Uniti per la sofferenza d’amore
Il Santo Padre Pio da Pietrelcina (1887-1968) ha avuto molte figlie spirituali,
che ha guidato sulla via della perfezione cristiana.
Per alcune di loro però non è stato solo lui un padre spirituale,
ma loro stesse sono diventate sue madri spirituali,
pregando per lui e offrendo le loro sofferenze.
Uno di questi pilastri per il padre stigmatizzato e confessore
è stata Luigina Sinapi (1916-1978), un’anima di espiazione,
consigliera di molte personalità, persino di Papa Pio XII.
Con quattro fratelli e sorelle, Luigina crebbe
in una famiglia benestante ad Itri (LT). La
madre, una donna profondamente credente, si
preoccupava particolarmente della figlia più
grande, che qualche volta si comportava in
maniera misteriosa.
A cinque anni, per esempio,
con molta naturalezza, raccontava allo zio
sacerdote di giocare con il Bambino Gesù. La
mamma Filomena, perciò, decise di andare con
la figlia a San Giovanni Rotondo dal giovane p.
Pio, stigmatizzato da pochi anni, per avere chiarezza
da lui se questi fenomeni straordinari non
fossero opera del maligno. Il padre cappuccino
la tranquillizzò dicendole: “Dio manifesta in
lei la Sua volontà”; poi benedisse Luigina e
con amore paterno impose sulla piccola la sua
mano stigmatizzata. Questo fu il primo incontro
di due grandi anime che nel corso degli anni si
sarebbero legate sempre più con la sofferenza e
con l’amore disinteressato.
A 19 anni, Luigina si trovò di fronte alla decisione
più grave della sua vita. La sua malattia, un
cancro all’intestino, era talmente avanzata che
non c’erano più speranze.
Il 15 agosto 1935,
festa dell’Assunzione di Maria in Cielo, un medico
e un sacerdote si unirono al suo capezzale
per assisterla nelle ultime ore. Inaspettatamente,
in una visione, Luigina vide Gesù e la Madonna
che le offrivano una scelta: “Vuoi morire ed
entrare in paradiso o vuoi essere un sacrificio
espiatorio per la Chiesa e per i sacerdoti?”.
Come in un film, la moribonda vide il
periodo dell’apostasia, al quale stavano andando
incontro i sacerdoti e la Chiesa; inoltre conobbe
il proprio futuro pieno di sofferenze. Senza esitazione
scelse la vita come sacrificio espiatorio.
Riguardo la sua vocazione, Gesù le disse: “Sarai
il seme di senape nel solco di Roma!”.
Nello stesso istante Luigina fu completamente
guarita.
Da quel momento iniziò per lei una vita del tutto
nuova. Esteriormente visse una normale vita
quotidiana, ma con numerosi fenomeni straordinari
e soprannaturali, fin quando le sofferenze
non la costrinsero a letto nell’impossibilità di
svolgere un lavoro regolare.
Portate l’uno il peso dell’altro
A Luigina Dio donò sempre una particolare
consolazione durante le sue grandi sofferenze fisiche
e spirituali.
P. Pio la visitava in bilocazione
ed ogni volta era per lei un’immensa gioia.
Luigina raccontò anche che, nell’Anno Santo
del 1950, il Padre la visitò e le mostrò le sue
stimmate, cosa che lei desiderava tanto. Quanta
forza ricevette da questi incontri!
Le due anime espiatrici si ‘conoscevano’ già
molto bene, quando, nel 1953, a trentasette anni,
Luigina andò a San Giovanni Rotondo per chiedere
consiglio a p. Pio, perché veniva ripetutamente
accusata di furto nella posta dove lavorava.
Lo incontrò faccia a faccia per la seconda
volta con il cuore afflitto. P. Pio la tranquillizzò
e la trattenne vicino a lui per qualche giorno.
Dopo quella visita Luigina tornò spesso a San
Giovanni Rotondo.
P. Tarcisio, un confratello di
p. Pio, notò subito che queste due anime erano
legate da un’amicizia santa, perciò si prendeva
particolarmente cura di Luigina quando si trovava
in visita.
Una volta ella confidò al padre:
“che ogni volta, che andava a San Giovanni
Rotondo, chiedeva a Gesù di poter partecipare
alle sofferenze di p. Pio e la sua richiesta
veniva sempre esaudita”.
In un’altra occasione
gli raccontò che qualche volta lei e p. Pio
si ‘scambiavano’ le loro sofferenze.
Perciò è comprensibile che p. Tarcisio telefonasse
a Luigina, quando p. Pio, nell’aprile del
1965, stette così male da far pensare ad una
morte imminente. Ella rispose semplicemente:
“Mi richiami domani, per favore”. Il giorno
seguente p. Tarcisio riferì che p. Pio si sentiva
meglio e aveva potuto celebrare anche la Santa
Messa. Luigina aveva pregato la Madonna di
poter prendere su di sé tutte le sofferenze di p.
Pio, in modo che egli fosse di nuovo in grado
di andare in Chiesa per le confessioni. Era stata
esaudita, come sempre, e aveva avuto dolori così
forti da non potersi più muovere.
Ogni volta che andava a Roma, p. Tarcisio
faceva visita a Luigina, trovandola spesso sofferente.
Avvenne così anche il 10 agosto del 1967.
“Anche p. Pio è malato e soffre molto”, le riferiva
p. Tarcisio. Luigina confidò al padre cappuccino
che avrebbe offerto alla Madonna una
novena di sofferenze per liberare p. Pio dalla sua
malattia. Anche questa volta il pastore delle anime
si riprese molto presto e, grazie al sacrificio
della sua figlia e madre spirituale, poté nuovamente
dedicarsi alla sua attività sacerdotale.
Il legame spirituale di queste due persone era
talmente profondo che p. Pio fece conoscere a
Luigina qualche suo segreto.
Il 15 agosto 1968
le apparve a Roma dicendo: “Vieni a San Giovanni
Rotondo”. Sebbene Luigina avesse programmato
un viaggio importante, ubbidì subito.
Durante la confessione del 23 agosto, p. Pio le
confidò che tra un mese sarebbe morto e aggiunse:
“Non dire a nessuno ciò che ti ho detto!”.
Luigina, comprensibilmente addolorata, domandò
spontaneamente: “Ma cosa faremo senza
di lei?”. P. Pio rispose con dolcezza: “Andrai
davanti al tabernacolo. In Gesù mi troverai”.
Dopo la morte del suo padre spirituale, Luigina
poté partecipare in visione alla sua dipartita.
Ella vide dal cielo una immensa schiera di anime
correre incontro al padre: egli aveva circa 14 milioni
di figli spirituali che, esultanti, gridavano:
“Per te siamo salvi”. Fu giusto che anche Luigina
partecipasse alla gioia paradisiaca di p. Pio,
perché anche lei, insieme a questo santo, aveva
tanto sofferto per le anime.
Anche dal Cielo p. Pio non abbandonò la sua
compagna di lotta sulla terra. Le apparve più
volte, rafforzandola e sostenendola nella sua
vocazione di offrirsi come sacrificio espiatorio
per le anime. Luigina, da parte sua, confidò a
p. Tarcisio che, soprattutto nelle sofferenze più
grandi, pensava sempre ai dolori che le stimmate
avevano provocato a p. Pio. “Ogni volta
che pensavo alle sofferenze di p. Pio, avevo
davanti ai miei occhi la passione di Cristo.
Nelle sofferenze di Gesù e del Suo servo, ho
sempre trovato la gioia, la mitezza e la forza
per sopportare i miei dolori”.
Fonte: Chino Bert, Luigina Sinapi. Liebesopfer für die Welt, Hauteville CH 1989
Sanguis Christi,
omni glória et honóre digníssimus,
salva nos.
AMDG et BVM
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