Dio volle liberare gli ebrei dal giogo degli egizi, e spinse
Mosè a presentarsi dinanzi all'orgoglioso faraone. Mosè fece miracoli per
provare la sua missione divina, lanciò piaghe sull'Egitto e ostentò il potere
divino, aprendo dinanzi a sé le acque del Mar Rosso e in esse seppellendo per
sempre gli eserciti nemici.
Dio volle salvare la Francia dal dominio inglese nel
Medioevo, e invece di far nascere tra i figli di questa nazione un grande
generale, chiamò per realizzare la sua opera una fanciulla, innocente
pastorella della Lorena.
All'improvviso, un paese sconfitto e decadente, fatto a
pezzi dall'ambizione, governato da un principe debole ed esitante, risuscita
nel sentire la convocazione di Giovanna. La sua verginale voce dona forza ai
deboli, coraggio ai codardi e fede ai non credenti. La sua innocenza infonde
terrore ai nemici, restaura la purezza dei dissoluti. Il suo nome è un urlo di
guerra. La sua figura uno stendardo immacolato.
Nella sua breve vita conobbe gli splendori della gloria e le
umiliazioni della più vile persecuzione: quella della calunnia - l'ultima
risorsa degli invidiosi, un'arma perfida degli infami, che risparmia il corpo e
ferisce l'onore.
Condannata a morte come strega, ridotta alle ceneri dal
fuoco, la sua innocenza trionfò negli altari per sempre: Santa Giovanna d'Arco.
Sentiamo il nostro fondatore proclamare la grandezza della verginale
"Pulzella" di Lorena:
Nel tempo in cui la Francia feudale, la Francia dell'eroismo
e dei cavalieri, si trovava sotto il giogo conquistatore dell'Inghilterra, una
pastorella fu chiamata da Dio in un villaggio molto umile, il cui nome suona
come il rintocco delle campane: Domrémy.
Fin da molto giovane Giovanna coltivava l'abitudine di
pregare e di trovarsi da sola nei campi, portando a pascolare il gregge dei
suoi genitori. Un giorno ascoltò delle voci misteriose che finirono per
identificarsi come le voci di San Michele e di due sante. Queste voci la
esortarono a presentarsi al re di Francia e a comuicargli che Dio la inviava
con lo scopo di annunciargli il Suo aiuto per espellere gli inglesi dal
territorio francese.
Quella vergine incantevole decise allora di partire e di
presentarsi al sovrano. Appena arrivò alla corte le successe un bellissimo fatto,
che venne a provare l'autenticità della sua missione. In un epoca come quella,
in cui non vi era nè stampa né televisione, esisteva soltanto una maniera di
conoscere il volto del re: quella di guardarlo direttamente. Chi non lo avesse
mai visto non sarebbe stato capace di identificarlo, attraverso la sua
fisionomia, in mezzo a tante persone. Il giorno in cui il re Carlo VII
accondiscese ad ascoltare Santa Giovanna d'Arco si vestì come un semplice
nobile, e dall'affollato salone delle udienze si ritirò verso un luogo
appartato, inviando un altro verso la postazione centrale, vestito come se
fosse il monarca.
Santa Giovanna d'Arco entrò, guardò tutti, e senza indugiare
si incamminò verso colui che si nascondeva in un angolo dicendogli: "O Re,
io vengo a parlarvi!"
Nel colloquio che seguì, Carlo VII mise in difficoltà la
giovane pastorella, tuttavia lei superò tutte le prove. Convinto della sua
missione, il monarca la mise, fragile e debole, a capo di uno degli eserciti
più forti dell'Europa. E lei, nella sua fragilità verginale e incantevole, lo
comandò e respinse gli inglesi quasi completamente fuori dalla Francia.
Una volta, Santa Giovanna d'Arco si rivolse a Carlo VII e
gli disse che voleva da lui un inestimabile regalo, e chiese se il monarca era
disposto a farlielo. Lui disse di sì. Lei allora, affermò che voleva il Regno
di Francia! Sorpreso e forzato il re accondiscese.
Santa Giovanna d'Arco immediatamente fece chiamare un
quattro notai e stilò un contratto tramite cui riceveva da Carlo VII la Francia,
spogliando il sovrano, a proprio vantaggio, di tutti i diritti sul Regno. Dopo
che il re ebbe firmato il documento, Santa Giovanna d'Arco ne fece stilare un
altro, tramite cui lei, in nome di Dio, riconsegnava al monarca il Regno di
Francia!
In Carlo VII, che non era stato ancora incoronato, la
regalità si trovava abbastanza viva per non morire, ma abbastanza morta per non
rivivere. In realtà, si trovava sul punto di perire e quasi disturbava il corso
della Storia. Santa Giovanna d'Arco chiese la sua rinuncia e restaurò in lui
- per mandato divino - ciò che stava morendo, dando al regno di Francia una
nuova vita.
Era una pastorella chiamata a splendere nella corte di un
re. Era una vergine chiamata a vivere in un campo militare, in cui, purtroppo
tante e tante volte il linguaggio è impuro, e la presenza delle donne dissolute
si fa notare. Lei vi splendette come un cero di purissima cera in piena notte.
La sua verginità aveva qualcosa di immacolatamente
argentato, aveva lo sfolgorio dell'argento. Furono così grandi le vittorie di
Santa Giovanna d'Arco che ancor prima che gli inglesi fossero al di fuori del
territorio francese, sorsero delle condizioni propizie all'incoronazione di
Carlo VII nella cattedrale di Reims.
Lei condusse fin lì Carlo VII e lui fu incoronato in mezzo a
una gloria indicibile. Santa Giovanna d'Arco assistette alla cerimonia nel
posto d'onore, portando il suo stendardo azzurro e bianco in cui vi erano
ricamati i nomi di Gesù e Maria.
Dato che lei aveva sempre avuto nemici tra i francesi, uno
di essi le chiese:
- Cosa ci fa il tuo stendardo? È uno stendardo per la
guerra, non per le feste!
E lei rispose:
- Esso è stato con me nell'ora della lotta e della fatica, è
naturale che sia con me nell'ora della gloria!
Dopo l'incoronazione di Carlo VII, restava ancora una parte
della Francia da riconquistare.
Nella battaglia di Compiège, il tradimento immondo come la
vipera si arrotolò intorno all'eroica pastorella. I borgognoni, vassalli che si
erano ribellati contro il re di Francia la arrestarono, e in cambio di soldi la
consegnarono agli inglesi.
Le voci che lei aveva sentito sembrava le avessero promesso
che sarebbe morta soltanto quando il potere inglese fosse sconfitto in Francia.
E lei sperava tanto di salvare quel nobile paese che arrivò a saltare giù da
una torre in cui si trovava prigioniera, per fuggire e continuare a lottare.
Nei suoi insondabili disegni Dio non fece il miracolo di aiutarla, e neppure le
voci la aiutarono, e lei fu arrestata nuovamente!
Gli inglesi si misero d'accordo con un vescovo francese,
espulso da poco dalla propria diocesi grazie al suo sostegno all'invasore
straniero, e accusarono Santa Giovanna d'Arco di stregoneria. Dicevano che le
sue vittorie erano frutto di un patto con il demonio.
Nel corso del processo lei si difese come una leonessa. Le
sue risposte alle domande dei giudici erano caste come una corazza e affilate
come la lama di una spada. Tuttavia, contro ogni aspettativa, fu condannata dal
tribunale dell'Inquisizione al rogo, come una vile strega!
Dio, che era stato così presente in tutti i suoi combattimenti,
adesso era assente. Nel mattino della sua morte la vestirono con una tunica
infamante e la condussero su di un carretto, in piedi e con le mani legate alla
schiena, come se fosse una malvivente, verso il luogo del supplizio. Il popolo
gremiva le strade per cui lei passava, e sul cammino un araldo leggeva la
sentenza, tutta fatta di infami e false accuse.
Continuando il tragitto, il carretto arrivò alla piazza in
cui era preparato il rogo. Santa Giovanna D'Arco scese e camminò verso di essa.
Si può immaginare la perplessità che le invadeva l'anima: "Ma, allora,
quelle voci non erano vere? Quelle voci avrebbero mentito? Dio mio, la mia vita
sarà stata un inganno? É l'Inquisizione che mi condanna! È un tribunale
ecclesiastico, guidato da un vescovo, composto da teologi e da uomini di
legge....Mi sarò sbagliata o mio Dio?!"
Il rogo venne acceso. Non passò molto tempo e la suppliziata
cominciò a sentir crescere i dolori della morte. In un certo momento le parve
di aver avuto una visione, la sentirono gridare all'interno delle fiamme:
"Le voci non mentirono! Le voci non mentirono!"
Il fuoco avvolse il suo corpo, lei morì con tutti i dolori
di colui che è bruciato vivo, però ripetè fino all'ultimo momento: "Le
voci non mentirono! Le voci non mentirono!" Sembrava volesse dire:
"Vi è un mistero, ma io muoio felice perché faccio la volontà di
Dio!"
Il mistero si spiegò a lei: le voci non avevano mentito.
L'impeto dato da Santa Govanna d'Arco nell'offensiva contro
gli invasori inglesi era stato così grande che essi non osarono resistere
all'esercito francese. Poco dopo il sacrificio dell'eroina, cadde il potere
inglese in Francia. Lei morì senza poter vedere la caduta del muro. Tuttavia,
le voci non avevano mentito. Circa 120 anni dopo, Calais, l'ultima città
inglese in Francia, cadde e si concluse la riconquista del territorio francese.
L'Inghilterra, durante questo periodo, divenne protestante e
Calais diventò una città eretica: era l'unghia dell'eresia conficcata nel suolo
benedetto della Francia. Ma le voci non mentirono e l'opera di Santa Giovanna
d'Arco giunse a termine.
Per Dio non esiste fretta. Lui è eterno. Sono trascorsi più
di trecento anni.... Soltanto nel 1908 volle l'Altissimo che San Pio X, in una
cerimonia magnifica, in mezzo a gioiosi rintocchi di campane, canonizzasse la
vergine guerriera di Domrémy. Il trionfo della santa pastorella coperta da
un'armatura costituiva ancora uno sfulgorio che la Chiesa emetteva dal suo
interno.
Il nome di Santa Giovanna d'Arco rimarrà come una saga, un
mito, un poema, fino alla fine del mondo: la vergine eroica e debole, che
scacciò gli inglesi dal dolce Regno di Francia e che realizzò così la volontà
di Nostra Signora, Regina del Cielo e della terra. (Mons. João Clá Dias, EP)
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