118. «Ascolta, figlio mio, riponilo nel tuo cuore. Non temere e non affliggerti. Non si turbi il tuo cuore e non preoccuparti né di questa né di qualsiasi altra infermità.
119. Non sto forse qui io, che sono tua Madre? Non stai forse sotto la mia protezione? Non sono forse io la fonte della tua gioia? Non sei forse nel cavo del mio manto, nella croce delle mie braccia? Cosa vuoi di più?
120. Niente deve affliggerti e turbarti. Non angustiarti per l'infermità di tuo zio, perché per ora non morirà. Sappi anzi con certezza che è già perfettamente guarito».
121. (Nello stesso istante, come si poté constatare in seguito, suo zio guarì).
122. Appena Juan Diego ebbe udite le amorevoli parole della Regina del Cielo, provò un grande sollievo e si sentì confortato.
123. La supplicò allora che lo mandasse immediatamente dal vescovo per portargli il segno che lo avrebbe indotto a credere al messaggio.
124. La celeste Signora lo invitò quindi a salire sulla sommità del colle, dove gli era apparsa precedentemente.
125. Gli disse: «Sali, mio piccolo figlio amatissimo, sulla cima del colle, dove mi hai visto e dove ti ho affidato la missione.
126. Lì troverai una grande varietà di fiori. Tagliali e raccoglili, facendone dei mazzetti. Poi scendi e portali alla mia presenza».
127. Juan Diego salì subito sul colle,
128. e quando giunse in cima si stupì per la gran quantità di fiori di Castiglia appena sbocciati, graziosi e belli, che vi aveva trovato nonostante si fosse fuori stagione;
129. si era infatti nel periodo invernale.
130. I fiori diffondevano un odore soavissimo; sembravano gioielli preziosi imperlati di rugiada notturna.
131. Cominciò dunque a tagliarli, ne fece dei mazzetti e li avvolse nella sua tilma.
132. È certo che la sommità del colle non era il luogo adatto perché vi nascessero fiori; vi abbondano solo pietraie, cardi, spini, cactus e mezquites,
133. e se per caso fosse stato possibile che vi nascesse qualche erba, non era certo quello il tempo. Si era infatti nel mese di dicembre, la stagione in cui il gelo la fa da padrone e distrugge ogni vegetazione.
134. Juan Diego scese quindi di corsa e portò alla celeste Signora i diversi fiori che aveva raccolto.
135. Quando li vide, lei li prese nelle sue mani venerabili;
136. poi li ripose tutti insieme nell'ayate di Juan Diego dicendogli:
137. «Mio piccolo figlio amatissimo, questi diversi fiori costituiscono la prova, il segno, che tu devi portare al vescovo.
138. Da parte mia gli dirai che essi sono la prova che il mio messaggio è l'espressione della mia volontà, che egli deve eseguire.
139. Sono anche la prova che tu sei il mio messaggero e sei meritevole della massima fiducia.
140. Ti comando tuttavia con molto rigore di aprire il tuo ayate unicamente alla presenza del vescovo, solo a lui mostrerai ciò che porti.
141. Gli racconterai tutto puntualmente. Gli dirai che ti ho ordinato di salire sulla sommità del colle per tagliare fiori e gli riferirai tutto ciò che hai visto e ammirato.
142. In modo che tu possa vincere il vescovo e lui si decida ad edificare il tempio che gli ho chiesto, in conformità alla mia volontà».
143. Appena la celeste Signora ebbe finito di parlare, Juan Diego si mise in cammino sulla strada che porta a México. Procedeva contento.
144. Camminava con il cuore pieno di gioia perché era sicuro che questa volta ogni cosa sarebbe andata bene e tutto sarebbe stato portato a termine perfettamente.
145. Faceva molta attenzione a ciò che portava nel cavo del suo mantello perché nulla andasse perduto;
146. e si deliziava della fragranza dei diversi preziosi fiori.
147. Quando raggiunse il palazzo del vescovo, gli andarono incontro il maggiordomo e gli altri servitori.
148. Li supplicò di introdurlo alla presenza del vescovo, ma nessuno se ne diede pensiero. Facevano finta di non capirlo o perché era ancora molto presto,
149. o perché ormai già lo conoscevano e lo ritenevano un importuno.
150. I compagni che in precedenza lo avevano pedinato, avevano infatti raccontato loro come lo avevano misteriosamente perso di vista.
151. Egli dovette attendere molto a lungo prima di avere una risposta.
152. Nonostante fosse già trascorso molto tempo, continuava a rimanere lì, con la testa bassa, senza far nulla aspettando di essere chiamato. I servi, essendosi accorti che portava qualcosa nella sua tilma, gli si avvicinarono per vedere di che si trattasse e soddisfare la loro curiosità.
153. Quando Juan Diego si rese conto che in nessun modo poteva nascondere loro ciò che portava e temendo che potessero spintonarlo e malmenarlo, mostrò loro, aprendo leggermente la tilma, che erano fiori.
154. I servi videro che si trattava di fiori preziosi, variegati, fioriti in una stagione insolita e li ammirarono molto soprattutto per la loro freschezza, per la loro bellezza e per il loro profumo.
155. Tentarono perciò di portargliene via qualcuno.
156. Per ben tre volte cercarono di prenderli, ma non ci riuscivano in nessun modo.
157. Infatti, ogni volta che provavano, i fiori si sottraevano apparendo come ricamati, o dipinti, o cuciti sulla tilma.
158. Allora corsero immediatamente dal vescovo e gli raccontarono ciò che avevano visto.
159. Gli dissero che l'indio, che già altre volte era venuto e che ora già da tanto tempo attendeva di essere ricevuto, desiderava vederlo.
160. Il vescovo, udito ciò, ritenne che quella fosse la prova per convincerlo a mettere in atto quanto quel piccolo uomo sollecitava
161. e subito dette ordine che fosse introdotto.
AVE MARIA PURISSIMA!
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