú podrás percibir su presencia y escuchar su voz amorosa allá arriba… … …»
Al descubrir tu Gran Amor, Cobró sentido Mi Vida...



AMDG et  DVM

sabato 10 marzo 2018

Dixit insipiens in corde suo: "non est Deus"

Come sono giunto a comprendere razionalmente l'esistenza di Dio

Quesito

Salve Padre Angelo,
ho deciso di scriverle in quanto vorrei qualche consiglio circa qualche mia difficoltà. Non so se si ricorda di me, ma molto tempo fa le scrissi dicendole che sento la chiamata a diventare sacerdote (ho 17 anni). Tale chiamata l’ho avvertita circa tre anni prima.

Benché ciò mi procuri molta gioia sto cominciando a comprendere le difficoltà e le maggiori tentazioni con cui sono attaccato ferocemente. Prendiamo ad esempio il periodo in cui presi la decisione di comunicare questa bellissima cosa al mio parroco. Fino a pochi giorni prima ero molto felice pensando alla mia vocazione, poi tutto ad un tratto una profondissima tristezza pervase il mio cuore, tristezza che non era legata ad un avvenimento particolare o ad una mia arretratezza con i sacramenti o con la preghiera. Questo mi fece capire che mi trovavo in tentazione. Era come se il diavolo volesse che diventassi così triste da scartare la mia vocazione. Grazie a Dio poi ho superato questo brutto momento e ho comunicato la cosa al mio parroco.

Un altro esempio di queste tentazioni riguarda un fatto molto recente. Io frequento il Liceo classico e purtroppo ho un professore di filosofia marxista, ateo e anticlericale che ci insinua sempre dubbi riguardanti l’esistenza di Dio. Inizialmente non ho fatto conto delle sue parole, anche se ad un certo punto mi sono trovato in crisi. 

Questa crisi era dovuta a questa domanda: Posso solo con la razionalità e solo attraverso la realtà spiegare l’esistenza di Dio, cioè spiegare tale esistenza senza fare affidamento alla mia fede o alla Bibbia? Da questa domanda è partito il calvario. In poche parole continuavo a pregare e ad andare alla Santa Messa perché attraverso la fede riuscivo a comprendere l’esistenza di Dio, ma la mia razionalità non aveva pace. 
Qui cominciò la lettura della prova ontologica, cinque vie di San Tommaso, critica di Kant ecc. Tuttavia non riuscivo a trovare una risposta definitiva al mio problema, perché trovavo prove e controprove in continuazione. Poi finalmente perseverando ho trovato la soluzione! Tale soluzione non l’ho trovata in qualche libro ma in ciò che mi circonda.

Mi spiego: Un giorno ero in macchina con la mia famiglia e ad un tratto dopo un temporale vidi un arcobaleno. Non era la prima volta che vedevo un arcobaleno, ma questa volta feci una riflessione su di esso.
Cominciai a notare la perfetta distinzione dei colori, il perfetto arco che si veniva a creare. Inoltre da un punto di vista scientifico si sa benissimo che occorrono delle precise condizioni affinché tale fenomeno si verifichi, come ad esempio un determinato livello di vapore acqueo nell’aria, delle determinate condizioni atmosferiche e una determinata temperatura. Di conseguenza pensai che ciò che vedevo non poteva essere frutto del caso. Le molecole di acqua non possono per virtù propria scomporre i colori della luce (proprio come fa un prisma) in un perfetto arco che circonda tutta la volta celeste. Quindi arrivai alla conclusione che qualcuno doveva per forza aver stabilito le leggi che permettono l’apparizione dell’arcobaleno, fenomeno molto particolare da un punto di vista scientifico.

Inoltre l’arcobaleno non è solo un fenomeno che può essere analizzato da un punto di vista scientifico, ma se dobbiamo dirla tutta è anche molto, ma molto bello da vedere. Questo mi fece pensare anche che la bellezza e la perfezione non possono essere frutto del caso, perché il caso, non essendo regolato da leggi, potrebbe al massimo dar origine a qualcosa di informe che non potrebbe mai essere apprezzato come bello o perfetto. Quindi ho ritenuto che fosse necessario che qualcuno avesse creato l’arcobaleno anche nella sua bellezza.

Applicando la presenza di regole perfette ad ogni fenomeno e applicando il concetto di bellezza su tutto il creato, sono giunto alla conclusione che è necessario che vi sia un artefice di tutto questo. Un progetto di un palazzo non si forma da solo, un quadro non si forma da solo. Quindi alla fine ho detto: Posso razionalmente dire che Dio esiste!

Dicendo tutto questo, non voglio dire di aver dubitato della mia fede o delle bellissime opere che il Signore ha fatto nella mia vita, ma poiché da essere umano, la razionalità è una componente che mi è molto cara, non riuscivo a tollerare l’idea che non potessi spiegare l’esistenza di Dio da questo punto di vista.

Ora mi preparo alla prossima mia battaglia. Potrà essere una tentazione di tipo filosofico, una tentazione che mi vorrà portare alla tristezza e alla disperazione, una tentazione che mi vorrà portare a commettere peccati. Chi sa. Spero che con l’aiuto di Dio potrò superare tutto questo.
La ringrazio per tutto quello che fa e per le sue splendide risposte che leggo ogni santo giorno.
La affido nelle mie preghiere.

P.S. Ciò che ho scritto è totalmente frutto delle mie considerazioni personali. Di conseguenza mi scuso se vi siano alcuni concetti formulati in modo non propriamente corretto da un punto di vista filosofico.

Risposta del sacerdote

Carissimo, 

1. sono molto contento per quello che mi hai scritto.
E lo metto volentieri a disposizione dei nostri visitatori.
Mi dici che hai letto prove e controprove sull’esistenza di Dio.
Io non ho trovato controprove valide alle cinque vie di San Tommaso.
Potrei dire che tutto quello che hai scritto è un’elaborazione precisa e convincente della quinta via di san Tommaso, il quale scrive:
La quinta via si desume dal governo delle cose.
Noi vediamo che alcune cose, le quali sono prive di conoscenza, cioè i corpi fisici, operano per un fine, come appare dal fatto che esse operano sempre o quasi sempre allo stesso modo per conseguire la perfezione: donde appare che non a caso, ma per una predisposizione raggiungono il loro fine.
Ora, ciò che è privo d'intelligenza non tende al fine se non perché è diretto da un essere conoscitivo e intelligente, come la freccia dall'arciere.
Vi è dunque un qualche essere intelligente, dal quale tutte le cose naturali sono ordinate a un fine: e quest'essere chiamiamo Dio” (Somma teologica, I, 2, 3).

2. Del resto come potrebbe essere che Dio non manifesti se stesso alle creature da Lui fatte proprio perché Lo cerchino e in Lui trovino la propria perfezione?
Dio stesso, per bocca di Paolo, ci ha garantito che le cose stanno così: “poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute. Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa” (Rm 1, 19-20).

E il Magistero della Chiesa ha definito con dogma di fede la conoscibilità dell’esistenza di Dio attraverso la sola ragione, senza ricorrere alla fede.

Lo ha fatto col Concilio Vaticano I, il quale si è espresso così: “La santa Chiesa, nostra madre, sostiene e insegna che Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza con il lume naturale della ragione umana partendo dalle cose create”(Concilio Vaticano I, DS 3004),
Ed ecco il dogma: “Se qualcuno dice che Dio, uno e vero, creatore e signore nostro, non può esser conosciuto con certezza, col lume dell’umana ragione, attraverso le cose create, sia anatema” (DS 3026).

3. Devo dire però che la conclusione che porta all’esistenza di Dio non dice ancora che Dio si è rivelato in Cristo.
Dire che Dio esiste non richiede la fede.
Ogni uomo da solo può capire con le sue sole forze che Dio esiste.
Chi nega l’esistenza di Dio è “inescusabile” come dice San Paolo in Rm 1,20.

4. Il passaggio ulteriore che porta a dire che Dio si è rivelato e si è comunicato agli uomini in Cristo, che è Dio fatto carne, richiede invece la fede, e cioè un’illuminazione soprannaturale per la quale Dio ci trae a Cristo e ci fa aderire a Lui in maniera fermissima: “Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato” (Gv 6,44).
Ma giungere con la nostra sola intelligenza alla conclusione dell’esistenza di Dio è importante perché dà solidità razionale alla nostra fede e fa capire che è ragionevole credere.
La fede in Cristo non è un salto nel buio.
Anche qualora perdessimo la Fede (che Dio lo impedisca!) rimarrebbe sempre in noi la certezza razionale della sua esistenza.

5. Hai voluto sottolineare non solo la precisione con cui si forma l’arcobaleno e l’infinita sapienza che ha predisposto questo fenomeno, ma anche la sua incantevole bellezza.
Ed è vero.
Senza ricorrere all’arcobaleno, che indubbiamente ha un suo fascino tanto che appena lo si annuncia tutti corrono a contemplarlo, Sant’Agostino parlando delle opere di Dio si è espresso così: “Interroga la bellezza della terra, del mare, dell’aria rarefatta e dovunque espansa; interroga la bellezza del cielo... interroga tutte queste realtà. Tutte ti risponderanno: guardaci pure e osserva come siamo belle…
La loro bellezza è come un loro inno di lode.
Ora, queste creature, così belle ma pur mutevoli, chi le ha fatte se non uno che è bello in modo immutabile?”
(Sant’Agostino, Sermoni, 241, 2).

6. Infine voglio dire una cosa su alcuni turbamenti che hai provato in riferimento alla tua vocazione.
Dio stesso ci ricorda attraverso il Siracide questa grande verità: “Figlio, se ti presenti per servire il Signore, prepàrati alla tentazione” (Sir 2,1).
Questa tentazione giunge da ogni parte, non escluso il demonio.
Tuttavia San Leone Magno ricorda che fortunatamente “Colui che è dentro di noi è più forte di colui che sta contro di noi e per mezzo di Colui nel quale confidiamo noi siamo forti” (San Leone MagnoSermo 1, in Quadrag. 3).

Mi scrivi: “Grazie a Dio poi ho superato questo brutto momento”.


Sottolineo quel Grazie a Dio.
Confida sempre in Lui. Come Dio ha chiamato Mosè e gli ha dato coraggio così il Signore ha fatto con te e continuerà a farlo sempre.
Sarà un’esperienza che ti accompagnerà per tutta la vita.

Prego per la perseveranza della tua vocazione perché sia sempre un cammino di Luce che invade la tua anima e si riverberi sui molti che il Signore metterà sui tuoi passi.
Ti ringrazio per la bella riflessione che mi hai comunicato, ti auguro una fruttuosa quaresima, ti ricordo al Signore  ti benedico.
Padre Angelo

AMDG et DVM

mercoledì 25 dicembre 2013

Riflettendo con Papa Benedetto XVI



Rileggendo un po' di magistero papale... come dono in questo S. Natale, affinché Gesù Bambino voglia illuminarci e guidarci...

!!!!!!!!!!!!! "
 
Ci troviamo alla fine di un anno che nuovamente, nella Chiesa e nel mondo, è stato caratterizzato da molteplici situazioni travagliate, da grandi questioni e sfide
Nella questione della famiglia non si tratta soltanto di una determinata forma sociale, ma della questione dell’uomo stesso – della questione di che cosa sia l’uomo e di che cosa occorra fare per essere uomini in modo giusto. Le sfide in questo contesto sono complesse.
Maschio e femmina come realtà della creazione, come natura della persona umana non esistono più. L’uomo contesta la propria natura. Egli è ormai solo spirito e volontà.
La manipolazione della natura, che oggi deploriamo per quanto riguarda l’ambiente, diventa qui la scelta di fondo dell’uomo nei confronti di se stesso. Esiste ormai solo l’uomo in astratto, che poi sceglie per sé autonomamente qualcosa come sua natura
 " (discorso prenatalizio alla curia 2012)



"...abbiamo veramente posto per Dio, quando Egli cerca di entrare da noi? Abbiamo tempo e spazio per Lui? Non è forse proprio Dio stesso ad essere respinto da noi? Ciò comincia col fatto che non abbiamo tempo per Dio.
La metodologia del nostro pensare è impostata in modo che Egli, in fondo, non debba esistere.
Per essere ritenuto serio, il pensiero deve essere impostato in modo da rendere superflua l’“ipotesi Dio”.
Con la gloria di Dio nel più alto dei cieli è in relazione la pace sulla terra tra gli uomini. Dove non si dà gloria a Dio, dove Egli viene dimenticato o addirittura negato, non c’è neppure pace. Oggi, però, diffuse correnti di pensiero asseriscono il contrario: le religioni, in particolare il monoteismo, sarebbero la causa della violenza e delle guerre nel mondo; occorrerebbe prima liberare l’umanità dalle religioni, affinché si crei poi la pace; il monoteismo, la fede nell’unico Dio, sarebbe prepotenza, causa di intolleranza, perché in base alla sua natura esso vorrebbe imporsi a tutti con la pretesa dell’unica verità.
Se un qualche uso indebito della religione nella storia è incontestabile, non è tuttavia vero che il “no” a Dio ristabilirebbe la pace" (notte di Natale 2012) 

"...eppure, questo stesso Dio non può entrare nel mio cuore se non apro io la porta. Porta fidei! La porta della fede! Potremmo rimanere spaventati, davanti a questa nostra onnipotenza alla rovescia. Questo potere dell’uomo di chiudersi a Dio può farci paura" 
(Urbi et orbi 2012)

 !!!!!!!!!!!!! "...In ogni epoca, quando l’uomo non ha cercato tale progetto, è stato vittima di tentazioni culturali che hanno finito col renderlo schiavo. Negli ultimi secoli, le ideologie che inneggiavano al culto della nazione, della razza, della classe sociale si sono rivelate vere e proprie idolatrie; e altrettanto si può dire del capitalismo selvaggio col suo culto del profitto, da cui sono conseguite crisi, disuguaglianze e miseria.
Oggi si condivide sempre più un sentire comune circa l’inalienabile dignità di ogni essere umano e la reciproca e interdipendente responsabilità verso di esso; e ciò a vantaggio della vera civiltà, la civiltà dell’amore. D’altro canto, purtroppo, anche il nostro tempo conosce ombre che oscurano il progetto di Dio. Mi riferisco soprattutto ad una tragica riduzione antropologica che ripropone l’antico materialismo edonista, a cui si aggiunge però un “prometeismo tecnologico”.
Dal connubio tra una visione materialistica dell’uomo e il grande sviluppo della tecnologia emerge un’antropologia nel suo fondo atea. Essa presuppone che l’uomo si riduca a funzioni autonome, la mente al cervello, la storia umana ad un destino di autorealizzazione. Tutto ciò prescindendo da Dio, dalla dimensione propriamente spirituale e dall’orizzonte ultraterreno.
Nella prospettiva di un uomo privato della sua anima e dunque di una relazione personale con il Creatore, ciò che è tecnicamente possibile diventa moralmente lecito, ogni esperimento risulta accettabile, ogni politica demografica consentita, ogni manipolazione legittimata.

L’insidia più temibile di questa corrente di pensiero è di fatto l’assolutizzazione dell’uomo: l’uomo vuole essere ab-solutus, sciolto da ogni legame e da ogni costituzione naturale. Egli pretende di essere indipendente e pensa che nella sola affermazione di sé stia la sua felicità. «L’uomo contesta la propria natura … Esiste ormai solo l’uomo in astratto, che poi sceglie per sé autonomamente qualcosa come sua natura» (Discorso alla Curia romana, 21 dicembre 2012). Si tratta di una radicale negazione della creaturalità e filialità dell’uomo, che finisce in una drammatica solitudine.
La fede e il sano discernimento cristiano ci inducono perciò a prestare un’attenzione profetica a questa problematica etica e alla mentalità che vi è sottesa.
La giusta collaborazione con istanze internazionali nel campo dello sviluppo e della promozione umana non deve farci chiudere gli occhi di fronte a queste gravi ideologie, e i Pastori della Chiesa - la quale è «colonna e sostegno della verità» (2 Tm 3,15) - hanno il dovere di mettere in guardia da queste derive tanto i fedeli cattolici quanto ogni persona di buona volontà e di retta ragione.
Si tratta infatti  di una deriva negativa per l’uomo, anche se si traveste di buoni sentimenti all’insegna di un presunto progresso, o di presunti diritti, o di un presunto umanesimo.
Di fronte a questa riduzione antropologica, quale compito spetta ad ogni cristiano, e in particolare a voi, impegnati in attività caritative, e dunque in rapporto diretto con tanti altri attori sociali?
Certamente dobbiamo esercitare una vigilanza critica e, a volte, ricusare finanziamenti e collaborazioni che, direttamente o indirettamente, favoriscano azioni o progetti in contrasto con l’antropologia cristiana.
Ma positivamente la Chiesa è sempre impegnata a promuovere l’uomo secondo il disegno di Dio, nella sua integrale dignità, nel rispetto della  sua duplice dimensione verticale e orizzontale. A questo tende anche l’azione di sviluppo degli organismi ecclesiali. La visione cristiana dell’uomo infatti è un grande sì alla dignità della persona chiamata all’intima comunione con Dio, una comunione filiale, umile e fiduciosa. L’essere umano non è né individuo a sé stante né elemento anonimo nella collettività, bensì persona singolare e irripetibile, intrinsecamente ordinata alla relazione e alla socialità.

Perciò la Chiesa ribadisce il suo grande sì alla dignità e bellezza del matrimonio come espressione di fedele e feconda alleanza tra uomo e donna, e il no a filosofie come quella del gender si motiva per il fatto che la reciprocità tra maschile e femminile è espressione della bellezza della natura voluta dal Creatore..., ...vi ringrazio per il vostro impegno a favore dell’uomo, nella fedeltà alla sua vera dignità. Di fronte a queste sfide epocali, noi sappiamo che la risposta è l’incontro con Cristo (al pont. cons. Cor Unum, 19.01.2013)

"...nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede (Declaratio di abdicazione 11.02.2013)





Interessante anche la Catechesi del 6.02.2012: L'Anno della fede. Io credo in Dio: il Creatore del cielo e della terra, il Creatore dell'essere umano

venerdì 13 dicembre 2013

La Madonna ci insegna a comunicare con i giovani



Messaggio della Vergine Maria riguardo al comunicare con i giovani

(Dopo una apparizione privata in cui Ella è apparsa alla veggente per più di 30 minuti)
Vengo in nome di Gesù Cristo. Io sono la Madre di Dio, la tua amata Madre Regina di tutti gli Angeli.
Figlia mia, sei stata appena messa alla prova per il lavoro che fai per il Mio Figlio diletto, come conseguenza sei diventata più forte. Ora sai cosa deve essere fatto in modo che il maggior numero possibile di giovani capisca chi è Mio Figlio.
Egli, il Mio Figlio Preziosissimo, Salvatore del mondo, farà qualsiasi cosa per salvare tutti coloro che camminano sulla terra nell’ignoranza della Sua Misericordia.
A quei figli che ostinatamente si rifiutano di ascoltare deve essere detta la Verità, e molto presto. Per favore, dite ai giovani di tutto il mondo che Gesù cammina con loro ogni secondo della giornata. Si preoccupa così tanto per loro. Essi non hanno idea della profondità del Suo amore. Egli vuole stringerli nel Suo Sacro Cuore, in modo che possano godere la Nuova Era di Pace sulla terra. Se solo rispondessero.
Bambina Mia, è così difficile per le persone capire la verità dell’esistenza di Dio Padre. Convincerli della verità del sacrificio del Suo Figlio Diletto è molto difficile. Questo, bambina Mia, deve essere il tuo obiettivo.
Và in pace e Amore.
La tua cara Madre
Regina degli Angeli

lunedì 20 maggio 2013

¿Hay Dios? - Sí señor.



I. De la existencia de Dios

— ¿Hay Dios? — Sí señor (II). 

— ¿Por qué lo decís? — Porque si no lo hubiese, no podría existir cosa alguna (II, 3). 

— ¿Cómo lo demostraríais? — Mediante el siguiente raciocinio: Lo que necesariamente ha de recibir de Dios el ser no existiría, si Dios no existiese. Es así que nada puede ser, excepto el mismo Dios, si no recibe de El la existencia. Luego si no hubiese Dios, no podría existir cosa alguna. 

— ¿Y cómo demostraríais que ninguna cosa puede existir, excepto el mismo Dios, si no recibe de El la existencia? — Desarrollando el mismo raciocinio: Lo que existe y puede no existir, depende, en último análisis, de algo que existe necesariamente, y a este algo llamamos Dios. Es así que nada de lo que existe, excepto Dios, existe por sí mismo, esto es, en virtud de exigencia forzosa de su naturaleza. Luego necesariamente ha de recibir de Dios la existencia. 

— ¿Por qué decís que nada de lo que existe, excepto Dios, existe por sí mismo?
— Porque ningún ser que necesita algo, existe en virtud de exigencias de su naturaleza. Es así que todos los seres excepto Dios, necesitan de alguna cosa. Luego ninguno puede existir por sí mismo.

— ¿Por qué los seres que necesitan de algo no pueden existir por sí mismos? — Porque lo que existe por sí mismo, ni depende, ni puede depender de nada ni de nadie; y el que forzosamente necesita de alguna cosa o persona, de esa cosa o persona depende. 

— ¿Y por qué el ser que existe por sí mismo no depende ni puede depender de nada ni de nadie? — Porque en el hecho de existir per se va incluida la posesión actual de todas las perfecciones, por virtualidad de su naturaleza y con absoluta independencia: no puede, por tanto, recibir cosa alguna de afuera. 

— Por tanto, la existencia de los seres contingentes, ¿es prueba evidente de la existencia de Dios? — Sí lo es. 

— ¿Qué hacen, en consecuencia, los que la niegan? — Sostener la verdad de esta proposición: El ser que todo lo necesita, de nada tiene necesidad.

— Pero eso es contradictorio. — Evidentemente: como que es imposible negar la existencia de Dios sin contradecirse.

— ¿Es, por tanto, una locura negar la existencia de Dios? — De verdadera locura puede calificarse.




AMDG et BVM