giovedì 7 dicembre 2017

Tu dunque , o uomo, sei un pesce. ... Vi sono pesci sia buoni sia cattivi: i buoni riservati alla ricompensa, i cattivi subito bruciati

Lettura 

Ambrogio, vescovo di Milano, figlio di Ambrogio cittadino Romano, nacque allorché il padre era prefetto della Gallia. Si racconta che, bambino, uno sciame di api si posasse sulla sua bocca presagio della sua divina eloquenza. Fu educato a Roma nelle arti liberali. 


Presto fu preposto dal prefetto Probo al governo della Liguria e dell'Emilia di là poi per ordine dello stesso Probo andò a Milano con pieni poteri; dove, morto il vescovo Ariano Osenzio, il popolo era in discordia per la scelta del successore. Quindi Ambrogio essendo entrato in chiesa per calmare, secondo il dovere dei suo ufficio, la sedizione suscitatasi, dopo aver parlato a lungo con eloquenza della pace e tranquillità pubblica, ad un tratto uditosi un fanciullo gridare vescovo Ambrogio, tutto il popolo ripeté l'acclamazione domandando Ambrogio per suo vescovo.

Ricusandosi egli e resistendo alle loro preghiere, l'ardente voto del popolo fu portato all'imperatore Valentiniano; al quale riuscì graditissimo veder domandati per il sacerdozio magistrati di sua scelta. E ciò tornò pure gradito al prefetto Probo, il quale alla partenza di Ambrogio, quasi divinando, gli aveva detto: Va, e diportati non da giudice ma da vescovo. 

Pertanto la volontà dell'imperatore accordandosi col desiderio del popolo, Ambrogio fu battezzato (perché era catecumeno), iniziato ai sacri misteri, e, passato per tutti i gradi di ordini stabiliti dalla Chiesa, ricevé, l'ottavo giorno, che fu il 7 Dicembre, la consacrazione episcopale. 

Divenuto vescovo, difese intrepidamente la fede cattolica e la disciplina ecclesiastica; convertì alla vera fede molti Ariani ed altri eretici, tra i quali generò a Gesù Cristo il chiarissimo luminare della chiesa, sant'Agostino.

Ucciso l'imperatore Graziano, egli si portò due volte come deputato, da Massimo suo uccisore; e, ricusando questi di far penitenza, interruppe ogni relazione con lui. 
Interdisse l'ingresso in chiesa all'imperatore Teodosio a cagione della strage di Tessalonica. E siccome questi gli rappresentava che anche David, re come lui, era stato adultero e omicida, Ambrogio rispose: Giacché l'hai seguito nella colpa, seguilo anche nella penitenza. Onde Teodosio compì umilmente la pubblica penitenza da lui impostagli. 

Il santo vescovo avendo dunque sostenuto per la Chiesa di Dio molte fatiche e sollecitudini, e scritto ancora egregiamente molti libri, prima di cader malato, predisse il giorno della sua morte. Onorato, vescovo di Vercelli, avvertito tre volte da voce divina accorse al suo capezzale, e gli amministrò il santo corpo del Signore: preso il quale, unite le mani a mo' di croce, pregando, rese l'anima a Dio il quattro Aprile, nell' anno della nascita di Cristo 397.

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.
*

Ambrogio

Ambrogio, vescovo di Milano, fu una personalità determinante nell'affermazione del cristianesimo sia per la sua attività ecclesiale sia per la sua produzione letteraria.
La vita
Aurelio Ambrogio nacque a Treviri in Germania intorno al 335, figlio di un alto funzionario imperiale di famiglia senatoria cristiana, prefetto del pretorio della Gallia. Dopo la morte del padre, si trasferì con il fratello Satiro e la sorella Marcellina presso la madre a Roma, dove frequentò le migliori scuole di retorica e di diritto, come tutti i giovani dell'alta società destinati alla carriera di funzionari imperiali. Accurata fu anche la sua formazione religiosa. Intrapresa la carriera pubblica, fu nominato nel 370 governatore dell'Emilia e della Liguria, con sede a Milano
Alla morte del vescovo ariano Aussenzio, Ambrogio riuscì a evitare lo scontro tra le comunità ortodossa e ariana con una saggia politica di pacificazione. Si guadagnò così la stima e l'affetto di tutti e la proclamazione da parte del popolo a successore di Aussenzio. Dopo aver ricevuto l'approvazione imperiale, Ambrogio fu battezzato (pur essendo cristiano non era stato battezzato secondo l'uso dell'epoca) e sette giorni dopo, il 7 dicembre 374, consacrato vescovo di Milano
Dopo quattro anni dedicati alla meditazione, al completamento della sua formazione culturale, all'approfondimento dei testi sacri e alla lettura delle opere dei grandi teologi orientali, Ambrogio si rivelò vigoroso uomo d'azione, oltre che un pastore che si preoccupava della formazione morale e spirituale dei suoi fedeli
Condusse con energia la lotta contro l'arianesimo con un intervento decisivo al concilio di Aquileia del 381, si occupò dei problemi della Chiesa orientale, si oppose al ripristino dell'altare della dea Vittoria in Senato, seppe influenzare gli imperatori Graziano, Valentiniano II e Teodosio, scontrandosi spesso con loro. 
Dopo il massacro di Tessalonica del 390, impose all'imperatore Teodosio pubblica penitenza, dopo averlo minacciato di scomunica, e contrastò sempre i progetti del potere politico ogniqualvolta non gli sembravano conciliabili con la libertà della Chiesa. Negli ultimi anni della vita si occupò soprattutto dei problemi della diocesi di Milano, ove morì il 4 aprile del 397.
Lo scrittore
Nonostante la sua notevole attività pastorale e politica, Ambrogio fu autore di un numero considerevole di opere di carattere esegetico, dogmatico, ascetico-morale e soggettivo. Esse sono sostenute da una profonda cultura filosofica e teologica, sempre ispirata dalla volontà di affermare e difendere l'ortodossia cristiana
Fra gli scritti di carattere esegetico il più originale è l'Hexàmeron (I sei giorni), una raccolta di 9 omelie in 6 libri, di straordinario slancio religioso, sui sei giorni della creazione del mondo: sono un'esaltazione della saggezza e della provvidenza divina, testimoniate dalla bellezza della natura. Fra gli altri scritti esegetici si ricordano la Expositio in Lucam, commento al Vangelo di Luca, il De Cain et Abel, il De Abraham, il De Noë et Arca e numerosi altri. 
Ambrogio interpreta l'Antico Testamento seguendo il metodo allegorico dei teologi greci Origene e Clemente di Alessandria. 
Di argomento dogmatico sono De fide ad Gratianum Augustum(All'imperatore Graziano, sulla fede), sulla natura divina del Cristo e contro l'eresia ariana; De paenitentia (La penitenza), sull'efficacia della penitenza contro il rigorismo dei Novaziani; De spiritu sancto (Lo Spirito Santo); De misteriis (I misteri), rivolto ai neobattezzati, sulla spiegazione dei gesti rituali. 
Notevoli per il loro valore ascetico e morale sono i 3 libri del De officiis ministrorum (I doveri dei sacerdoti), in cui riprende il De officiis di Cicerone, interpretandolo e completandolo in senso cristiano. Tra gli altri scritti si ricordano anche il De virginitate e i 3 libri De virginibus, dedicati alla sorella Marcellina, ambedue sulla serenità della vita monastica. 
Di carattere soggettivo sono 4 Orazioni funebri, due per il fratello Satiro, morto nel 379, una per la morte di Valentiniano II e una per quella di Teodosio. La prosa limpida ed elegante, modellata sulle forme classiche di quella ciceroniana, rende gli scritti di Ambrogio piacevoli alla lettura. 
Ci è giunto anche un Epistolario di 91 lettere, che comprendono il periodo della sua attività episcopale tra il 379 e il 396. Le lettere, ai familiari o ufficiali, sono importanti sia per il loro valore storico e politico sia come testimonianza della personalità di Ambrogio. 
Va inoltre ricordata la sua attività nell'ambito del canto religioso: Ambrogio fu anche autore di alcuni inni liturgici in dimetri giambici secondo la metrica classica quantitativa, ma che già si avvicinano a quella accentuativa; in essi è anche frequente il canto alternato, tra le due parti del coro. Gli "inni ambrosiani" autentici sono solo quattro, secondo la testimonianza di Agostino (anche se la critica moderna tende ad attribuirgliene altri): Aeterne conditor, canto mattutino, Iam surgit hora tertia, canto della passione e della morte di Cristo, Deus creator omnium, canto della sera, Veni redemptor gentium, canto di Natale. 
Come testimonia Ambrogio stesso, in un discorso contro gli ariani, gli inni furono composti nel 386, per sostenere i fedeli asserragliati in una basilica milanese, per impedire che l'imperatrice Giustina la concedesse agli ariani. Gli inni hanno un notevole valore artistico; ebbero un tale successo da diventare patrimonio della liturgia milanese e di quella di tutta la cristianità. Ambrogio ne compose anche l'accompagnamento musicale, ispirandosi a melodie tradizionali.

AMDG et BVM

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