sabato 3 novembre 2012

L’amicizia del Signore



Nos autem gloriari oportet in Cruce Domini nostri Jesu Christi.

Nos autem gloriari oportet in Cruce Domini nostri Jesu Christi.

47 – L’amicizia del Signore

Mensaje a "Los últimos"
Le relazioni con le creature spesso la tediavano, come suole accadere a chiunque ama veramente il Signore e non trova che sofferenze e dolore all’infuori di Lui. Perciò spessissimo nel fervore del suo spirito, si recava all’improvviso al suo consueto luogo di preghiera e diceva: «Ecco, Signore, io non trovo che amarezza nelle creature, e solo mi compiaccio di trattenermi e di parlare con te. Mi allontano dunque da loro per occuparmi di te o mio unico bene, solo gaudio del mio cuore e dell’anima mia». Poi, baciando le cinque piaghe del Signore, ripeteva cinque volte questo versetto: «Salve, Gesù sposo dolcissimo, io ti abbraccio con l’amore di tutto l’universo deliziandomi nella tua divinità e bacio la piaga del tuo amore». A queste parole pronunciate sulle piaghe del Signore essa sentiva  svanire ogni tedio e si ritrovava inondata dalla dolcezza di una tenera devozione.
Poiché ripeteva spesso questa pratica, un giorno chiese al Signore se gli fosse gradita pur essendo così breve da non richiedere che pochi momenti. Il Signore rispose: «Ogni volta che me la offrirai, Io accetterò da te questa pratica come si accetta l’ospitalità di un amico che si sforza di attestarci la sua gioia con ogni sorta di cortesie e con la sua delicata premura. Un ospite che fosse accolto così si proporrebbe certo di ricambiare la cortesia del suo amico quando venisse a sua volta a visitarlo; allo stesso modo il mio Cuore pensa con amore alle ricompense da darti nella vita eterna per l’affetto che mi ha attestato quaggiù, e che Io ti renderò centuplicato secondo la regale liberalità della mia onnipotenza, della mia sapienza e della mia bontà».

48 – L’effetto della compunzione

La Comunità temeva assai, un giorno, l’avvicinarsi di un esercito nemico che si diceva essere fortemente armato (1). In tal contingenza fu deciso di recitare il Salterio ripetendo alla fine di ogni salmo il versetto O lux beatissima, con l’antifona: Veni Sancte Spiritus. Lo recitò dunque con devozione insieme alle sue consorelle e comprese che per questa preghiera, fatto sotto l’azione dello Spirito Santo, il Signore infondeva la compunzione in alcune anime, così che esse, dopo aver riconosciuto le loro negligenze, ne concepivano pentimento con un fermo proposito di emendarsi e di evitare per quanto possibile il peccato in avvenire.

Mentre le sue consorelle provavano questa compunzione, essa vide levarsi dai loro cuori, tocchi dallo Spirito divino, come una specie di vapore che, spandendosi per tutto il monastero e per i luoghi vicini, teneva a distanza i nemici. Più un cuore era pieno di pentimento e di buona volontà, più il vapore che da esso saliva aveva forza per respingere ogni potenza ostile.
Conobbe allora che per mezzo del timore del nemico il Signore aveva voluto attirare a Sé i cuori di quella eletta Comunità affinché, spezzati dal dolore e purificati da tutte le loro negligenze, si rifugiassero sotto la sua protezione paterna per trovarvi più abbondante il soccorso del divino conforto.

Dopo aver ricevuto questa illuminazione disse al Signore: «Perché mai, o Signore amatissimo, le rivelazioni che per tua gratuita bontà mi accordi sono così diverse da quelle che tu accordi agli altri? Per questa diversità accade infatti spesso che siano conosciute dalla gente, mentre io preferirei tenerle nascoste». Il Signore rispose: «Se una persona colta, interrogata da persone di diversi paesi rispondesse a tutte in un’unica lingua, non soddisferebbe nessuno. Se invece parla a ciascuno nella lingua che le è propria, vale a dire in latino ai latini e in greco ai greci, la sua scienza risulta tanto più grande quanto maggiore è l’abilità a rispondere nella lingua di chi l’interroga. Allo stesso modo, più la diversità con la quale comunico i miei doni è grande, più chiaramente Io manifesto l’insondabile  profondità della mia sapienza. Essa risponde a ciascuno nel modo più conveniente alla sua intelligenza e rivela ciò che vuol rivelare adattandosi alla capacità di ciascun’anima. Io parlo ai semplici per mezzo di immagini e di paragoni sensibili, e a quelli la cui intelligenza è più vigorosa per mezzo di simboli più misteriosi e profondi».
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(1) Pare che alluda a Re Adolfo che nel 1294 occupò la regione di Eisleben marciando contro i figli di Alberto [nota della edizione latina].

49 – Una preghiera gradita al Signore



Un’altra volta, nella stessa contingenza, la Comunità recitò il Salmo: Benedic anima mea Domino, aggiungendo ad ogni versetto un Oremus appropriato. Essa prese devotamente parte a questa preghiera e il Signore le apparve pieno di grazia e di bellezza: a ogni versetto recitato dalla Comunità prosternata a terra per chiedere grazia, Egli sembrava avvicinarsi a lei per farle baciare la piaga dolcissima del suo sacro costato. Essa la baciò molte volte e il Signore dava manifesti segni di gradire questo suo ossequio. Allora disse al Signore: «Signore amatissimo, poiché questa devozione ti è gradita, ti prego di insegnarmi qualche breve orazione che Tu possa accogliere con altrettanta misericordiosa degnazione da chiunque la reciti devotamente». Divinamente ispirata capì allora che il Signore avrebbe gradita, con la stessa compiacenza di una lunga preghiera la recita devota dei tre seguenti versetti, ripetuti cinque volte in onore delle sue cinque piaghe. Si doveva però baciarle ogni volta, aggiungendo qualche preghiera o colletta di propria scelta, e offrire tutto al suo dolcissimo Cuore, organo della SS. Trinità. Ecco i tre versetti: «O Gesù, salvatore del mondo, Tu a cui solo è impossibile il non aver pietà dei miseri, esaudiscici», «Tu che per la tua croce hai riscattato il mondo, o Cristo ascoltaci!, «O Gesù, sposo dolcissimo, salve! Io ti abbraccio con l’affetto del mondo intero, deliziandomi nella tua Divinità, e bacio questa piaga del tuo amore!». E ancora il Salmo 117: «Il Signore è la mia forza e la mia gloria, egli si è fatto mio Salvatore ecc.».

Un’altra volta, mentre si recitava lo stesso Salmo, essa vide che il Signore Gesù raffigurato in un Crocifisso, che si trovava in coro, lasciava sfuggire dalla sue piaghe delle fiamme ardenti che salivano verso Dio Padre per supplicarlo a favore della Comunità, attestando in tal modo il grande amore che il suo Cuore le portava.



Conociendo a la Purísima
<<Cor Mariæ Immaculatum, intercede pro nobis>>

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