PRIMA CINQUANTINA
da offrire in dono (alla Vergine Maria):
I) il Diamante della Purezza; II) il Rubino della
Sapienza; III) la Perla della Grazia; IV) il
Diaspro della Perfezione; V) lo Zaffiro del
Potere.
Carissimi amici e discepoli della
Vergine Maria, nell’Incarnazione Purissima
del Figlio di Dio, il Verbo si fece carne
nell’umanità della Vergine Maria, Maestra e
Regina di Purezza.
La prima Gemma preziosa da offrire a
Maria, estratta dalla prima Miniera della
Rupe Angelica, è il Diamante.
Questa Gemma è chiamata Pietra della
Purezza, e si offre alla Vergine Maria,
quando devotamente si dice “Ave”.
Secondo Sant’Agostino, infatti, l’Ave
segna la fine dei guai della
maledizione e della colpa,
e proclama meravigliosamente la Purezza di Maria.
Secondo Sant’Isidoro poi, il Diamante,
nessun’altra pietra potrà mai scheggiarlo o
spezzarlo, sporcarlo, mescolarlo.
Eppure la forza (delle corna) del capro
riesce ad infrangerlo.
Esso è anche la Gemma più
desiderata, e il demonio la fugge.
C’è chi chiama il Diamante: “Due
amanti”, proprio come l’amore che dona
stabilità e prospettiva.
Secondo Sant’Anselmo, l’Amorevole e
Gloriosa Vergine Maria splende di così
grande Purezza, e, al di sopra di Lei, vi è
solo Dio.
Perciò nel Cantico dei Cantici è
scritto: “Tutta bella sei Amica Mia, e in Te
non c’è alcuna macchia”.
Tutti devono venerare Maria, e le
devono offrire devotamente tale Gemma, dal
momento che la Purezza di Maria si diffonde
sul mondo, e contagia e influenza il diritto
divino naturale e positivo.
Riguardo alla Vergine Maria, scrisse
Sant’Ambrogio nel Sermone sull’Assunzione:
“La maggior lode che va tributata alla
Vergine Maria è quello di essere Purissima,
perché per Lei la Purezza scomparsa è stata
riacquistata e risuscitata.
Tu sei allora l’Albero della Vita, fuori
dal quale tutti i rami sono senza frutto e
dissecchi”.
Così egli scrisse.
Alcuni di voi, forse, diranno: “Ma
quanto vale questo Diamante detto Ave?”
1. Rispondo che esso vale più di tutte
le gemme preziose che, nel deserto, i figli
d’Israele offrirono per Tabernacolo, per
quanto fosse incantevole.
2. Vale più delle gemme preziose che
Salomone offrì al Tempio di Gerusalemme, e
che ebbe nei suoi tesori, per quanto fossero
immensi.
3. Vale più di tutte le gemme preziose,
che ebbero il Bretone Re Artù, Carlo Magno,
Davide, Cisquaso, i tre Re dei Bretoni, e
qualunque altro cristiano abbia mai
posseduto, e che abbiano offerto per Chiese
e Reliquiari di Santi.
E, se nuovamente domandate:
“Quant’è grande questo Diamante Ave, per
superare tutte le gemme preziose dette in
precedenza?"
Rispondo che esso è tanto più grande,
quanto tutto il cielo è più grande di una sola
stella.
Secondo Sant’Agostino, infatti, la più
piccola delle realtà celesti, supera la
totalità delle realtà terrene.
Voi tutti, figli devoti della Vergine
Maria, ascoltate e rispondete a questa mia
domanda: se io un giorno vi regalassi
centocinquanta Diamanti, anche se foste
miei nemici, non vi rappacifichereste con
me, e non esaudireste i miei desideri?
Non mi vorreste più bene di prima,
smettendo ogni offesa, e dimostrandomi in
ogni modo la vostra riconoscenza?
Se è così, forse che, allora, la Vergine
Maria, non vi donerà beni maggiori per
ciascun Rosario che devotamente le
offrirete?
Questo è il Diamante dell’Amicizia, che
annienta gli artifici del demonio, essendo il
frutto del Sangue di Cristo, Agnello
Immacolato, quando la spada della
sofferenza umana gli tolse la vita.
Senza dubbio, dal più piccolo al più
grande, direte certamente di sì.
Sta scritto, infatti: “Date e vi sarà
dato”.
Scrisse Origene che chi donerà le cose
di questo mondo, riceverà il centuplo; chi
donerà la propria vita riceverà mille volte
tanto; chi donerà la propria anima, riceverà
diecimila volte tanto, al momento della
morte riceverà centomila volte tanto, e dopo
la morte, un milione di volte tanto.
Se, dunque, volete arricchirvi, e
ricevere presto la Purezza: fate felice Maria,
e riceverete l’incantevole Regno della
Grazia, in questo mondo, e quello della
Gloria, nel futuro.
Avvicinatevi alla Rupe dell’Ave Maria,
offrendo alla Vergine Gloriosa, ogni giorno,
per cinquanta volte, il Diamante
dell’Innocenza, ossia l’Ave Maria.
Con questa offerta, saluterete
l’Imperatrice del Cielo, che ama tantissimo i
peccatori, ma, infinitamente di più, coloro
che la saluteranno: assai più di quanto
qualsiasi Imperatrice o Regina, abbia mai
amato un proprio suddito, molto di più di
quanto tutte le Imperatrici di questo mondo
riuscirebbero ad amare.
E questo perché, secondo
Sant’Agostino, la Carità della Vergine
Gloriosa sorpassa l’amore terreno di questo
mondo: e sorpassa non solo l’amore umano,
ma anche quello angelico.
Voi tutti, dunque, dal più piccolo al più
grande, per liberarvi dai guai, offrite ogni
giorno a Maria i Diamanti.
Dio, infatti, trasforma la roccia in
laghi, per la potenza di queste Gemme
preziose.
La Sacra Scrittura, poi, amatissimi figli
della Vergine Maria, fa un secondo elogio di
Maria: la Sapienza del come avvenne
l’unione tra la natura umana e la natura
divina, ci insegna come si debba offrire
alla Vergine Maria, Imperatrice di Sapienza,
la seconda Gemma preziosa della seconda
Miniera della Rupe dell’Ave Maria, ossia il
Rubino, quando si dice: “Maria”.
Infatti, la Gloriosa Vergine ci darà la
Sapienza e ci otterrà l’illuminazione, se le
offriremo questo Rubino, non certo se le
donassimo tutta la vana sapienza di questo
mondo.
Infatti, scrisse San Bernardo, la più
piccola preghiera devota detta a Maria nel
più sperduto romitorio, vale più della
sapienza filosofica di questo mondo, e
riceverà un compenso maggiore.
Maria dona la Sapienza, secondo San
Remigio e San Girolamo, perché Ella è
chiamata l’Illuminatrice, ovvero l’Illuminata,
che è un attributo della Sapienza.
Il Rubino, infatti, secondo Sant’Isidoro
ed il Lapidario, nell’acqua risplende, di
notte, come un carbone acceso, scintilla:
scaccia le paure immaginarie; consiglia le
cose da fare; porta a sicura decisione la
mente dubbiosa.
Ecco perché i Re considerano questa
Gemma, di incomparabile valore.
Anche la Gloriosa Vergine Maria
possiede in pienezza le proprietà del
Rubino.
Infatti, scrisse San Bernardo, Ella ha
generato l’Eterna Sapienza, donando al
mondo cieco, la luce della Sapienza
Celeste: una Sapienza che supera
infinitamente la sapienza di Abigail, moglie
di Nabal del Carmelo.
Una Sapienza che si diffonde sul
mondo ogni qualvolta si recita il Rosario.
Ciascuno possiede già una grande
saggezza, che li guida, li mantiene e li
accompagna in questo mondo, e tale
saggezza è degna di onore, scrisse Seneca.
Tuttavia, secondo San Bernardo, la
Sapienza che dona la Beata Vergine Maria è
ben altra: “Io sono la Madre del Bell’Amore,
del Timore, della Conoscenza e della Santa
Speranza” (Eccl., 24,24).
Se, dunque, volete possedere la Luce
della Sapienza, salutate sempre Maria.
Ella, infatti, scrisse Sant’Ambrogio, è
la Stella che illumina le menti dei fedeli, con
una luce superiore a quella del sole.
Riceverete il centuplo nella vita
presente, dal momento che la più minuscola
devota preghiera, scrisse Sant’Anselmo,
vale più di tutte le onorificenze terrene e
dell’umana prudenza.
Qualcuno di voi domanderà: Ma quanto
vale il Rubino Maria?
Rispondo solo: vale più che se tu
offrissi alla Vergine Gloriosa, al posto dei
Rubini Maria, altrettanti Rubini, grandi
quanto le stelle che sono nel firmamento del
cielo; secondo Sant’Agostino, il più piccolo
barlume della Grazia supera l’intera
luminosità dell’universo.
Anche il più piccolo Rubino Maria vale
più di tutti quei grandiosi rubini, quanto
tutto il mondo rispetto al più piccolo rubino
di questo mondo.
Allora, figli benedetti di Maria,
ascoltate bene e rispondetemi: Se ciascuno
di voi, ogni giorno, desse centocinquanta
Rubini (Maria) ad una cara Regina, non vi
amerebbe ella come il proprio Figlio
prediletto?
E non sperate che la Regina (Maria) sia
(ancor più) benevola e amabile verso di voi?
Certamente direte di sì.
Poiché, dunque, la Gloriosa Vergine,
quando le offrite i Rubini, vi ama più che se
tutte le creature del mondo si
trasformassero in Regine amorevoli: per
quanto vi amino di vero cuore, mai
supereranno l’Amore di Maria.
Infatti, secondo Alberto Magno, una
scintilla d’Amore di Maria supera tutto
l’amore del mondo e la totalità delle
amicizie terrene.
Credete fermamente che la Vergine
Sapientissima vi amerà molto di più, e
riceverete la Grazia della Sapienza.
E, davanti all’Amore di Maria,
scomparirebbero il diritto naturale, il diritto
di mutua carità, e il diritto della giustizia
divina, per la legge del più piccolo,
assorbito dal più grande.
Infatti, scrisse Boezio, se chi ama di
meno, riesce a donare tante cose buone, chi
ama di più, allora, donerà beni maggiori.
Sarete coronati centocinquanta volte
nella vita presente, e nella Vita futura
riceverete la corona dei Rubini della
Sapienza: nel Rosario, ogni giorno, salutate
Maria.
Infatti, per la potenza di queste
quindici Gemme preziose, Dio muta la
roccia in laghi.
La terza Lode della Teologia è,
reverendissimi Rettori e Maestri del
luminoso astro di quest’Alma Facoltà, la
Grazia Santificante della Vergine Maria e di
Cristo; essa è descritta nella terza
distinzione del terzo libro delle Sentenze, e
insegna al mondo ad offrire alla Vergine
Piena di grazia, la terza Pietra della terza
Miniera, della Rupe dell’Ave Maria.
Essa è una preziosissima Perla, che
corrisponde alla parola: “Gratia”.
Secondo Sant’Isidoro la Perla è una
candida Gemma, che una straordinaria
rugiada produce in una conchiglia marina,
senza alcuna dipendenza dal corpuscolo
che l’ha generata: essa combatte numerose
malattie e resiste ai fulmini ed ai tuoni.
Infatti se la conchiglia è colpita da un
fulmine, essa non viene meno, e quando è
*danneggiata dai tuoni, genera ugualmente
la Gemma, anche se non compiutamente.
Così scrisse Bartolomeo nel “Libro
della Natura”.
Questo si può dire anche della
Gloriosissima Vergine Maria.
Secondo San Girolamo, infatti, è Lei la
Conchiglia che ha generato, non da seme
umano ma dallo Spirito Santo Glorioso di
Dio, ha generato la Perla di Cristo, che ha
curato le nostre infermità, e ci difende dai
tuoni delle tentazioni e dai fulmini delle
tribolazioni, come scrisse San Bernardo.
Tutti lodino Maria, e le offrano
devotamente la Perla, che corrisponde alla
parola: “Gratia”.
I. In Maria, infatti, risiede la pienezza
della Grazia, che si diffonde sul mondo
intero, che protegge e migliora, secondo
Sant’Alberto.
II. Chi offre Gemme a Maria, riceverà il
centuplo, e se chi le offre tutti i giorni,
diventerà immensamente ricco.
III. Egli, offrendo le Gemme preziose,
si guadagnerà il Regno dei Cieli, perché una
di esse vale più di un intero Regno in terra,
come si legge nella Vita di San Tommaso
Apostolo.
Ancora forse non ti è chiaro, e
timorosamente chiedi: Quanto vale la Perla
Grazia?
Rispondo brevemente, davanti a tutto
il mondo: la Perla Grazia vale molto più del
Paradiso Terrestre; così come il Paradiso
Terrestre valeva assai più del pomo rubato
da Eva.
Ancor di più, secondo San Basilio, una
particella del Regno di Cristo vale più
dell’intero Paradiso Terrestre, dal momento
che il Regno di Cristo porta verso Cielo,
invece il Paradiso Terrestre condusse
all’Inferno.
Forse, carissimi, la Gloriosa Vergine
non sarà felicissima per il dono di così tante
Gemme?
Scrisse San Girolamo che, se ad un
lupo, o ad un leone, o ad un orso dessimo
tutti i giorni da mangiare, ci diverrebbero
certo affezionati.
E non ci amerà assai più di essi, la
Vergine Maria, se le offriamo tutti i giorni il
Rosario?
O forse la Vergine Maria è più
insensibile ed impietosa degli animali più
feroci?
Risponderete tutti di sì, dal più piccolo
al più grande.
Maria, infatti, ama ogni Suo
Rosariante, più di quanto se tutti i padri e le
madri amassero il medesimo figlio unico;
più di quanto mai una madre abbia amato di
amore naturale il proprio figlio.
Osservate con attenzione queste cose,
e per ottenere le Grazie, lodate Maria nel
Rosario.
Coloro che lodano Maria, infatti, sono
salvati, dal più piccolo al più grande, come
si legge nella Vita della Martire Santa
Caterina.
La quarta lode della Sacra Teologia129,
carissimi Servi della Vergine Maria, ossia lo
Spirito Santo che porta a compimento nel
Grembo della Vergine Maria l’Incarnazione
di Gesù Cristo, ci insegna a scavare la
Quarta Miniera preziosissima della Rupe
dell’Ave Maria, dalla quale si estrae la
Gemma Diaspro, per offrirla alla Vergine
Maria, corrispondente alla parola “Plena”.
Infatti, secondo Sant’Isidoro, il
Diaspro, è una Gemma color verde, che
colpisce gli occhi per la sua bellezza, che ha
tante virtù, quante striature possiede.
Secondo Sant’Alberto Magno, il
Diaspro allontana dal corpo la tristezza e gli
trasmette contentezza, amabilità e
sicurezza.
Così pure la Beatissima Vergine Maria,
ricolma della pienezza di Grazia, conquistò
la Santissima Trinità ed il Coro degli Angeli.
Secondo Sant’Alberto Magno, nel Suo
Corpo risplendeva ogni Bellezza, la Vergine
Maria era infatti la più Bella tra tutte le
donne: molto più di Giuditta, di Ester o di
Sara: (così) le sue Virtù sono smisurate, al
pari della Sua Sovranità, e dei Miracoli che
Ella compie.
Secondo San Bernardo, Ella tiene
abbastanza lontane tutte le scelleratezze
del mondo; e, secondo Sant’Agostino, Ella
porta la gioia senza fine ai figli della
dannazione.
A ragione, la Vergine Maria è, a
somiglianza del Diaspro, la Piena di Grazia
nella Bellezza, e non solo spirituale, ma
anche corporale.
E giustamente si desume che la
Vergine Maria da tutti debba essere lodata
nel Rosario.
Anzitutto perché, come diceva Seneca,
le cose più belle sono da lodare.
In secondo luogo (come scrisse
Sant’Agostino nel Sermone della Natività
della Vergine Maria), se le cose che
possiedono una grandiosa Bellezza, sono da
tutti amate e lodate, allora quanto più la
Vergine Maria è da amare e venerare.
In terzo luogo, se la Sacra Scrittura
loda donne bellissime, come Ester, Sara e
Rebecca, allora, quanto più si deve lodare la
Vergine Maria.
Secondo Sant’Agostino, infatti, le altre
donne possedevano in parte la bellezza,
invece solo Maria possiede la Bellezza
Piena.
Ma forse, nonostante l’ammirazione e
la gioia, chiedete: “Quanto vale il Diaspro,
Plena, se lo si offre devotamente?”.
Rispondo senza esitazione davanti a
tutta la Chiesa: vale più di tutte le opere
della creazione di Dio dei primi sette giorni.
Così pure, vale più di tutti i nove Cori
degli Angeli, e più del mondo fisico.
Se, dunque, afferma il Maestro nel
secondo libro delle Sentenze, il Diaspro,
Plena, è degno del Dio della Gloria, non lo
sarà di più la Vergine Maria?
Ascoltate, vi prego, quello che sto per
dire!
Se è così, perché siete pigri, e non
volete arricchirvi di tanti beni?
Non è da ritenere un insensato, chi
rimarrà nell’indolenza?
Prestate ascolto ancora un pochino!
Se dessi un solo ducato al giorno a un
Turco, o ad un Sultano, certo mi
ringrazierebbero con ogni ossequio!
E io, che dono infinitamente di più alla
Vergine Maria, quando nel suo Rosario le
offro questo Diaspro, Plena, Ella sarà più
riconoscente, o più ingrata del Turco?
E’ da insensati pensare che Colei, che
la Chiesa, nel Salve Regina, esalta come la
Madre di Misericordia, non ci darà la Sua
Grazia!
Ella ama un Suo Rosariante, più di
quanto ogni sorella possa amare il proprio
fratello, più di quanti sono i granelli di
sabbia del mare: ammettendo pure che
qualcuna ami il proprio fratello, quanto
Tamar amò suo fratello Assalonne, il quale
uccise (Ammon) che l’aveva violentata.
Eppure, secondo San Gregorio
Nazianzeno, un briciolo di felicità che
proviene dalla Gloria di Dio, supera la più
grande felicità dei beni creati.
E questo perché, secondo il Santo
Maestro Gregorio, quella felicità discende
dalla Gloria di Dio, mentre quella felicità
proviene dalla vita quotidiana.
Dal momento che, dunque, la ragione,
il sentimento, la conoscenza, gli esempi, i
miracoli, l’esperienza e il desiderio del bene
vi incoraggiano a lodare Maria, perché,
allora, non sempre la salutate nel Rosario,
per avere la pienezza della Gloria?
La quinta lode della Teologia, esimi
appassionati della Sapienza, figli della
Vergine Maria, eccelsa Madre Buona del
mondo intero, è il Vincolo Santissimo
dell’Unione (Ipostatica) in Cristo145, che ci
invita a cercare nella quinta miniera della
Rupe della Teologia, ossia dell’Ave Maria, la
quinta Gemma dello Zaffiro, la gemma della
Nobiltà e della Sovranità, e ad offrirla alla
Suprema Regina Maria, quando diciamo nel
porgerLa: “Dominus Tecum”.
Questo perché lo Zaffiro, secondo
Sant’Alberto Magno, San Bartolomeo ed il
Lapidario, è una gemma di colore celeste,
che i Re incastonano sui loro anelli, perché
un tempo, mediante questa gemma, (gli
oracoli) davano i responsi degli dei, e
svelavano gli arcani.
Secondo il Lapidario, questa gemma
dona coraggio e ardimento a chi la porta.
Secondo Sant’Ambrogio, tuttavia, solo
Maria Vergine possiede il Sommo Grado
della Nobiltà.
Infatti, Ella è la Madre del Signore dei
signori.
Allora, tutti i fedeli di Cristo La
chiameranno Regina del mondo.
Grazie a Lei, infatti, che è la Gemma
incastonata sull’Anello della Fede Cristiana,
è stata rivelata la Redenzione del mondo, e
sono stati svelati gli arcani delle realtà
future.
Ella sola, secondo Sant’Agostino,
rende gli animi degli uomini così sicuri,
audaci e forti, da non temere più nulla.
Allora, proprio in quanto è la Regina
Altissima del mondo intero, le si deve offrire
lo Zaffiro “Dominus Tecum”.
E questo, attentissimi auditori, dal
momento che Ella, è anzitutto la Madre del
Signore dei signori, e del Re dei re.
Poi, perché abbiamo il grande
privilegio di essere Suoi Servi.
In terzo luogo, perché se i Sudditi
devono giustamente onorare le Regine della
terra, quanto più noi dobbiamo venerare
l’Altissima Regina Maria, poiché è l’Eccelsa
Regina Madre, al di sopra di ogni raffronto,
come scrisse Sant’Alberto.
Ma se per caso, pieno di meraviglia,
provassi a domandare: “Ma quanto vale la
Gemma dello Zaffiro, “Dominus Tecum”?
Io rispondo senza esitare: essa ha
tanto valore e preziosità, ed è così degna di
essere offerta alla Vergine Maria, a Gloria
della Santissima Trinità e a vantaggio della
Chiesa terrena e celeste, più che se tu
offrissi alla Gloriosa Vergine tante miniere
di zaffiri, estese quanto la Città di Parigi, e
se Le offrissi i sassolini d’ogni specie che vi
sono al mondo.
Ancora di più, è meglio offrire questo
Zaffiro alla Vergine Maria, che offrirLe
nuovamente l’Arca di Noè con gli animali da
salvare: l’antica Arca, infatti, insieme a tutti
gli animali che vi salirono, andarono in
rovina, invece lo Zaffiro della Regalità non si
deteriora mai, e, mediante Esso, anche i
Servi della Vergine Maria, in Cielo,
regneranno in eterno.
E questo (avviene), perché essi hanno
offerto alla Vergine Maria, ogni giorno, per
centocinquanta volte, il titolo di Regina:
così riceveranno il centuplo nell’eternità,
dal momento che, scriveva San Gregorio:
Servire Dio, è regnare con lui.
Date e vi sarà dato.
E questo perché la Regina Maria ama il
più piccolo Servo del suo Rosario, più di
quanto qualunque Nobile Duchessa o
Contessa o Baronessa abbia mai amato un
suo servo, e lo amasse fino alla sua morte.
E ancora, metti caso che, tutti i fili
d’erba e tutte le foglie degli alberi si
mutassero, per intervento divino, in Regine
che ti amassero, questo elevato amore non
è minimamente paragonabile alla tenerezza
infinita con la quale la Vergine Maria ti ama
ogni qualvolta La servi nel Suo Rosario.
Allora, se le cose stanno così:
1. perché tu non ami Colei che ti ama
con così grande tenerezza, e hai invece
tanto trasporto d’affetto per una semplice
(nobil)donna? E ancora:
2. Perché non hai fiducia di questa
grande Regina, e ti affidi totalmente ad una
delle predette Regine?
3. Se tu dessi una sola gemma
preziosa ad un carnefice o ad un giudice o
ad uno dei loro ausiliari, potresti stare
sicuro che, se mai fossi arrestato, essi ti
rimetterebbero in libertà.
E anzi, ti eviterebbero le sevizie e ogni
violenza.
Dal momento che, dunque, la Vergine
Madre di Dio ti è all’infinito più amica e più
grata per i favori, certamente puoi sperare
la salvezza per mezzo dell’Ave Maria.
Non crederai forse (non sia mai!), che
Ella sia più ingrata dei carnefici?
Secondo San Bernardo infatti, Maria è
la Piena di Grazia, ed ama i peccatori più
di quanto essi amano se stessi, poiché Lei è
ripiena di un Amore infinito, secondo il
Santo Maestro.
II. CINQUANTINA. Da offrire in dono (alla Vergine Maria): I. il Calcedonio della Misericordia; II. lo Smeraldo dello Sposalizio; III. il Sardonico del buon Nome; IV. la Sardonice della Prosperità; V. il Crisolito della Salute.
http://www.beatoalano.it/pdf/BAdR_vol4_ita.pdf
AVE MARIA GRATIA PLENA!
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