PARTE SECONDA
Ignoranza religiosa
La sorte dell'al di
là dipende da questa vita. Poichè l'eternità dipende dallo stato in cui si
trova l'anima nell'ora della morte, si crede bene ora dare le norme pratiche
per giovare ai moribondi, affinchè non vadano all'inferno ed anche abbrevino il
Purgatorio più che sia possibile.
Ho dovuto assistere
al trapasso di centinaia di uomini e di donne. Ho trovato famiglie veramente
cristiane, ma anche di quelle pagane.
Ecco un piccolo saggio.
Ecco un piccolo saggio.
-Signorina, ho
saputo che suo fratello sta molto male. Come Sacerdote, non essendo stato
chiamato, vengo spontaneamente. Chi sa io possa amministrargli i Sacramenti!
-Mio fratello è un
santo! Non ha peccati da confessare! Se vede lei, muore prima del tempo! -
Non potei
confessarlo, perchè non capiva più. Sapevo però che non andava mai in Chiesa,
mai si comunicava e bestemmiava come un ossesso!... Per la sorella era un
santo!... -
-Scusi, signore, mi
ha chiamato ora per assistere il babbo! Da una settimana è stato in gravi
condizioni!
-E' vero! Ma
siccome sino a questa mattina l'ammalato comprendeva, non potevo chiamare il
Prete!
-Ma ora che non
capisce nulla, come può ricevere con frutto i Sacramenti? Posso
amministrarglieli «sotto condizione ».Dio solo sa quale utilità possano
apportargli. -
Un altro caso.
Il Sacerdote viene
chiamato d'urgenza. Una donna sta per morire. Dopo aver preso l'occorrente in
Chiesa, cioè il Viatico e l'Olio Santo, il Sacerdote giunge all'abitazione
indicata. Batte al portone e si affaccia una donna.
-Reverendo, non c'è
bisogno; potete ritornare a casa vostra!
-Mi hanno avvisato
che qui trovasi un'ammalata grave!
-Era grave. Siccome
ora ha ripreso il respiro e riaperto gli occhi, non c'è più bisogno del Prete!
... -
Un caso ancora:
Andai, con non poco
sacrificio, al letto di un moribondo. Dopo averlo incoraggiato, gli dissi: Ora
fate la Confessione e poi riceverete Gesù Sacramentato.
-Non occorre far
questo!
- Ed allora, perchè
mi avete fatto chiamare con tanta premura?
- Siccome mi sento
male, se non chiamassi il Prete, alla mia morte la gente cosa direbbe?...
Neppure il Prete ha voluto!... Basta quindi che siate entrato in casa mia!
- Ma come, siete
con un piede nella fossa ed ancora pensate alla gente ed all'occhio sociale?...
Preoccupatevi dell'anima vostra!... -
Ce ne volle per
convincerlo!
Questi piccoli
esempi, che potrei moltiplicare, fanno vedere l'incoscienza di tanti in caso di
malattia. Non si pensa che anche nell'ultima ora, prima che Iddio chiami al
giudizio, si possono regolare i conti di tutta la vita. Il buon ladrone andò in
Paradiso, perchè nell'ultima ora ottenne da Gesù Crocifisso il perdono.
Si aiutino perciò
gli ammalati gravi a riconciliarsi con Dio ed a ricevere in tempo i Conforti
Religiosi.
Chiamare subito il
Sacerdote!
Come è peccato
grave tralasciare il Precetto di Pasqua, così è grave non ricevere per colpa
propria il Santo Viatico al termine della vita. Tante volte l'infermo non è
consapevole del suo stato; sono perciò responsabili i parenti se non
s'interessano che egli riceva il Viatico.
Taluni non vogliono
parlare agli infermi di Comunione, per non impressionarli. Ma questa è fede?
Questo è amore ai propri cari? E se l'ammalato morisse in disgrazia di Dio, di
chi sarebbe la colpa?
E quando l'anima
sarà piombata nel fuoco dell'inferno, contro chi imprecherà?... Oh, se
potessero uscire dall'inferno tanti dannati, come si avventerebbero contro i
familiari!... - Per voi sono nel luogo dei tormenti!:.. Ah, se aveste chiamato
il Sacerdote nell'ultima ora, sarei salvo!... -
Non pochi genitori
e - figli credono di essere caritatevoli verso i moribondi non chiamando il
Sacerdote e non riflettono che sono crudeli, perversi ed empi, perchè cooperano
all'eterna perdizione dei congiunti!
E non s'impressiona
l'infermo, quando si fa la consulta medica attorno al letto?... Eppure, per
amore del corpo, la consulta, si fa!... E non si preoccupa l'ammalato, allorchè
d'urgenza, di notte tempo è trasportato in clinica?... Con tutto ciò; si corre
alla clinica!... E non pensa l'infermo che ormai sta per chiudersi la sua vita,
quando i parenti corrono a chiamare il notaio per il testamento?... Trattandosi
di denaro, nessuna delicatezza per il moribondo! Riguardo all'anima si agisce
ben diversamente!
Pietà crudele!
Era prossimo a
morire un commendatore, che era massone. Avrebbe potuto rimettersi
nell'amicizia dei Signore, almeno al termine dei suoi giorni!
Io corsi ad
assisterlo; ma il figlio, un avvocato, me lo impedì. Rimasi nell'anticamera.
- Perchè non volete
che io assista vostro padre?
- Ha la piena
conoscenza. Ha detto il medico che ha solo degli istanti di vita. Vedere il
Prete vuol dire la fine. -
Sopraggiunse un
altro Sacerdote, amico di famiglia; neppure lui fu ammesso al capezzale
dell'ammalato. Andai a chiamare un terzo Sacerdote... Eravamo tre Ministri di
Dio disposti a salvare quella anima... e non fu possibile! Il commendatore
morì, come un cane!...
Dove sarà andata
l'anima del massone? Forse a quest'ora sarà tormentata nell'inferno, per colpa
del figlio... per la sua pietà crudele!...
Quando, dopo venti
anni, andai a visitare il Cimitero ed entrai nella Cappella del commendatore, a
vedere anche la tomba del figlio, dell'avvocato... pietoso..., mi fermai
pensieroso e triste: Come ti sarai trovato, o avvocato, al tribunale di Dio?...
Sei salvo?... Non fu tua la colpa se tuo padre morì lontano da Dio? A che cosa
giova questa Cappella ed i suffragi che si fanno a te ed a tuo padre?...
Quanti di questi
dolorosi esempi potrei narrare!
L'ultima malattia
L'ultima malattia
suole essere una grazia che Iddio concede nella sua misericordia, per
purificare i buoni e per richiamare i traviati.
A Gesù interessa
che le anime si salvino, perchè per esse è morto; interessa pure che giungano
in Cielo ricche di meriti e che stiano in Purgatorio il meno possibile. Per
ottenere ciò si serve delle malattie, specialmente dell'ultima, che d'ordinario
è la più dolorosa.
Un giorno Gesù
disse a Josefa Menendez: Ti lascio la mia Croce. Ho bisogno che tu soffra per
un'anima.
- E' qualche
peccatore?
- No, è un'anima a
me tanto cara. E' nelle ultime ore di vita e sto intensificando le sue
sofferenze per purificarla di certe colpe leggere e per aumentare i suoi meriti
per l'eternità. -
L'esempio fa
comprendere l'amoroso lavorìo ed interessamento di Gesù per i moribondi.
Ai fedeli si
presentano ora dei suggerimenti, per assistere con frutto gli ammalati gravi.
Quanti sono sfuggiti all'inferno, per opera di pie persone che li hanno saputo
assistere in punto di morte!
I buoni sul letto
di morte
Quando stanno per
morire quelli che son vissuti nel, timore di Dio, è facile parlare a loro per
suggerire buoni pensieri, però senza stancarli.
A questa categoria
di anime si raccomandi di fare, almeno con il pensiero, atti di amor di Dio, di
rassegnazione completa alla divina volontà, di pensare a Gesù in Croce ed alla
Vergine Addolorata.
Si preghi per essi,
perchè il demonio suole sferrare degli attacchi terribili in quel momento,
nella speranza di vincerli o con la disperazione o con la superbia. Sappiamo
che le persone più sante sono state le più assalite dal demonio nell'ora della
morte. Però la Madonna assiste i suoi figli; e chi l'ha onorata in vita, si
accorge subito della sua protezione.
Versare dell'Acqua
Benedetta sul letto degli agonizzanti ed accendere la candela della Candelora,
serve a tener lontano il demonio.
Un assalto
diabolico terribile ebbe una mia parente intima; aveva trascorso gli ottanta e
più anni nel servizio del Signore e nella verginità. Parecchi demoni le si
presentarono per tentarla ed allora implorò aiuto. I presenti aspersero
l'ambiente con l'Acqua Santa, posero sul letto una immagine della Madonna e pregarono.
Sparirono i brutti ceffi. La morente, raccogliendo un po' di fiato, disse: Vi
ringrazio! Se ne sono andati! Il più grande favore che io abbia ricevuto in
vita mia, è stato l'aiuto che ora mi avete dato!
Come comportarsi in
certi casi
Tante famiglie
vivono nell'indifferenza e nell'ignoranza religiosa. In caso di grave malattia,
non si danno pensiero di chiamare il Sacerdote; però se qualcuno dicesse una
buona parola e raccomandasse di aiutare l'infermo spiritualmente, cederebbero
con facilità.
Quando perciò si
viene a conoscenza di un ammalato grave, o parente, o amico, o vicino di casa,
si faccia una visita di convenienza e poi si dica: Il Signore in casa non viene
per male! Se l'ammalato si comunica, può anche ricevere la grazia della salute.
Chiamate il Sacerdote, che pregherà per lui. Noi non siamo dei pagani; abbiamo
la fede in Dio! -
Dopo tali
ragionamenti, è facile far ricevere i Conforti Religiosi.
Può avvenire che
l'infermo voglia il Sacerdote e che qualche familiare si opponga. A tal caso ci
vuole prudenza e carità. Conviene avvisare segretamente il Parroco o altro
zelante Sacerdote, affinchè trovi la via per giungere all'infermo.
Anni or, sono una
donna mi disse: Nella vicina gampagna c'è una vecchietta in gravi condizioni;
alcuni della famiglia non vogliono chiamare il Prete. -
Senza mettere tempo
in mezzo, mi avviai a quella campagna, con la scusa di una passeggiata. Feci
una sosta davanti all’abitazione dell'inferma e chiesi ad una donna che stava
sulla soglia: Sapreste indicarmi la via che porta a quella data contrada? -
Dopo mi fermai a chiacchierare di altre cose, finchè entrai in casa.
- Se permettete,
vorrei riposarmi un poco! -
Mi fu concesso.
Dopo qualche istante potei entrare nella stanza dell'ammalata. Domandai ed
ottenni di poterla confessare.
- Sì, Reverendo; è
difficile avere qui un Prete! Voglio approfittare di questa combinazione! -
Diedi
l'assoluzione, il Viatico e l'Olio Santo. Quando stavo per lasciare l'inferma,
sopraggiunse la nuora. Mi diede uno sguardo felino e chiese sottovoce ai
familiari: Chi ha chiamato questo Prete?... Come ha fatto a sapere che la
suocera sta per morire?... Chi avrà avuto il prurito di interessarsi?... -
Io finsi di non
sentire e conclusi: Permettetemi che continui la mia via! - La stessa notte la
vecchietta era cadavere.
Se quella pia donna
non mi avesse informato del caso, dove sarebbe a quest'ora l'anima di quella
defunta?...
I moribondi...
ostinati
Il caso più comune,
specialmente nel sesso maschile, si ha quando è proprio l'ammalato a non volere
il Sacerdote, mentre i parenti bramano di averlo:
Qui si tratta di
miracolo morale, di vera conversione; si tratta o d'inferno o di Paradiso. Se i
congiunti amano davvero il moribondo, non tralascino nulla per la sua salvezza.
I mezzi principali
sono: fare celebrare delle Messe, possibilmente in onore della Passione di
Gesù; raccomandare l'infermo alle preghiere di qualche Comunità Religiosa; fare
a Dio delle promesse. A qualche anima generosa si, raccomanda di offrirsi
vittima a Dio, per un certo tempo, accettando qualche croce particolare. Con
questo cumulo di aiuti spirituali, la grazia di Dio agisce potentemente nel
cuore dell'infermo e difficilmente potrà resistere all'invito della grazia.
Quanti peccatori
ostinati ho potuto riconciliare con Dio, dopo l'applicazione di questi mezzi!
Una signorina
m'invitò ad assistere il padre moribondo, il quale da circa trenta anni non
andava in Chiesa. Quando questi mi vide, esclamò: Andate via!
- Ma io sono venuto
per aiutarvi a salvare l'anima!
- Ed io non voglio!
- Allontanando me,
cacciate Gesù Cristo! - e gli mostrai il Crocifisso. - Non m'importa né di voi
né del vostro Crocifisso! Via di qua!
- Non abbiate
timore! Gesù vi perdona ogni cosa! Egli per noi è morto in Croce!
- Se è morto in
Croce, vuol dire che se lo meritava!...
- ...Ve ne andrete
all'inferno, se morite così... -
Che cosa fare
davanti ad un uomo così duro e perverso?
Una persona
presente si offrì subito vittima a Dio per la sua conversione. Dopo tre giorni
fui chiamato: Reverendo, quell'uomo ancora non è morto; desidera confessarsi
con voi. - Era completamente cambiato! Si confessò, baciò il Crocifisso e
ricevette tutti i Sacramenti; potei ancora comunicarlo parecchie altre volte e
poi spirò serenamente.
Ogni giorno quanti
di questi peccatori sono alla soglia dell'eternità! I fedeli non dimentichino
di pregare ogni giorno per i moribondi, specie se peccatori ostinati. Una
semplice opera buona, potrebbe salvare un'anima.
La vittima
straordinaria, Josefa Menendez, una mattina fece un sacrificio per amore di
Gesù. Nel pomeriggio le apparve la Madonna, che le disse: Quel tuo sacrificio
ha salvato un'anima. C'era un peccatore sul letto di morte, prossimo a cadere
nell'inferno. Il mio Figliuolo Gesù ha applicato a lui il tuo sacrificio e si è
salvato. Vedi, figlia mia, con i piccoli atti quante anime si possono salvare!
–
I destituiti dai
sensi
I moribondi si
aiutino col suggerire buoni pensieri. Anche quando pare che un agonizzante
abbia perduto la conoscenza, potrà darsi che ancora comprenda; conviene quindi
parlargli un po' forte all'orecchio, nella speranza che comprenda qualche cosa.
Un uomo mi diceva:
Sono arrivato all'orlo della, tomba; grazie a Dio, sono fuori pericolo, anzi
presto lascerò il letto. In quei momenti supremi mi piangevano per morto ed io
sentivo tutto. Sentì anche mio cognato che diceva: La mobilia di questa camera
ora tocca a me! - Udivo, ragionavo e non potevo muovermi! -
Un'altra volta
andai ad assistere un tale, che aveva rissato ed era ricoperto di coltellate.
Era dissanguato, dagli occhi vitrei e dal colore cadaverico. Si diceva: E'
morto! - Gli suggerii qualche buon pensiero e gli diedi l'assoluzione. Il
povero uomo non morì, andai a trovarlo all'ospedale e mi disse: Io sentivo
tutto quello che voi mi dicevate in quel momento! -
Questi esempi
servano d'insegnamento: Ricordate all'agonizzante la bontà di Dio, la gioia del
Paradiso, il vero pentimento di avere offeso Gesù ed il desiderio di
confessarsi.
Può avvenire che,
avvertita la gravità dei caso, dopo un collasso o uno svenimento, mentre si
corre a chiamare il Sacerdote, l'ammalato muoia. Prima che giunga al capezzale
il Ministro di Dio, qualcuno dei presenti suggerisca all'orecchio dell'ammalato
l'atto di dolore perfetto, con tutto il cuore: Signore, mi pento che ho offeso
Voi coi miei peccati!... Perdonatemi i dispiaceri che vi ho dato!... Per i
meriti della vostra morte, abbiate pietà di me!... Se potrò, mi confesserò!...
-
Alle volte, basta
in fine di vita un vero atto di dolore e di amore di Dio, col proposito di confessarsi,
per sfuggire alle pene dell'inferno.
Morte apparente
Quando si dice: il
tale è morto ora improvvisamente! - ci si può sbagliare. Si è provato che la
vita ancora può continuare in modo latente. Difatti si danno dei casi in cui il
cosiddetto cadavere, disteso sul letto, dopo parecchie ore o qualche giorno, si
muova e riprenda la vita normale, come avvenne l'anno 1952, ad una vecchietta
nella città di Modica, la quale, qualche momento prima di essere deposta nella
cassa funebre, si svegliò e riprese le attività.
Per questo motivo è
prescritto che il cadavere non si seppellisca prima delle ventiquattro ore,
dopo avvenuta la morte, la quale potrebbe essere apparente.
Questa istruzione
giova, specialmente nelle morti improvvise, per recare qualche aiuto spirituale
all'interessato. In questi casi, se il Sacerdote non ha amministrato i
Sacramenti, si vada a chiamarlo. Il Ministro di Dio sa come comportarsi; egli
dice: Se tu sei ancora vivo, ti assolvo! -
Per un paio di ore
dopo la cosiddetta morte, è lecito agire così.
L'aiuto di Dio
Il Padrone della
vita è Dio; il medico ad un certo momento dice: Non ho più cosa fare! -
Alle volte Iddio
aspetta in quei momenti estremi delle promesse speciali per prolungare la vita
ad un uomo. E' bene farne qualcuna, ma con prudenza. Potrà darsi che il Signore
accolga la promessa e faccia la grazia o il miracolo; potrà invece chiamare
all'altra vita, concedendo però una santa morte che è grazia più importante
della prima.
Per esperienza
personale, raccomando ai fedeli di appigliarsi alla, pratica dei Quindici
Venerdì Consecutivi. Sono quindici Comunioni che si fanno al venerdì, ogni
settimana; se qualche venerdì non fosse possibile comunicarsi, potrebbe farsi
ciò in un altro giorno, prima che giunga il venerdì successivo. In casi
urgentissimi può farsi questo in quindici giorni consecutivi. Più sono le
persone che si comunicano, più facilmente può ottenersi la grazia. L'intenzione
sia questa: Riparare il Cuore di Gesù delle offese che riceve ed ottenere la
guarigione.
E' molto diffuso in
Italia ed all'estero il manuale dei Quindici Venerdì; è pervenuto anche nelle
mani dei sommi Pontefici: Papa Giovanni e Paolo VI.
Anni addietro fui
chiamato ad assistere un moribondo, che era nelle ultime ore; da una settimana
era sotto gli spasimi dell'angina pectoris. Gli consigliai di promettere a Gesù
tre turni dei Quindici Venerdì; accettò lui e la sposa. Dopo un po' di ore era
fuori pericolo. E' ancora in vita e son passati circa 30 anni.
A Barriera del
Bosco un bambino di sette anni era in fine di vita per avvelenamento al sangue;
aveva perduto la conoscenza. Esortai i genitori, i fratelli e le sorelle a
promettere i Quindici Venerdì.
L'indomani mattina
tutti si comunicarono. Dopo meno di una settimana il bambino giocava fuori di
casa.
Pochi mesi or sono
fui invitato ad andare con urgenza in una clinica di Catania, ove stava per
morire un giovane, per avvelenamento al sangue in seguito ad operazione
chirurgica.
Il caso era
disperato. I parenti del moribondo, poco religiosi, si accorsero che solo Dio
poteva salvare il congiunto. Mi promisero che non avrebbero più bestemmiato,
che sarebbero andati in Chiesa uomini e donne. Consigliai i Quindici Venerdì al
moribondo ed ai parenti e Dio intervenne subito. L'ex moribondo oggi attende al
lavoro.
Di questi esempi
potrei portarne ancora. Alle volte Iddio non dà la salute, ma la santa morte.
Ad un infermo, operato di gravissima peritonite, feci promettere i Quindici
Venerdì per tutta la vita. Morì lo stesso. Ma che morte edificante! Mi diceva:
Reverendo, sia fatta la volontà di Dio! - Esclamava: O Gesù, la mia sete è
spasimante! La unisco alla sete che tu hai avuto sulla Croce!... Gesù mio, fa'
di me quello che vuoi!.... Accetta i miei dolori in riparazione dei peccati che
si commettono nella mia città!... -
Che nobili
sentimenti di un uomo, che muore nel fiore degli anni! Quale grazia maggiore di
questa?
Il lutto
Avvenuta una morte,
è doveroso il lutto, sia come segno di dolore, sia come rispetto a chi ha
lasciato questa vita.
C'è il lutto pagano
e quello cristiano. E' pagano quando si bada all'occhio sociale soltanto e non
si pensa all'anima del trapassato.
E' da rimproverarsi
la condotta di coloro che, a motivo del lutto, per settimane e mesi non vanno
in Chiesa. Dicono: Non si deve uscire di casa! -
Benedicevo le case
in un paese della provincia di Caltanissetta. Entrai in un grande palazzo.
Prima di allontanarmi, dissi a due signorine, un po' anziane: Avete fatta la
Comunione di Pasqua?
- No; siamo a lutto
e non possiamo uscire.
- Da poco tempo è
morto qualcuno in famiglia?
- Morì nostro padre
diciotto anni fa. - Dopo tanti anni ancora tenete il lutto? E la Messa e la
Comunione... tralasciate tutto?
- Non si esce di
casa! Per l'occorrente della famiglia ci pensano le persone di servizio!
Mentre rifacevo le
scale, dicevo tra me: Che stranezza di lutto!... Bisognerebbe essere pazzi per
giungere a tanto! -
Il lutto si
conservi nel cuore anche per tutta la vita. Ma se si ama un defunto, bisogna
suffragarne l'anima.
Si riduca al minimo
il periodo del lutto stretto; si vada al più presto in Chiesa a pregare per i
morti! La gente criticherà?... No!... Quando si sta ritirati in casa e si esce
soltanto per andare in Chiesa, i buoni approvano e gl'ignoranti dicano ciò che
vogliono... Tener conto degli ignoranti è stoltezza!
Era morto mio padre
e dopo una settimana mia madre andava al Tempio. Nessuno la criticava!
Si disprezzi dunque
dai fedeli la paura della critica e ci si preoccupi di portare sollievo ai
defunti.
COR SANCTISSIMUM MARIAE
FONS LUCIS ET GRATIAE
FONS
AETERNAE VITAE
ora
pro nobis
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