mercoledì 17 novembre 2021

Prima cinquantina: DIAMANTE - RUBINO - PERLA - DIASPRO - ZAFFIRO

 


PRIMA CINQUANTINA

da offrire in dono (alla Vergine Maria): 

I) il Diamante della Purezza; II) il Rubino della

Sapienza; III) la Perla della Grazia; IV) il

Diaspro della Perfezione; V) lo Zaffiro del

Potere.

Carissimi amici e discepoli della

Vergine Maria, nell’Incarnazione Purissima

del Figlio di Dio, il Verbo si fece carne

nell’umanità della Vergine Maria, Maestra e

Regina di Purezza.

La prima Gemma preziosa da offrire a

Maria, estratta dalla prima Miniera della

Rupe Angelica, è il Diamante.

Questa Gemma è chiamata Pietra della

Purezza, e si offre alla Vergine Maria,

quando devotamente si dice “Ave”.

Secondo Sant’Agostino, infatti, l’Ave

 segna la fine dei guai della

maledizione e della colpa,

e proclama meravigliosamente la Purezza di Maria.

Secondo Sant’Isidoro poi, il Diamante,

nessun’altra pietra potrà mai scheggiarlo o

spezzarlo, sporcarlo, mescolarlo.

Eppure la forza (delle corna) del capro

riesce ad infrangerlo.

Esso è anche la Gemma più

desiderata, e il demonio la fugge.

C’è chi chiama il Diamante: “Due

amanti”, proprio come l’amore che dona

stabilità e prospettiva.

Secondo Sant’Anselmo, l’Amorevole e

Gloriosa Vergine Maria splende di così

grande Purezza, e, al di sopra di Lei, vi è

solo Dio.

Perciò nel Cantico dei Cantici è

scritto: “Tutta bella sei Amica Mia, e in Te

non c’è alcuna macchia”.

Tutti devono venerare Maria, e le

devono offrire devotamente tale Gemma, dal

momento che la Purezza di Maria si diffonde

sul mondo, e contagia e influenza il diritto

divino naturale e positivo.

   Riguardo alla Vergine Maria, scrisse

Sant’Ambrogio nel Sermone sull’Assunzione:

“La maggior lode che va tributata alla

Vergine Maria è quello di essere Purissima,

perché per Lei la Purezza scomparsa è stata

riacquistata e risuscitata.

Tu sei allora l’Albero della Vita, fuori

dal quale tutti i rami sono senza frutto e

dissecchi”.

Così egli scrisse.

Alcuni di voi, forse, diranno: “Ma

quanto vale questo Diamante detto Ave?”

1. Rispondo che esso vale più di tutte

le gemme preziose che, nel deserto, i figli

d’Israele offrirono per Tabernacolo, per

quanto fosse incantevole.

2. Vale più delle gemme preziose che

Salomone offrì al Tempio di Gerusalemme, e

che ebbe nei suoi tesori, per quanto fossero

immensi.

3. Vale più di tutte le gemme preziose,

che ebbero il Bretone Re Artù, Carlo Magno,

Davide, Cisquaso, i tre Re dei Bretoni, e

qualunque altro cristiano abbia mai

posseduto, e che abbiano offerto per Chiese

e Reliquiari di Santi.

   E, se nuovamente domandate:

“Quant’è grande questo Diamante Ave, per

superare tutte le gemme preziose dette in

precedenza?"

Rispondo che esso è tanto più grande,

quanto tutto il cielo è più grande di una sola

stella.

Secondo Sant’Agostino, infatti, la più

piccola delle realtà celesti, supera la

totalità delle realtà terrene.

Voi tutti, figli devoti della Vergine

Maria, ascoltate e rispondete a questa mia

domanda: se io un giorno vi regalassi

centocinquanta Diamanti, anche se foste

miei nemici, non vi rappacifichereste con

me, e non esaudireste i miei desideri?

Non mi vorreste più bene di prima,

smettendo ogni offesa, e dimostrandomi in

ogni modo la vostra riconoscenza?

Se è così, forse che, allora, la Vergine

Maria, non vi donerà beni maggiori per

ciascun Rosario che devotamente le

offrirete?

Questo è il Diamante dell’Amicizia, che

annienta gli artifici del demonio, essendo il

frutto del Sangue di Cristo, Agnello

Immacolato, quando la spada della

sofferenza umana gli tolse la vita.

Senza dubbio, dal più piccolo al più

grande, direte certamente di sì.

Sta scritto, infatti: “Date e vi sarà

dato”.

Scrisse Origene che chi donerà le cose

di questo mondo, riceverà il centuplo; chi

donerà la propria vita riceverà mille volte

tanto; chi donerà la propria anima, riceverà

diecimila volte tanto, al momento della

morte riceverà centomila volte tanto, e dopo

la morte, un milione di volte tanto.

Se, dunque, volete arricchirvi, e

ricevere presto la Purezza: fate felice Maria,

e riceverete l’incantevole Regno della

Grazia, in questo mondo, e quello della

Gloria, nel futuro.

Avvicinatevi alla Rupe dell’Ave Maria,

offrendo alla Vergine Gloriosa, ogni giorno,

per cinquanta volte, il Diamante

dell’Innocenza, ossia l’Ave Maria.

Con questa offerta, saluterete

l’Imperatrice del Cielo, che ama tantissimo i

peccatori, ma, infinitamente di più, coloro

che la saluteranno: assai più di quanto

qualsiasi Imperatrice o Regina, abbia mai

amato un proprio suddito, molto di più di

quanto tutte le Imperatrici di questo mondo

riuscirebbero ad amare.

E questo perché, secondo

Sant’Agostino, la Carità della Vergine

Gloriosa sorpassa l’amore terreno di questo

mondo: e sorpassa non solo l’amore umano,

ma anche quello angelico.

Voi tutti, dunque, dal più piccolo al più

grande, per liberarvi dai guai, offrite ogni

giorno a Maria i Diamanti.

Dio, infatti, trasforma la roccia in

laghi, per la potenza di queste Gemme

preziose.

La Sacra Scrittura, poi, amatissimi figli

della Vergine Maria, fa un secondo elogio di

Maria: la Sapienza del come avvenne

l’unione tra la natura umana e la natura

divina, ci insegna come si debba offrire

alla Vergine Maria, Imperatrice di Sapienza,

la seconda Gemma preziosa della seconda

Miniera della Rupe dell’Ave Maria, ossia il

Rubino, quando si dice: “Maria”.

Infatti, la Gloriosa Vergine ci darà la

Sapienza e ci otterrà l’illuminazione, se le

offriremo questo Rubino, non certo se le

donassimo tutta la vana sapienza di questo

mondo.

Infatti, scrisse San Bernardo, la più

piccola preghiera devota detta a Maria nel

più sperduto romitorio, vale più della

sapienza filosofica di questo mondo, e

riceverà un compenso maggiore.

Maria dona la Sapienza, secondo San

Remigio e San Girolamo, perché Ella è

chiamata l’Illuminatrice, ovvero l’Illuminata,

che è un attributo della Sapienza.

Il Rubino, infatti, secondo Sant’Isidoro

ed il Lapidario, nell’acqua risplende, di

notte, come un carbone acceso, scintilla:

scaccia le paure immaginarie; consiglia le

cose da fare; porta a sicura decisione la

mente dubbiosa.

Ecco perché i Re considerano questa

Gemma, di incomparabile valore.

Anche la Gloriosa Vergine Maria

possiede in pienezza le proprietà del

Rubino.

Infatti, scrisse San Bernardo, Ella ha

generato l’Eterna Sapienza, donando al

mondo cieco, la luce della Sapienza

Celeste: una Sapienza che supera

infinitamente la sapienza di Abigail, moglie

di Nabal del Carmelo.

Una Sapienza che si diffonde sul

mondo ogni qualvolta si recita il Rosario.

Ciascuno possiede già una grande

saggezza, che li guida, li mantiene e li

accompagna in questo mondo, e tale

saggezza è degna di onore, scrisse Seneca.

Tuttavia, secondo San Bernardo, la

Sapienza che dona la Beata Vergine Maria è

ben altra: “Io sono la Madre del Bell’Amore,

del Timore, della Conoscenza e della Santa

Speranza” (Eccl., 24,24).

Se, dunque, volete possedere la Luce

della Sapienza, salutate sempre Maria. 

Ella, infatti, scrisse Sant’Ambrogio, è

la Stella che illumina le menti dei fedeli, con

una luce superiore a quella del sole.

Riceverete il centuplo nella vita

presente, dal momento che la più minuscola

devota preghiera, scrisse Sant’Anselmo,

vale più di tutte le onorificenze terrene e

dell’umana prudenza.

Qualcuno di voi domanderà: Ma quanto

vale il Rubino Maria?

Rispondo solo: vale più che se tu

offrissi alla Vergine Gloriosa, al posto dei

Rubini Maria, altrettanti Rubini, grandi

quanto le stelle che sono nel firmamento del

cielo; secondo Sant’Agostino, il più piccolo

barlume della Grazia supera l’intera

luminosità dell’universo.

Anche il più piccolo Rubino Maria vale

più di tutti quei grandiosi rubini, quanto

tutto il mondo rispetto al più piccolo rubino

di questo mondo.

Allora, figli benedetti di Maria,

ascoltate bene e rispondetemi: Se ciascuno

di voi, ogni giorno, desse centocinquanta

Rubini (Maria) ad una cara Regina, non vi

amerebbe ella come il proprio Figlio

prediletto?

E non sperate che la Regina (Maria) sia

(ancor più) benevola e amabile verso di voi?

Certamente direte di sì.

Poiché, dunque, la Gloriosa Vergine,

quando le offrite i Rubini, vi ama più che se

tutte le creature del mondo si

trasformassero in Regine amorevoli: per

quanto vi amino di vero cuore, mai

supereranno l’Amore di Maria.

Infatti, secondo Alberto Magno, una

scintilla d’Amore di Maria supera tutto

l’amore del mondo e la totalità delle

amicizie terrene.

Credete fermamente che la Vergine

Sapientissima vi amerà molto di più, e

riceverete la Grazia della Sapienza.

E, davanti all’Amore di Maria,

scomparirebbero il diritto naturale, il diritto

di mutua carità, e il diritto della giustizia

divina, per la legge del più piccolo,

assorbito dal più grande.

Infatti, scrisse Boezio, se chi ama di

meno, riesce a donare tante cose buone, chi

ama di più, allora, donerà beni maggiori.

Sarete coronati centocinquanta volte

nella vita presente, e nella Vita futura

riceverete la corona dei Rubini della

Sapienza: nel Rosario, ogni giorno, salutate

Maria.

Infatti, per la potenza di queste

quindici Gemme preziose, Dio muta la

roccia in laghi.

La terza Lode della Teologia è,

reverendissimi Rettori e Maestri del

luminoso astro di quest’Alma Facoltà, la

Grazia Santificante della Vergine Maria e di

Cristo; essa è descritta nella terza

distinzione del terzo libro delle Sentenze, e

insegna al mondo ad offrire alla Vergine

Piena di grazia, la terza Pietra della terza

Miniera, della Rupe dell’Ave Maria.

Essa è una preziosissima Perla, che

corrisponde alla parola: “Gratia”.

Secondo Sant’Isidoro la Perla è una

candida Gemma, che una straordinaria

rugiada produce in una conchiglia marina,

senza alcuna dipendenza dal corpuscolo

che l’ha generata: essa combatte numerose

malattie e resiste ai fulmini ed ai tuoni.

   Infatti se la conchiglia è colpita da un

fulmine, essa non viene meno, e quando è

*danneggiata dai tuoni, genera ugualmente

la Gemma, anche se non compiutamente.

Così scrisse Bartolomeo nel “Libro

della Natura”.

Questo si può dire anche della

Gloriosissima Vergine Maria.

Secondo San Girolamo, infatti, è Lei la

Conchiglia che ha generato, non da seme

umano ma dallo Spirito Santo Glorioso di

Dio, ha generato la Perla di Cristo, che ha

curato le nostre infermità, e ci difende dai

tuoni delle tentazioni e dai fulmini delle

tribolazioni, come scrisse San Bernardo.

Tutti lodino Maria, e le offrano

devotamente la Perla, che corrisponde alla

parola: “Gratia”.

I. In Maria, infatti, risiede la pienezza

della Grazia, che si diffonde sul mondo

intero, che protegge e migliora, secondo

Sant’Alberto.

II. Chi offre Gemme a Maria, riceverà il

centuplo, e se chi le offre tutti i giorni,

diventerà immensamente ricco.

III. Egli, offrendo le Gemme preziose,

si guadagnerà il Regno dei Cieli, perché una

di esse vale più di un intero Regno in terra,

come si legge nella Vita di San Tommaso

Apostolo.

Ancora forse non ti è chiaro, e

timorosamente chiedi: Quanto vale la Perla

Grazia?

Rispondo brevemente, davanti a tutto

il mondo: la Perla Grazia vale molto più del

Paradiso Terrestre; così come il Paradiso

Terrestre valeva assai più del pomo rubato

da Eva.

Ancor di più, secondo San Basilio, una

particella del Regno di Cristo vale più

dell’intero Paradiso Terrestre, dal momento

che il Regno di Cristo porta verso Cielo,

invece il Paradiso Terrestre condusse

all’Inferno.

Forse, carissimi, la Gloriosa Vergine

non sarà felicissima per il dono di così tante

Gemme?

Scrisse San Girolamo che, se ad un

lupo, o ad un leone, o ad un orso dessimo

tutti i giorni da mangiare, ci diverrebbero

certo affezionati.

E non ci amerà assai più di essi, la

Vergine Maria, se le offriamo tutti i giorni il

Rosario?

O forse la Vergine Maria è più

insensibile ed impietosa degli animali più

feroci?

Risponderete tutti di sì, dal più piccolo

al più grande.

Maria, infatti, ama ogni Suo

Rosariante, più di quanto se tutti i padri e le

madri amassero il medesimo figlio unico;

più di quanto mai una madre abbia amato di

amore naturale il proprio figlio.

Osservate con attenzione queste cose,

e per ottenere le Grazie, lodate Maria nel

Rosario.

Coloro che lodano Maria, infatti, sono

salvati, dal più piccolo al più grande, come

si legge nella Vita della Martire Santa

Caterina.

La quarta lode della Sacra Teologia129,

carissimi Servi della Vergine Maria, ossia lo

Spirito Santo che porta a compimento nel

Grembo della Vergine Maria l’Incarnazione

di Gesù Cristo, ci insegna a scavare la

Quarta Miniera preziosissima della Rupe

dell’Ave Maria, dalla quale si estrae la

Gemma Diaspro, per offrirla alla Vergine

Maria, corrispondente alla parola “Plena”.

Infatti, secondo Sant’Isidoro, il

Diaspro, è una Gemma color verde, che

colpisce gli occhi per la sua bellezza, che ha

tante virtù, quante striature possiede.

Secondo Sant’Alberto Magno, il

Diaspro allontana dal corpo la tristezza e gli

trasmette contentezza, amabilità e

sicurezza.

Così pure la Beatissima Vergine Maria,

ricolma della pienezza di Grazia, conquistò

la Santissima Trinità ed il Coro degli Angeli.

   Secondo Sant’Alberto Magno, nel Suo

Corpo risplendeva ogni Bellezza, la Vergine

Maria era infatti la più Bella tra tutte le

donne: molto più di Giuditta, di Ester o di

Sara: (così) le sue Virtù sono smisurate, al

pari della Sua Sovranità, e dei Miracoli che

Ella compie.

   Secondo San Bernardo, Ella tiene

abbastanza lontane tutte le scelleratezze

del mondo; e, secondo Sant’Agostino, Ella

porta la gioia senza fine ai figli della

dannazione.

A ragione, la Vergine Maria è, a

somiglianza del Diaspro, la Piena di Grazia

nella Bellezza, e non solo spirituale, ma

anche corporale.

E giustamente si desume che la

Vergine Maria da tutti debba essere lodata

nel Rosario.

  Anzitutto perché, come diceva Seneca,

le cose più belle sono da lodare.

   In secondo luogo (come scrisse

Sant’Agostino nel Sermone della Natività

della Vergine Maria), se le cose che

possiedono una grandiosa Bellezza, sono da

tutti amate e lodate, allora quanto più la

Vergine Maria è da amare e venerare.

   In terzo luogo, se la Sacra Scrittura

loda donne bellissime, come Ester, Sara e

Rebecca, allora, quanto più si deve lodare la

Vergine Maria.

Secondo Sant’Agostino, infatti, le altre

donne possedevano in parte la bellezza,

invece solo Maria possiede la Bellezza

Piena.

Ma forse, nonostante l’ammirazione e

la gioia, chiedete: “Quanto vale il Diaspro,

Plena, se lo si offre devotamente?”.

Rispondo senza esitazione davanti a

tutta la Chiesa: vale più di tutte le opere

della creazione di Dio dei primi sette giorni.

Così pure, vale più di tutti i nove Cori

degli Angeli, e più del mondo fisico.

   Se, dunque, afferma il Maestro nel

secondo libro delle Sentenze, il Diaspro,

Plena, è degno del Dio della Gloria, non lo

sarà di più la Vergine Maria?

Ascoltate, vi prego, quello che sto per

dire!

Se è così, perché siete pigri, e non

volete arricchirvi di tanti beni?

Non è da ritenere un insensato, chi

rimarrà nell’indolenza?

Prestate ascolto ancora un pochino!

Se dessi un solo ducato al giorno a un

Turco, o ad un Sultano, certo mi

ringrazierebbero con ogni ossequio!

E io, che dono infinitamente di più alla

Vergine Maria, quando nel suo Rosario le

offro questo Diaspro, Plena, Ella sarà più

riconoscente, o più ingrata del Turco? 

E’ da insensati pensare che Colei, che

la Chiesa, nel Salve Regina, esalta come la

Madre di Misericordia, non ci darà la Sua

Grazia!

Ella ama un Suo Rosariante, più di

quanto ogni sorella possa amare il proprio

fratello, più di quanti sono i granelli di

sabbia del mare: ammettendo pure che

qualcuna ami il proprio fratello, quanto

Tamar amò suo fratello Assalonne, il quale

uccise (Ammon) che l’aveva violentata.

Eppure, secondo San Gregorio

Nazianzeno, un briciolo di felicità che

proviene dalla Gloria di Dio, supera la più

grande felicità dei beni creati.

E questo perché, secondo il Santo

Maestro Gregorio, quella felicità discende

dalla Gloria di Dio, mentre quella felicità

proviene dalla vita quotidiana.

Dal momento che, dunque, la ragione,

il sentimento, la conoscenza, gli esempi, i

miracoli, l’esperienza e il desiderio del bene

vi incoraggiano a lodare Maria, perché,

allora, non sempre la salutate nel Rosario,

per avere la pienezza della Gloria?

La quinta lode della Teologia, esimi

appassionati della Sapienza, figli della

Vergine Maria, eccelsa Madre Buona del

mondo intero, è il Vincolo Santissimo

dell’Unione (Ipostatica) in Cristo145, che ci

invita a cercare nella quinta miniera della

Rupe della Teologia, ossia dell’Ave Maria, la

quinta Gemma dello Zaffiro, la gemma della

Nobiltà e della Sovranità, e ad offrirla alla

Suprema Regina Maria, quando diciamo nel

porgerLa: “Dominus Tecum”.

Questo perché lo Zaffiro, secondo

Sant’Alberto Magno, San Bartolomeo ed il

Lapidario, è una gemma di colore celeste,

che i Re incastonano sui loro anelli, perché

un tempo, mediante questa gemma, (gli

oracoli) davano i responsi degli dei, e

svelavano gli arcani.

Secondo il Lapidario, questa gemma

dona coraggio e ardimento a chi la porta.

Secondo Sant’Ambrogio, tuttavia, solo

Maria Vergine possiede il Sommo Grado

della Nobiltà.

Infatti, Ella è la Madre del Signore dei

signori.

Allora, tutti i fedeli di Cristo La

chiameranno Regina del mondo.

Grazie a Lei, infatti, che è la Gemma

incastonata sull’Anello della Fede Cristiana,

è stata rivelata la Redenzione del mondo, e

sono stati svelati gli arcani delle realtà

future.

Ella sola, secondo Sant’Agostino,

rende gli animi degli uomini così sicuri,

audaci e forti, da non temere più nulla.

Allora, proprio in quanto è la Regina

Altissima del mondo intero, le si deve offrire

lo Zaffiro “Dominus Tecum”.

E questo, attentissimi auditori, dal

momento che Ella, è anzitutto la Madre del

Signore dei signori, e del Re dei re.

Poi, perché abbiamo il grande

privilegio di essere Suoi Servi.

In terzo luogo, perché se i Sudditi

devono giustamente onorare le Regine della

terra, quanto più noi dobbiamo venerare

l’Altissima Regina Maria, poiché è l’Eccelsa

Regina Madre, al di sopra di ogni raffronto,

come scrisse Sant’Alberto.

Ma se per caso, pieno di meraviglia,

provassi a domandare: “Ma quanto vale la

Gemma dello Zaffiro, “Dominus Tecum”?

Io rispondo senza esitare: essa ha

tanto valore e preziosità, ed è così degna di

essere offerta alla Vergine Maria, a Gloria

della Santissima Trinità e a vantaggio della

Chiesa terrena e celeste, più che se tu

offrissi alla Gloriosa Vergine tante miniere

di zaffiri, estese quanto la Città di Parigi, e

se Le offrissi i sassolini d’ogni specie che vi

sono al mondo.

Ancora di più, è meglio offrire questo

Zaffiro alla Vergine Maria, che offrirLe

nuovamente l’Arca di Noè con gli animali da

salvare: l’antica Arca, infatti, insieme a tutti

gli animali che vi salirono, andarono in

rovina, invece lo Zaffiro della Regalità non si

deteriora mai, e, mediante Esso, anche i

Servi della Vergine Maria, in Cielo,

regneranno in eterno.

E questo (avviene), perché essi hanno

offerto alla Vergine Maria, ogni giorno, per

centocinquanta volte, il titolo di Regina:

così riceveranno il centuplo nell’eternità,

dal momento che, scriveva San Gregorio:

Servire Dio, è regnare con lui.

Date e vi sarà dato.

E questo perché la Regina Maria ama il

più piccolo Servo del suo Rosario, più di

quanto qualunque Nobile Duchessa o

Contessa o Baronessa abbia mai amato un

suo servo, e lo amasse fino alla sua morte.

E ancora, metti caso che, tutti i fili

d’erba e tutte le foglie degli alberi si

mutassero, per intervento divino, in Regine

che ti amassero, questo elevato amore non

è minimamente paragonabile alla tenerezza

infinita con la quale la Vergine Maria ti ama

ogni qualvolta La servi nel Suo Rosario.

Allora, se le cose stanno così:

1. perché tu non ami Colei che ti ama

con così grande tenerezza, e hai invece

tanto trasporto d’affetto per una semplice

(nobil)donna? E ancora:

2. Perché non hai fiducia di questa

grande Regina, e ti affidi totalmente ad una

delle predette Regine?

3. Se tu dessi una sola gemma

preziosa ad un carnefice o ad un giudice o

ad uno dei loro ausiliari, potresti stare

sicuro che, se mai fossi arrestato, essi ti

rimetterebbero in libertà.

E anzi, ti eviterebbero le sevizie e ogni

violenza.

Dal momento che, dunque, la Vergine

Madre di Dio ti è all’infinito più amica e più

grata per i favori, certamente puoi sperare

la salvezza per mezzo dell’Ave Maria.

Non crederai forse (non sia mai!), che

Ella sia più ingrata dei carnefici?

Secondo San Bernardo infatti, Maria è

la Piena di Grazia, ed ama i peccatori più

di quanto essi amano se stessi, poiché Lei è

ripiena di un Amore infinito, secondo il

Santo Maestro.

II. CINQUANTINA. Da offrire in dono (alla Vergine Maria): I. il Calcedonio della Misericordia; II. lo Smeraldo dello Sposalizio; III. il Sardonico del buon Nome; IV. la Sardonice della Prosperità; V. il Crisolito della Salute. 


http://www.beatoalano.it/pdf/BAdR_vol4_ita.pdf

AVE MARIA GRATIA PLENA!

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