Ogni
giorno, un contadino portava l'acqua dalla sorgente al villaggio in due grosse
anfore che legava sulla groppa dell'asino, che gli trotterellava accanto. Una
delle anfore, vecchia e piena di fessure, durante il viaggio, perdeva acqua.
L'altra, nuova e perfetta, conservava tutto il contenuto senza perderne neppure
una goccia.
L'anfora
vecchia e screpolata si sentiva umiliata e inutile, tanto più che l'anfora
nuova non perdeva l'occasione di far notare la sua perfezione: "Non perdo
neanche una stilla d'acqua, io!".
Un
mattino, la vecchia anfora si confidò con il padrone: "Lo sai, sono
cosciente dei miei limiti. Sprechi tempo, fatica e soldi per colpa mia. Quando
arriviamo al villaggio io sono mezza vuota. Perdona la mia debolezza e le mie
ferite".
Il giorno
dopo, durante il viaggio, il padrone si rivolse all'anfora screpolata e le
disse: "Guarda il bordo della strada".
"E' bellissimo, pieno di fiori".
"Solo grazie a te", disse il padrone. "Sei tu che ogni giorno
innaffi il bordo della strada. Io ho comprato un pacchetto di semi di fiori e
li ho seminati lungo la strada, e senza saperlo e senza volerlo, tu li innaffi
ogni giorno...".
Siamo tutti pieni di ferite e screpolature, ma se lo vogliamo, Dio
sa fare meraviglie con le nostre ímperfezioni.
Ho fatto tanti sogni che non si sono mai avverati. Li ho visti svanire
all'alba. Ma quel poco che grazie a Dio si è attuato, mi fa venire voglia di
sognare ancora.
Ho formulato tante preghiere senza ricevere risposta, pur avendo atteso a lungo
e con pazienza, ma quelle poche che sono state esaudite mi fanno venire voglia
di pregare ancora.
Mi sono fidato di tanti amici che mi hanno abbandonato e mi hanno lasciato a
piangere da solo, ma quei pochi che mi sono stati fedeli mi fanno venire voglia
di avere ancora fiducia.
Ho sparso tanti semi che sono caduti per la strada e sono stati mangiati dagli
uccelli, ma i pochi covoni dorati che ho portato fra le braccia, mi fanno
venire voglia di seminare ancora
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