Terza corona: I MISTERI
DOLOROSI
(il
martedì e il venerdì)
Primo mistero doloroso: l’agonia spirituale di Gesù nel Getsemani
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
1
Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria
Secondo mistero doloroso: la flagellazione di Gesù
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
1.
Con le braccia e le mani legate dietro alla schiena, Gesù scende dal Getsemani
per un sentiero sassoso dove cade più volte senza potersi proteggere e facendo
una grande fatica a rialzarsi. Nei dintorni della città, poi attraversando il
quartiere di Ofel, piovono sassi sul Signore. Poi c’è il giudizio notturno ed
illegale da parte del Sinedrio. Lo schiaffo della mano guantata di ferro di
Malco. Le sevizie, poco conosciute, nella prigione del Tempio, in attesa
dell’alba per il secondo giudizio, in cui Gamaliele, Nicodemo e Giuseppe
d’Arimatea protestano davanti allo scandalo dei falsi testimoni; e poi se ne
vanno con fracasso.
2.
Gesù viene portato dal tempio verso l’Antonia, che è la residenza di Pilato in
mezzo alla folla ostile. Egli compare davanti a Pilato, poiché gli Ebrei,
vassalli di Roma, non hanno il diritto all’alta giustizia, e il Sinedrio vuole
che sia un romano a condannare Gesù per sentirsi ipocritamente meno criminale.
Verso le otto di mattina Pilato col pretesto che Gesù è un Galileo a cui non ha
“niente da rimproverare”, scarica la decisione su Erode, tetrarca di Galilea.
3.
Gesù compare davanti ad Erode, che invano Lo tenta chiedendoGLi di guarire un
cane la cui zampa era fratturata, poi proponendoGli del cibo e delle donne.
Erode lo dichiara pazzo “perché non vuole comportarsi né da Dio né da uomo” e
lo rimanda a Pilato dopo averGli fatto indossare il mantello dei pazzi sopra la Sua tunica rossa del trionfo
effimero delle Palme.
4. Gesù
ripercorre le vie di Gerusalemme piene di una folla aizzata dagli emissari del
Sinedrio. Egli compare per la seconda volta davanti a Pilato, che non vuole
condannare Gesù. Egli pensa di soddisfare l’ingiusta vendetta del Sinedrio
concedendogli, come si getta un osso ad un cane rabbioso, la flagellazione “di
questo Giusto a cui non ha niente da rimproverare”. “Quanti colpi?”, chiede il
decurione incaricato di far applicare la pena. “Tanti quanti ti parrà”, dice
Pilato che spera di essersi così sbarazzato di questa seccante faccenda.
5. Alcuni soldati
romani conducono Gesù in un cortile a fianco del pretorio di Pilato. In mezzo a
questo cortile c’è una colonna di pietra a cui è fissata, a mo’ di forca, una
traversa di ferro, terminante con un uncino. Gesù è spogliato ad eccezione di
un calzone corto in lino e dei Suoi sandali. I suoi polsi vengono legati con
una corda gettata al di sopra della sbarra di ferro e viene issato. Gesù vi
viene issato. I suoi piedi toccano appena il suolo ed Egli non può fare alcun
movimento per sfuggire ai colpi.
6.
Gli aguzzini sono due; non sono né ebrei né romani, sono degli apolidi molto
scuri con un volto da filibustieri. Ciascuno ha in mano una frusta con sette
cinghie di cuoio, terminanti con un martelletto di piombo. Insieme cominciano a
colpire e le cinghie avviluppano tutto il corpo del suppliziato. I primi colpi
segnano il dorso e le gambe con striature inizialmente rosse, che diventano
bluastre sotto gli altri colpi, poi la carne si spacca ed il sangue sgorga.
Quindi se l’agonia nel Getsemani è l’esempio della resistenza alla tentazione
della disperazione, “la spietata ed illimitata flagellazione” – disse Gesù – è
il riscatto alla Giustizia divina di tutti i peccati della carne, quindi
essenzialmente la lussuria, e di tutti i tempi, quindi dei vostri e dei miei
tempi allo stesso modo: ognuno di essi, ognuno di noi, è stato un martelletto
di piombo all’estremità di una cinghia della frusta!”.
7.
La flagellazione continua: il sangue cola sul pavimento, dei lembi di carne
vengono strappati dai colpi che cadono sugli stessi punti. Secondo Maria
d’Agreda, Maria sente il dolore di ogni colpo della flagellazione nella sua
piccola camera a fianco del Cenacolo, nel palazzo di Lazzaro, dove attende le
notizie che Giovanni Le porta; Maria, Corredentrice con il Suo divino Figlio.
8.
I colpi continuano a cadere sul corpo sanguinante dell’Agnello di Dio, appeso
al gancio come un animale da macello. La flagellazione termina quando i due
aguzzini sono stanchi. Caterina Emmerich pensa che sia durata tre quarti d’ora,
sufficienti per uccidere tre volte un uomo robusto…Staccato dal gancio, Gesù
cade a terra e sembra svenuto. Un soldato riempie di acqua un secchio e la
getta su Gesù che sospira, ma non può alzarsi.
9.
Allora un soldato “con il manico della lancia, gli dà una scarica di colpi in
faccia, colpendo Gesù fra lo zigomo destro e il naso, che si mette a
sanguinare”. Poi si abbassa, facendo rompere le vesciche sanguinanti, e tende
il braccio verso la sua tunica, rimasta a terra. I soldati che Lo circondano si
lanciano col piede gli abiti di Gesù, il quale si trascina penosamente verso
l’uno e poi verso l’altro per raccoglierli.
10.
Questo gioco crudele dura un po’: esso annuncia la beffarda incoronazione di
spine, in cui la soldataglia, abbandonata a se stessa e aizzata dai demoni che
sono tutti usciti dall’Inferno, si burla del Re del Cielo e della Terra che è
appena stato flagellato all’estremo limite. Gesù si serve della tunica per
asciugare l’acqua ed il sangue prima di rivestirsi.
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Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria
Terzo mistero doloroso: l’incoronazione di spine
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
1. I soldati
legano di nuovo le mani di Gesù. Uno di loro, avendo sentito Pilato dirgli: “I
Tuoi accusatori dicono che pretendi di essere il Re dei giudei”, dice che un Re
deve avere una corona e va a cercare lì vicino un fascio di biancospino
selvatico: sono delle liane con delle spine dure e bianche di 3-4 cm. Sono
queste delle angherie imbecilli; anche crudeli, poiché come la flagellazione,
renderanno ancora più dolorosa la salita al Calvario e l’agonia sulla Croce. Il
Padre Eterno avrebbe potuto tenere a freno la libertà dei demoni; se non lo ha
fatto è perché questa nuova prova del Salvatore riscatta alla giustizia divina
tutti i peccati di orgoglio, tutti i disprezzi e le ironie inflitti ad altri,
tutte le vanità del sapere degli uomini di tutti i tempi, quindi anche dei
nostri. Ogni orgoglio dell’intelligenza cerebrale: le spine coroneranno la Testa del Signore. Ciò
avviene alle dieci di mattina.
2.
Con queste liane egli intreccia una triplice corona. Essa è troppo grande e
scende sulle spalle di Gesù. Il soldato la toglie, rischiando di rendere cieca
da un occhio la sua Vittima, e la intreccia di nuovo, più stretta. Questa volta
essa è troppo piccola e non va, nemmeno premendovi sopra. Egli la rifà: con un
grosso nodo di spine dietro, essa stringe la testa di Gesù.
3.
Un soldato dice che ad un Re occorrono la porpora e lo scettro: nella scuderia
vicina ci sono una canna ed una clamide rossa (una toga) sporca che essi
pongono sulle spalle di Gesù.
4.
Prima di mettergli in mano lo “scettro” di canna, essi Lo colpiscono sulla
testa inchinandosi: “Salve, Re dei giudei!”.
5.
Un altro dice che è necessario un trono ad un Re e fa sedere Nostro Signore su
una tinozza rovesciata, una di quelle impiegate per abbeverare i cavalli.
6.
“Al trono del Re è necessario un cuscino”, dice un altro, e fa sedere Gesù su
dei cocci di vasi che si trovano in un angolo.
7.
E la sarabanda beffarda e cattiva continua intorno al Re dei giudei, finché un
richiamo arriva dal pretorio di Pilato e i soldati vi conducono Gesù, che è
tirato da una corda che lega le Sue mani e ha sulla testa la corona di spine.
9.
Davanti a questa, Pilato propone: “In questo tempo della vostra Pasqua, Roma vi
fa grazia di un condannato”. La folla tra Gesù e Barabba sceglie di graziare
quest’ultimo e grida: “Quello lì crocifiggilo, poiché si dice Re dei Giudei,
altrimenti noi ti denunceremo all’Imperatore, poiché nessuno può dirsi Re là
dove regna Roma”.
10.
“Insomma, voi volete la Sua
morte? Sia, ma che il sangue di questo giusto non sia sulle mie mani”; ed i
giudei rispondono: “Che il Suo Sangue ricada su di noi e sui nostri figli!”.
Pilato, in presenza della folla, si lava le mani; poi fa scrivere su un asse:
“Gesù di Nazareth, Re dei Giudei”, di cui le iniziali, in latino, sono,
I.N.R.I. Pilato ratifica la condanna a morte sulla Croce, decisa dal Sinedrio
dai primi accordi di tradimento con Giuda. Giovanni va a cercare Maria per
informarla. Ma Maria da 33 anni sapeva con l’esatta conoscenza ciò che doveva
accadere…
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Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria
Quarto mistero doloroso: la salita al Calvario
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
1.
Gesù è caricato della Croce. Essa è già pronta: è stata messa insieme dagli
operai del tempio durante la notte. Alcuni eruditi hanno scritto che Gesù
portava solo la trave verticale: Caterina Emmerich e Maria Valtorta vedono
una Croce completa, che pesava tra i 50
e i 70 chili! La Croce
è posta sulla Sua spalla destra, che le fruste non hanno risparmiato.
2. Il piede della
Croce urta nella discesa dei tre scalini del pretorio di Pilato verso la
piazza, poiché è stata inizialmente messa male sulla spalla. Sono le 11 di mattino.
Gesù vacilla scendendo. I giudei gridano ai soldati: “Spingetelo! Fatelo
cadere; nella polvere, il bestemmiatore!”. L’immondizia e gli sputi piovono su
Nostro Signore. Ma Longino teme che Gesù non arrivi vivo al Calvario; egli dà
degli ordini e la centuria sgombera le strade verso la Porta Giudiziaria
che apre le mura della città verso la cima del Golgota.
3.
Gesù cade per la prima volta. “Una pietra sporge, Gesù inciampa e cade sul
ginocchio destro; Egli riesce tuttavia ad alzarsi con l’aiuto della mano
sinistra. La folla lancia un urlo di gioia”. Ad ogni movimento non equilibrato,
e più ancora ad ogni caduta, il grave peso della Croce lacera la spalla destra
ed urta il nodo di spine della corona e la pianta di più nel cranio. Il Signore
rivelerà a San Bernardo la devozione alla piaga della Spalla di Gesù Cristo,
in risposta alla sua domanda di quale fosse stato il suo maggiore dolore
durante la Via Crucis.
4.
Alla porta dei bastioni Gesù cade per la seconda volta sotto il peso dei nostri
peccati.
5.
Dopo la porta c’è un piccolo ponte su un ruscello: la folla si è raccolta là
per non perdersi lo spettacolo. Delle pietre piovono sul condannato, che inizia
la salita al Calvario. Si ricordi che Gesù aveva apostrofato Gerusalemme con
queste parole: “Tu che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono inviati,
quante volte Io ho voluto raccogliere i tuoi figli come una chioccia raccoglie
i suoi pulcini sotto le sue ali e voi non avete voluto! Ecco che la vostra casa
vi verrà lasciata deserta. Io ve lo dico, in effetti, ormai non Mi vedrete più
finché non direte: benedetto Colui che viene non nome del Signore” (Cfr.
23,37-39).
6. Veronica,
accompagnata da una giovane serva, è sul bordo della strada con una bevanda in
una bottiglietta, che Gesù rifiuta e che beve invece un soldato, e con un panno
pulito, che Gesù applica con la mano sinistra al Viso macchiato di sangue che
cola dalle ferite delle spine, dai colpi ricevuti ed anche dalle vesciche, e
sporco della polvere che il vento ha alzato in quel mattino temporalesco
dell’inizio di aprile; poi Egli restituisce il panno a colei il cui nome ha
attraversato due millenni della nostra storia. Secondo la veggente, serva di
Dio Teresa Higginson, con il panno della Veronica il Signore voleva inaugurare
Lui stesso la devozione al Sacro Capo di Gesù Cristo, imprimendo
l’immagine del Suo Sacro Volto sul Sacro Lino offertogli da Veronica.
7. Vicino a
Veronica, al bordo della via e in sassosa salita, un gruppo di donne velate
piange, protetto da un uomo robusto. Tra queste donne vi è una figura
interamente velata che si rivela essere Claudia, moglie di Pilato, in un
istante all’ufficiale aggiunto di Longino, poiché i soldati si rifiutano inizialmente di lasciarle
avanzare verso Gesù. La loro presenza Lo consola. E dice loro: “Non piangete su
di Me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei
quali si dirà: “Beati le sterili e i grembi che non hanno generato e le
mammelle che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete
su di noi! E ai colli, copriteli!”. Perché, se trattano così il legno verde,
che avverrà del legno secco?”: Gesù si rivolge sì alle donne di Israele, ma
particolarmente alle donne della nostra epoca: in effetti, solo le donne
sterili non si sono rese colpevoli del crimine d’aborto; mentre ben diversa è
la responsabilità di buona parte delle altre e dei loro mariti.
8.
Più in alto sulla via del Calvario è Maria, accompagnata da Giovanni, con Marta
e sua sorella Maria, con Maria madre di Giacomo e Giuda , con Maria-Salomé,
madre di Giacomo e Giovanni, con Susanna, la sposa di Cana. E’ l’incontro del
Figlio con Sua Madre, che grida: “Figlio!”, e Lui, in risposta, faticosamente
articola: “Mamma!”, ma tutto il loro Amore confluisce in uno sguardo, che nutre
e si nutre. Uno degli aguzzini agita i chiodi sotto gli occhi di Maria con un
ghigno diabolico.
9.
Gesù è al limite delle forze. Vacilla e cade per la terza volta. Non si rialza.
La Croce cade
su di Lui. I giudei gridano a Longino: “Deve essere crocifisso vivente. Guai a
te!”. Viene così imposto a Simone di Cirene di portare la Croce di Gesù fino alla cima
del Golgota.
10. Rialzato dai
soldati, Gesù prosegue il cammino fino alla cima del Calvario, che è
all’altezza di 738 dal livello del mare, come la dimensione richiesta per la Croce Gloriosa a
Dozulé. La cima del Calvario ha su tre lati un pendio più o meno rapido, il
quarto è a picco. I carnefici strappano gli abiti incollati alle piaghe di
Gesù, che sanguina da mille ferite, tra cui un’enorme piaga alla spalla destra,
in cui si intravedono tre ossa messe a nudo; piaghe ai gomiti, alle braccia e
soprattutto alle ginocchia. Caterina Emmerich vede Gesù salire al Calvario a
piedi nudi; in Maria Valtorta, Gesù dice: “Dietro ai Miei passi restano delle impronte
di sangue”.
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Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria
Quinto mistero doloroso: la crocifissione di Gesù
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
1. Spogliato, Gesù
nasconde con le due mani la Sua
intima nudità rivolto verso lo strapiombo, girando la schiena alla folla. Uno
degli aguzzini gli tende un panno sporco per cingersi i fianchi, ma Maria si
toglie il velo bianco dai capelli senza levare il cappuccio del mantello e lo
dà a Giovanni; egli corre verso Longino che permette che Gesù lo prenda. Il
Signore se ne copre con cura e lo annoda strettamente. Si fa stendere Gesù
sulla Croce, per “prendere le misure”, dice sogghignando uno dei carnefici; in
effetti, i chiodi di ferro dell’epoca si storcerebbero senza dei buchi di passaggio
fatti nel legno. Maria vede subito l’errore malevolo dei carnefici assoldati
dal Sinedrio: i segni di gesso superano ampiamente il posto dei polsi delle due
braccia stese; è ad un punto preciso dell’articolazione che dev’essere
inchiodato il crocifisso per sopportare il peso del corpo. Maria avverte
Giovanni che corre verso Longino, ma questi sta respingendo con i suoi
sottufficiali con durezza la folla più in basso; il legno viene forato.
2.
Gesù viene steso sulla Croce: ha gli occhi chiusi e la corona di spine sulla
testa. Un aguzzino si siede sul suo petto; un altro gli tiene il braccio destro
e le mani tesi; un terzo punta il chiodo sul polso e vi batte col martello.
Gesù grida e gli scendono lacrime di dolore. A questo grido risponde un gemito
come di agnello che viene sgozzato. Maria si contorce per la sofferenza. Gesù
non farà sentire più alcun lamento, ma Ella sentirà i colpi del martello…”Ella
venne crocifissa con Me dagli stessi chiodi, anche se furono invisibili”, come
conferma Maria d’Agrèda.
3.
Una volta inchiodata la mano destra, quella mano che aveva benedetto e guarito
tanta gente e accarezzato tanti bambini, tocca alla sinistra; ma tirando il Suo
braccio sinistro, solo la punta delle dita raggiunge il buco forato nel legno.
Allora un boia attacca una corda al polso e, puntando i piedi sulla Croce,
tira, tira… E’ così che il chiodo viene piantato nel palmo della mano sinistra.
A J.N.S.R. Gesù conferma: “Per ogni membro che si separa
e semina la divisione, Io sopporto di essere di nuovo dilaniato”.
4.
Ma le braccia dilaniate hanno fatto risalire il corpo ed i piedi non arrivano
più sul punto di appoggio dove devono essere inchiodati, malgrado l’altezza di
Gesù (m. 1,81, secondo gli studi della NASA sul Santo Sudario), e lo stesso
stiramento infame si ripete.
5.
Ora, poiché i chiodi alle mani trapassano la Croce attraverso dei buchi fatti nel legno, è
necessario rovesciare la Croce ,
il Signore faccia a terra, per piegare le punte che sporgono da dietro. Maria
sa e chiama in soccorso gli angeli del Cielo affinché la santa umanità di Suo
Figlio non venga ancora più sporcata. La Croce viene rovesciata e le punte dei chiodi
ribattute…Immaginiamo la sofferenza del Signore!
6.
La Croce che
porta l’Agnello di Dio immolato per i nostri peccati viene trascinata vicino ad
un buco, in cui viene impiantata. Anche qui vi sono terribili dolori da parte
del Crocifisso come racconta Maria Valtorta: “Si innalza la Croce , che sfugge a coloro
che la elevano e ricade una volta improvvisamente ed un’altra volta sul braccio
destro della Croce, dando un terribile tormento a Gesù, poiché il colpo che
subisce sposta le membra ferite. Ma, quando in seguito si fa cadere la Croce nel buco, prima di
venire bloccata da pietre e terra, essa ondeggia in tutte le direzioni
imprimendo dei continui spostamenti al povero corpo sospeso a tre chiodi e la
sofferenza deve essere atroce”.
7.
Ecco come il Signore domina sul mondo: sulla Sua Croce! Sono presenti solo i
pastori, che l’hanno visto appena nato, e Giovanni. Soltanto le donne, con il
loro amore, con la loro intuitiva intelligenza del cuore, accompagnano la Vittima con le loro
lacrime e la loro preghiera. Dalle innumerevoli ferite, ma soprattutto dalle
mani, cola il sangue che scorre lungo le braccia e poi dalla testa,
ricongiungendosi a quello che cola dai piedi. Per respirare il Crocifisso è
obbligato a delle trazioni sulle Sue mani inchiodate, altrimenti il petto non
riesce a gonfiarsi: sono inspirazioni corte e distanziate. Coloro che vengono
crocifissi muoiono di asfissia quando i loro muscoli non rispondo più.
8. Relegati un po’
in basso, i giudei, i farisei ed i sacerdoti lanciano pietre su Gesù e Lo
ingiuriano. Maria Maddalena li affronta: “Giratevi! Dietro a voi avete le
lingue delle fiamme infernali”. Terrorizzati si voltano: non è l’inferno che
hanno per ora dietro a loro, ma le lance romane, poiché Longino fa sgomberare
brutalmente il luogo. Poi il buon ladrone fa tacere l’altro condannato che
bestemmia e si rivolge a Maria: “Madre, nel nome del Tuo Figlio morente, prega
per me”. E ripete come una litania: “Gesù Nazareno, Re dei Giudei, abbi pietà
di me; spero in Te, credo in Te”: Gesù gli promette: “Questa sera, tu sarai con
Me in Paradiso”.
9.
Ora è attraverso l’apostolo Giovanni che Gesù ci affida a Sua Madre: “Donna,
ecco Tuo figlio. Figlio, ecco tua Madre”. Gesù ha sempre più difficoltà a
respirare. Gesù entra nel delirio e grida: “Padre, Padre, perché Mi hai
abbandonato!”. Poi mormora: “Padre, nelle Tue mani affido il Mio spirito…Prima
di morire Gesù grida un “Ma…”, che Maria Valtorta chiarisce di essere le
iniziali di “Mamma”. Maria alza infine gli occhi verso la Croce e comprende che suo
Figlio è morto e si accascia. Longino si fa dare una lancia da un soldato e,
dal basso verso l’alto, da destra verso sinistra, squarcia il fianco di Gesù
fino al cuore con un colpo sicuro. Sono le tre di pomeriggio.
10.
Caterina Emmerich ha la visione del cranio di Adamo, in profondità verticale
alla Croce, e del sangue di Gesù che lava dal peccato originale il nostro
antenato comune. Una nota tradizione ebraica, infatti, fa ritenere il Golgota,
che significa “Luogo del Cranio”, il luogo dove sarebbe stato sepolto Adamo.
Gesù viene staccato dalla Croce. Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea sono scesi
all’Antonia a chiedere a Pilato l’autorizzazione di disporre del Corpo di Gesù.
Al ritorno, aiutati da Giovanni, staccano i chiodi e fanno scendere Gesù dalla
Croce. La Madre
lo riceve fra le sue braccia: la testa poggia sulla sua spalla. Gli estrae le
spine dalla testa, bacia le le sue mani
ferite e scopre la ferita aperta del fianco…e allora piange. Infine dopo averlo
sommariamente pulito il corpo lo distendono su un mantello che serve da barella
per portarlo verso il sepolcro nuovo di Giuseppe d’Arimatea, scavato nella roccia
ad una cinquantina di metri a ovest del Calvario.
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