giovedì 18 novembre 2021

VITA DI MARIA SANTISSIMA : Infanzia e adolescenza

 

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Infanzia e adolescenza di Maria Santissima


“Umile e alta più che creatura, termine fisso d’eterno consiglio”

Dante, Par. 33, 3

Dalla Tradizione e dall’apocrifo Protovangelo di Giacomo sappiamo che Gioacchino e Anna, avendo ottenuto la Bimba per un voto fatto al Signore, concordarono di donarla al Tempio all’età di tre anni.

Un giorno d’autunno i santi genitori l’accompagnarono a Gerusalemme e l’affidarono al sacerdote perché la custodisse e ne curasse l’educazione. È' questa la presentazione di Maria Bambina al Tempio, la cui festa liturgica è il 21 novembre.


Tra le altre cose straordinarie, il suddetto libro, piamente e devotamente, riferisce che la Bimba non dimorò in un luogo comune, ma abitò nel Santo dei Santi, dove una volta all’anno vi poteva entrare solo il Sommo Sacerdote. E ivi restò fino a quando, all’età di 12-14 anni, il famoso prodigio della verga fiorita non la designò Sposa del giovane Giuseppe, della famiglia di David.

Amiamo pensare che nonostante questi segni Maria di Nazareth visse povera e ignorata, sempre nell’umiltà e nel nascondimento: reclusa nel tempio ora nell’infanzia, e dopo qual donna povera e silenziosa, appena notata dai concittadini per la sua vita ritirata in casa.

Davvero la Vergine è stata la prima e la più consacrata al Signore. Non solo dalla tenera età servì il Signore, ma fin dal primo istante di vita Ella amò Dio e crebbe in quest’amore come nessun altra creatura: concepita immacolata, anch’Ella sentì fame, sete, sonno, freddo, caldo, come gli altri figli di Adamo, come Gesù stesso.


Pur possedendo fin dall’inizio la pienezza della Grazia, di momento in momento la sua virtii aumentò.


In ogni azione splendeva dinanzi a Dio la sublimità delle sue intenzioni. “Esse furono così pure che la Vergine diede più gloria a Dio con un’azione piccolissima, come filare la lana o dare un punto d’ago, che San Lorenzo sulla graticola del martirio, e i santi con le loro azioni più eroiche. 

Nel corso della sua vita acquistò un cumulo incalcolabile di grazie e di meriti. È più facile contare le stelle del firmamento, le gocce d’acqua del mare, i granelli di sabbia sulla spiaggia, che non i suoi meriti e le sue grazie”.





La Vergine Bambina nel Tempio ci appare davvero tutta splendente di gloria interiore: incessantemente lodava il Signore e pregava perché l’Emmanuele venisse ad irrorare con la sua Grazia i cuori dell’umanità in attesa da almeno 50 milioni d'anni.

La sua unione con Dio fu perfettissima, eppure con tutte le sue forze desiderava renderla più perfetta. Quest’unione con Dio fu la sua principale forza e corazza per   rendersi intoccabile dal morso del tentatore, che non ha mai avuto accesso in Maria. Dio L’aveva resa impeccabile - è dogma di fede -, però Le nascondeva    nella sua Sapienza, la sicurezza assoluta di non peccare.


Anche negli umili lavori tradizionalmente affidati alle vergini addette al tempio, come: filare, tessere, ricamare, confezionare e riparare arredi ed indumenti sacerdotali e levitici, e poi ordinare, servire. La sua unione con il Signore continuava profondissima. Pur piccola d’età faceva bene ogni cosa, e su tutto e su tutti irradiava Dio di cui era satura alla perfezione.

Tutta la Sacra Scrittura Le era assai familiare e  -  come dice il mariologo  Gabriele Roschini  -  particolare emozione dovettero suscitare sull’animo suo la spiegazione delle profezie che si riferivano al Messia e alla Madre di Lui.

E fu anelito del suo spirito affrettarne la venuta. Quale attesa in Lei! Come   palpitava di gioia il suo cuore al pensiero che il Redentore sarebbe nato e proprio dalla stirpe di David!


Certamente la sua immensa umiltà e la gran sete di espiazione dei peccati La indussero a offrirsi vittima e Vergine perpetua al Dio che L’abitava. Sempre sublime sacrificio offrirsi così, ma soprattutto per quell’epoca.

Nel mondo decaduto, sia la verginità che la castità o continenza matrimoniale

- che fa dell’uomo un Uomo e non una bestia - , sono ritenute  o una mania     oppure  una  debolezza  menomazione.




Prima di Maria di Nazareth, tra le donne ebree l’unica vergine era stata la sorella di Mosè ed Aronne: Maria, che fu il prototipo della Vergine per eccellenza.

Col voto di verginità perpetua, Maria di Nazaret riconduce al suo primitivo splendore l’opera della creazione e ripara la ribellione di Eva e Adamo. Sant’Agostino parla di “restauratio” ossia reintegrazione e ripristino del disegno di Dio.

Dal santo Vangelo risulta che Maria Santissima, al momento dell’Annunciazione  era già legata a Dio con il voto di perpetua verginità. Difatti all’angelo Gabriele Ella rispose: “Come è possibile? Non conosco uomo” (Lc 1, 34).

Chiaramente faceva intendere di essere vergine e di avere anche il fermo proposito di rimanere vergine.



Tal proposito l’avrà maturato sicuramente sin dai più teneri anni e poi nel tempio, là dove desiderava restare vergine per tutta la vita: è 1’opinione di molti Padri e Teologi.

La Vergine Maria  era distaccata da ogni umano contatto e tutta la sua attenzione, speranza e amore non andavano a creatura alcuna, ma soltanto al Sommo Dio che mai delude, ben sapendo che “sarebbe stata più casta amandoLo, più pura toccandoLo e più vergine ricevendoLo”.


Dio che guida tutti per vie misteriose, molto più guidò la Madre sua. Ed Ella fu docilissima a questa azione divina. Quando il Sommo Sacerdote La invitò Lei orfana e primogenita a sistemarsi come le altre fanciulle coetanee, Ella illuminata dallo Spirito sul giusto volere sacerdotale oltre che sul merito della pronta ed ilare ubbidienza accettò sperando, e sperando contro ogni speranza (Rm 4, 18).


Si abbandonò tutta nelle mani del Signore il cui braccio non è soggetto a leggi e che tutto prepara per il bene delle sue creature. E, umile e fiduciosa, nel suo cuore in cambio chiese al Signore uno sposo rispettoso e santo, col timore e l’amore di Dio nella mente e nel cuore. Maria, in una parola, chiese la santità nel suo sposo futuro, e di altro non si occupò se non di pregare perché si compisse la Divina Volontà.


I1 Sommo Sacerdote, ispirato dall’alto dopo orazioni e digiuni, tra i pochi giovani della casa e stirpe di David presenti a Gerusalemme ne scelse uno di circa ventotto anni perché fosse lo sposo della divina fanciulla dell’età di quattordici anni circa. Quel giovane israelita si chiamava Giuseppe, che in ebraico significa “Il Signore accresca”.


A questo punto ci piace cogliere tre indicazioni luminose per la nostra vita:

1.    il gran fuoco d’Amore vivo che Dio aveva acceso nel Cuore Immacolato di Maria, sia per Dio stesso che per gli uomini per amore Dio; questo Amore cresca sempre più nel nostro cuore.

2.    la purissima offerta che Maria fece di tutto il suo essere - a Dio solo e in perpetuo, fu la risposta più bella alla predilezione di Dio;  ripaghiamo questa predilezione con  grande generosità.

3.    Dio non si lasciò vincere in generosità. L’ardore dell’offerta di Maria affrettò la venuta de1 Salvatore. E noi con Lei affretteremo la  seconda venuta di Gesù nella gloria che segnerà l'inizio di una infinità di millenni pieni solo di pace e gioia.

Sintetizzando: Maria “visse con giustizia e con fede, aspettando la beata

    speranza e la venuta del Signore”. Camminiamo sulle sue orme divine.



AVE!  MARIA PURISSIMA!


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