<<In verità la vita di un santo monaco è
la croce; ma la croce è guida al paradiso. Abbiamo cominciato; non ci è lecito
tornare indietro, né lasciare ciò che abbiamo intrapreso. Via, o fratelli,
procediamo insieme: Gesù sarà con noi.
Abbiamo preso questa croce per amore di
Gesù; per amore di Gesù perseveriamo nella croce. Colui che ci guida e ci precede sarà il nostro
aiuto. Ecco, il nostro re camminare avanti a noi; "egli combatterà per noi" (2Esd 4,20).
Seguiamolo con
animo virile; che nessuno abbia paura, né si lasci atterrire; che noi siamo pronti a morire coraggiosamente
nella lotta; che non abbiamo a gravare il nostro buon nome con una delittuosa fuga (1Mac 9,10) dinanzi
alla croce.>> (Im.Chr. l. 3, c. 56)
"Doce me, Domine, terrena despicere, præsentia
fastidire, æterna quærere, cœlestia sapere, honores
fugere,
scandala sufferre, omnem spem in te ponere, extra te
nihil
cupere, et super omnia Te ardenter amare". (Ibid. c. 43)
*
O Sacerdos, quid est tu?
Non es a te, quia de nihilo,
Non es ad te,
quia mediator ad Deum,
Non es tibi, quia sponsus ecclesiæ.
Non es tui,
quia servus omnium,
Non es tu, quia Dei minister,
Quid es ergo? nihil et
omnia,
O Sacerdos.
[O Priest, what are you?
You are not from yourself, for you are from nothing;
you are not to yourself, because you a mediator to God;
you are not for yourself, for you are spouse of the Church;
you are not of yourself, for you are a servant of all;
you are not yourself, for you are a minister of God;
what therefore are you? Nothing and everything,
O Priest.]
<<Cor Mariæ Immaculatum, intercede pro nobis>>
***
IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE (P.L.Scupoli)
CAPITOLO
XXII
Le
cose medesime ci servono per regolare i nostri sensi, passando alla meditazione
del Verbo incarnato nei misteri della sua vita e della sua passione
Sopra ti ho mostrato come dalle cose
sensibili noi possiamo elevare la mente alla contemplazione della divinità. Ora
apprendi un modo di trarre spunto dalle stesse per meditare sul Verbo
incarnato, considerando i sacratissimi misteri della sua vita e della sua
passione.
Tutte le cose dell’universo possono
servire a questo scopo, se consideri in esse, come sopra dicevo, il sommo Dio
come sola prima causa che ha dato loro tutto quell’essere, quella bellezza e
quella superiorità che hanno; e da questo passa poi a considerare quanto grande
e immensa sia la sua bontà: pur essendo unico principio e Signore di tutto il
creato, ha voluto discendere a tanta bassezza da farsi uomo, patire e morire
per l’uomo, permettendo che gli stessi uomini si armassero contro di lui per
crocifiggerlo.
Molte cose poi particolarmente ci
portano davanti agli occhi della mente questi santi misteri, come armi, funi, flagelli,
colonne, spine, canne, chiodi, martelli e altre che furono strumenti della sua
passione.
Le abitazioni povere ci ricorderanno la
stalla e il presepio del Signore. Quando piove ci verrà in mente quella
sanguinosa divina pioggia che nell’orto, stillando dal suo sacratissimo corpo,
irrigò la terra; le pietre che mireremo ci rappresenteranno quelle che si
spezzarono nel momento della sua morte; la terra ci raffigurerà quel movimento
che fece allora e il sole quelle tenebre che l’oscurarono (cfr. Mt 27,51; Mc
15,38; Lc 23,44); e vedendo le acque, ci ricorderemo di quella che uscì dal suo
sacratissimo costato (cfr. Gv 19,34). Il che dico allo stesso modo di altre
cose simili.
Gustando il vino o altra bevanda,
ricordati dell’aceto e del fiele del tuo Signore (cfr. Gv 19,29). Se la soavità
degli odori ti alletta, ricorri con la mente al fetore dei corpi morti da lui
sentito sul monte Calvario; quando ti vesti, ricordati che il Verbo eterno si
vestì di carne umana per vestire te della sua divinità; quando ti spogli, pensa
al tuo Cristo denudato per essere flagellato e confitto in croce per te; udendo
rumori e grida di gente, ricordati di quelle abominevoli voci: Crucifige,
crucifige; tolle, tolle (cfr. Gv 19,6), che rimbombarono nelle sue divine
orecchie.
Ogni volta che batte l’orologio, ti sovvenga di quell’affannoso
battito di cuore che al tuo Gesù piacque sentire, quando nell’orto cominciò a
temere della sua vicina passione e morte; ovvero ti paia di sentire quelle dure
percosse con le quali fu inchiodato sulla croce.
In qualunque occasione in cui ti si
presentino mestizia e dolori tuoi o altrui, pensa che sono come niente rispetto
alle indicibili angosce che trafissero e afflissero il corpo e l’anima del tuo
Signore.
<<Cor Mariæ Immaculatum, intercede pro nobis>>