giovedì 21 dicembre 2017

I Parti, Medi, Persiani, Ircani e Battriani e infine gli Indiani: furono istruiti nella religione cristiana da san Tommaso Apostolo

21 dicembre A.D. 2017 - Terzo Millennio dopo C.

OMELIA di san Gregorio papa e
Biografia di san Tommaso Apostolo

Lettura del santo Vangelo secondo Giovanni
Joannes 20:24-29
In quell'occasione: Tommaso, uno dei dodici, detto Didimo, non era con essi, quando venne Gesù. Eccetera.

Omelia di san Gregorio Papa
Omelia 26 sul Vangelo, dopo la metà
Che cosa, fratelli carissimi, che cosa pensate di ciò? Credete forse, che sia accaduto a caso che quel discepolo eletto (dal Signore) fosse allora assente, poi, tornato, udisse, udendo dubitasse, dubitando palpasse, palpando credesse? No, non avvenne ciò a caso, ma per divina disposizione. E la divina bontà ha condotto tutto in maniera mirabile, affinché quel discepolo dubitando e palpando così le ferite del corpo del suo maestro, guarisse in noi le piaghe dell'incredulità. Infatti ha giovato più l'incredulità di Tommaso alla nostra fede, che la fede degli altri discepoli già convinti; perché vedendo ch'egli è ricondotto alla fede palpando, la nostra mente rigetta ogni dubbio, e si fortifica nella fede.


E così il Signore permise che dopo la sua risurrezione un discepolo dubitasse, senza però abbandonarlo nel dubbio; come già prima della sua nascita aveva voluto che Maria avesse uno sposo, senza cessare però d'essere vergine. Per tal modo dunque quel discepolo dubitando e palpando, divenne testimone della vera risurrezione, come lo sposo della madre di Dio) era stato custode della sua purissima verginità. Palpò dunque ed esclamò: «Signor mio, e Dio mio». E Gesù gli dice: «Perché mi hai visto, hai creduto» (Joann. 20,28. Ora dicendo l'Apostolo Paolo: «La fede è il fondamento delle cose che si sperano, la dimostrazione delle cose che non si vedono» Hebr. 11,1; è chiaro e certo che la fede è la dimostrazione di quelle cose che non possono vedersi. Infatti le cose che si vedono, non sono più oggetto della fede, ma della conoscenza.


Perché dunque si dice a Tommaso allorché ebbe visto e palpato: «Perché m'hai visto, hai creduto»? Joann. 20,28. Ma egli vide una cosa, e ne credé un'altra. Infatti un uomo mortale non può vedere la divinità. Egli vide dunque Gesù uomo, ma lo confessò Dio, dicendo: «Signor mio, e Dio mio» Joann. 20,28. Vedendo quindi credé, perché considerando la sua vera umanità, proclamò la sua Divinità, che non poteva vedere. Consola assai ciò che segue: «Beati quelli che, non hanno visto, eppure hanno creduto» Joann. 20,29. Questa sentenza è indirizzata specialmente a noi, i quali, non avendolo visto nella carne, lo riteniamo nell'anima. Siamo designati noi, se però le nostre opere sono conformi alla nostra fede. Perché colui crede veramente, il quale mette in pratica ciò che crede.
V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.
***

Apostolo Tommaso, detto anche Gemello, era Galileo, e, dopo aver ricevuto lo Spirito Santo, andò a predicare il Vangelo di Cristo a molte provincie insegnò i precetti della fede e della vita cristiana ai Parti, Medi, Persiani, Ircani e Battriani. Da ultimo si portò agli Indiani, e li istruì nella religione cristiana. Infine, la santità della sua vita e dottrina e la grandezza de' suoi miracoli avendo suscitata l'ammirazione di tutti verso di lui e l'amore a Gesù Cristo, il re di quella regione, zelante adoratore degli idoli, si accese ancor più d'ira: onde (il santo) condannato a morte e trapassato da dardi a Calamina, illustrò cosi il suo apostolato colla corona del martirio.
V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.

AMDG et BVM

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