Anton Mor van Dashorst, Calvario, XVI sec., Museo Nacional de Escultura de Valladolid |
I sacerdoti custodi
del corpo di Gesù
del corpo di Gesù
Il
Figlio di Dio disse: «Sono simile al signore che, dopo aver combattuto con
fedeltà nel paese in cui si è recato in pellegrinaggio, torna con gioia nella
terra natale.
Questo signore ha un tesoro molto prezioso, la cui vista dà gioia
agli occhi lacrimosi, consola gli infelici, rinvigorisce gli infermi e resuscita
i morti. Ma, affinché questo tesoro venga custodito con onestà e
determinazione, viene edificata una casa con magnificenza e gloria, abbastanza
alta e dotata di sette livelli attraverso i quali si accede al tesoro stesso.
Ora, Dio ha mostrato questo tesoro ai suoi servitori e lo ha affidato loro
affinché ne abbiano cura e lo custodiscano con purezza, in modo che vengano
apprezzate la carità del signore verso i suoi servitori e la fedeltà dei suoi
servitori nei confronti del signore.
Ma dopo qualche tempo il tesoro inizia ad
essere disprezzato, la casa viene frequentata di rado, le cure dei custodi
diminuiscono e l'amore di Dio viene trascurato...
Io sono quel signore che è
venuto al mondo per umiltà come un pellegrino, sebbene fossi potente in terra e
in cielo secondo la divinità; perché in verità sulla terra ho dovuto sostenere
una lotta tale che tutti i nervi delle mie mani e dei miei piedi si sono rotti
per la salvezza delle anime.
Salendo in cielo, da cui non mi sono mai
allontanato, ho lasciato al mondo un memoriale altamente degno, ossia il mio
corpo santissimo; infatti così come l'antica legge si gloriava dell'arca, della
manna, delle tavole del Testamento e di altre cerimonie, allo stesso modo
l'uomo nuovo si rallegra di una legge nuova, ossia il mio corpo crocifisso, che
era insito nella legge stessa.
Affinché al mio corpo fossero tributati gloria e
onore, ho istituito la casa della Santa Chiesa, dove esso sarebbe stato
custodito e conservato.
I sacerdoti sono dei custodi particolari, in un certo
senso più eminenti degli angeli, poiché toccano con la bocca e le mani colui
che gli angeli hanno paura di sfiorare, dato il rispetto che provano nei suoi
confronti. Ho reso ai sacerdoti sette tipi di onore, corrispondenti a sette
caratteristiche:
-i preti devono portare il segno del sacerdozio e distinguersi
come miei amici per la purezza dello spirito e del corpo, perché la purezza è
il primo livello per avvicinarsi a Dio, al quale non si addice nulla di
corrotto; ai ministri della legge, che avevano il permesso di contrarre il
matrimonio, non era concesso fare dei sacrifici, ma ciò non deve stupire: essi
avevano solo la scorza e non il nocciolo. Ora, poiché questa figura è stata
eliminata con l'avvento della verità, è necessario che si consacrino tutti alla
purezza; il nocciolo, infatti, è più dolce della scorza... I chierici sono
istituiti perché siano degli uomini angelici dotati di ogni sorta di umiltà; è
vero infatti che con l'umiltà del corpo e dello spirito si entra in cielo e si
vince la superbia del diavolo; a questo livello i sacerdoti vengono nominati
per cacciare il diavolo, perché l'uomo umile è elevato al cielo da cui la
superbia ha fatto sprofondare il demonio.
-I preti vengono ordinati per essere
discepoli di Dio attraverso la continua lettura dei testi sacri;
per questo
motivo la sacra Scrittura viene data ai sacerdoti come la spada al soldato;
essi, infatti, devono sapere come placare la collera di Dio con la preghiera e
la meditazione, affinché il popolo non muoia.
-I sacerdoti sono designati
custodi del tempio di Dio e studiosi delle anime; per questo motivo il vescovo
consegna loro le chiavi: essi devono prendersi cura della salvezza delle anime
dei loro fratelli, promuoverne il progresso con la parola e l'esempio e
incitare gli infermi alla perfezione assoluta.
-A loro viene affidata la cura
dell'altare, perché, servendo sull'altare, vivano dell'altare stesso e non si
occupino affatto delle cose mondane, se non per ciò che attiene alla loro
carica ecclesiastica.
-Vengono ordinati per essere uomini apostolici, che
predicano la verità evangelica e conformano i loro costumi a ciò che predicano.
Sono istituiti in modo da mediare fra Dio e l'uomo attraverso il sacrificio del
mio corpo. Per questo motivo i sacerdoti sono in un certo modo superiori alla
dignità degli angeli.
Ora, mi lamento perché queste caratteristiche sono
gravemente disattese, in quanto la superbia viene preferita all'umiltà,
l'impudicizia alla continenza; non ci si attiene più ai libri di Dio, ma a
quelli del mondo; gli altari vengono trascurati e la saggezza divina è reputata
follia. Non ci si preoccupa affatto della salvezza delle anime e, come se non
bastasse, si gettano via le mie vesti e si di-sprezzano le mie armi.
E’ vero,
sul monte Sinai ho mostrato a Mosè gli abiti che dovevano indossare i
sacerdoti; questo non perché nella celeste abitazione di Dio ci fosse qualcosa
di materiale, ma perché non si possono comprendere le cose spirituali senza
quelle materiali.
Quindi mostro ciò che è spirituale attraverso il mondo fisico:
occorre sapere che a quanti detengono la verità viene richiesta la purezza e
non una pura apparenza. A che scopo, dunque, avrei mostrato a Mosè un tale
splendore di vesti materiali, se non perché attraverso esse si comprendessero
lo splendore e la bellezza dell'anima?...
Dall'oblazione dei ministri di Dio
conseguono tre beni:
-la mia pazienza che è lodata da tutte le schiere celesti,
perché sono la medesima Persona tra le mani di un prete buono e di uno cattivo;
non traggo senso dalla persona, infatti questo sacramento non dipende dai
meriti o demeriti di chi lo somministra, bensì dalle mie parole;
-tale oblazione
è utile per tutti, indipendentemente dal prete che l'offre, inoltre giova anche
a chi l'offre, sebbene cattivo;
-quando ho pronunciato le parole Io sono, tutti
i miei nemici sono caduti all'indietro; similmente, all'udire le parole: Questo
è il mio corpo, i diavoli fuggono via e cessano di tentare le anime che
fanno queste sante oblazioni, né oserebbero tornare ad assediarle con rinnovata
audacia se in esse non si insinuasse una propensione a peccare. Per questo la
mia misericordia perdona tutti e li tollera, ma la mia giustizia grida
vendetta: perciò io grido e quanti siano quelli che mi rispondono, lo vedi da
te. Ciononostante invierò ancora la mia Parola: chi l'ascolterà, trascorrerà e
terminerà i suoi giorni con una gioia così grande che non è possibile dire, né
pensare la dolcezza della mia Parola senza farle torto...»
(Rivelazioni di S.Brigida, Libro IV, 58)
LAUDETUR JESUS
CHRISTUS!
LAUDETUR CUM
MARIA!
SEMPER LAUDENTUR!
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