Parabola del buon grano
e del loglio
(181.3)
e del loglio
(181.3)
"Ancora in questo bel tempo di grani che spigano, Io vi voglio proporre una parabola presa dai grani. Udite.
Il Regno dei Cieli è simile ad un uomo che seminò buon seme nel suo campo. Ma mentre l'uomo e i suoi servi dormivano venne un suo nemico e sparse seme di loglio sui solchi e poi se ne andò. Nessuno sul principio si accorse di nulla. Venne l'inverno con le piogge e le brine, venne la fine di Tebet e germogliò il grano. Un verde tenero di foglioline appena spuntate. Parevano tutte uguali nella loro infanzia innocente. Venne Scebat e poi Adar e si formarono le piante e poi granirono le spighe. Si vide allora che il verde non era tutto grano ma anche loglio, ben avviticchiato coi suoi vilucchi sottili e tenaci agli steli del grano.
I servi del padrone andarono alla sua casa e dissero:<Signore, che seme hai seminato? Non era seme eletto, mondo da ogni altro seme che grano non fosse?>
<Certo che lo era. Io ne ho scelto i chicchi tutti uguali di formazione. E avrei visto se vi fossero stati altri semi.>
<E come allora è nato tanto loglio fra il tuo grano?>
Il padrone pensò e poi disse: <Qualche nemico mio mi ha fatto questo per farmi danno.>
I servi chiesero allora: <Vuoi che andiamo fra i solchi, e con pazienza liberiamo le spighe dal loglio, strappando quest'ultimo? Ordina e lo faremo.>
Ma il padrone rispose: <No. Potreste nel farlo estirpare anche il grano e quasi sicuramente offendere le spighe ancora tenerelle. Lasciate che l'uno e l'altro stiano insieme fino alla mietitura. Allora io dirò ai mietitori. <<Falciate tutto insieme; poi, avanti di legare i covoni, ora che il seccume ha fatto friabili i vilucchi del loglio mentre più robuste e dure sono le serrate spighe, scegliete il loglio dal grano, e fatene fasci a parte. Li brucerete poi e faranno concime al suolo. Mentre il buon grano lo porterete nei granai e servirà ad ottimo pane con scorno del nemico che avrà guadagnato solo di essere abbietto a Dio col suo livore.>> "
Il Regno dei Cieli è simile ad un uomo che seminò buon seme nel suo campo. Ma mentre l'uomo e i suoi servi dormivano venne un suo nemico e sparse seme di loglio sui solchi e poi se ne andò. Nessuno sul principio si accorse di nulla. Venne l'inverno con le piogge e le brine, venne la fine di Tebet e germogliò il grano. Un verde tenero di foglioline appena spuntate. Parevano tutte uguali nella loro infanzia innocente. Venne Scebat e poi Adar e si formarono le piante e poi granirono le spighe. Si vide allora che il verde non era tutto grano ma anche loglio, ben avviticchiato coi suoi vilucchi sottili e tenaci agli steli del grano.
I servi del padrone andarono alla sua casa e dissero:<Signore, che seme hai seminato? Non era seme eletto, mondo da ogni altro seme che grano non fosse?>
<Certo che lo era. Io ne ho scelto i chicchi tutti uguali di formazione. E avrei visto se vi fossero stati altri semi.>
<E come allora è nato tanto loglio fra il tuo grano?>
Il padrone pensò e poi disse: <Qualche nemico mio mi ha fatto questo per farmi danno.>
I servi chiesero allora: <Vuoi che andiamo fra i solchi, e con pazienza liberiamo le spighe dal loglio, strappando quest'ultimo? Ordina e lo faremo.>
Ma il padrone rispose: <No. Potreste nel farlo estirpare anche il grano e quasi sicuramente offendere le spighe ancora tenerelle. Lasciate che l'uno e l'altro stiano insieme fino alla mietitura. Allora io dirò ai mietitori. <<Falciate tutto insieme; poi, avanti di legare i covoni, ora che il seccume ha fatto friabili i vilucchi del loglio mentre più robuste e dure sono le serrate spighe, scegliete il loglio dal grano, e fatene fasci a parte. Li brucerete poi e faranno concime al suolo. Mentre il buon grano lo porterete nei granai e servirà ad ottimo pane con scorno del nemico che avrà guadagnato solo di essere abbietto a Dio col suo livore.>> "
AVE MARIA PURISSIMA!
Nessun commento:
Posta un commento