giovedì 3 ottobre 2013

Lettera di San Francesco a tutti i fedeli: "Fratello/Sorella, c'è posta per te!"


Le Lettere di San Francesco

Lettera a tutti i fedeli, recensione prima
Esortazione ai fratelli e alle sorelle della penitenza
È una cosa stupenda, santa e gloriosa avere un Padre in cielo! È bello, ammirabile e consolante avere uno sposo così grande; è immensamente gioioso, gradito e desiderabile, motivo di umiltà, dolcezza e santità avere un fratello e un figlio, il Signor nostro Gesù Cristo, che ha dato la vita per le sue pecorelle, e che prega il Padre, dicendo: Padre Santo, custodisci nel tuo nome quelli che mi hai affidato nel mondo. Le parole che tu mi hai rivelate io le ho comunicate a loro. Essi le hanno accolte e hanno riconosciuto che tu mi hai inviato. Io prego per loro; non prego per il mondo. Benedicili e santificali! Io offro me stesso in sacrificio per loro. Non soltanto per loro io prego, ma anche per quelli che crederanno in me per mezzo della loro parola, affinché siano stabili nell'unità, come noi. E voglio, Padre, che dove sono io siano anch'essi con me, a contemplare la mia gloria, (Gv 17) nel tuo regno.
Amen.
Una scelta sbagliata
Tutti gli uomini e le donne che non accolgono l'invito alla penitenza, non ricevono il corpo e il sangue del Signore, non mantengono fede alle promesse fatte a Dio ma, seguendo le proprie passioni e cedendo alle suggestioni del mondo, compiono opere cattive, si consegnano al demonio, di cui si dimostrano figli, perché agiscono come lui.
Costoro sono ciechi, perché non scorgono la luce vera, cioè il nostro Signore Gesù Cristo; sono ignoranti, perché non posseggono la vera sapienza del Padre. Giustamente la Parola di Dio dice che la loro sapienza é vana e che attirano su di sé la maledizione di Dio perché si allontanano dai suoi comandamenti. Commettono il male ad occhi aperti e consapevolmente rovinano la propria vita.
Vi sembra cosa gradevole commettere il peccato e sgradevole comportarvi secondo gli insegnamenti del Vangelo. Ma non vi rendete conto che tutto questo deriva dal vostro egoismo, poiché siete ingannati dalle passioni, dalla mentalità godereccia e dal demonio, che sono i vostri veri nemici?
Dice bene Gesù nel Vangelo: tutti i vizi e i peccati germogliano ed escono dal cuore dell'uomo (Mc.7, 21). Cosa credete di ottenere in questo modo? Non guadagnate nulla di buono né in questa né nell'altra vita. Vi illudete di godervi per molto tempo cose che vi saranno presto tolte, perché prima di quanto pensiate, giunge il momento della malattia e della morte. E chiunque muoia in stato di peccato grave, se non si è pentito e non ha cercato di riparare al male commesso, cade in potere del demonio. Soltanto in quel momento l'uomo si rende conto della gravità delle sua situazione; tutte le doti, la potenza, la scienza, l'intelligenza che credeva di possedere gli vengono strappate. Deve lasciare ai parenti e agli amici i suoi beni. Costoro, mentre pensano a dividersi l'eredità, imprecano alla sua memoria dicendo: "Poteva bene - maledizione a lui! - mettere da parte qualche cosa di più da lasciarci!". Il corpo se lo divorano i vermi. Così in poco tempo il peccatore perde anima e corpo, e sarà tormentato eternamente nell'inferno.
Prego, per l'amore di Dio, tutti quelli ai quali giungerà questa lettera, che l'accolgano con benevolenza, come una preziosa parola uscita dalla bocca del Signore nostro Gesù Cristo.
Chi non sa leggere, se la faccia spiegare frequentemente e tutti la conservino con cura e si sforzino di metterla in pratica, come un messaggio dello Spirito Santo che dà la vita. Chi non lo facesse, dovrà renderne conto nel giorno del giudizio, davanti al tribunale del Signore nostro Gesù Cristo.

Nel nome del Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen.
A tutti i cristiani, religiosi, sacerdoti e laici, uomini e donne, agli uomini di tutto il mondo, il loro fratello Francesco, umile servo, manda il suo saluto riverente, augurando dal cielo la pace vera e l'amore sincero nel Signore.Io ritengo che il Signore mi abbia messo al servizio di tutti perché io faccia giungere a tutti il fragrante profumo delle sue parole.
Ma poiché sono debole e ammalato, non posso presentarmi a tutti, come vorrei. Così ho pensato di scrivere questa lettera, per far giungere ovunque la parola del mio Signore, perché essa dà la vita in quanto proviene dallo Spirito di Dio e dal Signore nostro Gesù Cristo.
Cristo Redentore
L'altissimo Padre celeste volle che il suo Figlio, il Verbo santo e glorioso, assumesse il fragile corpo dell'uomo nel seno della Vergine Maria e a lei mandò l'angelo Gabriele, affinché le recasse il lieto annuncio. Il Cristo, che era ricco più di ogni altro, volle scegliere la povertà in questo mondo, insieme con la sua santissima madre.

Alla vigilia della sua Passione egli consegnò ai discepoli anche il suo corpo e il suo sangue nell'Eucarestia, dicendo: Prendete e mangiate: questo è il mio corpo.....Questo é il sangue della nuova alleanza, che sarà sparso per voi e per tutti in remissione dei peccati (I Cor. 11, 24).


Infine rimise la sua stessa volontà nelle mani del Padre.
Egli, mentre il suo sudore cadeva a terra come gocce di sangue, pregava perché si allontanasse da lui la morte vista come un calice di dolore. Concluse però la sua preghiera dicendo: Padre, sia fatta la tua volontà. Non come voglio io, ma come vuoi tu.
Ora la volontà del Padre fu che il suo Figlio benedetto e glorioso offrisse il suo sangue come vittima sulla croce, non per se stesso, che è il creatore di tutte le cose, ma per i nostri peccati, perché per noi era nato e a noi è stato donato.
In questo modo Cristo ci ha lasciato un esempio, affinché seguiamo le sue orme, e vuole che tutti ci salviamo per i suoi meriti e siamo uniti a lui, ricevendo il suo corpo e il suo sangue in un cuore puro e in un corpo casto.
Ma pochi sono coloro che lo vogliono ricevere e salvarsi per mezzo di lui, sebbene ciò che ci domanda sia per il nostro bene e ci dia un peso leggero da portare.


La scelta giusta
Si condannano da soli coloro che non vogliono fare esperienza della bontà del Signore e preferiscono le tenebre alla luce, perché fanno il male e non obbediscono ai comandamenti del Signore. A costoro si riferisce la Scrittura quando dice: maledetto chi si allontana dai tuoi comandamenti. Ma fortunati e felici coloro che amano il Signore e realizzando la legge del Vangelo: Ama il Signore tuo Dio con tutto il cuore e con tutta l'anima e il prossimo tuo come te stesso (MT. 22, 37).
Amiamo, dunque, Dio e adoriamolo con purezza di cuore, perché questo è ciò che sopratutto vuole da noi quando dice: Chi adora Dio deve lasciarsi guidare dallo Spirito e dalla verità (Gv. 4, 23).
Tutta la nostra vita sia una preghiera e un canto di lode a Dio. Non stanchiamoci di invocare il Padre che è in cielo, poiché bisogna pregare sempre senza stancarsi mai.
Dobbiamo poi confessare al sacerdote tutti i nostri peccati e ricevere da lui il corpo e il sangue del Signore nostro Gesù Cristo, perché chi non mangia il suo corpo e non beve il suo sangue non può entrare nel regno di Dio.


Tuttavia lo si deve mangiare e bere con le necessarie disposizioni, perché chi ne mangia indegnamente, mangia e beve la propria condanna, non riconoscendo il corpo del Signore, cioè non distinguendolo dagli altri cibi (1 Cor. 11, 29).
Dobbiamo, inoltre, dimostrare con i fatti che abbiamo cambiato vita. E la prova della tua conversione è che ami il tuo prossimo come te stesso. Se non sei capace di amarlo fino a questo punto, incomincia almeno a non fargli del male e poi ti proverai a fargli del bene. Quelli che hanno ricevuto il potere di giudicare altri esercitino la giustizia con misericordia, perché Dio sarà senza misericordia quando giudicherà chi non ha avuto misericordia degli altri ( Gc 12, 13).
Tutti pratichiamo l'amore, l'umiltà e siamo generosi nell'aiutare i poveri, perché l'elemosina purifica l'anima dal peccato.
È nostro dovere osservare le disposizioni della Chiesa circa il digiuno ed evitare sempre gli eccessi nel mangiare e nel bere; ma il nostro vero digiuno consiste nell'astenerci dai peccati e dalle cattive abitudini. Aderiamo in tutto alla fede cattolica; frequentiamo assiduamente le chiese e dimostriamo rispetto per i sacerdoti, non tanto per loro stessi, che possono anche essere peccatori, ma per l'ufficio sacro che essi esercitano. Esso soli, infatti consacrano sull'altare il santissimo corpo e sangue del Signore, lo ricevono e lo amministrano agli altri.
Di una cosa dobbiamo essere assolutamente certi: che non ci possiamo salvare se non per mezzo di Cristo, accogliendole sue parole, che i sacerdoti, e non altri, proclamano e diffondono.
Coloro poi che hanno rinunciato ad occuparsi delle cose del mondo, senza trascurare i doveri comuni a tutti i cristiani, hanno assunto l'impegno di aspirare a cose più alte.
Noi dobbiamo combattere contro il nostro io, i nostri vizi e i nostri peccati, perché, come dice il Signore: è dal cuore dell'uomo che vengono tutti i pensieri malvagi che portano al male. Ci siamo impegnati ad osservare non solo i precetti, ma anche i consigli del Signore. La carità perfetta alla quale aspiriamo deve estendersi anche, a particolarmente, ai nostri nemici, a quelli che ci odiano. Dobbiamo mantenere fede all'impegno della santa obbedienza, in tutto ciò che non è peccato. Ma colui al quale è affidato il compito di comandare ed è ritenuto come superiore, si reputi il più piccolo e chi comanda diventi il servo di tutti i fratelli. Si comporti con bontà verso di loro, come vorrebbe si facesse con lui se si trovasse al loro posto. Non si lasci vincere dall'ira contro il fratello che ha commesso qualche errore, ma con pazienza e umiltà lo aiuti a correggersi.
Evitiamo di cercare continuamente nella semplicità, nell'umiltà e nella purezza della vita.
Non è proprio il caso di avere troppi riguardi per la nostra personalità, poiché il peccato ha corrotto l'uomo e lo ha reso misero e ripugnante, tantoché il salmista non esita a paragonare se stesso ad un verme, quando dice: Sono un verme, non un uomo, infamia degli uomini e rifiuto del mio popolo (Sal. 21, 7).
Mai dobbiamo desiderare di contare più degli altri, ma piuttosto di essere gli ultimi e al servizio di tutti gli uomini per amore di Dio.
L'intimità con Dio
Su tutti coloro che così faranno e saranno perseveranti sino alla fine scenderà lo Spirito del Signore, abiterà con loro e saranno figli del Padre Celeste, suoi collaboratori, sposi, fratelli e madri del Signore nostro Gesù Cristo.
Siamo realmente sposi di Cristo quando l'anima fedele è congiunta a lui per mezzo dell'amore che ci dono lo Spirito Santo; suoi fratelli quando insieme a lui facciamo la volontà del Padre suo che è in cielo; madri quando lo portiamo in noi con amore e con coscienza schietta e lo generiamo per mezzo delle opere buone che devono illuminare agli altri con l'esempio.
Non c'è nulla di più glorioso, santo e grande che avere un Padre nel cielo; niente più santo, confortante, bello e ammirabile che avere un simile sposo, non c'è gioia più grande, pensiero più rassicurante, consolazione che rechi maggior pace, dolcezza aspirazione più alta, che avere un fratello il quale diede la vita per noi e per noi pregò il Padre dicendo : Padre santo, conserva uniti a te quelli che mi ahi affidato. Padre, tu li hai scelti da questo mondo; erano tuoi e tu li ahi dati a me. Anche le parole che ut mi hai affidato io le ho comunicate a loro. Esso le hanno accolte e hanno riconosciuto senza esitare che io provengo da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo. Io offro me stesso in sacrificio per loro, perché anch'essi siano veramente consacrati a te e siano una cosa sola come noi. Padre, benedicili e santificali. Voglio che dove sono io siano anche essi, affinché vedano la mia gloria nel tuo regno (Gv. 17). Poiché egli ha tanto sofferto per noi, ci ha fatto tanto bene e tanto cé ne riserva per l'avvenire, è giusto che ogni creatura renda al Signore la lode, la gloria, l'onore e la benedizione, perché sua è la forza e la potenza, egli solo è buono, il solo altissimo, il solo onnipotente e ammirevole, glorioso e santo, degno di lode e benedetto per l'infinità dei secoli; Amen.
La schiavitù del peccato
Ma tutti coloro che non cambiano vita, che non la orientano verso Dio, che non ricevono il corpo e il sangue del Signore, che vivono nei peccati e seguono le loro cattive inclinazioni, che non mantengono quanto hanno promesso a Dio, che si preoccupano unicamente degli interessi di questo mondo, che si fanno ingannare dalle idee seminte dal demonio e le incarnano nella loro vita, costoro sono come ciechi, perché non conoscono la luce vera che è Cristo Signore. Non possiedono la sapienza di Dio, poiché non hanno in sé lui che è la sapienza del Padre. Parla di loro la Scrittura quando dice: La loro sapienza è finita nel nulla. Non vedono e non conoscono, non vogliono capire; così fanno solo il male e consapevolmente perdono la loro anima. Cercate di conoscere, o ciechi, quali sono i vostri veri nemici: il demonio, le vanità del mondo e voi stessi, perché, come dice il Vangelo: è dal cuore dell'uomo che vengono tutti i vizi e i peccati (MT. 15, 18).Comportandovi in questo modo, non guadagnate nulla che abbia veramente valore in questa vita e non ne acquisterete nell'altra. Vi illuderete di godervi a lungo i beni di questo mondo, ma vi ingannate, perché improvvisa verrà l'ora della vostra morte.
Ironia di una vita sbagliata
Arriva la malattia, si avvicina la morte. La moglie e i figli fingono di piangere ma, più che altro, si preoccupano dei beni del moribondo. Egli si lascia commuovere, vedendoli addolorati e, ingannato, pensa tra sé: Ecco io affido me stesso e tutte le mie cose nelle vostre mani. In questo modo determina la propria rovina; perché, come dice il Signore: È sventurato l'uomo che confida negli altri uomini (Ger. 17, 5). Viene chiamato il sacerdote e gli dice:"Vuoi ricevere l'assoluzione di tutti i tuoi peccati?".
Risponde:"Certo che lo voglio".
"Vuoi riparare a tutto il male che hai fatto e restituire, per quanto ti è possibile, ciò che hai rubato?"
Risponde: "Questo non lo posso fare"."Perché no?"
"Perché ho già lasciato tutto nelle mani dei miei parenti e dei miei amici".
E in questo momento perde l'uso della parola e muore con il rimorso nel cuore. Non dobbiamo dimenticare questa realtà: quando qualcuno muore in peccato grave, senza aver riparato, se poteva, il male commesso, la sua anima cade in potere del demonio. E soltanto in quel momento sarà in grado di capire tutta la gravità della sua situazione: tutto ciò che credeva di possedere, i beni e le capacità, la scienza e la furbizia, tutto gli viene tolto. Parenti ed amici pensano soltanto a dividersi le sue sostanze e, magari, inveiscono contro di lui, perché non aveva accumulato abbastanza roba da lasciare a loro. Il corpo se lo rodono i vermi e l'anima é condannata per sempre.

Benedizione
Io, frate Francesco, il servo di tutti, nel nome di Dio che è sommo amore, pronto a baciarvi i piedi, prego e scongiuro coloro ai quali perverrà questa lettera di accogliere e mettere in pratica queste e le altre parole del Signore nostro Gesù Cristo, con amore e umiltà. E tutti quelli che così le accoglieranno, rifletteranno su di esse e le faranno conoscere ad altri, purché rimangano fedeli sino alla fine nell'osservarle, siano benedetti dal Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen. 

AMDG et BVM

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