Conferenza Stampa del Coetus Internationalis Summorum Pontificum
Roma, 10 settembre 2012, Ss.ma Trinità dei Pellegrini
Intervento di don Claude Barthe, cappellano del Pellegrinaggio
Il pellegrinaggio Summorum Pontificum di Ognissanti 2012, all’inizio
dell’Anno della fede, che culminerà in una messa nella Basilica Vaticana, ha un
quadruplice scopo:
1°. Sarà un rendimento di grazie. I pellegrini offriranno innanzi tutto una
messa nella forma straordinaria di ringraziamento e di sostegno filiale al Santo
Padre in occasione del 5° anniversario del Motu Proprio Summorum Pontificum, che,
come è noto, è entrato in vigore il 14 settembre 2007. Per moltissimi sacerdoti,
diocesani e
religiosi, che ormai celebrano la loro messa quotidiana nella forma
straordinaria, è un beneficio spirituale davvero immenso, come pure per i fedeli di quelle
parrocchie – sfortunatamente ancora troppo rare – che possono così godere di questa
liturgia e della sua mistica. Si può dire che questo atto di Benedetto XVI ha fatto
nascere un
vero popolo Summorum Pontificum. Questo popolo vuole ringraziarlo di tutto
ciò.
2°. Sarà una dimostrazione di fedeltà a Pietro. Il secondo scopo è
manifestare in questo modo il nostro amore per la Chiesa e la nostra fedeltà alla Sede di
Pietro, particolarmente nell’attuale amara e difficile congiuntura. Siamo ben
consapevoli che le fatiche che oggi affronta il Santo Padre sono pesanti. La messa
romana tradizionale, in particolare nel Canone, è sempre stata considerata di per
sé stessa una
magnifica professione di fede della Chiesa Mater et Magistra: è questo
credo liturgico che vorremmo esprimere sulla Tomba degli Apostoli, presso il
Successore di Pietro.
3°. Sarà un’offerta e una supplica. Vogliamo fare questo particolare dono
al Signore soprattutto per domandarGli le grazie necessarie al Sovrano
Pontefice per proseguire nell’opera meravigliosa che egli compie sin dall’inizio del suo
pontificato, e, specialmente oggi, in mezzo a croci e prove.
4°. Infine, sarà un’espressione di partecipazione alla missione della
Chiesa.
Vorremmo apportare alla nuova evangelizzazione che il Santo Padre
intende promuovere con l’Anno della Fede il contributo della sempre giovane
liturgia tradizionale. È ben chiaro che essa è il sostegno di un gran numero di
famiglie cosi come di tante organizzazioni e iniziative cattoliche, specialmente rivolte
ai giovani (oratori, scuole, corsi di catechismo) e che è fonte di vocazioni religiose
e sacerdotali
in costante crescita, cosa che oggi, nel mondo occidentale, si rivela
estremamente preziosa.
Mi sembra che occorra insistere su quest’ultimo punto. Per grazia di Dio,
in certi paesi come la Francia e gli Stati Uniti – ma il fenomeno potrebbe
estendersi – la liturgia tradizionale, purtroppo senza colmare tutti i vuoti, conserva una
crescita vocazionale importante. In Francia, per esempio, a fronte di 710
seminaristi diocesani, ci sono 140 seminaristi francesi (di cui 50 della FSSPX) in
seminari dedicati alla forma straordinaria, vale a dire il 16%. Questo rapporto si
ritrova nel numero delle ordinazioni: quest’anno 21 novelli sacerdoti straordinari
contro 97 diocesani. Inoltre, la configurazione spirituale di questo nuovo clero
diocesano è in
piena mutazione: i giovani preti delle diocesi e i seminaristi diocesani
sono attratti dalla celebrazione delle due forme del rito e lo dicono espressamente (in
Francia, non è esagerato sostenere che almeno un terzo dei candidati al sacerdozio
diocesano possa essere considerato come Summorum Pontificum).
È proprio questo che vorremmo esprimere religiosamente con il
pellegrinaggio e la messa a San Pietro del 3 novembre: quello che si può chiamare il popolo
Summorum Pontificum, il popolino (le petit peuple) come si dice in francese per
indicare la gente comune, è oggi a disposizione del Santo Padre per la missione della
Chiesa.
AVE MARIA!
S P E C U L U M
DIVINARUM PERFECTIONUM!
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