PREPARAZIONE ALLA S. MESSA
IN UNIONE A MARIA SS.
PREPARAZIONE
ALLA S. MESSA
IN UNIONE A MARIA SS.
composta da S. Ecc. Rev.ma Mons. Pasquale Morganti
già Vescovo di Bobbio, Arcivescovo di Ravenna e Vescovo di Cervia.
ALLA S. MESSA
IN UNIONE A MARIA SS.
composta da S. Ecc. Rev.ma Mons. Pasquale Morganti
già Vescovo di Bobbio, Arcivescovo di Ravenna e Vescovo di Cervia.
Preghiera:
«Gloriosissima Mater Dei, Virgo Maria, tota fiducia mea, precor Te ut mihi miserrimo peccatori adsistere hac hora digneris, qua pretiosissimum Filii tui Corpus et Sanguinem aeterno Patri oblaturus sum; sicut amans et dolens eidem Filio tuo in Cruce pendenti adstitisti.
Plena es gratiarum, plena rore coelesti, innixa super Dilectuin tuum, deliciis affluens.
Ciba ergo pauperem tuum de supereffluenti mensa tua, tuarumque virtutum vestibus indue me, ut his ornatus divino conspectui gratus appaream.
Aperi manum tuam et imple me benedictioníbus, quibus Te Deus benedixit in aeternum, ut Te interveniente, tremenda Mysteria acceptabiliter perficere, et Sancta Sanctorum digne merear degustare.
«Domine Deus meus, Creator mens, et Redemptor mens, cum tali affectu,
reverentia, laude et honore, cum tali gratitudine, dignitate et amore, cum tali fide, spe et puritate te affecto hodie suscipere, sicut te suscepit et desideravit Sanctissima Mater tua, gloriosa Vírgo Maria quando Angelo, evangelizanti sibi Incarnationis mysterium, humilter ac devote respondit: Ecce Ancilla Domini fiat mihi secundum verbum tuum.
Atto di Fede:
«Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce
e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine»[i].
Prodigio simile stai, o Gesù, per rinnovare in me. Anch’io tra poco articolando le tremende parole della Consacrazione, in certo modo, non meno meraviglioso, ti darò un’altra vita, la vita sacramentale, sicché nelle mie mani si rinnoverà quanto operossi nel seno della tua SS. Madre. Come al «fiat» pronunciato da Maria Tu scendesti ad umanarti in Lei, cosi scenderai tosto nelle mie mani appena io proferirò la formola del Sacramento. Credo, o Gesù, credo. Il senso cieco e tardo domanderà: «Come avverrà questo?[ii]»
ma la fede lo appagherà dicendo: «Su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo… nulla è impossibile a Dio»[iii] Oh Maria piena di fede «Tu che hai creduto[iv]» alle parole di semplice Angelo, comunica a me, la tua gran fede alle parole di Dio medesimo.
Atto di Umiltà:
«Tu ad liberandum suscepturus hominem, non
horruisti Virginis uterum![v]» Anima mia, senti la Chiesa, che stupisce
ancora come Gesù non abbia provato orrore ad incarnarsi nel seno di Maria.
Eppure di questo seno essa medesima va’ decantando la purezza, la santità,
la ricchezza e lo splendore chiamandolo «Vas spirituale, Vas honorabile,
Foederis Arca, Domus aurea!» Qual meraviglia adunque che su trono siffatto
abbia amato fermarsi anche il Re dei Re? L’ammirazione della Chiesa non offenderà Maria, di cui pare poco apprezzare l’immensa virtù? No, Maria non si offende: anzi Ella stessa ha posto in certo, modo sul labbro alla Chiesa, quella frase col suo esempio. All’udir da Gabriele: «Ave, piena di grazia… il Signore è
con Te». Ella «rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto[vi]» trovando strano a sé un saluto sì lusinghiero e sublime.
E ricevendo le congratulazioni per la sua sorte incomparabile da Elisabetta espresse ripetutamente i suoi sensi d’umiltà: «Ha guardato l’umiltà della sua serva… ha innalzato gli umili… ha ricolmato di beni gli affamat[vii]
dicendosi bassa ancella, mancante, di tutto, ché anche nel possesso di tante singolari virtù riconoscevasi un nulla in confronto del Dio d’ogni perfezione.
Or dunque, donde piglierò io ardire per accostarmi a questo gran Dio, e riceverlo in questo mio cuore, ove non solo non isplende l’oro dell’Arca dell’Alleanza, ma
vi fermentano passioni più abbiette? Se Maria si turba accostandosi a te posso io men che disperare e fuggire dal tuo cospettto?
Ma in buon punto mi sovviene che tu, o Maria, sei la Regina dei miserabili, l’asilo dei derelitti: per te dunque, o mistica Porta del Cielo «Ianua coeli» io mi farò animo ad entrar da Gesù.
Atto di Confidenza:
Ah tu, Gesù, non mi scaccerai, no, ché non il puoi, se Maria mi precederà. Coraggio, anima mia; «Va a questa madre di misericordia, e palesale le piaghe che porti nell’anima per le tue colpe: allora ella certamente pregherà il Figlio che ti perdoni, per quel latte ch’ella gli diede[viii]; e il Figlio, che tanto l’ama, certamente l’esaudirà;»[ix].
… «Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà sussistere?[x]»
Lo so, ma anima mia, senti la voce consolante di tua Madre: «Di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono[xi]».
Orbene, o mio Gesù, benché compreso dell’infinita tua perfezione e dell’immensa mia miseria e turbato nell’animo, come Maria, per aderire ai pressanti inviti tuoi e della carissima tua e mia Madre, sul suo esempio mi acquieto e dico pien di gioia: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto[xii]». Perdonatemi intanto tutti i miei peccati, de’ quali mi dolgo, e accetta e convalida il proposito di non più ricadervi.
Atto di Desiderio:
Anima mia, conosceva la Vergine SS. le promesse divine
circa il venturo Messia fatte ai Patriarchi e profeti: «come aveva promesso ai nostri padri[xiii]»: or con quali vampe d’amore non avrà quel Cuore desiderato Gesù, detto appunto «Desiderato da tutte le genti[xiv]»?
Con qual’ansia infuocata il virgineo e tenero suo Cuore non avrà ripetuto co’ suoi Padri: « manda chi vuoi mandare![xv]… Si apra la terra e germini il Salvatore! Le nubi piovano il giusto! [xvi]… donaci la tua salvezza[xvii]…
Signore, piega il tuo cielo e scendi [xviii]». O Maria, ah! dimmi: quante
volte lo chiamavi in un sol giorno il futuro Salvatore?… «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo[xix]»
O Mamma mia, quanto affetto per Gesù in queste poche parole; quanto desiderio!
Dimmi ancora. o Maria, come ti struggevi di rivedere le care sembianze del tuo Gesù e di goderne gli amplessi, quando Egli era assente per attendere alla predicazione!
Dimmi lo schianto del tuo Cuore quando Gesù si staccò anche da Te per
salire al Cielo?! Dimmi gli slanci tuoi verso l’empireo nel resto della vita, lontana
da Gesù! Ah chissà quante volte ripetesti le amorose lamentele del
tuo gran Padre Davide: «Quando verrò e vedrò il volto di Dio?[xx]…
Chi mi darà ali come di colomba, per volare e trovare riposo?[xxi]…
Di te ha detto il mio cuore: “Cercate il suo volto”; il tuo volto, Signore,
io cerco[xxii]. L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente![xxiii]… Ho
corso assetato![xxiv]… Mio Dio, non tardare![xxv]… L’anima mia languisce
e brama gli atri del Signore![xxvi]… Ho sperato: ho sperato nel Signore![xxvii]»
– Oh Gesù, ho anch’io tutti i motivi per desiderarti sì focosamente
vicino a me; anch’io posso aspettarmi un vero Paradiso con te, promettermi le gioie medesime di Maria: anch’io dunque anelo a te. lo vengo. Accompagnami tu, Maria, porgimelo tu il tuo e mio Amore, come il porgesti ai Pastori e ai Magi ed a molte anime elette, che poterono condividere teco la sorte invidiabile di stringersi in braccio Gesù.
NOTE
[i] Lc 1, 31-32.
[ii] Lc 1, 34.
[iii] Lc 1, 35.36.
[iv] Cf, Lc 1, 45.
[v] Dall’inno Te Deum: “non ha avuto vergogna di venire all’uomo implicandosi
nelle viscere della Vergine” (trad. libera di Mons. Luigi Giussani; cf. http://www.tracce.it/det_Articoli.asp?Sezione=settembre
+1999&ID= 19990921, visitato il 9 dicembre 2006.
[vi] Lc 1, 29.
[vii] Lc 1, 48. 52. 53.
[viii] San Bernardo, citato da Sant’Alfonso M. de’ Liguori ne Le Glorie di Maria,I, 2, 1. “Queste o simili parole da moltissimi vengono attribuite a S. Bernardo:
da s. Bonaventura (Soliloquium, cap. 1, n. 23, Opera, ad Claras Aquas,
VIII, 37), da Vincenzo di Beauvais, da S. Antonino, da S. Bernardino da Siena, da
S. Tommaso da Villanova, da Dionigi Cartusiano, da Pelbarto, ecc. ecc. Veramente,
ut sonant, non sono di S. Bernardo, o almeno non si ritrovano nei suoi scritti.
Ma non sembrano altro che la parafrasi di quanto scrisse S. BERNARDO sulla
scala dei peccatori, per cui dobbiamo ascendere dalla Madre al Figlio e dal
Figlio al Padre: «Ad Patrem verebaris accedere… Iesum dedit tibi Mediatorem.
Quid non apud talem Patrem Filius talis obtineat? Exaudietur utique pro reverentia
sua… An vero trepidas et ad ipsum… Advocatum habere vis et ad ipsum? Ad Mariam
recurre… Nec dubius dixerim, exaudietur et ipsa pro reverentia sua. Exaudiet utique
Matrem Filius, et exaudiet Filium Pater. Filioli, haec peccatorum scala, haec mea
maxima fiducia est, haec tota ratio spei meae. Quid enim? potestne Filius aut repellere,
aut sustinere repulsam; non audire, aut non audiri, Filius potest? Neutrum plane.»
In Nativitate B. M. V., Sermo de aquaeductu, n. 7. ML 183-441. – Questaparafrasila fece, primo fra tutti, uno degli amici più intrinseci di S. Bernardo,
tanto addentro nelle cose sue, e primo suo biografo dopo la morte del Santo, giacché
Guglielmo scrisse vivendo ancora S. Bernardo: ARNALDO DI CHARTRES. Questi, nel suo
Libellus de laudibus B. M. V., ML 189-1726, dice: «Securum accessum
iam habet homo ad Deum, ubi mediatorem causae suae Filium habet ante Patrem, et ante
Filium Matrem. Christus, nudato latere, Patri ostendit latus et vulnera; Maria Christo
pectus et ubera; nec potest ullo modo esse repulsa, ubi concurrunt et orant omni
lingua disertius haec clementiae nonumenta et caritatis insignia. Dividunt coram
Patre inter se Mater et Filius pietatis officia, et miris allegationibus muniunt
redemptionis humanae negotium.» Ed altrove lo stesso ARNALDO, De septem
verbis Domini in cruce, tractatus 3, ML 189-1695: «Unum… erat… quod
Pater bonus, quod Filius pius, quod mater sancta intendebat… Matre supplicante,
Filio interpellante, Patre propitiante. Filius ad pectus Matris et ubera, Pater ad
Filii crucem et vulnera respiciebat. Et quid inter haec tanta pignora non moverent?»
– In fine, ci vengono qui insegnate, in modo vivo ed espressivo, queste due grandi
verità: che Maria tutto ottiene, perché è Madre di Gesù,
e che quanto concede Dio a noi, lo concede per i meriti della Passione di Gesù.
Quindi, usando di quella scala, secondo la parola di Arnaldo ed il
pensiero comune a lui ed a Bernardo, «securum accessum iam habet homo
ad Deum.»”. Nota ripresa da http://www.intratext.com/ IXT/ITASA0000/_PQ0.HTM#$577,
visitato il 9 dicembre 2006.
[ix] San Bernardo, In Nativitate B. V. Mariae Sermo (De Aquaeductu)
7 ML 183, 1015.[x] Sal 130 (129), 3.
[xi] Lc 1, 50.
[xii] Lc 1, 38.
[xiii] Lc 1, 55.
[xiv] Agg 2, 8, secondo la Vulgata. L’ebraico, con numerazione differente
del versetto (2, 7) ha chemdath kol-haggoyim, che la CEI traduce “le
ricchezze di tutte le genti”. Ritengo la traduzione della Vulgata preferibile.
La Gloria futura di questa casa… più grande di quella di una volta
ove Dio porrà la pace (cf vv. successivi), formano un contesto per
cui l’interpretazione di chemdath solo come ricchezza naturale, è
oggettivamente restrittiva. Si tratta di un tesoro dei tempi messianici.
[xv] Es 4, 13.
[xvi] Is 45, 8.
[xvii] Sal 85 (84),8.
[xviii] Sal 144 (143), 5.
[xix] Lc 2, 48.
[xx] Sal 42-43 (41-42), 3.
[xxi] Sal 55 (54), 7.
[xxii] Sal 27 (26), 8.
[xxiii] Sal 42-43 (41-42), 3.
[xxiv] Sal 62 (61), 5; la Bibbia CEI omette queste parole.
[xxv] Sal 40 (39), 18.
[xxvi] Sal 84 (83), 3.
[xxvii] Sal 40 (39), 2.
[ii] Lc 1, 34.
[iii] Lc 1, 35.36.
[iv] Cf, Lc 1, 45.
[v] Dall’inno Te Deum: “non ha avuto vergogna di venire all’uomo implicandosi
nelle viscere della Vergine” (trad. libera di Mons. Luigi Giussani; cf. http://www.tracce.it/det_Articoli.asp?Sezione=settembre
+1999&ID= 19990921, visitato il 9 dicembre 2006.
[vi] Lc 1, 29.
[vii] Lc 1, 48. 52. 53.
[viii] San Bernardo, citato da Sant’Alfonso M. de’ Liguori ne Le Glorie di Maria,I, 2, 1. “Queste o simili parole da moltissimi vengono attribuite a S. Bernardo:
da s. Bonaventura (Soliloquium, cap. 1, n. 23, Opera, ad Claras Aquas,
VIII, 37), da Vincenzo di Beauvais, da S. Antonino, da S. Bernardino da Siena, da
S. Tommaso da Villanova, da Dionigi Cartusiano, da Pelbarto, ecc. ecc. Veramente,
ut sonant, non sono di S. Bernardo, o almeno non si ritrovano nei suoi scritti.
Ma non sembrano altro che la parafrasi di quanto scrisse S. BERNARDO sulla
scala dei peccatori, per cui dobbiamo ascendere dalla Madre al Figlio e dal
Figlio al Padre: «Ad Patrem verebaris accedere… Iesum dedit tibi Mediatorem.
Quid non apud talem Patrem Filius talis obtineat? Exaudietur utique pro reverentia
sua… An vero trepidas et ad ipsum… Advocatum habere vis et ad ipsum? Ad Mariam
recurre… Nec dubius dixerim, exaudietur et ipsa pro reverentia sua. Exaudiet utique
Matrem Filius, et exaudiet Filium Pater. Filioli, haec peccatorum scala, haec mea
maxima fiducia est, haec tota ratio spei meae. Quid enim? potestne Filius aut repellere,
aut sustinere repulsam; non audire, aut non audiri, Filius potest? Neutrum plane.»
In Nativitate B. M. V., Sermo de aquaeductu, n. 7. ML 183-441. – Questaparafrasila fece, primo fra tutti, uno degli amici più intrinseci di S. Bernardo,
tanto addentro nelle cose sue, e primo suo biografo dopo la morte del Santo, giacché
Guglielmo scrisse vivendo ancora S. Bernardo: ARNALDO DI CHARTRES. Questi, nel suo
Libellus de laudibus B. M. V., ML 189-1726, dice: «Securum accessum
iam habet homo ad Deum, ubi mediatorem causae suae Filium habet ante Patrem, et ante
Filium Matrem. Christus, nudato latere, Patri ostendit latus et vulnera; Maria Christo
pectus et ubera; nec potest ullo modo esse repulsa, ubi concurrunt et orant omni
lingua disertius haec clementiae nonumenta et caritatis insignia. Dividunt coram
Patre inter se Mater et Filius pietatis officia, et miris allegationibus muniunt
redemptionis humanae negotium.» Ed altrove lo stesso ARNALDO, De septem
verbis Domini in cruce, tractatus 3, ML 189-1695: «Unum… erat… quod
Pater bonus, quod Filius pius, quod mater sancta intendebat… Matre supplicante,
Filio interpellante, Patre propitiante. Filius ad pectus Matris et ubera, Pater ad
Filii crucem et vulnera respiciebat. Et quid inter haec tanta pignora non moverent?»
– In fine, ci vengono qui insegnate, in modo vivo ed espressivo, queste due grandi
verità: che Maria tutto ottiene, perché è Madre di Gesù,
e che quanto concede Dio a noi, lo concede per i meriti della Passione di Gesù.
Quindi, usando di quella scala, secondo la parola di Arnaldo ed il
pensiero comune a lui ed a Bernardo, «securum accessum iam habet homo
ad Deum.»”. Nota ripresa da http://www.intratext.com/ IXT/ITASA0000/_PQ0.HTM#$577,
visitato il 9 dicembre 2006.
[ix] San Bernardo, In Nativitate B. V. Mariae Sermo (De Aquaeductu)
7 ML 183, 1015.[x] Sal 130 (129), 3.
[xi] Lc 1, 50.
[xii] Lc 1, 38.
[xiii] Lc 1, 55.
[xiv] Agg 2, 8, secondo la Vulgata. L’ebraico, con numerazione differente
del versetto (2, 7) ha chemdath kol-haggoyim, che la CEI traduce “le
ricchezze di tutte le genti”. Ritengo la traduzione della Vulgata preferibile.
La Gloria futura di questa casa… più grande di quella di una volta
ove Dio porrà la pace (cf vv. successivi), formano un contesto per
cui l’interpretazione di chemdath solo come ricchezza naturale, è
oggettivamente restrittiva. Si tratta di un tesoro dei tempi messianici.
[xv] Es 4, 13.
[xvi] Is 45, 8.
[xvii] Sal 85 (84),8.
[xviii] Sal 144 (143), 5.
[xix] Lc 2, 48.
[xx] Sal 42-43 (41-42), 3.
[xxi] Sal 55 (54), 7.
[xxii] Sal 27 (26), 8.
[xxiii] Sal 42-43 (41-42), 3.
[xxiv] Sal 62 (61), 5; la Bibbia CEI omette queste parole.
[xxv] Sal 40 (39), 18.
[xxvi] Sal 84 (83), 3.
[xxvii] Sal 40 (39), 2.
Nessun commento:
Posta un commento