Massimiliano Maria Kolbe è entrato nell'elenco dei
santi con i titolo di sacerdote e martire. La sua testimonianza illumina di luce
pasquale l’orrido mondo dei lager. Nacque in Polonia nel 1894; si consacrò al
Signore nella famiglia Francescana dei Minori Conventuali.
Innamorato della Vergine, fondò « La milizia di Maria Immacolata» e svolse, con la parola e con la stampa, un intenso apostolato missionario in Europa e in Asia. Deportato ad Auschwitz durante la seconda guerra mondiale, in uno slancio di carità offrì la sua vita di sacerdote in cambio di quella di un padre di famiglia, suo compagno di prigionia. Morì nel bunker della fame il 14 agosto 1941. Giovanni Paolo II lo ha chiamato «patrono del nostro difficile secolo ». La sua figura si pone al crocevia dei problemi emergenti del nostro tempo: la fame, la pace tra i popoli, la riconciliazione, il bisogno di dare senso alla vita e alla morte. Zelo apostolico per la salvezza e la santificazione delle anime
Dalle lettere di san Massimiliano Maria
Kolbe (Cfr. Scritti di Massimiliano M. Kolbe, traduzione italiana, Vol. I,
Firenze 1975, pp. 44-46. 113-114)
<<Sono pieno di gioia, fratello carissimo, per l'ardente zelo che ti spinge a promuovere la gloria di Dio. Nei nostri tempi, constatiamo, non senza tristezza, il propagarsi dell'«indifferentismo». Una malattia quasi epidemica che si va diffondendo in varie forme non solo nella generalità dei fedeli, ma anche tra i membri degli istituti religiosi. Dio è degno di gloria infinita. La nostra prima e principale preoccupazione deve essere quella di dargli lode nella misura delle nostre deboli forze, consapevoli di non poterlo glorificare quanto egli merita. La gloria di Dio risplende soprattutto nella salvezza delle anime che Cristo ha redento con il suo sangue. Ne deriva che l'impegno primario della nostra missione apostolica sarà quello di procurare la salvezza e la santificazione del maggior numero di anime. Ed ecco in poche parole i mezzi più adatti per procurare la gloria di Dio nella santificazione delle anime. Dio, scienza e sapienza infinita, che conosce perfettamente quello che dobbiamo fare per aumentare la sua gloria, manifesta normalmente la sua volontà mediante i suoi rappresentanti sulla terra. L'obbedienza, ed essa sola, è quella che ci manifesta con certezza la divina volontà. E' vero che il superiore può errare, ma chi obbedisce non sbaglia. L'unica eccezione si verifica quando il superiore comanda qualcosa che chiaramente, anche in cose minime, va contro la legge divina. In questo caso egli non è più interprete della volontà di Dio. Dio è tutto: solo lui è infinito, sapientissimo, clementissimo Signore, creatore e Padre, principio e fine, sapienza, potere e amore. Tutto ciò che esiste fuori di Dio ha valore in quanto si riferisce a lui, che è creatore di tutte le cose, redentore degli uomini, fine ultimo di tutte le creazioni. Egli ci manifesta la sua volontà e ci attrae a sé attraverso i suoi rappresentanti sulla terra, volendo servirsi di noi per attrarre a sé altre anime e unirle nella perfetta carità. Considera, fratello, quanto è grande, per la misericordia di Dio, la dignità della nostra condizione. Attraverso la via dell'obbedienza noi superiamo i limiti della nostra piccolezza, e ci conformiamo alla volontà divina che ci guida ad agire rettamente con la sua infinita sapienza e prudenza. Aderendo a questa divina volontà a cui nessuna creatura può resistere, diventiamo più forti di tutti. Questo è il sentiero della sapienza e della prudenza, l'unica via nella quale possiamo rendere a Dio la massima gloria. Se esistesse una via diversa e più adatta, il Cristo l'avrebbe certamente manifestata con la parola e con l'esempio. Il lungo periodo della vita nascosta di Nazareth è compendiato dalla Scrittura con queste parole: «e stava loro sottomesso» (Lc 2, 51). Tutto il resto della sua vita è posto sotto il segno dell'obbedienza, mostrando frequentemente che il Figlio di Dio è disceso sulla terra per compiere la volontà del Padre. Amiamo dunque, fratelli, con tutte le forze il Padre celeste pieno di amore per noi; e la prova della nostra perfetta carità sia l'obbedienza, da esercitare soprattutto quando ci chiede di sacrificare la nostra volontà. Infatti non conosciamo altro libro più sublime che Gesù Cristo crocifisso, per progredire nell'amore di Dio. Tutte queste cose le otterremo più facilmente per l'intercessione della Vergine Immacolata che Dio, nella sua bontà, ha fatto dispensatrice della sua misericordia. Nessun dubbio che la volontà di Maria è la stessa volontà di Dio. Consacrandoci a lei, diventiamo nelle sue mani strumenti della divina misericordia, come lei lo è stato nelle mani di Dio. Lasciamoci dunque guidare da lei, lasciamoci condurre per mano, tranquilli e sicuri sotto la sua guida. Maria penserà a tutto per noi, provvederà a tutto e allontanando ogni angustia e difficoltà verrà prontamente in soccorso alle nostre necessità corporali e spirituali.>> |
MESSALE
Antifona d'Ingresso Mt
25, 34. 40
«Venite, o benedetti dal Padre mio», dice il Signore. «ero malato e mi avete visitato. In verità vi dico: ogni volta che voi avete fatto queste cose a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l’avete fatto a me». Veníte, benedícti Patris mei, dicit Dóminus. Amen dico vobis: quámdiu fecístis uni de his frátribus meis mínimis, mihi fecístis. Colletta O Dio, che hai dato alla Chiesa e al mondo san Massimiliano Maria Kolbe, sacerdote e martire, ardente di amore per la Vergine Immacolata, interamente dedito alla missione apostolica e al servizio eroico del prossimo, per sua intercessione concedi a noi, a gloria del tuo nome, di impegnarci senza riserve al bene dell'umanità per imitare, in vita e in morte, il Cristo tuo Figlio. Egli è Dio... Deus, qui sanctum Maximiliánum Maríam, presbyterum et mártyrem, amóre Vírginis Immaculátæ succénsum, animárum zelo et próximi dilectióne replevísti, concéde propítius, ut, eo intercedénte, pro tua glória in servítio hóminum strénue laborántes, usque ad mortem Fílio tuo conformári valeámus. Qui tecum. LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Sap 3.1-9 Dio li ha graditi come un olocausto. Dal libro della Sapienza Le anime dei giusti, sono nelle mani di Dio, nessun tormento le toccherà. Agli occhi degli stolti parve che morissero; la loro fine fu ritenuta una sciagura, la loro dipartita da noi una rovina, ma essi sono nella pace. Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi, la loro speranza è piena di immortalità. In cambio di una breve pena riceveranno grandi benefici, perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé: li ha saggiati come oro nel crogiuolo e li ha graditi come un olocausto. Nel giorno del loro giudizio risplenderanno; come scintille nella stoppia, correranno qua e là. Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli e il Signore regnerà per sempre su di loro. Quanti confidano in lui comprenderanno la verità; coloro che gli sono fedeli vivranno presso di lui nell'amore, perché grazia e misericordia sono riservate ai suoi eletti. Oppure: 1 Gv 3, 14-18 Non amiamo a parole, ma coi fatti e nella verità. Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo Fratelli, noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna. Da questo abbiamo conosciuto l’amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l’amore di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità. Salmo Responsoriale Dal Salmo 115 Preziosa agli occhi dei Signore è la morte dei suoi fedeli.Ho creduto anche quando dicevo: «Sono troppo infelice» Ho detto con sgomento: «Ogni uomo è inganno ».Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato? Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome dei Signore. Sì, io sono il tuo servo, Signore, io sono tuo servo, figlio della tua ancella; hai spezzato le mie catene. A te offrirò sacrifici di lode e invocherò il nome dei Signore. Canto al Vangelo Gv 12,25 Alleluia, alleluia. «Chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna». Alleluia. Vangelo Gv 15, 12-16 Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Dal vangelo secondo Giovanni In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre, l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda ».
Sulle Offerte
Accogli, Signore, i doni e le preghiere che ti presentiamo nel ricordo di san Massimiliano Maria, e fa' che impariamo ad offrirti come lui il sacrificio della nostra vita. Per Cristo nostro Signore.
Múnera nostra tibi, Dómine,
exhibémus, supplíciter exorántes, ut sancti Maximiliáni Maríæ exémplo, vitam
nostram tibi discámus offérre. Per Christum.
Antifona alla Comunione Gv 15, 13 «Nessuno ha un amore più grande di questo: dar la vita per i propri amici », dice il Signore.
Maiórem caritátem nemo habet,
ut ánimam suam ponat quis pro amícis suis, dicit Dóminus.
Dopo la Comunione O Dio, premio e gloria dei martiri, che ci hai nutriti del corpo e sangue del tuo Figlio, suscita anche in noi da questo sacro convito il fuoco della carità, che infiammò san Massimiliano Maria e lo spinse a donare la vita per i fratelli. Per Cristo nostro Signore.
Quæsumus, Dómine, ut refécti
Córpore et Sánguine Fílii tui, eo caritátis igne accendámur, quem ex hoc
convívio sanctus Maximiliánus María accépit. Per Christum.
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Sono gli ultimi insegnamenti di San Massimiliano Maria Kolbe ai suoi frati. Queste riflessioni possono aiutarci in ogni tempo a seguire il Signore sulla via della croce
Il vero amore per il prossimo non cerca il proprio profitto, ma solo il beneficio dell’altro. Quanto più impariamo ad amare l’Immacolata, tanto più ci amiamo a vicenda. Questo è l’amore che ci permette di vincere. La disposizione a perdonare viene dalla grazia ed è in armonia col comandamento dell’amore. Grazie all’amore per l’Immacolata, divento capace di perdonare sempre e completamente. Quando l’amore per l’Immacolata cessa, svanisce anche il nostro amore reciproco. L’Immacolata vuole che conserviamo l’armonia dell’amore. Cari figlioli, se sulla terra viviamo nell’amore, stiamo già pregustando il cielo. Le cose di questo mondo passeranno; anche la fede e la speranza alla fine termineranno, ma l’amore rimane per sempre. Con l’amore entreremo nella vita eterna, e in Cielo, alla presenza dell’Immacolata, l’amore sarà purificato e portato al suo grado più alto. Spesso l’amore e la sofferenza vanno insieme. Chi ama è vulnerabile. Il grande amore che l’Immacolata ha nutrito per il suo Figlio le ha procurato una grande sofferenza sotto la croce. I santi non potevano immaginare la loro vita separata dalla sofferenza. Soffrire per amore, nutre l’amore. Cercare di evitare le croci, le mortificazioni e le sofferenze non porta alla felicità. Chi però soffre consapevolmente per amore avrà l’animo appagato. Sono i momenti di sofferenza e le croci che procurano all’anima i meriti più preziosi. Se Dio ha stabilito per noi un sentiero di sofferenza e se la nostra anima deve attraversare un sentiero doloroso, gioiamo e siamo certi che Egli ci procurerà una purificazione spirituale. Poiché la punizione del purgatorio è lunga e severa, Dio dimostra un amore speciale a coloro che egli purifica in questa vita. L’accettazione volontaria delle croci in questa vita è ricambiata da una più grande gioia in cielo. Quanto più un credente, con l’aiuto della grazia di Dio, esercita una fede genuina, tanto più pesante è la croce che Egli mette sulle sue spalle affinché il fedele rifletta il suo Signore crocifisso nel suo cammino di fede. Accumuliamo grazie divine perseverando anche nella tristezza, nella fatica, nella sofferenza, nella persecuzione, nelle cadute, nell’abbandono e nelle derisioni; e come Gesù sulla croce preghiamo per tutti, sforzandoci con tutti i mezzi possibili di portare gli uomini a Dio attraverso l’Immacolata. La sofferenza e il sacrificio sono la prova dell’amore. Quando l’amore penetra il nostro intimo, i sacrifici diventano necessari all’anima. La gioia spirituale nasce dal sacrificio. Ricordate, l’amore vive e si nutre di sacrificio. Le croci ci possono assalire, ma la grazia di Dio, che ha riscaldato i nostri cuori, li infiammerà con tanto amore che noi bruceremo dal desiderio di soffrire illimitatamente, di essere umiliati, di essere derisi e abbandonati. In questo modo dimostreremo come amiamo il Padre e il nostro miglior amico Gesù Cristo e la sua carissima Madre immacolata, poiché la sofferenza è la scuola dell’amore. San Giovanni della Croce ha scritto: «Noi facciamo esperienza dell’amore quando portiamo l’amore là dove non esiste». (Dagli appunti di fra Gerolamo segretario personale di Padre Massimiliano Kolbe e altri frati, questi furono i punti che san Massimiliano presentò nella sua riflessione. Non esiste documentazione. Ho ricostruito la meditazione sulla base di quanto mi è stato riferito e di quanto conosciamo dell’insegnamento di san Massimiliano - C. R. Foster) Umiltà, virtù fondamentale
Ringrazio di tutto cuore coloro che mi hanno augurato soprattutto ciò che l'Immacolata vuole da me e non viceversa, che "io mi affatichi per la nostra amata Mammina", che "io sia uno strumento docile per realizzare quanto Ella desidera e non ostacoli mai le Sue intenzioni, come pure che io non faccia mai nulla contro la fondamentale virtù dell'umiltà", che "io possa consumare le mie energie ed essere, per Maria, disprezzato come una scopa", "che io possa ottenere il sorriso dell'Immacolata", "la conquista del mondo intero a Lei".
(SK 286) L'autentica umiltà
L'autentica umiltà consiste nel...
- evitare, fuggire gli onori, - nascondere le grazie divine, - umiliare se stessi, esaltare DIO come conviene (SK 987) Umiltà perfetta
È umiltà perfetta:
- guardarsi da tutte quelle parole che possono attirarci la gloria, la stima e l'apprezzamento degli altri, - accettare volentieri ogni occasione di umiliazione, - accettare le occasioni di disprezzo e di umiliazione prima con pazienza, poi volentieri, senza difficoltà, alla fine con gioia. (SK 969)
Intercede pro nobis”
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"Dignare me laudare Te Virgo sacrata. Da mihi virtutem contra hostes tuos". "Corda Iésu et Marìae Sacratìssima: Nos benedìcant et custòdiant".
domenica 12 agosto 2012
San MassimilianoMaria KOLBE ci dice: "Lasciamoci dunque guidare dall'Immacolata, lasciamoci condurre per mano, tranquilli e sicuri sotto la sua guida. Maria penserà a tutto per noi, provvederà a tutto e allontanando ogni angustia e difficoltà verrà prontamente in soccorso alle nostre necessità corporali e spirituali".
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