sabato 24 marzo 2018

Così parla un martire di Cristo


L'allora vescovo della mia diocesi, il conte Jànos Mikes, attirò l'attenzione del nunzio su di me e, allorquando si trattò di nominare in una volta tre vescovi, Pio XII, con una soluzione di compromesso, ottenne il consenso del governo sul mio nome. Così il 4 marzo 1944 il Santo Padre mi nominava vescovo della diocesi di Veszprém. 

Nel congedarmi da Zaiaegerszeg tenni questo discorso nella chiesa parrocchiale: 

“Miei cari fedeli!  
Sul tavolo dell'ufficio parrocchiale c'è un documento pronto per essere sottoscritto. Io però non ho voluto sottoscriverlo prima di celebrare questa santa Messa e di tenere questa predica al fine di potervi chiamare ancora una volta con diritto “miei cari fedeli!”. 

Il documento contiene la mia chiamata e il mio congedo da questa parrocchia e da questa Chiesa locale. Il pensiero di dovermi allontanare da voi, miei cari fedeli, mi addolora assai. 
Nel febbraio 1917, cioè ventisette anni fa, venni a Zaiaegerszeg giovane prete per insegnare alla gioventù del ginnasio. Quando scesi dal treno ero preoccupato di non essere all'altezza del mio compito. Da allora sono passati ventisette anni e in questo lungo periodo ho fatto tutto quel che la Chiesa impone a un sacerdote di fare: ho predicato la parola di Dio, ho celebrato la santa Messa e ho amministrato i sacramenti. 

Ho predicato la parola di Dio. Quando ora faccio l'esame di coscienza, devo ringraziare Dio per tutto quello che ho potuto fare con l'aiuto della sua grazia. 

Ho sotto mano solo i dati riguardanti la Congregazione mariana: in dieci anni vi ho predicato 537 volte. Tutti gli anni ho celebrato settantadue messe per la comunità parrocchiale e ho recitato quotidianamente il breviario per la città e per tutti i suoi fedeli vivi e defunti. 

A ogni Messa assisteva tanta gente e io ho pregato nostro Signor Gesù Cristo perché la benedicesse, facesse sì che anche i non credenti si unissero un giorno a essa e proteggesse i bambini. 

Dopo la consacrazione pensavo al cimitero, ai defunti cui avevo amministrato gli ultimi sacramenti e a quelli morti prima di loro e pregavo nostro Signore Gesù di mitigare le pene delle anime sofferenti nel Purgatorio. 

Ho amministrato i sacramenti. Posso dire che nel mio confessionale non si sono mai formate ragnatele. 

Se qualcuno non vi si è accostato, la colpa non è stata mia. Ora prego affinché anche costoro, con l'arrivo del nuovo pastore, possano trovare la via dei sacramenti”. 

Poi parlai delle lettere che avevo ricevuto da loro in occasione della nomina, e proseguii: 

“Da quanto mi avete espresso credo di poter capire che le nostre anime erano molto unite. Fra cattolici non può esistere alcuna divisione. Forse non c'è nessuno che non sia venuto a chiedermi l'assoluzione in confessionale; forse non c'è neppure una famiglia ch'io non abbia conosciuto, neppure un bambino ch'io non abbia guardato negli occhi, e nessuna pena familiare ch'io non abbia cercato di lenire. 

Ora vi prego di una cosa sola: qualunque cosa succeda, non crediate mai che il sacerdote possa essere un nemico dei suoi fedeli. 
Il sacerdote appartiene a ogni famiglia e voi fate parte della grande famiglia del vostro pastore. 
Ho cercato di servire gli uomini di tutte le condizioni e di tutte le classi secondo nostro Signor Gesù Cristo. 

Dove ho sbagliato,  perdonatemi nel nome del Signore. Se ho importunato qualcuno, l'ho fatto solo perché profondamente preoccupato di quel che mi sembrava bene per voi. 
Se ho esagerato, è stato sempre a fin di bene. A coloro che cercano Dio anche gli sbagli tornano a beneficio. 
Ringrazio la città di Zaiaegerszeg, la circoscrizione di Zaia e i ministeri statali per l'aiuto che mi hanno prestato così spesso, e ringrazio i fedeli per lo spirito di sacrificio con cui mi hanno sempre assecondato.
 Ringrazio gli operai, i commercianti e i contadini per la loro fedele corrispondenza”. 


Fui consacrato vescovo il 25 marzo 1944 per le mani del cardinale primate Scrédi.  
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http://www.rassegnastampa-totustuus.it/cattolica/wp-content/uploads/2014/08/MEMORIE-cardinale-Mindszenty.pdf      (pag 17-18)
http://www.sehaisetediluce.it/Memorie_Mindszenty.htm   

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