sabato 10 marzo 2018

Dixit insipiens in corde suo: "non est Deus"

Come sono giunto a comprendere razionalmente l'esistenza di Dio

Quesito

Salve Padre Angelo,
ho deciso di scriverle in quanto vorrei qualche consiglio circa qualche mia difficoltà. Non so se si ricorda di me, ma molto tempo fa le scrissi dicendole che sento la chiamata a diventare sacerdote (ho 17 anni). Tale chiamata l’ho avvertita circa tre anni prima.

Benché ciò mi procuri molta gioia sto cominciando a comprendere le difficoltà e le maggiori tentazioni con cui sono attaccato ferocemente. Prendiamo ad esempio il periodo in cui presi la decisione di comunicare questa bellissima cosa al mio parroco. Fino a pochi giorni prima ero molto felice pensando alla mia vocazione, poi tutto ad un tratto una profondissima tristezza pervase il mio cuore, tristezza che non era legata ad un avvenimento particolare o ad una mia arretratezza con i sacramenti o con la preghiera. Questo mi fece capire che mi trovavo in tentazione. Era come se il diavolo volesse che diventassi così triste da scartare la mia vocazione. Grazie a Dio poi ho superato questo brutto momento e ho comunicato la cosa al mio parroco.

Un altro esempio di queste tentazioni riguarda un fatto molto recente. Io frequento il Liceo classico e purtroppo ho un professore di filosofia marxista, ateo e anticlericale che ci insinua sempre dubbi riguardanti l’esistenza di Dio. Inizialmente non ho fatto conto delle sue parole, anche se ad un certo punto mi sono trovato in crisi. 

Questa crisi era dovuta a questa domanda: Posso solo con la razionalità e solo attraverso la realtà spiegare l’esistenza di Dio, cioè spiegare tale esistenza senza fare affidamento alla mia fede o alla Bibbia? Da questa domanda è partito il calvario. In poche parole continuavo a pregare e ad andare alla Santa Messa perché attraverso la fede riuscivo a comprendere l’esistenza di Dio, ma la mia razionalità non aveva pace. 
Qui cominciò la lettura della prova ontologica, cinque vie di San Tommaso, critica di Kant ecc. Tuttavia non riuscivo a trovare una risposta definitiva al mio problema, perché trovavo prove e controprove in continuazione. Poi finalmente perseverando ho trovato la soluzione! Tale soluzione non l’ho trovata in qualche libro ma in ciò che mi circonda.

Mi spiego: Un giorno ero in macchina con la mia famiglia e ad un tratto dopo un temporale vidi un arcobaleno. Non era la prima volta che vedevo un arcobaleno, ma questa volta feci una riflessione su di esso.
Cominciai a notare la perfetta distinzione dei colori, il perfetto arco che si veniva a creare. Inoltre da un punto di vista scientifico si sa benissimo che occorrono delle precise condizioni affinché tale fenomeno si verifichi, come ad esempio un determinato livello di vapore acqueo nell’aria, delle determinate condizioni atmosferiche e una determinata temperatura. Di conseguenza pensai che ciò che vedevo non poteva essere frutto del caso. Le molecole di acqua non possono per virtù propria scomporre i colori della luce (proprio come fa un prisma) in un perfetto arco che circonda tutta la volta celeste. Quindi arrivai alla conclusione che qualcuno doveva per forza aver stabilito le leggi che permettono l’apparizione dell’arcobaleno, fenomeno molto particolare da un punto di vista scientifico.

Inoltre l’arcobaleno non è solo un fenomeno che può essere analizzato da un punto di vista scientifico, ma se dobbiamo dirla tutta è anche molto, ma molto bello da vedere. Questo mi fece pensare anche che la bellezza e la perfezione non possono essere frutto del caso, perché il caso, non essendo regolato da leggi, potrebbe al massimo dar origine a qualcosa di informe che non potrebbe mai essere apprezzato come bello o perfetto. Quindi ho ritenuto che fosse necessario che qualcuno avesse creato l’arcobaleno anche nella sua bellezza.

Applicando la presenza di regole perfette ad ogni fenomeno e applicando il concetto di bellezza su tutto il creato, sono giunto alla conclusione che è necessario che vi sia un artefice di tutto questo. Un progetto di un palazzo non si forma da solo, un quadro non si forma da solo. Quindi alla fine ho detto: Posso razionalmente dire che Dio esiste!

Dicendo tutto questo, non voglio dire di aver dubitato della mia fede o delle bellissime opere che il Signore ha fatto nella mia vita, ma poiché da essere umano, la razionalità è una componente che mi è molto cara, non riuscivo a tollerare l’idea che non potessi spiegare l’esistenza di Dio da questo punto di vista.

Ora mi preparo alla prossima mia battaglia. Potrà essere una tentazione di tipo filosofico, una tentazione che mi vorrà portare alla tristezza e alla disperazione, una tentazione che mi vorrà portare a commettere peccati. Chi sa. Spero che con l’aiuto di Dio potrò superare tutto questo.
La ringrazio per tutto quello che fa e per le sue splendide risposte che leggo ogni santo giorno.
La affido nelle mie preghiere.

P.S. Ciò che ho scritto è totalmente frutto delle mie considerazioni personali. Di conseguenza mi scuso se vi siano alcuni concetti formulati in modo non propriamente corretto da un punto di vista filosofico.

Risposta del sacerdote

Carissimo, 

1. sono molto contento per quello che mi hai scritto.
E lo metto volentieri a disposizione dei nostri visitatori.
Mi dici che hai letto prove e controprove sull’esistenza di Dio.
Io non ho trovato controprove valide alle cinque vie di San Tommaso.
Potrei dire che tutto quello che hai scritto è un’elaborazione precisa e convincente della quinta via di san Tommaso, il quale scrive:
La quinta via si desume dal governo delle cose.
Noi vediamo che alcune cose, le quali sono prive di conoscenza, cioè i corpi fisici, operano per un fine, come appare dal fatto che esse operano sempre o quasi sempre allo stesso modo per conseguire la perfezione: donde appare che non a caso, ma per una predisposizione raggiungono il loro fine.
Ora, ciò che è privo d'intelligenza non tende al fine se non perché è diretto da un essere conoscitivo e intelligente, come la freccia dall'arciere.
Vi è dunque un qualche essere intelligente, dal quale tutte le cose naturali sono ordinate a un fine: e quest'essere chiamiamo Dio” (Somma teologica, I, 2, 3).

2. Del resto come potrebbe essere che Dio non manifesti se stesso alle creature da Lui fatte proprio perché Lo cerchino e in Lui trovino la propria perfezione?
Dio stesso, per bocca di Paolo, ci ha garantito che le cose stanno così: “poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute. Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa” (Rm 1, 19-20).

E il Magistero della Chiesa ha definito con dogma di fede la conoscibilità dell’esistenza di Dio attraverso la sola ragione, senza ricorrere alla fede.

Lo ha fatto col Concilio Vaticano I, il quale si è espresso così: “La santa Chiesa, nostra madre, sostiene e insegna che Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza con il lume naturale della ragione umana partendo dalle cose create”(Concilio Vaticano I, DS 3004),
Ed ecco il dogma: “Se qualcuno dice che Dio, uno e vero, creatore e signore nostro, non può esser conosciuto con certezza, col lume dell’umana ragione, attraverso le cose create, sia anatema” (DS 3026).

3. Devo dire però che la conclusione che porta all’esistenza di Dio non dice ancora che Dio si è rivelato in Cristo.
Dire che Dio esiste non richiede la fede.
Ogni uomo da solo può capire con le sue sole forze che Dio esiste.
Chi nega l’esistenza di Dio è “inescusabile” come dice San Paolo in Rm 1,20.

4. Il passaggio ulteriore che porta a dire che Dio si è rivelato e si è comunicato agli uomini in Cristo, che è Dio fatto carne, richiede invece la fede, e cioè un’illuminazione soprannaturale per la quale Dio ci trae a Cristo e ci fa aderire a Lui in maniera fermissima: “Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato” (Gv 6,44).
Ma giungere con la nostra sola intelligenza alla conclusione dell’esistenza di Dio è importante perché dà solidità razionale alla nostra fede e fa capire che è ragionevole credere.
La fede in Cristo non è un salto nel buio.
Anche qualora perdessimo la Fede (che Dio lo impedisca!) rimarrebbe sempre in noi la certezza razionale della sua esistenza.

5. Hai voluto sottolineare non solo la precisione con cui si forma l’arcobaleno e l’infinita sapienza che ha predisposto questo fenomeno, ma anche la sua incantevole bellezza.
Ed è vero.
Senza ricorrere all’arcobaleno, che indubbiamente ha un suo fascino tanto che appena lo si annuncia tutti corrono a contemplarlo, Sant’Agostino parlando delle opere di Dio si è espresso così: “Interroga la bellezza della terra, del mare, dell’aria rarefatta e dovunque espansa; interroga la bellezza del cielo... interroga tutte queste realtà. Tutte ti risponderanno: guardaci pure e osserva come siamo belle…
La loro bellezza è come un loro inno di lode.
Ora, queste creature, così belle ma pur mutevoli, chi le ha fatte se non uno che è bello in modo immutabile?”
(Sant’Agostino, Sermoni, 241, 2).

6. Infine voglio dire una cosa su alcuni turbamenti che hai provato in riferimento alla tua vocazione.
Dio stesso ci ricorda attraverso il Siracide questa grande verità: “Figlio, se ti presenti per servire il Signore, prepàrati alla tentazione” (Sir 2,1).
Questa tentazione giunge da ogni parte, non escluso il demonio.
Tuttavia San Leone Magno ricorda che fortunatamente “Colui che è dentro di noi è più forte di colui che sta contro di noi e per mezzo di Colui nel quale confidiamo noi siamo forti” (San Leone MagnoSermo 1, in Quadrag. 3).

Mi scrivi: “Grazie a Dio poi ho superato questo brutto momento”.


Sottolineo quel Grazie a Dio.
Confida sempre in Lui. Come Dio ha chiamato Mosè e gli ha dato coraggio così il Signore ha fatto con te e continuerà a farlo sempre.
Sarà un’esperienza che ti accompagnerà per tutta la vita.

Prego per la perseveranza della tua vocazione perché sia sempre un cammino di Luce che invade la tua anima e si riverberi sui molti che il Signore metterà sui tuoi passi.
Ti ringrazio per la bella riflessione che mi hai comunicato, ti auguro una fruttuosa quaresima, ti ricordo al Signore  ti benedico.
Padre Angelo

AMDG et DVM

Nessun commento:

Posta un commento