lunedì 31 luglio 2017

Portate l’uno il peso dell’altro



Uniti per la sofferenza d’amore
 Il Santo Padre Pio da Pietrelcina (1887-1968) ha avuto molte figlie spirituali, che ha guidato sulla via della perfezione cristiana. Per alcune di loro però non è stato solo lui un padre spirituale, ma loro stesse sono diventate sue madri spirituali, pregando per lui e offrendo le loro sofferenze. 


Uno di questi pilastri per il padre stigmatizzato e confessore è stata Luigina Sinapi (1916-1978), un’anima di espiazione, consigliera di molte personalità, persino di Papa Pio XII. 

Con quattro fratelli e sorelle, Luigina crebbe in una famiglia benestante ad Itri (LT). La madre, una donna profondamente credente, si preoccupava particolarmente della figlia più grande, che qualche volta si comportava in maniera misteriosa. 

A cinque anni, per esempio, con molta naturalezza, raccontava allo zio sacerdote di giocare con il Bambino Gesù. La mamma Filomena, perciò, decise di andare con la figlia a San Giovanni Rotondo dal giovane p. Pio, stigmatizzato da pochi anni, per avere chiarezza da lui se questi fenomeni straordinari non fossero opera del maligno. Il padre cappuccino la tranquillizzò dicendole: “Dio manifesta in lei la Sua volontà”; poi benedisse Luigina e con amore paterno impose sulla piccola la sua mano stigmatizzata. Questo fu il primo incontro di due grandi anime che nel corso degli anni si sarebbero legate sempre più con la sofferenza e con l’amore disinteressato. 

A 19 anni, Luigina si trovò di fronte alla decisione più grave della sua vita. La sua malattia, un cancro all’intestino, era talmente avanzata che non c’erano più speranze. 

Il 15 agosto 1935, festa dell’Assunzione di Maria in Cielo, un medico e un sacerdote si unirono al suo capezzale per assisterla nelle ultime ore. Inaspettatamente, in una visione, Luigina vide Gesù e la Madonna che le offrivano una scelta: “Vuoi morire ed entrare in paradiso o vuoi essere un sacrificio espiatorio per la Chiesa e per i sacerdoti?”. 
Come in un film, la moribonda vide il periodo dell’apostasia, al quale stavano andando incontro i sacerdoti e la Chiesa; inoltre conobbe il proprio futuro pieno di sofferenze. Senza esitazione scelse la vita come sacrificio espiatorio. 

Riguardo la sua vocazione, Gesù le disse: “Sarai il seme di senape nel solco di Roma!”. Nello stesso istante Luigina fu completamente guarita. Da quel momento iniziò per lei una vita del tutto nuova. Esteriormente visse una normale vita quotidiana, ma con numerosi fenomeni straordinari e soprannaturali, fin quando le sofferenze non la costrinsero a letto nell’impossibilità di svolgere un lavoro regolare. 

Portate l’uno il peso dell’altro 

A Luigina Dio donò sempre una particolare consolazione durante le sue grandi sofferenze fisiche e spirituali. 
P. Pio la visitava in bilocazione ed ogni volta era per lei un’immensa gioia. 
Luigina raccontò anche che, nell’Anno Santo del 1950, il Padre la visitò e le mostrò le sue stimmate, cosa che lei desiderava tanto. Quanta forza ricevette da questi incontri!  

Le due anime espiatrici si ‘conoscevano’ già molto bene, quando, nel 1953, a trentasette anni, Luigina andò a San Giovanni Rotondo per chiedere consiglio a p. Pio, perché veniva ripetutamente accusata di furto nella posta dove lavorava. Lo incontrò faccia a faccia per la seconda volta con il cuore afflitto. P. Pio la tranquillizzò e la trattenne vicino a lui per qualche giorno. Dopo quella visita Luigina tornò spesso a San Giovanni Rotondo. 

P. Tarcisio, un confratello di p. Pio, notò subito che queste due anime erano legate da un’amicizia santa, perciò si prendeva particolarmente cura di Luigina quando si trovava in visita. 
Una volta ella confidò al padre: “che ogni volta, che andava a San Giovanni Rotondo, chiedeva a Gesù di poter partecipare alle sofferenze di p. Pio e la sua richiesta veniva sempre esaudita”. 
In un’altra occasione gli raccontò che qualche volta lei e p. Pio si ‘scambiavano’ le loro sofferenze. 
Perciò è comprensibile che p. Tarcisio telefonasse a Luigina, quando p. Pio, nell’aprile del 1965, stette così male da far pensare ad una morte imminente. Ella rispose semplicemente: “Mi richiami domani, per favore”. Il giorno seguente p. Tarcisio riferì che p. Pio si sentiva meglio e aveva potuto celebrare anche la Santa Messa. Luigina aveva pregato la Madonna di poter prendere su di sé tutte le sofferenze di p. Pio, in modo che egli fosse di nuovo in grado di andare in Chiesa per le confessioni. Era stata esaudita, come sempre, e aveva avuto dolori così forti da non potersi più muovere. 

Ogni volta che andava a Roma, p. Tarcisio faceva visita a Luigina, trovandola spesso sofferente. Avvenne così anche il 10 agosto del 1967. “Anche p. Pio è malato e soffre molto”, le riferiva p. Tarcisio. Luigina confidò al padre cappuccino che avrebbe offerto alla Madonna una novena di sofferenze per liberare p. Pio dalla sua malattia. Anche questa volta il pastore delle anime si riprese molto presto e, grazie al sacrificio della sua figlia e madre spirituale, poté nuovamente dedicarsi alla sua attività sacerdotale. 

Il legame spirituale di queste due persone era talmente profondo che p. Pio fece conoscere a Luigina qualche suo segreto. 

Il 15 agosto 1968 le apparve a Roma dicendo: “Vieni a San Giovanni Rotondo”. Sebbene Luigina avesse programmato un viaggio importante, ubbidì subito. Durante la confessione del 23 agosto, p. Pio le confidò che tra un mese sarebbe morto e aggiunse: “Non dire a nessuno ciò che ti ho detto!”. Luigina, comprensibilmente addolorata, domandò spontaneamente: “Ma cosa faremo senza di lei?”. P. Pio rispose con dolcezza: “Andrai davanti al tabernacolo. In Gesù mi troverai”. 

 Dopo la morte del suo padre spirituale, Luigina poté partecipare in visione alla sua dipartita. Ella vide dal cielo una immensa schiera di anime correre incontro al padre: egli aveva circa 14 milioni di figli spirituali che, esultanti, gridavano: “Per te siamo salvi”. Fu giusto che anche Luigina partecipasse alla gioia paradisiaca di p. Pio, perché anche lei, insieme a questo santo, aveva tanto sofferto per le anime. 

Anche dal Cielo p. Pio non abbandonò la sua compagna di lotta sulla terra. Le apparve più volte, rafforzandola e sostenendola nella sua vocazione di offrirsi come sacrificio espiatorio per le anime. Luigina, da parte sua, confidò a p. Tarcisio che, soprattutto nelle sofferenze più grandi, pensava sempre ai dolori che le stimmate avevano provocato a p. Pio. “Ogni volta che pensavo alle sofferenze di p. Pio, avevo davanti ai miei occhi la passione di Cristo. Nelle sofferenze di Gesù e del Suo servo, ho sempre trovato la gioia, la mitezza e la forza per sopportare i miei dolori”. 
Fonte: Chino Bert, Luigina Sinapi. Liebesopfer für die Welt, Hauteville CH 1989

Sanguis Christi, 
omni glória et honóre digníssimus, 

salva nos.
AMDG et BVM

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