I misteri del Signore
Durante tutto il corso dell'anno la celebrazione del Sacrificio Eucaristico e l'Ufficio Divino si svolgono soprattutto
intorno alla persona di Gesù Cristo; e si organizzano in modo così consono e congruo, da farvi dominare il nostro
Salvatore nei suoi misteri di umiliazione, di redenzione e di trionfo.
Rievocando questi misteri di Gesù Cristo, la sacra Liturgia mira a farvi partecipare tutti i credenti in modo che
il divin Capo del Corpo Mistico viva nella pienezza della sua santità nelle singole membra.
Siano, le anime dei
cristiani, come altari sui quali si ripetano e si ravvivano le varie fasi del Sacrificio che immola il Sommo Sacerdote:
i dolori, cioè, e le lacrime che lavano ed espiano i peccati;
la preghiera a Dio rivolta che si eleva fino
al cielo;
la propria immolazione fatta con animo pronto, generoso e sollecito e, infine,
l'intima unione con la
quale abbandoniamo a Dio noi e le nostre cose e riposiamo in Lui, «essendo il succo della religione imitare
colui che adori».
Conformemente a questi modi e motivi con i quali la Liturgia propone alla nostra meditazione in tempi fissi la vita
di Gesù Cristo, la Chiesa ci mostra gli esempi che dobbiamo imitare, e i tesori di santità che facciamo nostri,
perché è necessario credere con lo spirito a ciò che si canta con la bocca, e tradurre nella pratica dei privati e
pubblici costumi ciò che si crede con lo spirito.
Avvento
Infatti, nel tempo dell'Avvento, eccita in noi la coscienza dei peccati miseramente commessi; e ci esorta affinché,
frenando i desideri con la volontaria mortificazione del corpo, ci raccogliamo in pia meditazione e siamo
spinti dal desiderio di tornare a Dio, che solo può liberarci con la sua grazia dalla macchia dei peccati e dai mali
che ne conseguono.
Natale
Con la ricorrenza del Natale del Redentore, sembra quasi ricondurci alla grotta di Betlemme, perché vi impariamo
che è assolutamente necessario nascere di nuovo e riformarci radicalmente; il che è possibile soltanto
quando ci uniamo intimamente e vitalmente al Verbo di Dio fatto uomo, e siamo partecipi della sua divina natura,
alla quale veniamo elevati.
Epifania
Con la solennità della Epifania, ricordando la vocazione delle Genti alla fede cristiana, vuole che noi ringraziamo
ogni giorno il Signore per così grande beneficio, desideriamo con grande fede il Dio vivo, comprendiamo con
devozione e in profondità le cose soprannaturali, e prediligiamo il silenzio e la meditazione per potere facilmente
capire e conseguire i doni celesti.
Settuagesima
Nei giorni della Settuagesima e della Quaresima, la Chiesa, nostra Madre, moltiplica le sue cure perché ognuno
di noi si renda diligentemente conto delle sue miserie, sia attivamente incitato alla emendazione dei costumi, e
detesti in modo particolare i peccati cancellandoli con la preghiera e la penitenza; giacché l'assidua preghiera e
la penitenza dei peccati commessi ci ottengono l'aiuto divino, senza il quale è inutile e sterile ogni opera nostra.
Passione
Nel sacro tempo, poi, nel quale la Liturgia ci propone gli atroci dolori di Gesù Cristo, la Chiesa ci invita al Calvario,
per seguire le orme sanguinose del Divin Redentore, affinché portiamo volentieri la Croce con Lui, abbiamo
in noi gli stessi sentimenti di espiazione e di propiziazione, e perché insieme moriamo tutti con Lui.
Pasqua
Con la solennità Pasquale, che commemora il trionfo di Cristo, l'anima nostra è pervasa di intima gioia, e dobbiamo
opportunamente pensare che anche noi dobbiamo risorgere insieme con il Redentore da una vita fredda
ed inerte, a una vita più santa e fervente, offrendoci tutti e con generosità a Dio, e dimenticandoci di questa misera
terra per aspirare soltanto al cielo: «Se siete risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù, . . . aspirate alle
cose di lassù».
Pentecoste
Nel tempo di Pentecoste, finalmente, la Chiesa ci esorta con i suoi precetti e la sua opera, ad offrirci docilmente
all'azione dello Spirito Santo, il quale vuole accendere i nostri cuori di divina carità, perché progrediamo ogni
giorno nella virtù con impegno maggiore, e così ci santifichiamo, come Cristo Signore e il suo Padre celeste sono
santi.
Tutto l'anno liturgico, dunque, può dirsi un magnifico inno di lode che la famiglia cristiana indirizza al Padre celeste
per mezzo di Gesù eterno suo mediatore; ma richiede da noi anche uno studio diligente e bene ordinato per
conoscere e lodare sempre più il nostro Redentore; uno sforzo intenso ed efficace, un indefesso addestramento
per imitare i suoi misteri, per entrare volontariamente nella via dei suoi dolori, e per partecipare finalmente alla
sua gloria ed alla sua eterna beatitudine.
Da quanto è stato esposto appare chiaramente, Venerabili Fratelli, quanto siano lontani dal vero e genuino concetto
della Liturgia quegli scrittori moderni, i quali, ingannati da una pretesa più alta disciplina mistica, osano affermare
che non ci si deve concentrare sul Cristo storico, ma sul Cristo «pneumatico e glorificato»;
e non dubitano
di asserire che nella pietà dei fedeli si sarebbe verificato un mutamento, per cui il Cristo è stato quasi detronizzato,
con l'occultamento del Cristo glorificato che vive e regna nei secoli dei secoli e siede alla destra del
Padre, mentre al suo posto è subentrato il Cristo della vita terrena.
Alcuni, perciò, arrivano fino al punto di voler
rimuovere dalle chiese le immagini del Divin Redentore che soffre in Croce.
Ma queste false opinioni sono del tutto contrarie alla sacra dottrina tradizionale. «Credi nel Cristo nato in carne -
così Sant'Agostino - e arriverai al Cristo nato da Dio, Dio presso Dio».
La sacra Liturgia, poi, ci propone tutto
Cristo, nei vari aspetti della sua vita: il Cristo, cioè, che è Verbo dell'Eterno Padre, che nasce dalla Vergine Madre
di Dio, che ci insegna la verità, che sana gli infermi, che consola gli afflitti, che soffre, che muore; che, infine,
risorge trionfando sulla morte, che, regnando nella gloria del cielo, ci invia lo Spirito Paraclito, che vive sempre
nella sua Chiesa: «Gesù Cristo ieri ed oggi: Egli è anche nei secoli».
E inoltre non ce lo presenta soltanto come un esempio da imitare, ma anche come un maestro da ascoltare, un
pastore da seguire, come mediatore della nostra salvezza, principio della nostra santità, e Mistico Capo di cui
siamo membra, viventi della sua stessa vita.
E siccome i suoi acerbi dolori costituiscono il mistero principale da cui proviene la nostra salvezza, è secondo le
esigenze della fede cattolica porre ciò nella sua massima luce, poiché esso è come il centro del culto divino, essendone
il Sacrificio Eucaristico la quotidiana rappresentazione e rinnovazione, ed essendo tutti i Sacramenti
congiunti con strettissimo vincolo alla Croce.
Perciò l'anno liturgico, che la pietà della Chiesa alimenta e accompagna, non è una fredda e inerte rappresentazione
di fatti che appartengono al passato, o una semplice e nuda rievocazione di realtà d'altri tempi. Esso è,
piuttosto, Cristo stesso, che vive sempre nella sua Chiesa e che prosegue il cammino di immensa misericordia
da Lui iniziato con pietoso consiglio in questa vita mortale, quando passò beneficando allo scopo di mettere le
anime umane al contatto dei suoi misteri, e farle vivere per essi; misteri che sono perennemente presenti ed operanti,
non nel modo incerto e nebuloso nel quale parlano alcuni recenti scrittori, ma perché, come ci insegna
la dottrina cattolica e secondo la sentenza dei Dottori della Chiesa, sono esempi illustri di perfezione cristiana, e
fonte di grazia divina per i meriti e l'intercessione del Redentore, e perché perdurano in noi col loro effetto, essendo
ognuno di essi, nel modo consentaneo alla propria indole, la causa della nostra salvezza.
Si aggiunge che la pia Madre Chiesa, mentre propone alla nostra contemplazione i misteri di Cristo, con le sue
preghiere invoca quei doni soprannaturali per i quali i suoi figli si compenetrano dello spirito di questi misteri per
virtù di Cristo.
Per influsso e virtù di Lui, noi possiamo, con la collaborazione della nostra volontà, assimilare la
forza vitale come rami dall'albero, come membra dal capo, e ci possiamo progressivamente e laboriosamente
trasformare «secondo la misura dell'età piena di Cristo».
Le feste dei Santi
Nel corso dell'anno liturgico si celebrano non soltanto i misteri di Gesù Cristo, ma anche le feste dei Santi, nelle
quali, sebbene si tratti di un ordine inferiore e subordinato, la Chiesa ha sempre la preoccupazione di proporre
ai fedeli esempi di santità che li spingano ad adornarsi delle stesse virtù del Divin Redentore.
È necessario, difatti, che noi imitiamo le virtù dei Santi, nelle quali brilla in vario modo la virtù stessa di Cristo,
come di Lui essi furono imitatori. Poiché in alcuni rifulse lo zelo dell'apostolato; in altri si dimostrò la fortezza dei
nostri eroi fino all’effusione del sangue; in altri brillò la costante vigilanza nell'attesa del Redentore; in altri rifulse il verginale candore dell'anima e la modesta dolcezza della cristiana umiltà; in tutti, poi, arse una fervidissima
carità verso Dio e verso il prossimo.
La Liturgia pone davanti ai nostri occhi tutti questi leggiadri ornamenti di santità perché ad essi salutarmente
guardiamo, e perché «noi che godiamo dei loro meriti siamo accesi dai loro esempi».
È necessario, dunque,
conservare «l'innocenza nella semplicità, la concordia nella carità, la modestia nell'umiltà, la diligenza nel governo,
la vigilanza nell'aiutare chi soffre, la misericordia nel curare i poveri, la costanza nel difendere la verità, la
giustizia nella severità della disciplina, perché nulla in noi manchi di ogni virtù che ci è stata proposta ad esempio.
Queste sono le tracce che i Santi, nel loro ritorno alla patria, ci lasciarono, perché seguendo il loro cammino,
possiamo seguirli nella beatitudine». E perché anche i nostri sensi siano salutarmente impressionati, la
Chiesa vuole che nei nostri templi siano esposte le immagini dei Santi, sempre, però, allo stesso fine, che cioè
«imitiamo le virtù di coloro dei quali veneriamo le immagini».
Ma c'è ancora un altro motivo del culto del popolo cristiano per i Santi: quello di implorare il loro aiuto, e di «esser
sostenuti dal patrocinio di coloro delle lodi dei quali ci dilettiamo». Da ciò facilmente si deduce il perché delle
numerose formule di preghiere che la Chiesa ci propone per invocare il patrocinio dei Santi.
Tra i Santi, poi, ha un culto preminente Maria Vergine, Madre di Dio.
La sua vita, per la missione affidatale da
Dio, è strettamente inserita nei misteri di Gesù Cristo, e nessuno, di certo, più di lei ha calcato più da vicino e
con maggiore efficacia le orme del Verbo Incarnato, nessuno gode di maggiore grazia e potenza presso il Cuore
sacratissimo del Figlio di Dio, e, attraverso il Figlio, presso il Padre celeste.
Essa è più santa dei Cherubini e dei
Serafini, e senza alcun paragone più gloriosa di tutti gli altri Santi, essendo «piena di grazia», Madre di Dio, e
avendoci dato col suo felice parto il Redentore. A Lei, che è «Madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza
nostra» ricorriamo tutti noi «gementi e piangenti in questa valle di lacrime», e affidiamo con fiducia noi e tutte le
nostre cose alla sua protezione. Essa è diventata Madre nostra mentre il Divin Redentore compiva il sacrificio di
Sé, e perciò, anche a questo titolo, noi siamo figli suoi. Essa ci insegna tutte le virtù; ci dà suo Figlio, e, con Lui,
tutti gli aiuti che ci sono necessari, perché Dio «ha voluto che tutto noi avessimo per mezzo di Maria».
Per questo cammino liturgico che ogni anno ci è aperto di nuovo, sotto l'azione santificatrice della Chiesa, confortati
dagli aiuti e dagli esempi dei Santi, soprattutto della Immacolata Vergine Maria, «accostiamoci con cuore
sincero, con pienezza di fede, purgati il cuore da coscienza di colpa e lavati il corpo con acqua pura», al «grande
Sacerdote», per vivere e sentire con Lui, e penetrare per suo mezzo «fino al di là del velo» ed ivi onorare il
Padre celeste per tutta la eternità.
Tale è l'essenza e la ragione d'essere della sacra Liturgia: essa riguarda il Sacrificio, i Sacramenti e la lode di
Dio; l'unione delle nostre anime con Cristo e la loro santificazione per mezzo del Divin Redentore, perché sia
onorato Cristo, e per Lui ed in Lui la Santissima Trinità: Gloria al Padre, al Figliolo e allo Spirito Santo.
AMDG et BVM
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