giovedì 1 novembre 2012

Come il Signore gradisca l’ossequio dimostrato al Crocifisso



S. Gertrude la GrandeLe Rivelazioni, III, Capitoli 45-56

45 – In qual modo il Signore gradisca l’ossequio dimostrato al Crocifisso


Un certo venerdì, dopo aver passato tutta la notte insonne immersa in preghiere e ardenti desideri, si ricordò di avere una volta tolto i chiodi a un Crocifisso per sostituirli con dei profumati chiodi di garofano, e disse al Signore: «O mio Diletto, che cosa ha i dunque pensato quando per tenerezza ho tolto i chiodi di ferro dalle dolci ferite delle tue mani e dei tuoi piedi per sostituirli con quegli altri chiodi profumati?». Il Signore rispose: «Ho tanto gradito questa tua testimonianza d’amore che ho sparso su tutte le ferite dei tuoi peccati il balsamo preziosissimo della mia Divinità; tutti i Santi si diletteranno in eterno di vedere le tue ferite emanare un così prezioso liquore». «O Signore mio – essa riprese – accorderesti forse lo stesso favore a tutti quelli che facessero altrettanto?». «Non a tutti – rispose il Signore – ma soltanto a quelli che lo facessero con lo stesso amore. Anche se però, eccitati dal tuo esempio, lo facessero soltanto con tutta la devozione possibile, la ricompensa sarebbe ancora molto grande».

A queste parole essa prese il Crocifisso, lo coprì di teneri baci, stringendolo fra le braccia e colmandolo di carezze. Dopo alquanto tempo, sentendo venir meno le sue forze a motivo di quella veglia prolungata, depose il Crocifisso dicendo: «Addio Signore caro, ti auguro una buona notte: adesso lasciami dormire, affinché possa ritrovare le forze che ho perduto nel trattenermi con Te».

Ciò detto si voltò dall’altra parte per dormire. Mentre così riposava le parve che il Signore, staccando il braccio destro della croce come per attirarla a Sé, le sussurrasse all’orecchio: «Ascolta, o mia diletta, le parole del mio canto», e sulla melodia dell’inno Rex Christe factor omnium, le cantasse questa strofa: «Amor meus continuus, tibi languor assiduus, amor tuus suavissimus mihi sapor gratissimus: il mio amore assiduo sia il tuo continuo languore: il tuo amore soavissimo sia la mia gradita dolcezza».

Quando ebbe finito disse: «Ora, invece del Kyrie eleison che si canta dopo ogni strofa, chiedimi le grazie che desideri e te le concederò». Essa espresse allora al Signore alcuni desideri e fu benignamente esaudita. Dopo di che il Signore Gesù ripeté la stessa strofa e di nuovo la invitò a chiedere ciò che desiderava. Ripeterono così parecchie volte, alternandosi, le stesse parole. Il Signore in tal modo le impedì però di dormire: ma a un certo momento le sue forze ormai esaurite la costrinsero al sonno. Così finalmente poté dormire un po’ prima dell’alba. 

Ed ecco: il Signore Gesù, che non si allontana mai da coloro che Lo amano, le apparve in sogno, e, attirandola a Sé, trasse, per ristorarla, dalla ferita del suo sacro petto una vivanda deliziosa che Egli stesso di sua propria mano la posava sulle labbra. Rifatta così di forze, si svegliò piena di energia e ringraziò devotamente il Signore.

AVE MARIA PURISSIMA! 

VIRGO DOLOROSISSIMA!

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