<<... I
sacerdoti dunque mi sono debitori della vocazione, di Maria, del mio Sangue, delle
preghiere, della vita, della Sposa, della loro trasformazione. Questa farà sì
che, oltre a rappresentarmi sulla terra, essi siano Me nella celebrazione della
Messa, siano Me nell’amministrazione dei sacramenti, insomma siano Me in ogni
istante e circostanza: questo è ciò che Io cerco in loro.
Ma
non mi accontento della trasformazione già avvenuta e che più o meno si è
realizzata con la cooperazione del sacerdote: desidero l’attuazione piena di
questa trasformazione per l’onore della mia Chiesa. Nei sacerdoti infatti il
Padre vede Me, unico Sacerdote degno di toccarla e di continuare a
moltiplicare, con purezza e santità, i suoi tesori nelle anime. Evidentemente,
per comunicare tali tesori i sacerdoti devono rivestirsi di Gesù Cristo, devono
rappresentare Me, il Dio fatto uomo.
Ma
come ho detto, in tempi come questi, nei quali, cioè, è particolarmente necessario
un salvatore, non mi basta che si rivestano di Me: devono essere Me e, con le
loro virtù, rendere presente l’unico Salvatore>>.
Da: "Sacerdoti di Cristo" di Conchita Cabrera De Armida, Città Nuova.
LAUDETUR
JESUS CHRISTUS!
LAUDETUR CUM
MARIA!
SEMPER
LAUDENTUR!
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