S. Gertrude la
Grande – Le Rivelazioni,
III, Capitoli
45-56
45 – In qual modo il Signore gradisca l’ossequio dimostrato al Crocifisso
Un certo
venerdì, dopo aver passato tutta la notte insonne immersa in preghiere e ardenti
desideri, si ricordò di avere una volta tolto i chiodi a un Crocifisso per
sostituirli con dei profumati chiodi di garofano, e disse al Signore: «O mio
Diletto, che cosa ha i dunque pensato quando per tenerezza ho tolto i chiodi di
ferro dalle dolci ferite delle tue mani e dei tuoi piedi per sostituirli con
quegli altri chiodi profumati?». Il Signore rispose: «Ho tanto gradito questa
tua testimonianza d’amore che ho sparso su tutte le ferite dei tuoi peccati il
balsamo preziosissimo della mia
Divinità; tutti i Santi si diletteranno in eterno di vedere le tue ferite
emanare un così prezioso liquore». «O Signore mio – essa riprese – accorderesti
forse lo stesso favore a tutti quelli che facessero altrettanto?». «Non a tutti
– rispose il Signore – ma soltanto a quelli che lo facessero con lo stesso
amore. Anche se però, eccitati dal tuo esempio, lo facessero soltanto con tutta
la devozione possibile, la ricompensa sarebbe ancora molto grande».
A queste parole
essa prese il Crocifisso, lo coprì di teneri baci, stringendolo fra le braccia e
colmandolo di carezze. Dopo alquanto tempo, sentendo venir meno le sue forze a
motivo di quella veglia prolungata, depose il Crocifisso dicendo: «Addio Signore
caro, ti auguro una buona notte: adesso lasciami dormire, affinché possa
ritrovare le forze che ho perduto nel trattenermi con Te».
Ciò detto si
voltò dall’altra parte per dormire. Mentre così riposava le parve che il
Signore, staccando il braccio destro della croce come per attirarla a Sé, le
sussurrasse all’orecchio: «Ascolta, o mia diletta, le parole del mio canto», e
sulla melodia dell’inno Rex Christe factor
omnium, le cantasse questa
strofa: «Amor meus continuus, tibi
languor assiduus, amor tuus suavissimus mihi sapor gratissimus: il mio amore assiduo sia il tuo continuo
languore: il tuo amore soavissimo sia la mia gradita dolcezza».
Quando ebbe
finito disse: «Ora, invece del Kyrie eleison che si canta dopo ogni strofa, chiedimi le
grazie che desideri e te le concederò». Essa espresse allora al Signore alcuni
desideri e fu benignamente esaudita. Dopo di che il Signore Gesù ripeté la
stessa strofa e di nuovo la invitò a chiedere ciò che desiderava. Ripeterono
così parecchie volte, alternandosi, le stesse parole. Il Signore in tal modo le
impedì però di dormire: ma a un certo momento le sue forze ormai esaurite la
costrinsero al sonno. Così finalmente poté dormire un po’ prima dell’alba.
Ed ecco: il Signore Gesù, che non si allontana mai da coloro che Lo amano, le apparve in sogno, e, attirandola a Sé, trasse, per ristorarla, dalla ferita del suo sacro petto una vivanda deliziosa che Egli stesso di sua propria mano la posava sulle labbra. Rifatta così di forze, si svegliò piena di energia e ringraziò devotamente il Signore.
Ed ecco: il Signore Gesù, che non si allontana mai da coloro che Lo amano, le apparve in sogno, e, attirandola a Sé, trasse, per ristorarla, dalla ferita del suo sacro petto una vivanda deliziosa che Egli stesso di sua propria mano la posava sulle labbra. Rifatta così di forze, si svegliò piena di energia e ringraziò devotamente il Signore.
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