lunedì 27 febbraio 2017

SOLENNITÀ DEL SANTO VOLTO

28 FEBBRAIO 2017

Il Santo Volto

Santo VoltoQuest'oggi si celebra il Volto Santo di Gesù, memoria devozionale, ma molto significativa, perché è la manifestazione dell'infinito amore di Dio per l'umanità, personificato nei tratti umani di Gesù. Non c'era momento più adatto che questo (si chiude il tempo ordinario e si apre la quaresima), in cui l'uomo, abbandonato all'esaltazione della propria incontrollata debolezza, cosciente, riprendesse il suo faticoso cammino con Cristo verso la gioia della Pasqua, verso la Vita ritrovata. Per questo ricupero dell'uomo smarrito, il Verbo di Dio si rivestì di carne umana per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria. Incominciò a camminare in terra di Palestina da vero uomo, confuso tra la folla, ma pieno di indulgenza per ogni uomo, da buon samaritano. Il suo amore ha la possibilità di guarire, consolare e sollevare tutti indistintamente. "Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò". Venne per ricuperare nell'uomo l'immagine divina deturpata dal peccato e si adoperò in ciò fino al termine della sua vita terrena: "Li amò fino alla fine". L'amore di Dio per l'umanità ha preso un volto pietoso e comprensivo in Gesù perfino nel momento del tradimento di Giuda, di Pietro, dei crocifissori... "Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno". Il furore umano ha avuto successo solo per poco tempo, perché l'insano gesto, Dio Padre in Gesù l'ha rivolto in nostra salvezza, "dalle sue piaghe siamo stati sanati". Quel volto soave, segnato da una morte cruenta ancora è vivo e ci parla, continua a parlarci di perdono e di adozione a figli, figli in lui, Figlio di Dio.

(Formulario della Messa del Santo Volto)
Martedì prima del Mercoledì delle Ceneri
SANTO VOLTO DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO
ANTIFONA D'INGRESSO
Sal 26,8.9
Di te ha detto il mio cuore:
«Cercate il suo volto»;
il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto.
COLLETTA
Padre santo, tu hai voluto che il tuo Figlio unigenito
si incarnasse e ci offrisse nella sua natura umana
una perfetta immagine della divinità;
concedi che, partecipando con lui all'umiliazione della passione,
meritiamo di contemplare in eterno il suo Volto glorioso
nella gioia della risurrezione.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
PRIMA LETTURA
(Is 50,4-9a)
Rendo la mia faccia dura come pietra
oppure (Is 53,1-10)
Come agnello sarà condotto al macello e non aprirà la sua bocca.
SALMO RESPONSORIALE
(dal salmo 26)
SECONDA LETTURA
(Rm, 6, 3-11)
Cristo risuscitato dai morti non muore più
oppure (Col 1,12-20)
Cristo è l'immagine del Dio invisibile.

VANGELO
(Mt 17,1-9)
Il suo volto brillò come il sole
oppure (Mt 27, 26b-30)
Intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo
oppure (Mc 15, 15b-20)
Gli percuotevano il capo e gli sputavano addosso
Oppure (Gv 19,28-37)
Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.
SULLE OFFERTE
O Dio, nostro Padre,
guarda il Volto del tuo Figlio
che offrì se stesso quale vittima per noi,
e fa' che, presentando la stessa immacolata ostia,
noi pure diventiamo un olocausto a te gradito.
Per Cristo nostro Signore.
PREFAZIO
della passione del Signore I.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE
Is 53,4
Egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
oppure, specialmente Se è stato proclamato il vangelo della trasfigurazione:
Mt 17,9
Mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro:
«Non parlate a nessuno di questa visione,
finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti ».
DOPO LA COMUNIONE
Riuniti intorno alla tua mensa, ti preghiamo, Signore:
risplenda su di noi il tuo Volto,
perché, illuminati dalla tua parola e ristorati dal pane celeste,
possiamo essere corroborati dalla potenza
della tua croce e della tua risurrezione.
Per Cristo nostro Signore.

Le letture del giorno:

Il lievito dei farisei e di Erode.
«Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». E quelli dicevano fra loro: «Non abbiamo pane». Gesù ammonisce i suoi. Anch'essi, nonostante la situazione di privilegio di cui godono, rischiano di assimilare la mentalità degli scribi e di Erode. Rischiano cioè l'incredulità e la smemoratezza. Sono stati testimoni oculari dei prodigi compiuti dal loro maestro e stanno lì a lamentarsi della mancanza del pane. Hanno visto come Gesù con pochi pani aveva sfamato una moltitudine di persone e ancora dubitano e temono di restarne senza. Ecco come subentra la superficialità nella nostra vita. Magari abbiamo goduto innumerevoli volte della provvidenza divina e poi, alla prima difficoltà, ci lasciamo prendere dal panico e dalla sfiducia. Ci sono di esempio gli ebrei che avevano fatto un punto di forza per la loro fede il raccontare ai propri figli quanto il Signore ha fatto per loro. Essi erano capaci di fare la teologia della storia per cui adornavano di grazia la scarna cronaca di ogni giorno e tutte le loro vicende. Così canta il salmista: «Ha stabilito una testimonianza in Giacobbe, ha posto una legge in Israele: ha comandato ai nostri padri di farle conoscere ai loro figli, perché le sappia la generazione futura, i figli che nasceranno. Anch'essi sorgeranno a raccontarlo ai loro figli perché ripongano in Dio la loro fiducia e non dimentichino le opere di Dio, ma osservino i suoi comandi». È la forza della testimonianza, la catena della fede, il racconto del Dio presente ed operante nella vita del mondo e in quella di ognuno.

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Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto



L'UMILTÀ

Il quarto gradino dell'umiltà si sale quando nell'esercizio della stessa obbedienza, anche incontrando durezze e difficoltà e persino ricevendo delle ingiurie, si abbraccia nel silenzio del proprio cuore la pazienza, e sopportando tutto, non si viene meno né si indietreggia, perché la Scrittura dice: «Chi persevererà sino alla fine sarà salvato» (Mt 10,22); e ancora: «Si rinfranchi il tuo cuore e sopporta la prova del Signore» (Sal 26,14 Volg.). E per mostrare che il fedele deve sostenere per il Signore anche tutte le contrarietà possibili, la Scrittura dice nella persona di quelli che soffrono: «Per te ogni giorno siamo messi a morte, stimati come pecore da macello» (Sal 43,23); e, certi della speranza della ricompensa divina, essi proseguono con gioia: «Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati» (Rm 8,37). Così pure in un altro passo la Scrittura dice: «Dio, tu ci hai messi alla prova; ci hai passati al crogiuolo come l'argento. Ci hai fatti cadere in un agguato, hai messo un peso ai nostri fianchi» (Sal 65,10-11). E per indicare che dobbiamo sottostare a un superiore, prosegue: «Hai posto un uomo sulle nostre teste» (Sal 65,12).


Cap.7,35-41.

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