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Incontro con Maria SS.ma
Tu sei la gloria di Gerusalemme, Tu magnifico vanto d’Israele,
Tu splendido onore della nostra
gente!
Gdt 15, 9
Perché il nostro incontro con la Vergine Santissima, nella pienezza del tempo sia più magnifico, occorre prima guardare a Lei nel corso del tempo che la precede. E’ ciò che faremo nel presente capitolo.
Aprendo con attenzione e riverenza la santa
Bibbia vi troviamo segni e me- tafore
che nascondono molti misteri. Tra questi misteri hanno un posto privile- giato le profezie messianico-mariane, le quali sono di due tipi: profezie
dirette, quando sono espresse direttamente con le
parole, e profezie indirette, ossia espresse con figure di persone o con cose
inanimate, simboli. Le profezie mariane dirette sono sei.
La prima profezia per eccellenza è descritta nella Genesi e ci dà il primo annuncio (Protovangelo) del Redentore. Ivi leggiamo che il Signore appena ebbe chiesto ai nostri progenitori Adamo [ed Eva TdP] il motivo della loro trasgressione o ribellione (che fu peccato di superbia, disubbidienza, golosità e lussuria), Egli maledisse il serpente e aggiunse: “.. perché hai fatto questo, Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gn 3, 15).
È un testo che attraverso i secoli è stato oggetto di costante studio.
Oggi, concordemente, tutti gli
esegeti cattolici vi scorgono
l’annunzio della lotta im- placabile tra
Satana e seguaci da una parte e la Vergine Maria con Gesù
dall’al- tra: la Donna è proprio Maria Santissima, mentre la sua stirpe o
seme è il Figlio suo Gesù con
tutti i giusti, in quanto formano un solo corpo mistico con Lui.
Ora ci si chiede: perché una donna ha avuto il privilegio o la missione di schiacciare la testa al serpente? Attingendo al comune pensiero dei santi Padri della Chiesa e ai profeti dei nostri giorni, possiamo esplicitamente affermare che: come fu Adamo con Eva [TestadiPonte] e non la donna [quella formata dalla sua costola] ad acconsentire al peccato, mangiando quel frutto proibito offertole da satana, e .a procurare quindi la morte di sè medesimo; così doveva essere una nuova donna, ossia Maria, vera Madre dei viventi, che con il suo “sì” obbediente e generoso, unito al sì del nuovo Adamo, Gesù Cristo — avrebbero dichiarato implacabile guerra a satana e al peccato, ridando vita agli uomini caduti nell’abisso. Quindi Maria redentrice insieme a Gesù redentore.
Maria è la Donna annunziata, invincibile per grazia divina, scelta da Dio dall’eternità per la salvezza dell’uomo.
Cristo è il Suo seme, il
Frutto benedetto del Suo Seno verginale. La carne immacolata che Cristo prese dalla Madre subì i più atroci
tormenti, fu come torchiata e schiacciata da Satana, e però
così il giogo imposto alla povera umani- tà peccatrice andò in frantumi, con la
partecipazione spirituale della Donna innocente. Ed ora in Maria e per Maria, e
in Cristo e per Cristo, l’uomo
potrà sconfiggere Satana
e cantare le misericordie del Signore.
La seconda profezia che fa chiaro riferimento a Maria Santissima è quella di Isaia (7,14): “... la Vergine concepirà e partorirà”. Il grande mariologo Ga briele Roschini [1900–1977] dei Servi di Maria, riassumendo le voci della storia universale, scrive che tutti i popoli pagani, gli antichi non meno dei moderni, nei loro libri sacri o nelle loro mitologie, nei loro riti o per bócca dei loro poeti, come accennano alla donna causa di tutti i mali, così invocano ed aspettano una vergine che ripari a quei mali e rechi al mondo il suo Liberatore.
E, tra tanti popoli, sappiamo che soprattutto Israele aspettava quel Messia che doveva essere concepito e generato da una vergine, secondo la parola del Profeta: “Il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e parto- rirà un figlio che chiamerà Emmanuele (che è quanto dire: Dio-con-noi)”.
In queste parole vennero
predetti la Madre e il Figlio: Maria “La Vergine” che concepirebbe essendo vergine e genererebbe rimanendo
vergine, e suo fi- glio Gesù che sarebbe venuto a
liberare l’uomo dalla servitù del demonio e del peccato, e a meritargli il Paradiso.
Nella terza profezia, dice ancora Isaia: “Un germoglio spunterà dal tronco di Jesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo Spirito del Signore..” (11, 1-2).
Con tale vaticinio, mentre nel germoglio (o fiore) è indicata la sublimità della prole concepita, nelle radici e nel virgulto viene annunciata la nobile stirpe di David e, più direttamente, la nobiltà e la purezza di Maria Santissima.
4 profezia - Ad Isaia fa eco il profeta Michea, suo contemporaneo, il quale annunciando il Natale di Cristo parla anche di Colei che rettificherà la
rotta della nostra storia. Così dice:
“... Dio li metterà in potere altrui fino a quando Colei che deve partorire partorirà; e il resto dei tuoi fratelli ritornerà
ai figli d’Israele. Egli starà là e pascerà con la forza
del Signore, con la maestà del nome del Signore suo Dio. Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà
grande fino agli estremi confini della terra.
..” (Michea 5, 2-4).
5 profezia - Con Isaia e Michea, anche il profeta Geremia accenna alla Ma- dre
del Redentore allorquando dice: “Fino a quando andrai vagando, figlia ri- belle?
Poiché il Signore crea una cosa nuova sulla terra: la donna cingerà l’uomo!” (Ger 31, 22).
Qui risplende in tutto il suo fascino il mistero dell’Incamazione: la Vergine Maria accoglie e avvolge nel Suo Seno Immacolato Cristo Gesù, Dio perfetto e “uomo perfetto”, per sapienza e forza, fin dal primo istante della sua concezione verginale. E’ qualcosa d’insolito che non avverrà come d’ordinario. Ecco perché il profeta dice: “Il Signore crea una cosa nuova sulla terra”. Questa profezia ci richiama anche a quanto sta scritto nel libro dei Numeri (17, 23) dove si parla del bastone di Aronne, che - senza intervallo di tempo - “..era fiorito; aveva prodotto germogli, aveva fatto sbocciare fiori e maturato man- dorle”.
6 profezia - A coronamento del
grande evento c’è la profezia più ampia, cioè 1’intero libro
poetico del Cantico
dei cantici. È il poema d’amore che Dio
- lo sposo - ha per Israele la sposa, e poiché l’amore di Dio per il suo popolo eletto si rivela e si prolunga nell’amore di Cristo per la sua Chiesa, si deve dire che lo Sposo è Cristo e la Sposa è la Chiesa. Ma poiché nella Chiesa il posto di privilegio compete alla Vergine Maria, proclamata appunto Madre della Chie- sa, dignità smisuratamente sublime che solo a Maria si addice — dobbiamo anche dire che la Sposa di Dio è l’Immacolata Maria. Ella è sposa del Padre, nel senso che è strettamente unita al Padre, in quanto la sua maternità ha lo stesso termine personale della paternità divina: la persona divina del Figlio, generata per generazione intelletuale dal solo Padre secondo la natura divina e per generazione Verginale quindi divina dalla sola madre secondo la natura umana. Dio da Dio, Luce da Luce.
Ecco anche
perché il Cantico dei cantici è considerato, senza
forzature, come un inno profetico che celebra 1’amore di
Dio per tutta l’Umanità rappresentata dalla sua creatura
più eletta: Maria Santissima.
Per meglio conoscere e capire la Madre del Signore non mancano nella santa Bibbia figure e simboli.
Furono figure di Maria Santissima le seguenti donne dell’Antico Testamento: la prima Donna che non peccò, Sara, Rachele, Rebecca, Ester, Giuditta, Betsabea e la madre dei Maccabei.
La prima figura di Maria, fu la prima Donna che non peccò, ossia la madre di Abele, che non cadde nel peccato di Adamo ma custodì il suo incanto e con tale e tanta bellezza che certamente poteva gareggiare con la bellezza medesima degli angeli santi.
Di sicuro e senza alcun dubbio lo stato di felicità della prima Donna, ma in un grado molto più elevato si rinnovò nella Vergine Maria, essendo destinata a diventare la nuova Donna, non solo Compagna, bensì anche Madre del nuovo Adamo, cioè Cristo Signore.
Sara, la madre di Isacco (Gn 17, 15 ss) che a sua volta è figura di Gesù Cristo, vero Agnello immolato (Ap 5, 12), che dice pienamente e sempre “si” a tutto quello che il Padre vuole, sia ai piedi del monte, come là sulla vetta. Considerato il figlio Isacco è facile scorgere in Sara, la Vergine Madre del Salvatore.
Rachele, che in ebraico significa “agnella” e che fu donna di non comune bellezza e che diede alla luce il figlio Beniamino nella cittadina di Betlemme, fa pensare a Colei che è detta “piena di grazia” e che proprio lì a Betlemme partorì il Figlio Unigenito (cf Gn 29-35).
Rebecca, giovinetta molto bella d’aspetto e vergine (Gn 24, 16), fu prede- stinata al figlio di Abramo, Isacco, così come la Vergine Maria fu predestinata al Figlio di Dio, Gesti Cristo, entrando in relazione con le Tre Divine Persone, rapporto o relazione di una tale intimità, durata e qualità da oltrepassare infini- tamente il normale rapporto umano.
Ester, giovane giudea e molto bella, diventa
regina, avendo conquistati tutti i favori del re
Assuero. Sempre vigile sul suo popolo, ella scopre una trama di morte ordita dal superbo Amman contro i giudei.
La regina Ester cercò rifugio presso il Signore. Mortificò molto il suo corpo e pregò con tutta la sua fiducia il Signore che veglia su tutti. Il terzo giorno, “divenuta così splendente di bellezza”, con coraggio indomito si presenta al re e ottiene la salvezza del suo popolo (Est 4-5).
Se questo è stato possibile alla sola Ester, fragile donna, tanto più lo ha potuto fare Colei che è la Condottiera delle milizie celesti, Maria 1’Immacolata, cui niente è stato negato dal Re eterno. Lo splendore della sua bellezza interio- re, le sue eccelse virtù, che trasparivano dallo stesso suo Corpo immacolato, hanno attirato lo sguardo del Signore, e a tal punto che si è incarnato in Lei.
Così la distruzione mortale ordita dal demonio fu sventata, anzi annientata da Maria Santissima.
Anche Giuditta è una magnifica figura della Vergine di Nazareth. Ella è donna bellissima, forte ed integra, che guidata da Dio stacca la testa al nemico Oloferne e salva tutto un popolo in pericolo mortale (Gdt 8-16).
Fu salutata “Gloria di Gerusalemme, letizia d’Israele, splendido onore della nostra gente, .. sempre benedetta dall’onnipotente Signore”. Altrettanto e più ancora si deve dire della Vergine Maria che, bellissima e potentissima e misericordiosa,
tronca la testa del capo dei nostri nemici, Satana, e salva tutti noi suo popolo.
L’azione
di Maria però è tutta divina: “Lo strazio non Le ha impedito d’es- sere forte ben più di Giuditta. Questa
ha ucciso. Quella si è fatta uccidere attraverso
la sua Creatura. E non ha imprecato, e non ha odiato. Ha pregato, ha amato, ha ubbidito. Madre sempre, .. . Ella
ha saputo essere nel contempo Figlia
del Padre dei Cieli e ubbidire alla sua
tremenda volontà di quell’ora. Non si è
ribellata né a Dio, né agli uomini. Ha perdonato a questi. Ha detto “fiat” a Quello”.
La Vergine Maria è raffigurata anche nella Madre dei Maccabei che si offre con i suoi sette figli per non rinnegare la fede. Ella rappresenta l’addolorata Madre che offre l’Unigenito Gesù al grande martirio della Croce e il proprio Cuore alla spada di Dolore (2 Mac 7).
Infine, Betsabea, che viene accolta
personalmente dal figlio, il re Salomo- ne, e da lui magnificata e onorata con
il posto di regina alla sua destra, raffigura
certamente la
Vergine gloriosa chiamata ad
assidersi in Cielo alla destra del Figlio di Dio, Regina
del mondo (1 Re
2, 19).
Maria Santissima è altresì simboleggiata:
a) dal paradiso terrestre, luogo di ogni bene e delizie, con fiumi, alberi e animali e luce e pace e melodie.
Un luogo di incanto divino.
E la Vergine è come
quel Paradiso: incanta. Però le sue bellezze superano per abbondanza e delizia quelle dell’Eden. Diversamente
come avrebbe potuto il Figlio di Dio incarnarsi in Lei?
La Grazia L’avvolse perfettamente sin dalla sua concezione, anzi ancor prima fu motivo dell’infinita ed eterna predilezione divina: “Ab initio et ante saecula creata sum” (Sir. 24). E “Dominus possedit me” (Prov. 8).
“Il Figlio di Dio — scrive
San Luigi Maria Grignion de Montfort (1673-1716) — discese nel seno
verginale di Maria. Come nuovo Adamo nel suo paradiso terrestre, vi trovò le sue compiacenze e operò in segreto meraviglie di
grazia. Dio-uomo nel racchiudersi in Lei ha trovato la
propria libertà; ha dimostrato la propria forza nel
lasciarsi portare da questa fanciulla...
magnificenza di Dio, che in Lei opera in segreto tante meraviglie, incomprensibili agli angeli e agli uomini”.
...Oh! se le donne tutte
riconoscessero in sé la propria nobiltà, dignità e regalità d’animo!
b) L’arca di Noè ed arcobaleno.
Come solo quell’arca — con quanti fra gli uomini Dio trovò giusti al suo cospetto — galleggiò sulla castità delle acque che ricoprivano la terra a causa del peccato, così soltanto un’unica creatura rimase immune nell’universale nau- fragio, e soltanto in Lei e per Lei — Maria, divina arca di Dio — tutti gli uomini, se lo vorranno, potranno salvarsi (Gn 6-8).
“Beati coloro che entrano in Lei come nell’arca di Noè! - dice il Montfort
— Non gli nuoceranno le acque del diluvio dei peccati che fanno affondare
molti”.
In relazione con questa divina Arca, nella Bibbia, dopo il diluvio incontriamo un “arcobaleno”: “Il mio arco pongo
sulle nubi . . . ed io lo guarderò per ricordare l’alleanza eterna
tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne che è sulla terra” (Gn 9, 13-16).
Veramente Arcobaleno di pace è Maria, Colei che dirada le nubi, che disar- ma le folgori, che getta il suo mistico ponte
all’umanità caduta nell’abisso per- ché essa risalga per via
soave al suo Bene. E non solo Ella — qual dolce astro — splende reale, adorante e beata al cospetto di Dio per ricordargli che
Egli ha promesso misericordia agli
uomini, ma si mostra attiva e chiama, richiama
l’Umanità alla salvezza.
Dopo il diluvio, l’arcobaleno fu visto dai soli giusti rimasti vivi sulla
terra. Maria, invece, con la sua
voce, il suo profumo, i suoi prodigi, sarà nota a giusti e peccatori, e beati quelli che
per Lei si volgeranno a Gesù in cui è salvezza.
c) La scala di Giacobbe (Gn 28, 12).
Il patriarca Giacobbe, una notte riposandosi sognò una scala altissima e bellissima.
Essa univa la terra al cielo: gli angeli di Dio salivano e scendevano per essa. Bene, in questa misteriosa scala
intravediamo Maria, le sue virtù, i suoi insegnamenti, la sua vita.
Dio vuole che saliamo fino al cielo, per questa “scala celeste che scese
l’Eter- no”. Beati noi se nella scia degli spiriti angelici — attraverso
Maria — saliremo verso Dio o discenderemo verso il prossimo! (cf Inno Akathistos, 3).
Molto significativa la visione che si legge nelle cronache di San
Francesco, circa le due scale per
salire al Cielo: se per la scala rossa i fraticelli dopo i primi gradini precipitavano alla base, per la scala
bianca invece salivano spediti e sicuri in Cielo. In cima
alla bianca c’era Maria. Fu spiegato
al Santo che era necessario salire quella scala per giungere al cielo.
Ci piace trascrivere la preghiera di un’Abbazia benedettina dedicata alla Madonna della Scala: “O
Dio, ... Maria L’HAI FATTA SCALA DEL CIELO, colmandola di grazia, fa che percorriamo alacremente, da Lei
guidati, le ascensioni della perfezione cristiana, fino a raggiungere la piena statura
di Cristo tuo Figlio e nostro Signore. Amen”.
d)
Nel Roveto che ardeva
e non bruciava (Es 3, 2-3)
È simboleggiata la vera grande meraviglia della concezione verginale del Figlio
di Dio nel seno della beatissima sua Madre, che da sola concepì, generò e donò la Luce alla Luce.
La santa Chiesa stessa asserisce: “Nel roveto
che Mosè vide rimanere incolume in mezzo alle fiamme,
noi riconosciamo la tua
ammirabile verginità, o
santa Genitrice di Dio”. C’è fiamma e fiamma. E quel fuoco non era di questo mondo come lo è l’egoismo che consuma, ma era fuoco celeste che conserva e vivifica, come l’amore.
e) Il bastone di Mosè e quello di Aronne: come Mosè tramite quel prodigioso bastone operò molti segni e portenti, così Dio tramite Maria
realizza la liberazione del suo popolo conducendolo sino alla Terra Promessa del
Cielo; e come il bastone di Aronne germogliò, fiori e fruttificò in una sola
notte, così Maria, per sola opera divina, germoglia, fiorisce e matura Gesù
Cristo, Frutto benedetto del suo grembo, e frutto perfettissimo sin dal primo
istante della sua concezione (Es 7ss; Nm 17, 23).
f) il vello di Gedeone (Gdc
6, 38), posto sull’aia e bagnato abbondantemente di rugiada, restando secca la terra tutt’attorno, fu anch’esso
simbolo della Vergine Maria.
Infatti, la santa Chiesa canta: “Discendesti o Cristo come pioggia nel vello (Maria) per salvare il genere umano”.
San Girolamo, contemplando la verginità della Madonna, dice: “Il vello, nonostante appartenga al corpo, non sente
la passione del corpo; così come la verginità, pur stando nel corpo non conosce la polluzione della carne”.
g) Maria Santissima, infine, è chiamata dai santi Padri: Tempio di Salomone e Città di
Dio. Sta scritto infatti: “Ora io
mi sono scelto e ho santificato questo tempio, perché la mia presenza vi resti sempre e lì siano
sempre i miei occhi e il mio cuore”
(2 Cr 7, 16); questo luogo eletto e santificato non è altri che la Vergine Maria perché in Lei “trono della misericordia, della bontà e della gloria di Dio”, il Signore dimorò
e dimora operando per noi meraviglie per l’eternità.
h) L’Arca dell’Antica Alleanza.: questa serviva a
custodire le Tavole della legge, la
manna e il bastone di Aronne. Essa ci richiama alla vera Arca vivente: Maria Santissima, nel cui purissimo seno
riposò l’Autore stesso della Legge, la manna
della Grazia, il sacerdote eterno Cristo Signore.
Questa carrellata di profezie, figure e simboli rivela o esprime solo qualcuna delle moltissime caratteristiche e perfezioni della Vergine Santa. In realtà, in Maria queste perfezioni sono contemporaneamente tutte presenti.
Ella realmente è “il forziere e lo scrigno” di Dio, celeste tesoriera delle più eccellenti virtù, ricca di tutti i doni dello Spirito Santo e ricolma d’ogni beatitudine.
Per tutti
questi doni Ella è, come abbiamo già detto, “avvocata di grazia e modello
di santità” per ogni creatura
che vuole amare Dio. Soltanto
da Lei
viene a noi tutta la forza per schiacciare la testa al serpente infernale. Dice
il Montfort che “Dio ha dichiarato una sola inimicizia
inconciliabile che durerà e crescerà
sino alla fine: l’inimicizia tra Maria sua Madre e il Diavolo, tra i suoi fedeli figli e servi e lucifero. Maria è
la più terribile avversaria di satana che Dio abbia creato”.
Davvero Cristo L’ha prediletta e amata infinitamente la Mamma sua. Perché non farlo anche noi? Maria
è la
Mamma e Madre per eccellenza. Amare la Mamma non è difficile, ma naturale e soave.
Seguiamone l’esempio e saremo felicissimi. Ogni giorno procederemo a passi da gigante
e accumuleremo nuovi tesori. Sta scritto infatti: “Chi onora sua Madre, è come chi accumula
tesori” (Sir 3,5).
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