mercoledì 7 marzo 2012

Il Santo Padre in persona ha concesso a ciascun fedele la facoltà di valutare quale Messa gli sia più affine e lo aiuti di più a cogliere il Mistero e il Sacrificio celebrati nella Liturgia.Il fatto che alcune persone, e tra queste moltissimi giovani, trovino il rito tradizionale utile per la propria vita cristiana e intendano coltivare tale passione (a fianco, ovviamente, delle Messe e della vita comunitaria presso le parrocchie) non dovrebbe inacidire o preoccupare nessuno; al contrario ci si dovrebbe rallegrare, come per la riscoperta di un tesoro lasciato sepolto troppo a lungo.


Certe vicende del Nord possono aiutare altri cattolici a capire il momento che si vive anche al Sud,  -o a Est o a Owest -, e incoraggiarli nel cammino intrapreso. Mi pare sia giunto il momento opportuno di pubblicare queste vicende anche per i lettori di "Maria Giglio della Trinità". Buona lettura ... e preghiera! Ave Maria!

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martedì 24 gennaio 2012


A Mons. Rogger la Messa in Latino a Trento non piace "Un orrore! Un hobby per pochi settari"





"La messa in latino? Un orrore! Un hobby di don Bombarelli", parroco "non parroco". "I fedeli? Quindici settari".
Queste solo alcune delle perle di Mons. I. Rogger (nella foto in abito corale: giacca e cravatta) che non risparmia parole taglienti (frutto di tanti pregiudizi e inspiegabile rancore) contro il rito antico e la Messa che si celebra a Trento nella chiesa di Santa Maria del Suffragio, ogni domenica ore 18.30.L'intervista è stata tratta dal quotidiano "IlTrentino" del 18 gennaio 2012 a cura di Luca Marognoli.

Di seguito il testo, tratto dal
sito del quotidiano "IlTrentino". Sottolineato nostro:TRENTO. Ha studiato alla Pontificia Università Gregoriana, dirige il Museo diocesano ed è tra i fondatori dell'Istituto di scienze religiose. A sentir parlare della messa in latino inorridisce, lui che fu tra i fautori del passaggio al messale in italiano. Monsignor Iginio Rogger ha parole taglienti nei confronti del rito - a quanto pare di gran "moda" - celebrato da don Rinaldo Bombardelli in via del Suffragio. «Intanto non chiamatela messa tridentina: è un termine tecnico abusivo. Il Concilio non aveva l'attrezzatura e la cognizione scientifica per poter metter mano alla cosa. Trasferì alla Santa Sede il compito della riforma liturgica, che infatti fece Pio V in termini molto più sfumati rispetto a quanto questi settari tendono ad asserire. Per dire, nel 1563 ogni diocesi che avesse voluto non assumere il messale di Pio V, altamente ufficiale, ma avesse voluto conservare i suoi vecchi libri liturgici lo avrebbe potuto fare. Bastava poter dimostrare che i testi liturgici fossero in uso da almeno 200 anni. Ma un po' per comodità, un po' per carenza di studiosi la gran parte delle Diocesi, compresa Trento, non adottò quella facoltà di pluralismo. In realtà la conoscenza della storia del rito liturgico nel 500 era molto magra e anche Lutero non trovò che ritornare alle scritture.
Perché "settari"...
Se quel parroco non parroco che ha già tentato di bonificare a modo suo la celebrazione liturgica della Val dei Mocheni - che gli era stata assegnata - ha i suoi hobby, lasciamoglieli. Ricordo che inorridii quando fece una messa con il messale di Pio V. Proprio in quella valle, dove nel 1965 reintroducemmo l'italiano, sostituendolo al latino. All'epoca andai tra la popolazione a sondare. Il parroco di allora, santa persona, mi disse: qui sono tutti contenti. E sentenziò: al manco se capis qualcos. Ne capivano più i mocheni di Fierozzo a quei tempi...
Come spiega questo interesse oggi?
A quanto pare quelli il latino lo capiscono tutti: beati loro. Non vado certo a fargli l'esame. Io mi leggo il mio breviario in latino perché so cosa vuol dire. Ma con la gente la grande novità, che poi non è novità per niente, è che la celebrazione si faccia nella lingua che tutti capiscono. Per esprimere la propria fede. Non credo che questo messale latino avrà grande successo. Quelle 15 persone che si fanno una santa causa anche di bazzecole secondarie lei le trova sempre.
Un passo indietro...
Se uno vuole proprio farsi notare celebri in latino. Invece la grande fatica di tutti noi, pur tradotta in un linguaggio curato, è di appropriare alla gente la liturgia in italiano. Vestirla in modo che la gente la senta propria. E' qui che siamo tutti in arretrato. Se vogliamo ci sono anche le disquisizioni di papa Ratzinger con i lefebvriani: siamo capaci di litigare invece che di andare d'accordo... La settimana dell'unità comincia domani: ci confrontiamo con le altre Chiese cristiane che hanno altra lingua, altra forma e altro calendario. Che qualcuno oggi non riconosca quello che si è fatto...
Ci spieghi lei cosa è stato fatto negli ultimi 50 anni?
Fu impresa non da poco dal'65 in poi l'introduzione della liturgia riformata: non è stata fatta per capriccio o dilettantismo dei singoli. Io ero vicario episcopale per la liturgia con monsignor Gottardi. Ci furono difficoltà allora, risolte con il dialogo. Ma la cultura sta evolvendosi. Se vogliono, prendano il messale di Paolo VI, che è in latino, e aiuta a capire perché si canta "Santo, Santo, Santo" e chi deve cantare. Perché si tratta di un'acclamazione, non di una giaculatoria. Di Luca Marognoli © RIPRODUZIONE RISERVATA


Sullo stesso quotidiano, il giorno prima era stato pubblicato un altro articolo dedicato alla celebrazione in rito tridentino (e usiamo questo termine per fare un dispetto a Mons. Rogger, a cui non piace affatto, perchè tecnico-abusivo), si veda qui.
A questa articolo a tratti quasi incredibile, ha fatto seguito una serie di lettere di fedeli -alcuni di "quei quindici settari"!- che hanno scritto al Direttore del quotidiano, ma che purtroppo non è stata pubblicata.
Su segnalazione del nostro solerte lettore, abbiamo tratto il testo della lettera (pubblicata su "
Libertà e persona" e la pubblichiamo:


Egregio Direttore,

siamo un gruppo di ragazzi (tra i 18 e i 26 anni) di formazione ed estrazione diversa. Le scriviamo in merito all’articolo “Un orrore quella messa in latino”, uscito mercoledì 18 gennaio sul Suo giornale.In tale intervista, Monsignor Rogger definisce i partecipanti alla Messa del Suffragio – celebrata ogni domenica alle 18.00 secondo il messale del ’62 – come “quindici” “settari”, e appella il celebrante come un “parroco non parroco”.

Siamo rimasti sinceramente intristiti di fronte al livore mostrato da Mons. Rogger verso un confratello nel sacerdozio e verso fedeli che altro non fanno che partecipare ad una Messa nei termini stabiliti dalla lettera apostolica del Sommo Pontefice Summorum Pontificum (2007). Fatta salda, ovviamente, la facoltà di ciascuno di esprimere perplessità o riserve, questi fedeli meritano se non altro più rispetto. 

Il Santo Padre in persona ha infatti concesso a ciascun fedele la facoltà di valutare quale Messa gli sia più affine e lo aiuti di più a cogliere il Mistero e il Sacrificio celebrati nella Liturgia. 

Il fatto che alcune persone, e tra queste moltissimi giovani, trovino il rito tradizionale utile per la propria vita cristiana e intendano coltivare tale passione (a fianco, ovviamente, delle Messe e della vita comunitaria presso le parrocchie) non dovrebbe inacidire o preoccupare nessuno; al contrario ci si dovrebbe rallegrare, come per la riscoperta di un tesoro lasciato sepolto troppo a lungo.
Perché non si può fare tesoro delle molte e diverse ricchezze oggi vive nella Chiesa di Cristo, ivi compresa la bellezza, la profondità e la sacralità del rito tradizionale? 

Questa lettera vuole essere una mano tesa, un gesto concreto per favorire l’inizio di un rapporto nel nome di Cristo. Ognuno con il proprio carisma, ovviamente, ma tutti volti a glorificare Dio, in conformità e nel rispetto del Magistero della Chiesa.

Alessio, Alessio, Anna, David, Donato, Eleonora, Giulia, Giuliano, Lucia, Massimo, Massimo, Matteo, Milena, Roberto.




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Ringraziamo di cuore un nostro lettore trentino, che con pazienza ci ha inviato la pagina del quotidiano, assecondando i nostri problemi tecnici! Grazie!


observator
Noto soltanto che parla di confronto con altre chiese cristiane che differiscono per ...forma, calendario...; che profonda considerazione?! Fosse solo differenza di forma e di calendario... della sostanza - che piu' conta ...omissis. Inoltre il latino non va bene , ma nella messa N.O ...puo' andare; allora non e' tanto il latino ma la messa antica , quella di tutti i cristiani per 1970 anni, o quasi. Poi bello il finale... noi non l'avevamo capito che il Santo, Santo Santo fosse un acclamazione. Sul resto, gli altri interventi hanno evidenziato qual tipo di intervista sia stata ...e il Papa e' il capo della ( nuova ) setta e anche Papa Giovanni Paolo II che, inascoltato, aveva dato precise indicazioni e si apprestava a nuovi interventi- mi pare, da cio' che via via trapelava - dati gli ostacoli che venivano frapposti...ma non si diceva "santo subito? come si concilia? forse il Rogger ce lo puo' spiegare...

giovedì 26 gennaio 2012, 01:47:22

doc
Buongiorno a tutti!
Sono uno dei firmatari di quella lettera; sono davvero felice di vedere riportate qui le nostre peripezie e che questa vicenda vi abbia tanto interessati. La cosa più triste, devo dire la verita, è stato leggere una simile intervista proprio alla vigilia della settimana per l'unità dei cristiani. Proprio per questo abbiamo tentato di rispondere alla provocazione con l'offerta di un dialogo, e non con una polemica; purtroppo, la nostra lettera al direttore del giornale è rimasta nel cassetto (è stato pubblicato, cmq, l'intervento di un altro partecipante alla Messa, che si è soffermato piuttosto sulla perfetta liceità di quella celebrazione secondo le direttive del Summum Pontificum).

Una precisazione: i "quindici" citati da mons. Rogger sono un numero da lui ipotizzato e mai verificato (non mi pare di averlo mai visto alla chiesa del Suffragio...); in effetti, i partecipanti ad ogni celebrazione domenicale di don Rinaldo sono solitamente attorno alla cinquantina. Nel complesso, poi, quasi un centinaio di persone la frequentano, chi più, chi meno assiduamente. Noi giovani firmatari siamo solo una parte di quel centinaio di fedeli (è vero, in totale siamo ca. 15, ma è solo un caso!): abbiamo letto l'intervista sul giornale, ne abbiamo discusso insieme (un po' di persona, un po' via mail) ed abbiamo cercato di rispondere con una lettera collettiva alle parole di mons. Rogger, ragionandoci sopra e limandola un po'.

Saluti da Trento,
David

mercoledì 25 gennaio 2012, 16:22:09

Miserere
Che nessun ipocrita, falso "dialoghista", vi possa fermare nel vostro cammino di santificazione, anche se, purtroppo, rivestito della dignità sacerdotale! Restate sempre uniti alla Vera Chiesa con a capo il Santo Padre! Il resto... lasciate perdere!

mercoledì 25 gennaio 2012, 23:33:37

Anselmo R
Per uno abituato all'aria pesante e malata di città fate bene come l'aria pura delle Dolomiti

giovedì 26 gennaio 2012, 09:07:01

robdealb91
Noi di Perugia abbiamo ricevuto dal direttore del settimanale diocesano (non in un'intervista apposita per noi, ma nella risposta a due lettere) dei "fissati", degli "irriducibili", dei "fanatici", "non in comunione con la Chiesa di oggi", nonostante (deve essere stato un colpo per lui sapere ciò!) "la pur giovane età".
Cari amici e coetanei di Trento, vantatevi addirittura, avete avuto un'intervista solo per voi, da cui si può sentire il rumore dei denti che rosicano e delle unghie che si spezzano per arrampicarsi sugli specchi; se a Perugia e, penso quindi anche a Trento, "laici impegnati" e sacerdoti invidiosi arrivano a calunniare il gruppo stabile e i suoi sacerdoti (forse il vedere una chiesa rispettabilmente piena per una Messa, e con numerosi giovani e giovani adulti li scombussola così tanto?) vuol dire che il nostro risultato l'abbiamo ottenuto!
Monsignor Rogger insulta voi, chiamandovi "settari" (ma non era uno di quelli che straparlavano sempre di "dialogo", "comprensione", "accoglienza"?), insulta San Pio V, i Padri del Concilio tridentino, i Santi che si sono nutriti di quella Liturgia, insulta il Papa e il suo Magistero, ma soprattutto insulta Nostro Signore, visto che definisce "orrore" la Messa che è il Suo Sacrificio incruento; vantatevi, vantiamoci dei suoi insulti, e andiamo avanti!!

mercoledì 25 gennaio 2012, 09:31:08


LAUDETUR JESUS CHRISTUS!
LAUDETUR CUM MARIA!
SEMPER LAUDENTUR!