sabato 12 ottobre 2013

SAN GIUSEPPE DA COPERTINO: "Chi ha pazienza in ogni loco, no fa poco no fa poco"


61'anni or sono ebbi la grazia di conoscere chi era san Giuseppe da Copertino: il luogo della nascita e il Santuario Mariano della Grottella dove passò buona parte della sua vita. Deo gratias et Mariae! 
SAN GIUSEPPE DA COPERTINO

La santità non è nei fenomeni mistici.
"Vi è un'opinione troppo diffusa e accettata, forse a causa dei trattati di mistica moderni e del modo di scrivere la vita dei santi. Ci si è abituati a vedere la santità in manifestazioni straordinarie, che talvolta la caratterizzano o nei modi dei quali Dio si vale per prepararla, accrescerla, manifestarla, quando gli piace, modi che non sono la santità, né la sua essenziale manifestazione.

Anche quando la causa di tali manifestazioni è divina, non bisogna darci soverchia importanza, dato che non potrebbero rivelare la profondità e il valore reale dell'azione divina, che, generalmente, tanto più è intensa quanto meno si tradisce all'esterno.
Quando si leggono le vite dei Padri e dei grandi contemplativi dell'antichità, si resta colpiti dal silenzio quasi completo, che essi mantengono circa gli effetti esteriori della contemplazione soprannaturale... Per essi l'unione con Dio, la vera santità consiste nella pratica eroica delle virtù teologali e cardinali...

I Santi sono uomini come gli altri, che hanno però preso sul serio le condizioni della loro creazione e il fine che Dio si è proposto nel crearli" (M.me Cecile Bruyère, La vie spirituelle et l'oraison, Mame, 1950, p. 42, 338).

Scopo dei privilegi.
Tuttavia accade che Dio conceda, a qualcuno dei suoi servi, privilegi che non sono per necessità segno della santità, ma piuttosto ricompensa e che soprattutto sono utili nella Chiesa per la salvezza, la conversione, la santificazione delle anime, che con stupore li notano. Dio li concede quando crede e, quando crede, anche li toglie e il segno della sua azione divina sta piuttosto nell'umiltà, che sempre sa conservare colui che è oggetto della divina liberalità.

Privilegi di san Giuseppe.
Due privilegi sono stati concessi a san Giuseppe da Copertino e lo hanno reso celebre, ma gli hanno procurato ancor più sofferenze e umiliazioni: il dono di essere alzato da terra come per un'esplosione di amore di Dio, e quello di leggere nelle anime, come se fossero libri aperti davanti ai suoi occhi.

Il povero e ignorante religioso aveva penato per farsi ammettere nell'Ordine dei Frati Minori Conventuali, perché sembrava buono a nulla ed era stato ordinato sacerdote solo perché il vescovo, che aveva fiducia in lui, non lo aveva sottoposto ad esame. Ma Dio voleva manifestare in questo ignorante, il quale aveva tanto mortificato la sua carne e subito tante umiliazioni e obbrobri, i privilegi che le nostre anime e i nostri corpi avranno dopo la risurrezione. I corpi risuscitati possono spostarsi da un luogo all'altro con grande rapidità, elevarsi verso Dio, senza peso o ostacoli e le anime potranno leggere nelle altre anime ciò che la grazia del Signore vi avrà deposto, dal giorno del battesimo fino alla glorificazione.


VITA. - Giuseppe nacque il 17 giugno 1603 a Copertino (Lecce), nel regno di Napoli. Era di famiglia tanto povera che la madre lo mise al mondo in una stalla, ma gli diede una educazione piissima e severa. Già nell'infanzia la sua preghiera era così fervorosa e costante che parve non capire altro e non occuparsi d'altro che di Dio. Entrò a 17 anni nell'Ordine dei Minori Cappuccini, ma fu necessario dimetterlo, perché, se erano notati i suoi rapimenti come le sue virtù, non erano meno notate le sue incapacità a qualsiasi lavoro e inoltre era sempre fuori della regola. Però i Conventuali benignamente lo accolsero ed egli entrò nel noviziato e fu anche ordinato sacerdote, nonostante l'ignoranza della scolastica. I superiori lo designarono alla predicazione e tosto il suo linguaggio, semplice e infiammato, convertì molti peccatori. Le sue estasi,  i suoi voli estatici, la sua vita tra cielo e terra, il dono di leggere nelle anime, gli valsero grande celebrità e molte persecuzioni e fu denunciato alla Inquisizione. L'Inquisizione riconobbe la sua virtù, ma ordinò che, per prudenza, fosse tenuto fisso in un convento prima in Assisi e poi in un convento più solitario dei frati Cappuccini. Felice di tale decisione, passò gli ultimi anni della sua vita sempre in ritiro, nella preghiera e nel silenzio. E non potè più rivedere la sua città natale e la sua Madonna della Grottella. Ritornato infine tra i confratelli Conventuali morì in Osimo, presso Loreto, il 18 sett. 1663; fu beatificato nel 1753 da Benedetto XIV e canonizzato da Clemente XIII nel 1767. 

Preghiera.
<<Lodiamo Dio per i doni prodigiosi che ti ha fatto, o Giuseppe, ma le tue virtù sono doni più grandi. Senza di queste, quelli sarebbero stati sospetti per la Chiesa tanto più circospetta perché da tanto tempo il mondo applaudiva e ammirava. Obbedienza, pazienza, carità, crescendo in mezzo alle prove, posero in te il segno dell'autenticità divina incontestabile ai fatti straordinari, che il nemico può scimmiescamente contraffare. Satana può portare Simone in alto, ma non sa fare umile un uomo. Degno figlio del serafico d'Assisi, fa' che noi possiamo, sulle tue orme volare non nell'aria, ma nelle regioni della luce vera, lontani dalla terra e  dalle passioni, la nostra vita possa essere, come la tua, nascosta in Dio (Colletta e Antifona propria della festa; Col 3,3).>>
 Salus tua, Deus, suscepit me (Sal 68, 31)

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1092-1093
 http://iteadjmj.com/SANTO/JosephusCupC.pdf


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