Sant'Agostino, per ovviare e distogliere dalla pestilenza della mormorazione, nel luogo dove prendeva i pasti teneva scritti questi versi:
"Quisquis amat dictis absentum rodere vitam.
Hanc mensam indignam noverit esse sibi";
che tradotto liberamente suona così:
"Nessuno qui osi mormorare di chi è assente;
anzi, chi in questo pensasse di lasciarsi andare,
procuri alzarsi dalla mensa!";
oppure così:
"C'è chi ama rodere con parole la vita degli assenti.
Sappia costui di essere indegno di questa mensa!"
E si racconta come trovandosi a tavola Agostino con alcuni suoi amici vescovi, e cominciando questi a parlare liberamente e dir male della vita altrui, subito li riprese, dicendo che se non smettessero di parlar male, lui avrebbe dovuto o cancellare quei versi o alzarsi da tavola.
Questo significa avere coraggio! - "Signore, me ne andrò se non finite di parlar male".
Così dobbiamo fare, dice san Girolamo: "Se sentite qualcuno mormorare, fuggite da lui come da serpente e lasciatelo!"
Oh! ma si offenderà! - Non importa. E' per questo che dovete lasciarlo con la parola in bocca, e che rimanga con vergogna e così imparerà a parlare un'altra volta.
Se poi tal modo sembrasse un po' duretto, o le persone fossero di molto rispetto, potrebbe bastare non far buon viso a quanto viene detto perché si capisca che non ci piace affatto ascoltare quel tipo di musica.
Ed è questo un mezzo che ci suggerisce lo Spirito Santo nel libro dei Proverbi, cap. 25, vers. 23, e nel Siracide cap. 28, vers. 28.
AVE MARIA, VIRGO POTENS!
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