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La figlia d’Israele: Maria SS.ma
“Il nome del bel fiore ch’io sempre invoco
E mane e sera”
Dante III, 23, 88
La Madonna è figura di primissimo piano nella storia della salvezza. Di Lei abbiamo tante notizie quante bastano per comprendere l’essenziale. In verità osserva San Tommaso da Villanova - “alla sua piena storia basta ciò che è scritto nel tema: Da Lei è nato Gesù. Che cerchi di più?”
È la Palestina la regione fortunata dove la Vergine nacque e visse. È come un posto-cerniera per eccellenza tra i continenti decisivi per la storia umana: Asia, Europa ed Africa.
Oggi è denominata Stato d’Israele o Israele, e si collega storicamente al regno ebraico fondato da David undici secoli avanti Cristo. La sua è una storia tra le più affascinanti e misteriose, con periodi di esilio e con molteplici dominazioni da parte dei persiani, greci, egiziani e romani. Questi ultimi, nel 63 avanti Cristo la assoggettarono imponendole poco dopo un re idumeo, Erode, detto il grande, forse per la smisurata ambizione e astuzia, oppure per gli straordinari lavori fatti alla città di Gerusalemme e al suo tempio.
Fu allora che su questa terra santa, che aveva visto l’arcobaleno di Dio, sbocciò il fiore più bello del popolo di Israele. Con questo fiore divino tutte le promesse di Dio ad Abramo, Isacco e Giacobbe cominciarono a realizzarsi nella loro pienezza.
La storia meravigliosa di Maria Santissima si inquadra tutta in questa piccola cornice storico-geografica.
Resta da dire che tra le città di Nazareth e Gerusalemme che si disputano l’onore di aver dato i natali alla Madre di Dio, la preferenza — per tradizione assodata — va alla cittadina della Galilea al nord della Palestina, Nazareth, che significa “fiore di Galilea” o “sentinella”, città fin allora mai celebrata nella Bibbia, anzi disprezzata da tutti.
Definire con precisione la data della sua nascita non ci è possibile. In verità, dopo molte discussioni sull’argomento, ben poco è stato concluso. Esiste un documento, il cosiddetto Chronicon Paschale, che asserisce: “Maria è nata da Gioacchino ed Anna, sotto i consoli di Roma, Domizio Enobarbo e Cornelio Scipione”. Ma quale valore dare a questo documento?
Non ci resta che contentarci di una data approssimativa: stabilendo la nascita di Cristo nel 748 (anno più probabile) si viene a concludere che la Vergine sua Madre, data la consuetudine delle fanciulle ebree di sposarsi all’età di circa 12- 14 anni, sia nata intorno agli anni 728-733 di Roma.
I genitori di Maria ci sono noti attraverso la fonte della tradizione. I loro nomi sono Gioacchino, che significa “Il Signore eleva”, ed Anna, che vuol dire “grazia, compassione”. La pia tradizione narra che essi ripartirono i loro beni in tre porzioni: una al Tempio, una per i poveri e una per il proprio sostentamento. La Chiesa cattolica, come anche quella orientale, li venera entrambi il 26 luglio.
Certamente tra gli antenati della Madonna ci sono stati dei peccatori. Però quanto più la linea genealogica si avvicinava a Maria tanto più si purificava. Ci piace pensare che questo continuo processo di purificazione culminò nei due da cui doveva procedere “l’Aurora fulgida, splendida come il sole, più della luna, candida!” Dio rivestì la Madre sua di ogni nobiltà, non solo di quella che deriva dalla sua altissima perfezione morale, bensì anche della nobiltà del sangue e della carne, essendo discendente dalla dinastia dei re di Giuda e quindi della regale famiglia davidica.
Se poi consideriamo che la sua parente (cugina) Elisabetta era una delle figlie di Aronne della stirpe sacerdotale (cfr Lc 1, 5.36) ci accorgiamo ancor più dell’altissima nobiltà delle sue origini.
Pensando a tutto ciò San Bernardino esclama in un suo sermone: “Quale fu la più nobile donna che formasse mai Iddio? La Vergine Maria! Leggi San Matteo nel capitolo primo dove dice: tale generò tale; e tale tale. E troverai essere discesa: prima per 14 patriarchi, e poi per 14 duci, e poi per 14 re. Se tu trovi mai femmina discesa da tali uomini, io vò essere arso.. Indi viene che, secondo la natura, Maria fu la più nobile Duchessa che fusse mai nell’universo; e la più nobile Reina, e la pin nobile Imperadrice!”
La tradizione ci dice anche che la Vergine fu concepita quando i genitori Gioacchino ed Anna avevano raggiunto un’età molto avanzata e ormai vivevano nel dolore di non aver avuto alcun figlio.
Più in particolare si riferisce che Gioacchino, offrendo un giorno doni al tempio, sia stato respinto dal sacerdote perché non avendo figli era un maledetto da Dio. Il povero vecchio, piangente, si ritirò col suo gregge in solitudine dove restò sei mesi supplicando il Signore e digiunando, fino a quando un angelo lo consolò con la promessa di un figlio. L’umile insistenza dei santi coniugi aveva ottenuto l’impossibile. La loro pazienza vinse il tempo e la sofferenza si mutò in gioia immensa.
Dio donò loro Maria bambina.
Ed essi divennero i genitori, e poi i nonni, più felici e più fecondi e più grandi del mondo: “Rallegratevi e giubilate, Gioacchino ed Anna! Questa vostra figlia, un giorno, conservando intatta la verginità, vi darà per nipote lo stesso Dio!” È il caso di dire che Dio “dono più grande ad altri non diè”, perché nel seno di Anna si operò il più grande prodigio che abbia visto il Cielo, si formò il tesoro più grande, che ci preparò all’incontro con Gesù Redentore.
La santa Chiesa ci insegna che questa divina Bambina, per 1’onnipotenza di Dio ebbe il privilegio di essere preservata e immune da ogni contagio di colpa originale e da ogni altra macchia per sempre, in previsione dei meriti di Cristo Gesù. L’anima di questa Bimba, nell’atto di unirsi al corpo che Dio le dava attraverso la madre Anna, non contrasse peccato alcuno, e quindi nemmeno per un istante fu priva di grazia; anzi la ricevé questa Grazia in una pienezza tale che è incomprensibile a umana creatura.
La santa Chiesa ha sempre creduto all’Immacolata Concezione di Maria Vergine. Tutti gli Ordini religiosi, in particolare i Francescani — con a capo il beato Giovanni Duns Scoto (1265-1308) chiamato Dottore del Verbo Incarnato, Dottore Sottile, Dottore estatico, ma soprattutto Dottore Mariano - hanno diffuso e difeso dappertutto questo privilegio della Madre di Dio. Fu il Sommo Pontefice Beato Pio IX a definire solennemente come dogma di fede cattolica l’immunità di Maria Santissima dal peccato originale. Era 1’8 dicembre 1854. Quattro anni dopo la proclamazione la Vergine stessa venne a Lourdes per dire a Bernadette quello che già aveva detto di Lei Pio IX: “IO SONO L’IMMACOLATA CONCEZIONE”; come per dire che il Papa aveva ragione.
Tutti i genitori hanno il sacro dovere di istruire i figli perché quanto prima si orientino verso l’ultimo fine e non già alle puerilità cui la natura si inclina. Se a tempo e con diligenza i genitori, in armonia, adempissero questo loro dovere, in seguito i figli si troverebbero più abili per servire il Signore.
Certo la santa madre Anna, in nome della creatura che portava in seno (il cui stato sublime le era nascosto), adorò il Creatore e lo ringraziò per il dono della vita, supplicandolo che la custodisse, difendesse e guidasse a lieto fine. E' una lezione per i genitori perché raccomandino alla divina Provvidenza il frutto del loro amore, chiedendo che i bimbi ricevano quanto prima il santo battesimo per essere liberi dal peccato originale e chiamarsi figli di Dio.
Ognuno immagini la trepidazione di Gioacchino e più ancora di Anna durante quei nove mesi di attesa del parto beato. Tradizionalmente per tale evento è fissata la data dell’8 settembre [ma molto probabilmente la data di questa festa sarà anticipata al 5 agosto] . Il Natale di questa Bambina diffuse su tutte le cose una luce e una gioia ineffabili; fu — come poeticamente canta la Chiesa — un messaggio di gioia per il mondo intero: “Nativitas tua, Virgo Maria, gaudium annuntiavit in universo mundo”.
E finalmente cielo e terra, terra e santi Padri nel seno di Abramo, ebbero la notizia tanto sospirata: “È nata Colei che sarà la Madre del Messia promesso!”
“L’apparizione della Madonna nel mondo è come l’arrivo dell’aurora che precede la luce della salvezza, Cristo Gesù ... Maria è l’annuncio, Maria è il preludio, Maria è l’aurora, Maria è la vigilia, Maria è la preparazione immediata, che corona e mette termine al secolare svolgimento del piano divino della redenzione; è il traguardo della profezia, è la chiave di intelligenza dei misteriosi messaggi messianici” (Paolo VI).
Sessanta giorni dopo il felice parto, Anna, puntuale, umile e fedele compì tutti i riti della Legge (cf Lv 12, 5-6): salì con la santa Bambina al tempio e supplicò preghiere per sé e la figlia; a Dio non restava che premiare l’umiltà d’ambedue che, santissime, si presentavano peccatrici.
Alla santa Bambina, secondo le più pure tradizioni giudaiche, alla presenza dei parenti e del sacerdote fu imposto il nome. Un nome che certamente fu ispirato da Dio ai santi genitori. Il nome di questa Bambina fu Maria.
Ogni nome indica sempre una missione specifica. Mariologi ed esegeti gareggiano nel darci l’interpretazione giusta del santo nome di Maria.
C’è chi ritiene che Maria derivi dalla parola Mara, che letteralmente significa pingue (il che per gli orientali equivale a bella); però tale termine si usava solo con le cose e quindi non tutti accettano questo significato, anche se Maria non solo è bella, ma è la bellezza.
Altri difendono l’interpretazione di perla amara o mare amaro, come fa il Minocchi e il dottor serafico San Buonaventura da Bagnoregio che testualmente dice: “Sta scritto.. Ecco una nuvoletta sale dal mare ... e subito la pioggia cadde a dirotto” (1 Re 18, 44), ossia Cristo, figlio di Maria, che significa mare amaro, e che fecondò tutta la Chiesa con la pioggia della grazia.
È chiaro il riferimento alla missione di Corredentrice che Maria esercitò nella sua vita dolorosa. Tale significato ci sembra il meno contestato e uno dei più aderenti alla persona di Maria. Ciò è avvalorato anche dalla storia d’Israele: alla sorella di Mosè fu imposto il nome di Maria molto probabilmente per le circostanze drammatiche in cui si trovavano gli ebrei in Egitto.
C’è anche chi lo fa derivare dal verbo marah merì, cioè ribellione. Maria sarebbe la ribellione personificata contro satana e il suo regno nel mondo. In certo senso questo significato si riaggancia al precedente.
È seducente l’interpretazione proposta dal P. Zorell. Il nome Maria sarebbe composto da due parole, una egiziana e l’altra ebraica; myr o myrt, ovvero amata; Sam è Jahvèh, ovvero Dio. Myrjam o Maria significa quindi: amata da Dio!”
Sembra questo il significato più attendibile, filologicamente e storicamente.
La sorella di Mosè era stata l’unica ad avere questo nome essendo nata e cresciuta in Egitto, e quindi molto probabilmente anche il nome della Vergine sarebbe di origine egiziana. In Egitto non mancavano nomi composti che iniziavano con la parola myr e terminavano con il nome di qualche divinità.
E logico pensare che gli ebrei alla falsa divinità sostituirono il nome del vero Dio. Anche con la storia questa interpretazione è in perfetta armonia. Ma- ria è stata veramente “l’Amata da Dio!”; Ella più di qualunque altra creatura ha goduto del1’Amore di Dio “il quale creerebbe un secondo Paradiso perché Lei avesse raddoppiate lodi!”
Possiamo dire che il nome di Maria racchiude tutto l’Amore di Dio. Perciò è dolcissimo come il nome di Gesù. Quanti con devoto affetto l’invocano ricevono copiosissime grazie, sono consolati e vivificati, in esso trovano medicina ai loro mali, tesori per arricchirsi e luce che li guida alla vita eterna.
Maria è nome terribile contro l’inferno; esso solo basta a schiacciare la testa di satana e dà la vittoria su tutti i nemici. Maria è la Vincitrice. E satana La teme, più degli angeli e degli uomini e dello stesso potere divino. Il Nome di Maria gli fa ribrezzo più del nome di Gesù e della sua santa Croce. E perché? Ecco: l’umiltà della Piccola Serva del Signore lo umilia più della divina onnipotenza. E come non ricordare il canto di San Bernardo su questo nome divino?
“Se soffiano i venti delle tentazioni, se t’imbatti negli scogli del dolore, guarda la stella, invoca Maria! Se ti senti flagellato dalle onde dell’orgoglio, dell’ambizione, della calunnia, dell’invidia, guarda la stella, invoca Maria!
“Se la tua fragile imbarcazione è minacciata dall’ira, dalla superbia, dall’impurità, guarda Maria!
“Se oppresso dai tuoi peccati, scoraggiato dai rimorsi della coscienza e tri- ste al ricordo del giudizio di Dio, stai per cedere all’avvilimento e alla disperazione, ricordati di Maria!
“Nei pericoli, nelle prove, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria!
“Che Maria non s’allontani mai dalle tue labbra né dal tuo cuore! E per meritare la sua protezione sforzati di imitare i suoi esempi”.
La storia contiene molteplici prove di protezione ottenute nel nome di Maria. Una per tutte: esattamente il 12 settembre 1683, alle porte di Vienna, l’esercito polacco di Giovanni III Sobieski, in collaborazione con le forze alleate tedesche e austriache, piegava e annientava l’armata turca di Kara Mustafà. Il re Giovanni III, capo supremo degli eserciti cristiani valutò questa vittoria da credente comunicando al papa Innocenzo XI il grandioso avvenimento: “Venimmo, vedemmo e Dio vinse!” La storia narra che tutta Roma per ordine del papa assunse l’aspetto di festa: illuminazioni, canti di ringraziamento, scampanii a non finire, salve di cannone, speciale commemorazione dei caduti.
Per la vittoria Innocenzo XI istituì per tutta la Chiesa la festa del Santissimo Nome di Maria da celebrarsi nella prima domenica dopo la Natività della Madonna, e ordinò di coniare una medaglia commemorativa con l’iscrizione: “La tua destra, o Signore, ha colpito il nemico” (Es 15,6). A Roma, sempre per ordine del Papa, sorse anche la basilica votiva del Santissimo Nome di Maria, al Foro Traiano, dove il 12 settembre di ogni anno ha luogo una funzione religiosa speciale. Simile a questa fu l’anteriore vittoria di Lepanto del 7 ottobre 1571 ottenuta con la preghiera del SS. Rosario.
Se ci siamo soffermati un po’ su queste memorie, l’abbiamo fatto perché si trattò di un evento determinante per la storia d’Europa, ed eloquentissimo per la gloria del Santissimo nome di Maria.
Per questo Nome, scudo e difesa nostra, musica del cielo, gioia della Trinità Santissima, nome di cui Gesù si circondò nella vita e nell’ora della morte, dobbiamo tutti ringraziare il Signore. E con questo nome, sulle labbra e nel cuore, dobbiamo essere pronti ad ardue imprese per la gloria divina.
I privilegi che adornarono Maria Santissima sin dal primo istante della Sua esistenza debbono farci pensare all’infinita predilezione che il Signore, nella sua liberalità ha voluto avere per Lei. Con Dio è tutto il Paradiso che benedice Maria, capolavoro della creazione universale e della Misericordia Divina. Al celeste incessante canto dobbiamo unire il nostro, pieni di fiducia perché Colei che Dio ha fatto così grande è la Mamma nostra, che ci segue uno ad uno con ogni cura.
Più sarà stretta l’unione con queste divine realtà e più perfettamente adempiremo il divino precetto di amare Dio e servire il prossimo. Con Maria, uniti a Lei, anche noi avremo tutte le compiacenze di Dio, che dice: “Io ti farò mia sposa per sempre, e ti farò mia sposa nella giustizia e nel giudizio, nella misericordia e nelle tenerezza. Ti farò mia sposa nella fedeltà” (Os 2, 19-20).
Grande onore dunque alla Vergine Maria e fiducia nella sua potenza. Basta soltanto l’eco del Suo Nome Santissimo a mettere in fuga il demonio. Se il mondo sapesse chiamare Maria, sarebbe salvo.
Se il fango della corruzione ferisce e imbratta l’uomo, purché in lui ci sia il desiderio di purificarsi e guarire, allora anche la sola visione di Maria l’eleva nell’azzurro e lo prepara a sentire tutta la dolcezza del rimanere in Dio che è amore. Dove c’è Maria non vi può sussistere nulla che abbia neppure la più lontana parentela con l’impuro. L’Immacolata è bellezza. Per questo Lei non solo ci libera dai massi (peccati mortali) che uccidono, ma anche dalla polvere (peccati veniali e imperfezioni) che abbrutisce.
L’amore che1’Immacolata ci dona diventa forza per vivere in carità e purezza.
AVE MARIA PURISSIMA!
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